Comunità energetiche nei piccoli Comuni: Serrenti fa scuola

Il Comune sardo Serrenti lavora allo sviluppo di una CER che possa essere di aiuto alle attività locali e ai cittadini. Intanto punta sulla pubblica illuminazione smart e su una scuola di formazione sulle FER

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Comunità energetiche nei piccoli Comuni: Serrenti fa scuola
La piazza di Serrenti

Le comunità energetiche nei piccoli Comuni potranno contribuire a evitare lo spopolamento, oltre a essere strumenti abilitatori della transizione energetica. Ne è convinto Serrenti, borgo della provincia del Sud Sardegna, che con i suoi 4543 abitanti, fa parte degli oltre 5500 Comuni sotto i cinquemila abitanti che rappresentano il 70% del totale dei Comuni italiani.

Serrenti è un modello virtuoso e pluripremiato: negli ultimi anni ha collezionato almeno 10 premi nazionali che gli hanno valso circa 60mila euro, oltre al sostegno di aziende come Enel, FedEx, STMicroelectronics. Soprattutto è divenuto un riferimento regionale e nazionale quanto a capacità nel creare e proporre progetti che riguardano l’uso delle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e l’attivazione di un modello di smart city in un borgo.

Comunità energetiche nei piccoli Comuni: Serrenti fa scuolaMerito di un’amministrazione pubblica illuminata, ma soprattutto, merito della competenza, della passione e della caparbietà di Maurizio Musio, elettricista e tecnico manutentore comunale, che negli anni ha creduto nelle potenzialità di generare esempi virtuosi di PA efficiente, pur con le oggettive complessità che ciò significa. «Le difficoltà non mancano. L’innovazione richiede competenze, tempo, passione, che non sempre si trovano nel pubblico, come nel privato», rileva.

Comunità energetiche nei piccoli Comuni: lo stato dell’arte della CER di Serrenti

Anche il piccolo Comune sardo ha avviato un progetto di comunità energetica che sta procedendo, in attesa dei tanti sospirati decreti attuativi. «Abbiamo organizzato due assemblee pubbliche, lo scorso aprile e giugno. Abbiamo fatto conoscere ai cittadini gli obiettivi dell’Amministrazione comunale in questo progetto». Serrenti è uno dei 15 borghi più belli d’Italia parte del progetto pilota BeComE, ideato e promosso da Legambiente, Kyoto Club e AzzeroCO2. «Serrenti è stato inserito non tanto per meriti paesaggistici, quanto per le tante iniziative legate alla transizione energetica e alla partecipazione attraverso i progetti scolastici», ammette Musio.

Il ruolo di precursore nell’avvio di iniziative di smart city e di economia circolare tra Comuni medio-piccoli della Regione Sardegna hanno contribuito a premiare Serrenti, che già dal 2010 ha realizzato progetti pionieristici sperimentali sulle microgrid ad autoconsumo collettivo usando energia da FER, nodi dislocati nel territorio comunale.

BeComE intende avviare comunità energetiche nei piccoli Comuni. «AzzeroCO2 e Legambiente ci hanno supportato nello studio di fattibilità, pronto per intercettare i fondi del PNRR»: si parla di 2 miliardi di euro per i Comuni sotto i 5000 abitanti.

CER contro lo spopolamento e per i cittadini

Perché avviare comunità energetiche nei piccoli Comuni? Un motivo è legato alla necessità di affrontare il fenomeno dello spopolamento, che drena popolazione – specie nel Sud Italia e nelle isole – dai borghi alle città. «L’Amministrazione è propensa a portare avanti l’idea della CER in particolare come supporto alle attività produttive che, specie nei piccoli Comuni, sono in forte difficoltà. Dall’altra si vuole andare incontro anche alle esigenze dei cittadini di risparmio sulle bollette, alleviando anche situazioni di difficoltà di molte famiglie, non lasciando indietro nessuno. Allo stesso tempo si vuole generare però una coscienza, una mentalità più “green”, una maggiore consapevolezza nell’uso dell’energia», specifica ancora Musio.

La CER si può modellare sulle effettive e peculiari esigenze della comunità in cui sorge. «Questo è il suo valore aggiunto: attiva inoltre competenze allargate, coinvolgendo quanto più i cittadini, dalle scuole alle persone anziane che hanno esperienza, saggezza e conoscenze preziose».

