Adeguamento sismico, una reale esigenza per l’edilizia

I recenti terremoti che hanno devastato il centro Italia hanno fatto scattare il campanello d’allarme: occorre effettuare l’adeguamento sismico degli edifici secondo norme antisismiche per evitare futuri problemi.

A cura di Fabiana Valentiniamatrice

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Non è passato poi molto tempo dall’immane disastro che ha colpito il territorio dell’Abruzzo nel 2009: quest’estate, precisamente ad agosto, si sono verificati nuovamente degli episodi sismici davvero spaventosi.

Ad Amatrice, caratteristica cittadina dell’Italia centrale, le case in muratura sono andate letteralmente in frantumi, causando una tragedia difficile da dimenticare. L’Italia è un territorio geologicamente soggetto a scosse sismiche e dopo questo spaventoso scenario che ha devastato Amatrice e Accumuli (frazione vicina) è doveroso iniziare a riflettere in termini di edilizia antisismica, ormai divenuta un’esigenza reale e tangibile per tutto il territorio italiano.

L’Italia ha istituito delle importanti normative in fatto di edilizia antisismica, ma queste riguardano principalmente le nuove costruzioni che devono essere realizzate secondo precisi criteri di costruzione. L’edilizia definita “storica” è in grande presenza nel nostro Paese e in generale oltre il 60% degli edifici è stato realizzato prima del 1974, una data importante che ha segnato l’avvio delle prime norme antisismiche (dati: L’Espresso). È di rilevante quanto imminente importanza garantire la sicurezza degli edifici, realizzando dei lavori che potrebbero seriamente diminuire il rischio catastrofi.

Ma dove occorre intervenire? Moltissime sono le operazioni che è possibile eseguire per mettere in sicurezza un edificio: si può effettuare il consolidamento delle murature, quello dei solai, interventi volti a migliorare la risposta di archi e volte e molti altri che approfondiremo di seguito.

Normativa antisismica

Se già a partire dal 1974 si sono fatti degli importanti passi avanti per quanto riguarda le prime normative antisismiche, con il DM 14 gennaio 2008 si parla finalmente dei principi per la costruzione di un edificio, compreso il problema delle abitazioni realizzate prima del DM.

Le normative antisismiche: un vademecum da seguire
Le normative antisismiche: un vademecum da seguire.

Questa normativa mette nero su bianco le tipologie di intervento da seguire: esse possono essere di adeguamento, miglioramento (volte ad aumentare la sicurezza dell’edificio) e infine di intervento localizzato di elementi isolati dell’abitazione.

Con l’ordinanza del PCM 3274/ 2003 (riclassificazione sismica del territorio nazionale) viene introdotto l’obbligo della verifica sismica degli “edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali, la cui funzionalità durante gli interventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile”.

Riassumendo, le attuali normative vogliono che venga eseguita una valutazione sismica dell’edificio, ma non impongono degli interventi di miglioramento e adeguamento. Lo Stato italiano a questo proposito ha attivato diversi incentivi fiscali per poter supportare le persone che scelgono di realizzare interventi di adeguamento della propria abitazione.

Un’opera di adeguamento antisismico
Un’opera di adeguamento antisismico

Prima di procedere all’adeguamento antisismico di un edificio bisogna considerare diversi fattori quali il tipo di costruzione, la zona sismica in cui si trova l’abitazione, le fondazioni e il tipo di struttura portante.

In generale, per quanto riguarda gli edifici già esistenti, prima di procedere a interventi di adeguamento è necessario studiarlo così da definire un piano di lavoro concreto.

Adeguamento sismico delle fondazioni

Iniziamo il nostro approfondimento sugli interventi di adeguamento antisismico degli edifici a partire dalle fondazioni. Perché iniziare con le fondazioni? Perché se la conoscenza del territorio dove sorge l’edificio è fondamentale per comprendere la risposta delle strutture in seguito a scosse sismiche.

L’azienda Uretek propone delle iniezioni di resina Geoplus® che consentono il consolidamento non invasivo di edifici storici, capannoni industriali, ville, condomini ecc.
Uretek propone delle iniezioni di resina Geoplus® che consentono il consolidamento non invasivo di edifici storici, capannoni industriali, ville, condomini ecc.

Come intervenire? Conoscendo la storia dell’edificio e dell’ambiente circostante. Prima di intervenire in maniera specifica è opportuno capire la caratterizzazione del sottosuolo e verificare la vulnerabilità della fondazione.
Qualora le indagini di tipo geotecnico abbiano mostrato delle criticità, si passa a interventi mirati che prevengano cedimenti del terreno.

È possibile intervenire direttamente sulle criticità che vanno a minare la solidità della fondazione, attraverso opere di rinforzo e irrigidimento.

In questo caso parliamo di interventi quali sotto-murazione o oppure dell’allargamento della  base fondale. In sostanza si tratta di opere che vanno a toccare “direttamente” la struttura di fondazione, cercando di ridurne le vulnerabilità sismica.

Esistono anche altri modi per intervenire sulla fondazione: ad esempio una delle procedure è quella volta all’adeguamento meccanico e idraulico del suolo ad esempio sfruttando piastre vibranti oppure, nel secondo caso, sfruttando il drenaggio del suolo.

Iniezione con resine espandenti
Iniezione con resine espandenti

Interessante risulta l’intervento di tipo mirato delle iniezioni con il cemento oppure con resine espandenti. Questa tecnica è importante per migliorare la stabilità del terreno e consiste nell’iniettare le sostanze nel terreno per riempirne i vuoti e renderlo maggiormente stabile.

Adeguamento sismico dei solai

Consolidare la struttura in legno di un solaio è una delle operazioni consigliate per la prevenzione dei danni causati dal sisma. È importante valutare, anche in questo caso, la solidità della struttura e decidere il modus operandi da seguire.

Come intervenire nel caso dei solai lignei? Una delle possibili opzioni è quella di consolidare le travi attraverso una cappa di calcestruzzo, facendo riferimento anche all’utilizzo di connettori metallici che forniscono un grande supporto in termini di rinforzo strutturale.

L’altra strada da seguire è quella che prevede l’utilizzo di sistemi a secco, ovvero senza uso di calcestruzzo. Come intervenire? Utilizzando dei tavolati da fissare a quelli presenti, disponendoli in maniera ortogonale e fissandoli con degli spinotti o bande metalliche.

tecnaria
Un esempio dei connettori per solai misti acciaio-calcestruzzo di Tecnaria.

Per quanto riguarda il consolidamento dei solai misti in acciaio – calcestruzzo risulta interessante l’impiego dei connettori per il rinforzo di Tecnaria la quale ha realizzato delle strutture che garantiscono un’ottima resistenza e grande rigidezza flessionale.

Come migliorare la resistenza delle murature

Dopo aver approfondito come migliorare la resistenza di fondazioni e solai è il momento di comprendere le modalità di intervento sui muri dell’abitazione volte a migliorarne la resistenza e le caratteristiche meccaniche.

murature
Occorre intervenire sulle murature se esse presentano danni onde evitare ulteriori lesioni.

Se il muro non presenta gravi problematiche è possibile intervenire in maniera localizzata andando a risanare le parti che sono state danneggiate dal sisma, ad esempio adoperando delle iniezioni con miscele le cui caratteristiche devono essere quelle dei materiali originari della muratura.

In questo modo non si andrà ad alterarne le caratteristiche meccaniche originarie e dunque la risposta che i muri hanno nei confronti delle scosse sismiche.

Una tipologia di intervento prevede la realizzazione di intonaco armato o di utilizzare dei pilastri di acciaio che vadano a fissarsi alla muratura preesistente. Anche questo tipo di intervento è pensato, insieme alle iniezioni ad esempio con calce idraulica, per rinforzare in maniera efficace un muro lesionato.

Come intervenire su colonne ed elementi non strutturali

In seguito a un sisma anche i pilastri e le colonne di un’abitazione possono subire lesioni più o meno gravi. Anche in questo caso è possibile intervenire per migliorarne la resistenza.

Tra gli interventi suggeriti si prevede di utilizzare cerchiature e tassellature oppure è altrettanto efficace l’inserimento di catene sugli archi e la realizzazione di contrafforti.

Per quanto riguarda gli elementi non strutturali vale a dire cornicioni oppure camini si può intervenire per evitare danni sismici. In questo caso si può intervenire andando ad ampliare la base di appoggio oppure consolidando la connessione con le murature dell’abitazione.

Sisma Bonus per adeguamento sismico

sismabonus
Il sismabonus: sgravi fiscali del 65%.

In seguito agli ultimi tragici episodi del terremoto in centro Italia sono state prese, da parte del Governo Renzi, delle misure che prevedono lo stanziamento di 47 miliardi di euro da utilizzare per la messa in sicurezza antisismica degli edifici. Il cittadino verrà agevolato da due importanti elementi: l’ecobonus e il sisma bonus. Nel primo caso si tratta di un bonus che garantisce lo sconto del 65% per gli interventi di miglioramento dell’abitazione in termini di efficienza energetica, mentre nel secondo caso facciamo riferimento alle detrazioni fiscali per adeguare gli edifici in materia antisismica.

Ecobonus e sismabonus: due manovre necessarie per rendere gli edifici più efficienti in termini energetici e di adeguamento antisismico
Ecobonus e sismabonus: due manovre necessarie per rendere gli edifici più efficienti in termini energetici e di adeguamento antisismico

Ottime notizie per quanto riguarda il sisma bonus: secondo la normativa consentirà ai cittadini un risparmio anche superiore del 65% e verrà esteso anche alle seconde case, condomini e riguarderà anche gli edifici pubblici. Per il sisma bonus, differentemente dall’ecobonus, occorrerà attendere la definizione finale in sede della legge di Stabilità del 2017 che prevede l’ampliamento delle manovre di adeguamento a tutte le zone sismiche.

Per usufruire di queste detrazioni fiscali occorre che gli edifici siano preposti ad abitazione o che siano destinati ad attività produttive e che risiedano nelle zone di pericolosità sismica 1 e 2 definite dall’ordinanza 3274/ 2003. Rimaniamo in attesa di novità in termini di possibilità di detrazione per le altre zone di pericolosità sismica al fine di mettere in sicurezza l’intero Paese.

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