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Indice degli argomenti Toggle Nuovo Codice Appalti bocciato dal Consiglio nazionale degli architettiNuovo Codice Appalti, l’ANAC boccia “l’assegnazione diretta sotto i 150.000 euro”Gli aspetti positivi del nuovo testo Snellimento delle procedure burocratiche, appalti senza gara, digitalizzazione: il nuovo Codice degli Appalti in vigore dal 1° aprile 2023 ed efficace da luglio ha suscitato critiche e perplessità. Per il Consiglio nazionale degli architetti, ad esempio, la nuova procedura non sarebbe idonea a raggiungere gli obiettivi del PNRR; secondo l’ANAC, invece, il problema principale è la mancata trasparenza delle procedure. Sotto la lente di ingrandimento ci sono soprattutto le gare fino a 150.000 euro per le quali scatta l’affidamento diretto. Dall’altro lato, il Codice degli Appalti promosso dal governo piace per la tutela del Made in Italy, la digitalizzazione e il rafforzamento degli strumenti di vigilanza. Nuovo Codice Appalti bocciato dal Consiglio nazionale degli architetti “Il nuovo Codice dei contratti non è in grado di consentire il raggiungimento degli obiettivi del PNRR”, con queste parole Francesco Miceli, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, ha bocciato il testo in vigore dal 1° aprile 2023. Il motivo? Il Codice non piace perché, stando al parere di architetti e progettisti, non consente di realizzare opere pubbliche di qualità allontanando l’Italia dagli obiettivi dell’Europa. Una delle criticità principali della nuova formulazione sarebbe l’uso estensivo dell’appalto integrato che prevede sia la fase di progettazione che di esecuzione dei lavori in capo allo stesso operatore economico. Questo sistema – prosegue il Cnappc – danneggia i progetti in cui è prevalente l’aspetto tecnologico e l’innovazione. Vi è inoltre il rischio di aumentare i contenziosi tra imprese e stazioni appaltanti per difformità tra progetto presentato e lavoro eseguito. Nuovo Codice degli Appalti, forti dubbi sulla “trasparenza” Secondo gli operatori del settore, le nuove procedure mettono a rischio il principio della “trasparenza” relativamente agli appalti fino a 5,38 milioni di euro. In poche parole, per i piccoli cantieri diventano strutturali le procedure agevolate varate durante la pandemia: l’affidamento diretto obbligatorio sotto dei 150mila euro, senza bisogno di comparare preventivi la procedura negoziata senza bando per appalti fino a 1 milione di euro la procedura negoziata senza bando con 10 inviti e residua possibilità di scegliere la gara, per appalti da 1 a 5,38 milioni di euro Una scelta considerata “eccessiva” dall’Autorità Anticorruzione e dalle imprese di costruzione che denunciano il rischio di “ampliare il limbo dei contratti a scarso tasso di trasparenza”. Nuovo Codice Appalti, l’ANAC boccia “l’assegnazione diretta sotto i 150.000 euro” Tra i diversi aspetti critici che, secondo gli operatori del settore, andrebbero rivisti c’è l’assegnazione diretta sotto i 150.000 euro, una delle principali novità del nuovo Codice. Secondo Giuseppe Busia, presidente di ANAC, l’assegnazione diretta senza gara rischia di danneggiare la trasparenza e la concorrenza dei processi di assegnazione dei lavori: “Si dà mano libera, si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete, il che vuol dire che si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio…Sotto i 150 mila euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri”. Bisogna considerare, infatti, che gli appalti sotto la soglia dei 150.000 euro sono quelli più numerosi e su di essi diventerà più difficile accertare la correttezza delle procedure e il rispetto delle regole sulla scelta dei materiali e dei diritti dei lavoratori, “tutto questo col rischio di ridurre concorrenza e trasparenza nei contratti pubblici” , prosegue Busia. Gli aspetti positivi del nuovo testo Oltre alle criticità, il presidente ANAC ha evidenziato alcuni aspetti positivi del nuovo Codice operativo dal 1° luglio 2023, in particolare la digitalizzazione delle procedure di gara e il rafforzamento degli strumenti di vigilanza. Grazie alla digitalizzazione “tutte le informazioni e le attività riguardanti l’appalto dovranno passare attraverso piattaforme telematiche interoperabili e confluire sul portale dell’Autorità, con l’acquisizione diretta dei dati”. La nuova procedura digitale riguarda tutte le fasi del contratto: programmazione, richiesta del codice identificativo, esecuzione, conclusione del contratto, fatturazione. Promossa anche la “vigilanza collaborativa”, ovvero uno degli strumenti più efficaci che consente ad ANAC di intervenire qualora la procedura d’appalto si discostasse dagli obblighi di legge. L’efficacia della vigilanza collaborativa è potenziata dai tempi brevissimi di intervento da parte delle pubbliche autorità: 7 giorni per notificare osservazioni, consigli e note integrative prevenendo i contenziosi giudiziari. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento