La bellezza delle case di campagna, tra tradizione e innovazione

Materiali locali, attenzione per il paesaggio, ristrutturazioni coerenti e trasparenti e armonia nello stile dell’arredo sono gli elementi principali che determinano la bellezza delle case di campagna, grazie anche alla matericità della struttura in pietra e legno, alla vegetazione che le circonda e ai suoni della natura che penetrano all’interno, alle irregolarità delle superfici, pavimenti e rivestimenti. Gli architetti propendono per le ristrutturazioni in chiave filologica e conservativa, quando per varie ragioni è necessario “allontanarsi dall’origine”, è importante che sia ben visibile il confine tra antico e nuovo.

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La bellezza delle case di campagna. Pieve vescovile Piave Aldina, progetto Pierattelli Architetture
Pieve vescovile Piave Aldina, progetto Pierattelli Architetture

La bellezza delle case di campagna risiede principalmente nella loro autenticità, nel fatto di essere testimonianza diretta della storia e della cultura di un territorio e quindi di tramandarne tradizione e memoria. Sono i materiali, le finiture, lo stile dell’architettura, la tipologia di edificio e l’articolazione degli spazi interni ad indicarne l’originalità, anche a fronte di una ristrutturazione integrale.

A normare questo importante e delicato ambito (in un Paese come l’Italia, erede di una delle più antiche culture rurali) è il Decreto 6 ottobre 2005Individuazione delle diverse tipologie di architettura rurale presenti sul territorio nazionale e definizione dei criteri tecnico-scientifici per la realizzazione degli interventi, ai sensi della legge 24 dicembre 2003, n. 378, recante disposizioni per la tutela e la valorizzazione della architettura rurale”.

Ristrutturazione di case di campagna

La platea degli architetti è concorde nell’importanza di concepire la ristrutturazione di case di campagna con un approccio conservativo e filologico, a partire proprio dall’utilizzo dei materiali locali, e nel seguire, il più fedelmente possibile, le caratteristiche che la tipologia impone, indipendentemente dall’eventuale nuova destinazione d’uso; per gli interni si possono trovare compromessi diversi che assecondino le esigenze moderne di vita, così come il desiderio di contaminazione stilistica, quindi si possono inserire elementi di design, oppure utilizzare strutture componibili e polifunzionali per la separazione degli ambienti (pareti divisorie con anche funzione di contenimento). Un principio generalmente sempre valido è quello di optare per oggetti che abbiano un qualche legame con il territorio.

Quando, tuttavia, la ristrutturazione di case di campagna obbliga necessariamente a interventi di modernizzazione, il suggerimento di molti architetti è quello di rendere ben visibile la dicotomia tra parte antica e nuova annessione.

Sarà interessante scoprire, alla prossima edizione di Cersaie (25 – 29 settembre 2023), il pensiero della progettista cinese Xu Tiantian, fondatrice dello studio DnA Design and Architecture di Pechino, nota proprio per la “rivoluzione architettonica” che sta portando avanti per salvare i villaggi rurali di Pechino attraverso un approccio olistico denominato “Architectural Acupuncture“. 

Nelle iniziative di Xu Tiantian il messaggio è chiaro: architettura e tessuto sociale sono inscindibili, non esiste riqualificazione dell’una senza la rinascita dell’altro.

In Italia, invece, la ristrutturazione di case di campagna non è sempre legata alla rinascita di un tessuto sociale: per molti la scelta di vivere in campagna e quindi di godere della bellezza delle case di campagna è una scelta precisa di “isolamento”, equivale al desiderio di condurre una vita lontana dai ritmi incalzanti che la dimensione sociale urbana moderna impone (è il caso di alcuni liberi professionisti che lavorano da remoto). Più spesso la casa di campagna è una seconda casa, un rifugio dove si va durante il weekend o nelle vacanze. Il tessuto sociale di questi luoghi ha una connotazione turistica, come avviene in alcuni borghi antichi ristrutturati, raramente ha riacquisito l’identità sociale che aveva in origine.

Quali sono i tipi più popolari di case di campagna?

Le tipologie delle case di campagna ha principalmente un’accezione geografica: il cottage è un modello inglese, individua una piccola abitazione in campagna, in pietra o mattoni a vista; la cascina ci porta in Italia, al Nord, è la tipica casa di campagna lombarda (in parte anche piemontese ed emiliana), un ambiente molto grande, originariamente al centro di una fattoria e compendente i diversi edifici rurali: stalla, fienile, granaio, mulino.

Cascina Otto in Piemonte, progetto studio wok
Cascina Otto in Piemonte, progetto studio wok – ph. Simone Bossi

Il casale definisce un contesto analogo ma spostato geograficamente al Centro Italia, in Toscana e Lazio, ma, sempre in queste zone, si possono trovare anche bellissime pievi e borghi storici (generalmente nati come propretà ecclesiastiche), come anche ville padronali, oggi adibite a funzioni di diversa natura.

Casale toscano MaisonAche, progetto Pierattelli Architetture
Casale toscano MaisonAche, progetto Pierattelli Architetture – ph Iuri Niccolai

Tipica del Sud Italia è, invece, la masseria: anche qui siamo di fronte ad un complesso di edifici rurali molto bassi, realizzati in pietra o mattoni e caratterizzati dalla tipica tinteggiatura bianca dell’intonaco.

Esempio di Pieve vescovile progetto di Pierattelli Architetture
Pieve Aldina, esempio di Pieve vescovile, progetto di Pierattelli Architetture

Vista l’ampiezza di tali strutture, spesso la ristrutturazione mira a frazionare il possedimento e quindi destinarlo a più proprietari; oppure il progetto può indicare una destinazione d’uso di tipo ricettivo, quindi cascine, casali e masserie adibiti ad agriturismi o resort, evoluzione spinta anche dal successo del turismo rurale.

Masseria Villa Ostuni, progetto Studio Toff
Masseria Villa Ostuni, progetto Studio Toff

Un capitolo a parte sono le “case di campagna di alta montagna” che esprimono la durezza della vita che un tempo imponevano questi luoghi. Le baite originali sono in pietra e in legno, hanno aperture piccole e interni molto raccolti. Se ne trovano diverse tipologie su tutto l’arco alpino.

Case di campagna, un progetto di Rinaldo Del Nero a Morbegno
Un progetto di Rinaldo Del Nero a Morbegno – Ph Marcello Mariana

Stili di case di campagna

Gli stili delle case di campagna più comuni sono country e shabby chic. Il primo privilegia materiali naturali come il legno, la pietra e la ceramica, sia per gli elementi della struttura e le finiture (soffitto, travi, pavimento) che per gli elementi d’arredo. Presenta alcune differenze da zona a zona, in base ai materiali locali e alla tradizione artigianale. Lo stile shabby chic, di origine inglese, deriva dal termine “shabby” che significa “malandato”, “trasandato”. Tipici di questo stile sono i mobili decapati e decorati di bianco e i tessuti un po’ stropicciati in lino, canapa, cotone grezzo.

Ma in molte case di campagna ristrutturate, proprio per la loro natura di rifugio, troviamo uno stile eclettico e contaminato. Se, infatti, per l’esterno si mira alla conservazione della struttura, all’interno tradizione locale ed elementi culturali diversi si mischiano.

Un esempio è Villa Ostuni, una tipica masseria salentina ristrutturata da Studio Toff e adibita a struttura ricettiva che coniuga magistralmente l’identità italiana con il sapore scandinavo.

Masseria Villa Ostuni, progetto Studio Toff
Masseria Villa Ostuni, progetto Studio Toff

Per i bagni è stata scelta la collezione Spillo Up di FIMA Carlo Frattini nella finitura Oro Spazzolato, un tocco molto chic che emerge dallo spazio bianco.

Uno dei bagni di Villa Ostuni, tipica masseria salentina
In Villa Ostuni è stata utilizzata la collezione Spillo Up di FIMA Carlo Frattini.

Arredamento per case di campagna

Il country toscano affianca arredi e complementi in legno massiccio anche piuttosto scuri, a elementi d’arredo delle tonalità della terra (rovere, dal colore bruno giallo pallido, ulivo), ma anche piani in marmo e utensili e complementi in ceramica.

