Ville storiche italiane, un viaggio nella storia dell’architettura

Qualche tappa, tra le ville storiche più famose e meno, per conoscere il nostro paese attraverso la sua architettura.

A cura di:

Ville storiche italiane, un viaggio nella storia dell’architettura
Villa rinascimentale La Rotonda nei pressi di Vicenza progettata da Andrea Palladio

Il nostro paese è ricco di costruzioni di ogni tipo e di ogni epoca. Incluse le ville storiche, simbolo dello sviluppo dell’architettura italiana oltre che della storia tout court: perché questi edifici, che possiamo quasi tutti visitare da spettatori di un’altra era, sono lo specchio delle società che li hanno di volta in volta costruiti. Traducendo nell’involucro architettonico e negli ambienti interni, così come nei parchi e nei giardini circostanti, un modo di pensare e di agire, oltre che una tradizione costruttiva, tipici del periodo.

Cosa si intende per ville storiche?

Secondo il diritto italiano possono considerarsi dimore (quindi anche le ville, unitamente a castelli e alberghi, abbazie e casali) storiche le costruzioni di interesse culturale, storico, antropologico in riferimento all’abitare umano. Si tratta, a tutti gli effetti, di un patrimonio da valorizzare

Esiste un Registro italiano delle dimore storiche di eccellenza, selezionate da una commissione tecnica di certificazione con dei controlli di qualità: un vero e proprio archivio che si occupa della valorizzazione e della promozione di questo patrimonio particolare.

Quante sono le dimore storiche in Italia?

L’archivio del Registro italiano comprende quasi 8.000 dimore storiche (esattamente 7.660) catalogate, di cui 379 certificate di eccellenza. Tuttavia, il 3° Rapporto annuale sul patrimonio culturale privato italiano, a cura della Fondazione Bruno Visintini, evidenzia la presenza sul nostro territorio di molte più dimore storiche (35.745, di cui 14.375 case, 12.704 palazzi e i restanti ville e casali, masserie, cascine, mulini, castelli, chiese e abbazie), per la gran parte collocate in piccoli comuni.

Ecco allora, per dare solo un assaggio di questa messe architettonica, un breve viaggio in nove tappe, tra ville storiche più o meno conosciute, per scoprire alcuni dei tantissimi gioielli che l’Italia può vantare.

Alcune ville storiche dell’Italia settentrionale

Villa Necchi Campiglio

In pieno centro a Milano, Villa Necchi Campiglio, donata al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano nel 2001, è uno straordinario esempio dell’architettura razionalista anni Trenta italiana.

Dimore storiche, Villa Necchi Campiglio a Milano
Villa Necchi Campiglio

Progettata da Piero Portaluppi per la famiglia Necchi Campiglio – le sorelle Nedda e Gigina Necchi (di origine pavese) e il marito di quest’ultima Angelo Campiglio –, esponente della ricca ma illuminata borghesia industriale lombarda. La costruzione si distingue per gli stilemi tipici del tempo, tradotti esternamente nel rigore dei fronti e all’interno in una serie di eleganti ambienti domestici: nel seminterrato i locali tecnici e destinati alla servitù, al piano rialzato quelli di rappresentanza, al primo invece la zona privata dei proprietari. Inedite le dotazioni tecniche della villa, che rivelano la modernità della committenza: ascensori, montavivande, citofoni interni, porte blindate scorrevoli, caveau murati. Completano la proprietà, aperta al pubblico, portineria, serra, garage, campo da tennis e piscina, oltre a una collezione di opere d’arte del primo Novecento.

Villa Crespi ai Ronchi

Anch’essa esempio del razionalismo italiano, al pari di Villa Necchi Campiglio, Villa Crespi ai Ronchi, vicino a Vigevano, è una residenza di caccia, realizzata dall’architetto Giuseppe de Finetti per l’industriale Vittorio Crespi. Possente e severa esternamente – le aperture delle facciate di laterizio a vista incorniciano la natura selvaggia circostante senza palesare chi vi si affaccia –, forse ispirata al gusto dell’architetto americano Franck Lloyd Wright, all’interno è invece studiata per offrire il massimo del comfort al proprietario e ai suoi ospiti.

Dimores storiche, Villa Crespi ai Ronchi
Villa Crespi ai Ronchi

Organizzata su due piani – a terra gli spazi destinati alla caccia, con sala colazione e sala dei fucili e cantina, sopra invece appartamenti dei proprietari, degli invitati e dei domestici –, secondo una pianta articolata, è curata in ogni dettaglio, sia costruttivo sia decorativo. Tra i Luoghi del Cuore FAI, è rimasta in perfetto stato di conservazione, inalterata dai tempi in cui veniva sfruttata.

Villa Almerico Capra, La Rotonda

Opera celeberrima di Andrea Palladio, nei pressi di Vicenza (città che con le ville palladiane è Patrimonio dell’Umanità UNESCO), rappresenta l’icona delle realizzazioni dell’architetto in Veneto, commissionata dall’ecclesiastico Paolo Almerico. Situata su un piccolo rilievo, si distingue per le quattro facciate uguali con scalinate e pronai sostenuti da colonne e per la copertura a cupola: in pianta un salone centrale e tutt’attorno le stanze private e i servizi.

Villa Almerico Capra, La Rotonda
Villa La Rotonda

Un edificio rurale e nel contempo evocativo, al cui centro si trova la cultura cinquecentesca italiana, una villa-tempio che alla morte di Palladio nel 1580 fu completata dal suo discepolo Vincenzo Scamozzi, che adeguò la cupola ispirandosi al Pantheon di Roma e aggiunse una barchessa lungo il viale di accesso.

Di proprietà privata dei conti Valmarana di Venezia, dopo essere passata alla famiglia Capra fino agli inizi dell’Ottocento, è però aperta al pubblico per visite sia ordinarie sia guidate (su prenotazione).

Villa Panza

Sul colle di Biumo, nel varesotto, la settecentesca Villa Panza è famosa per la collezione di arte contemporanea americana che accoglie. Del FAI dal 1996, nata nella seconda metà del Settecento come “villa di delizia” (ovvero per ricevimenti e appuntamenti mondani) del marchese Paolo Antonio Menafoglio, è un grande fabbricato di tre piani, con pianta a U.

Villa Panza
Villa Panza- IMG Wikipedia – Di Phyrexian – Opera propria

Passata di proprietà più volte nel tempo e altrettante ampliata e trasformata – con l’aggiunta di scuderie, di nuovi fabbricati e della piazza dell’ingresso principale – si affaccia su un grande parco. È all’ultimo proprietario, il conte Giuseppe Panza di Biumo, che si deve la collezione di opere americane contemporanee oggi visitabile, oltre a una serie di installazioni site specific allestite in diversi ambienti della villa.

Villa Durazzo Pallavicini

Nella zona ovest di Genova, nel quartiere di Pegli, Villa Durazzo Pallavicini è famosa, più che per l’edificio, per il suo parco di otto ettari, tra i più importanti giardini storici europei (proclamato Parco più bello d’Italia nel 2017 per la categoria Parchi pubblici).

Villa Durazzo Pallavicini
Villa Durazzo Pallavicini

Realizzato dall’architetto Michele Canzio, scenografo del locale Teatro Carlo Felice, per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini a metà dell’Ottocento, è un luogo esotico e mediterraneo insieme, punteggiato da ambientazioni neoclassiche, neogotiche, cineseggianti o rustiche. Si sviluppa in collina ed è progettato come un vero e proprio racconto teatrale, dalle sfumature esoterico-massoniche: passeggiando si passa infatti attraverso prologo, antefatto, tre atti (ciascuno declinato in quattro scene di acqua, verde, prospettive e inganni scenografici), fino all’esodo finale.

 Alcune ville storiche dell’Italia centrale

Villa Farnese

Villa Farnese si trova a Caprarola, in provincia di Viterbo, costruita per l’omonima famiglia nel Cinquecento da Antonio da Sangallo il Giovane e poi dal Vignola, che fece tagliare la collina a terrazzamenti in modo da isolare il palazzo e, nello stesso tempo, integrarlo armoniosamente con il territorio circostante.