Serrenti intende mettere a sistema i tetti pubblici del Comune, dotati di impianti fotovoltaici per 400 kW, una buona base a disposizione di chi vorrà aderire. La finalità è anche di avviare nuovi progetti collegati, di utilità per i cittadini: un esempio sono gli orti urbani, che potranno essere sviluppati anche grazie all’ausilio della CER. 

CER e smart city: un connubio possibile

La leva delle comunità energetiche nei piccoli Comuni può contribuire a generare valore, ma occorre anche lavorare su più fronti, verso la transizione energetica, un tema che riguarda tutti, anche i piccoli Comuni: oltre alle rinnovabili, si deve puntare all’efficienza energetica degli edifici, al risparmio idrico alla pubblica illuminazione con LED.

«La smart city nasce così, contando anche su una virtuosa sinergia tra pubblico e privato – ammette il tecnico comunale –. La CER può essere uno strumento abilitatore per creare ponti tra privati e PA, in modo da farli dialogare».

Così può nascere una città intelligente: il legame tra comunità energetiche e smart city è concreto. «Negli anni mi sono reso conto che il vero “esoscheletro” della città intelligente è la rete cablata della pubblica illuminazione. Penso, per esempio al progetto LuciFER, in cui si è sviluppato il concetto di pubblica illuminazione combinata con la sensoristica, permetterà di gestire al meglio la luce e farà da base per creare una piattaforma per controllare il consumo idrico, per monitorare la produzione fotovoltaica degli edifici pubblici, per il controllo della temperatura degli spazi pubblici».

Regione Sardegna ha finanziato la prima fase (900mila euro) con cui saranno sostituiti i punti luce vecchi con quelli di nuova generazione, abbinati alla sensoristica IoT.

Come spiega lo stesso tecnico, nel progetto LuciFER le microgrid esistenti sugli stabili comunali hanno modo di integrarsi attraverso la rete IP. I quadri elettrici stradali faranno da nuovi nodi nello sviluppo di una rete comunale aggregata. Il progetto mira all’uso delle fonti rinnovabili riducendo drasticamente il prelevamento dalla rete nazionale, sfruttando ulteriori nuove installazioni fotovoltaiche su pensiline stradali, e riducendo gli allacci con dei punti master e dei sotto-quadri associati.

«Purtroppo, la burocrazia e il caro materiali hanno rallentato l’avanzamento del progetto, che intende comunque arrivare a combinare la produzione energetica rinnovabile con sistemi di energy storage per assolvere parte delle necessità notturne dell’illuminazione pubblica, consentendo vantaggi per la cittadinanza».

Formazione avanzata e attenzione alla decarbonizzazione: il borgo fa scuola

L’attenzione alle fonti rinnovabili si lega anche alla volontà di migliorare l’efficienza energetica e procedere a una progressiva decarbonizzazione. In questa direzione va il progetto CReIAMO PA. Dedicato alla carbon footprint, è stato finalizzato a migliorare le conoscenze e rafforzare le competenze interne di Regioni e amministrazioni locali su politiche e strumenti per la misura e il monitoraggio delle prestazioni ambientali delle organizzazioni pubbliche. In particolare ha consentito di conoscere l’impronta di carbonio in alcuni edifici pubblici del Comune.

Avviato nel 2019 (e conclusosi l’anno scorso) ha visto il coinvolgimento attivo di Serrenti e 10 Comuni pilota – Maurizio Musio è il referente – e la collaborazione del Ministero dell’Ambiente. L’anno successivo, col progetto Lucifer, Serrenti ha voluto estendere il calcolo dell’impronta carbonica anche alla pubblica illuminazione.

In futuro si lavorerà a creare le giuste competenze sul tema delle fonti rinnovabili. Per questo nascerà la Scuola di alta formazione delle energie rinnovabili per cui Serrenti ha ottenuto un primo finanziamento di 350mila euro. Sarà parte integrante del progetto LeiSaPA (Laboratorio dell’Energia, dell’Innovazione e della Sostenibilità ambientale nella Pubblica Amministrazione), che potrà anche essere utile come ufficio dell’energia, fornendo informazioni ai cittadini.  «Abbiamo ritenuto, e richiesto alla Regione Sardegna, di promuovere le FER formando i giovani su questo settore – specifica Musio –. La scuola verrà attivata nel centro polivalente e avrà come finalità di creare nuove figure tecniche con un laboratorio dedicato, che vorrà essere un punto di partenza anche per future startup». Il suo desiderio è coinvolgere altre amministrazioni pubbliche per creare figure formate, per creare momenti di confronto e condivisione di obiettivi comuni.

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