Arredamento dell'hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture
Arredamento dell’hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture. Gli arredi interni sono di Gervasoni, i tendaggi di Moncini Tendaggi, pavimenti in cotto di Cotto Manetti Gusmano & Figli, le armadiature Lema, arredi su misura di AB Arredamenti Bianchi, MG sedie&tavoli, sistemi porta di Salto – Ph Iuri Niccolai
Arredamento dell'hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture
Arredamento dell’hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture – Ph Iuri Niccolai

Le atmosfere sono comunque piuttosto semplici, senza ridondanze, perché si rifanno a una tradizione popolare povera; lo stile provenzale, invece, ha un carattere più leggero, già nelle tonalità chiare come il bianco e i colori neutri e presenta motivi floreali; lo stile shabby ricostruisce l’effetto anticato attraverso appositi processi e prodotti (la decapatura, la riproduzione di graffi e segni del temo, diverse forme di verniciatura).

Pavimento Pietra Baugè Beige, di Casalgrande Padana
Stile country e porvenzale sono evocati anche da alcuni rivestimenti in gres dal carattere molto materico, che ben si inseriscono nei contesti rustici rurali, come il pavimento Pietra Baugè Beige, di Casalgrande Padana

Molto importanti sono i tessuti, rigorosamente naturali e grezzi: cotone, canapa, lino.

Come posso mantenere l’autenticità delle case di campagna durante la ristrutturazione?

L’etimologia del termine “recupero” ci aiuta a comprendere come lavorano gli architetti che seguono percorsi filologici guardando al territorio (visione olistica): “ritrovare qualcosa che si credeva rubato, disperso; tornare in possesso di qualcosa”.

Esprime bene la filosofia di alcuni studi che concepiscono la ristrutturazione prima di tutto come un lavoro di semplificazione e di riduzione, quindi “togliere” per riportare alla luce, un po’ come se l’architetto fosse un archeologo. È il caso di studio wok architetti associati nelle Langhe:

“I nostri recuperi, come Casa Chievo e Cascina Otto, sono incentrati nel mantenimento non solo della struttura ma anche del paesaggio. La sostenibilità per noi è questo prima di tutto. Ecco perché, per esempio, l’isolamento è tutto interno, cerchiamo di lasciare intatto l’esterno e utilizziamo grandi vetrate perché ci sia questo passaggio dell’esterno all’interno, almeno visivamente”, spiega l’architetto Nicola Brenna. “Molte strutture sono state stravolte con il Bonus perché sono stati realizzati cappotti esterni compromettendo l’estetica e l’originalità degli edifici. Il nostro modus operandi prevede, in primis, di riportare le strutture al loro aspetto originario, togliendo gli intonaci e riportando a vista le mura in pietra a secco della Langhe, che è un patrimonio del nostro territorio”.

Cascina Otto in Piemonte, progetto studio wok - ph. Simone Bossi
Cascina Otto in Piemonte, progetto studio wok – ph. Simone Bossi
Gli interni della Cascina Otto in Piemonte, progetto studio wok
Gli interni della Cascina Otto in Piemonte, progetto studio wok – ph. Simone Bossi
Casa Chievo, progetto di studio wok - ph Simone Bossi
Casa Chievo, progetto di studio wok – ph Simone Bossi
Casa Chievo, progetto di studio wok - ph Simone Bossi
Casa Chievo, progetto di studio wok – ph Simone Bossi

Spostandoci un po’ più a Nord, l’architetto Rinaldo Del Nero ha curato la ristrutturazione di alcune baite originali di montagna: “Di fronte ad una baita originale il lavoro deve essere quello di preservare il guscio esterno, le tecniche oggi ci sono”, spiega. “Pietra naturale e legno sono i materiali da utilizzare, poi, se la località lo permette, si può anche pensare di innestare qualcosa di nuovo, ma ciò che conta è rendere riconoscibile ciò che è originale da ciò che è stato innovato, dichiarare l’innesto. Le popolazioni di montagna sono spesso considerate burbere ma hanno il pregio di essere dirette, schiette, lo stesso vale per le architetture che sono nate da queste civiltà”.

Edificio in pietra a Morbegno, progetto Rinaldo Del Nero - Ph Marcello Mariana
Edificio in pietra a Morbegno, progetto Rinaldo Del Nero – Ph Marcello Mariana

Tra i recuperi dell’architetto lombardo ci sono: un vecchio edificio in pietra a Morbegno (Sondrio), ex stalla o fienile, dove l’ampliamento della struttura in legno e cemento è l’occasione per sottolineare la “filosofia della trasparenza” da parte del progettista; e la ristrutturazione e riqualificazione energetica di un fabbricato esistente in pietra con l’inserimento di un corpo aggiuntivo rivestito da un intonaco grezzo a Traona (Sondrio).

Riqualificazione di un fabbricato esistente a Traona, progetto Rinaldo Del Nero
Riqualificazione di un fabbricato esistente a Traona, progetto Rinaldo Del Nero – Ph Max Combi

L’abitazione è tornata a vivere dopo anni di abbandono grazie a questo involucro interno ad alte prestazioni che non compromette l’estetica del guscio esterno, ancorato al territorio.

Come posso rendere bella la mia casa di campagna?

L’approccio filologico e conservativo è un necessario filo conduttore nella ristrutturazione delle case di campagna, tuttavia, per poterne godere la bellezza e per poterle vivere appieno sono necessari alcuni compromessi, come spiega l’architetto Claudio Pierattelli, di Pierattelli Architetture:

“Nei progetti di riqualificazione di edifici preesistenti il nostro obiettivo è sempre preservare, per quanto possibile, il carattere originale, in modo da farne emergere la storia e l’autenticità. Il rispetto del genius loci è uno degli aspetti che più caratterizza il nostro approccio ma, se da una parte vogliamo mantenere la memoria dell’architettura preesistente, dall’altra vogliamo dare forma a un progetto contemporaneo attento alle necessità del presente. Il recupero delle preesistenze, che può riguardare le superfici murarie, i materiali, le strutture, viene perciò integrato dalla riconfigurazione degli ambienti rispetto ai canoni progettuali contemporanei come l’ingrandimento dei bagni e la realizzazione di ampie zone giorno con cucina, riducendo al minimo lo spreco di spazio dei corridoi per aumentare l’area vivibile della casa insieme a un’accurata scelta di tonalità e arredi in armonia con lo spazio che lo circonda, e all’inserimento di nuove funzioni e tecnologie come: piscina, spa e aree relax all’aperto per garantire ambienti confortevoli e aumentare il contatto con la natura.”

Tra i recuperi più affascinati dello studio c’è Maison Ache, un’ex casa colonica nella campagna toscana. L’esterno è stato preservato (le tipiche facciate intonacate e la copertura a falde inclinate con rivestimento in coppi e tegole, è rimasto invariato nel tempo, dalla sua edificazione nella prima metà del ‘900 fino alla sua conversione ad edificio residenziale negli anni ’70). 

L'interno di Maison Ache, progetto Pierattelli Architetture
L’interno di Maison Ache, progetto Pierattelli Architetture – ph. Iuri Niccolai

Nell’interior si è scelto di alternare ambienti razionali ed eclettici, che combinano materiali locali con elementi di paesi lontani, che fanno parte della memoria della famiglia, arredi su misura e icone di design con busti in marmo. La bellezza delle case di campagna sta anche in questo: armonizzare presente e passato, contesto locale e tracce e cimeli di culture lontane.

L'interno di Maison Ache, progetto Pierattelli Architetture
L’interno di Maison Ache, progetto Pierattelli Architetture – ph. Iuri Niccolai

Gli spazi risultano ben armonizzati tra di loro grazie all’utilizzo di elementi ricorrenti nell’architettura locale (toscana e soprattutto fiorentina), sia a livello strutturale che di materiali: come le grandi aperture ad arco che liberano lo sguardo verso la campagna; oppure la pavimentazione in cotto e gli elementi in pietra serena, come la scala che collega i tre piani della casa.

L'interno di Maison Ache, progetto Pierattelli Architetture
L’interno di Maison Ache, progetto Pierattelli Architetture – ph. Iuri Niccolai

Ma il fascino degli ambienti interni è il risultato di un ricercato eclettismo che vede accanto a pezzi di design (la celebre Lounge Chair di Charles & Rey Eames per Vitra, le lampade da tavolo Miss K di Philippe Stark per Flos e Birdie di Ludovica+Roberto Palomba per Foscarini, la lampada da sospensione 2097 di Gino Sarfatti per Flos, il divano Long Island di Roche Bobois e la vasca di Agape), sistemi di arredo progettati su misura da Pierattelli Architetture e realizzati con materiali locali da artigiani di zona, arredi dal design pulito e lineare, connubio tra contemporaneità e tradizione: nel living troviamo Flat, un mobile basso in noce canaletto rialzato, i cui piedi richiamano la forma delle travi della villa e il ripiano rosso, il colore della terracotta. Il mobile è stato pensato con una profondità leggermente maggiore rispetto a quella tradizione, per rispondere al meglio alle necessità dei proprietari. Il noce canaletto caratterizza anche il mobile Bold, in cui un gioco di bilanciamenti contrappone alla pienezza dei volumi inferiori l’ariosità della parte superiore e la linearità dei profili metallici della struttura.

Quali materiali sono tipicamente usati nelle case di campagna?

I materiali che sono utilizzati nelle case di campagna e che quindi dovrebbero essere impiegati anche in fase di ristrutturazione sono legati alla geografia del luogo, come per le tipologie di case di campagna.

Un esempio fra tutti è Pieve Aldina, un boutique hotel lungo la strada Chiantigiana, in Toscana (accanto al borgo medievale di Radda in Chianti), nato dalla ristrutturazione conservativa di un ex complesso vescovile formato da tre edifici risalenti al XII secolo che si estendono su 2.000 mq. Pierattelli Architetture, che si è occupato della riqualificazione, ha tenuto fede alle scelte sui materiali: facciate irregolari in pietraforte, muri spessi, robuste intelaiature in legno, coperture in coppi e tegole, portici e cortili interni, soffitti alti nei piani inferiori che diventano più bassi e spioventi al livello superiore.

Arredamento dell'hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture
Arredamento dell’hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture – Ph Iuri Niccolai

E ovviamente soffitto con travi in legno locale e pavimento in cotto. Tutti elementi che caratterizzano il tradizionale casale toscano. Pietra e legno locali sono generamente i materiali che caratterizzano l’architettura rurale da Nord a Sud dell Stivale.

Progettazione di giardini per case di campagna

Anche la progettazione di giardini per case di campagna segue la regola della “tipicità locale”, i più bei giardini di case di campagna sono quelli che presentano un’estratto della natura circostante, quadretti di macchia mediterranea che profumano delle piante aromatiche e che utilizzano gli alberi da frutto come elementi ornamentali.

All’esterno di Pieve Aldina ci può rilassare nell’area piscina circondati da rose rampicanti e limoni, un enorme glicine che si snoda di tetto in tetto, muretti a secco e siepi di bosso, grandi vasi settecenteschi in terracotta decorati. L’area è circondata da boschi e poderi dove si possono fare rilassanti passeggiate e ritrovare il contatto con la natura.

Gli esterni dell'hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture - Ph Iuri Niccolai
Gli esterni dell’hotel Pieve Aldina, progetto Pierattelli Architetture – Ph Iuri Niccolai

Alle porte di Gallipoli, invece, gli esterni della Maison D’Enri, una villa di famiglia trasformata in raffinata demeure de charme con 15 stanze una diversa dall’altra, sono uno strabiliante campionario della vegetazione locale, dove si respira tutta l’atmosfera della campagna salentina assaporando i ritmi lenti che questa regala, tra alti pini, palme, ulivi, piante aromatiche che decorano il verde dei prati. Gli arredi sono in stili diversi: ferro battuto e cuscini bianchi, dal gusto minimale, ma anche legno e fibra vegetale intrecciata alla maniera tradizionale. 

Giardini della Maison D’Enri
Giardini della Maison D’Enri

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