Villa Farnese
Villa Farnese

All’apparenza simile a una rocca pentagonale con bastioni angolari, è in realtà un imponente palazzo rinascimentale, residenza estiva del cardinale Alessandro Farnese il Vecchio, con cortile centrale a pianta rotonda.

Gli interni sono affrescati dai migliori pittori dell’epoca, mentre all’esterno gli Orti farnesiani sono esemplari come giardini tardo-rinascimentali, organizzati su più livelli e collegati all’edificio da dei ponti.

Villa Adriana      

Nella lista del Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO sin dal 1999, Villa Adriana è stata costruita dall’imperatore romano Adriano tra il 118 e il 138 d.C. nei pressi di Tivoli, territorio particolarmente verde e ricco d’acqua. Estesissima – oggi i visitatori vedono circa 40 ettari, un terzo dell’area totale – è composta da diversi edifici (collegati tra loro anche nel sottosuolo) e da giardini, con vasche e ninfei.

Villa Adriana      
Villa Adriana      

Il nucleo centrale comprende spazi dedicati all’utilizzo quotidiano dell’imperatore e della sua corte: il teatro Marittimo a pianta circolare con isola artificiale centrale, il palazzo imperiale e quello d’inverno, biblioteche latina e greca, la piazza d’Oro, peristilio con portico a due navate a colonne. Completano il complesso il teatro greco e il tempio di Afrodite Cnidia, oltre a una serie di terme, allo stagno delle Ninfee, alla torre di Roccabruna e all’Accademia.

Una sorta di città ideale che rappresenta il potere di Roma sull’impero e che è stata per molti secoli abbandonata all’incuria e al saccheggio, fino alla riscoperta a metà Quattrocento.      

Alcune ville storiche dell’Italia meridionale

Villa Malaparte

Sull’isola di Capri, su uno stretto promontorio roccioso proteso verso il mare, Villa Malaparte rientra nel Pubblico Registro delle Opere protette del MIBACT per via della sua originalità architettonica.

Villa Malaparte
Villa Malaparte

Realizzata da Adalberto Libera (con grande apporto del capomastro Adolfo Amitrano e dell’architetto Uberto Bonetti, che ne seguirono fattivamente la costruzione) per lo scrittore Curzio Malaparte tra gli anni Trenta e Quaranta, ha un carattere forte e solitario come quello del proprietario, che per questo l’aveva battezzata “Casa come me”: un edificio razionalista con copertura terrazzata inserito nel contesto fino quasi a mimetizzarsi, contenente un salone finestrato, uno studio, una camera da letto, un piccolo appartamento per gli ospiti e una camera da letto per la compagna. Di proprietà degli eredi di Malaparte, purtroppo la casa non è visitabile.

Villa Rufolo

Nel centro storico di Ravello, Villa Rufolo ha il primo impianto risalente addirittura al XIII secolo, di stile arabo-normanno (riconoscibile soprattutto nel chiostro moresco), ad opera dell’omonima famiglia, simbolo di potenza economica e politica locale nel Medioevo.

Villa Rufolo
Villa Rufolo

Più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, è stata recuperata a metà Ottocento da un lord scozzese, che, dopo averla acquistata, la restaurò e risistemò i terrazzamenti del giardino annesso. Oggi, di proprietà della Fondazione Ravello, è oggetto di lavori di riqualificazione e di diverse indagini archeologiche, che hanno tra l’altro riportato alla luce una cisterna per la raccolta delle acque piovane. Dal 2017 la Torre Maggiore della villa, alta 30 metri, è la sede di un museo sviluppato in altezza: un percorso interattivo e multimediale (una sorta di “promenade architecturale”) che accompagna i visitatori nella storia del luogo, salendo una scala di 100 gradini di acciaio e cristallo fino al belvedere in sommità, affacciato sulla Costiera Amalfitana.

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento