Comunità energetiche nei piccoli Comuni: l’esempio virtuoso c’è, basta provarci

In piena crisi energetica, avviare una comunità energetica è ancora più interessante, anche per i piccoli Comuni. Il caso di Torre Beretti e Castellaro insegna. A raccontarcelo è lo stesso sindaco

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Comunità energetiche nei piccoli Comuni: l’esempio virtuoso di Torre Beretti e Castellaro
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Avviare comunità energetiche nei piccoli Comuni garantisce numerosi vantaggi, in tempi di crisi energetica. L’Europa desidera che nel 2030 il 20% di energia prodotta nelle città metropolitane provenga da comunità energetiche. Ma ci sono anche opportunità aperte anche per realtà urbane più piccole.

Marco Broveglio, sindaco di Torre Beretti e Castellaro

Da dove partire? Dalla volontà di guardare avanti. È quello che ha fatto, per esempio, il Comune di Torre Beretti e Castellaro, paesino lombardo di poco più di 500 abitanti in provincia di Pavia. Il sindaco e la giunta hanno portato avanti da qualche anno un percorso che dalla finalità di fare efficienza energetica si è sviluppato arrivando alla produzione energetica da fonti rinnovabili, prima con la geotermia e poi col fotovoltaico. Da qualche mese hanno deciso di attivare le pratiche per avviare una comunità energetica in paese.

Come sia possibile fare questo percorso lo spiega lo stesso primo cittadino, Marco Broveglio, che abbiamo incontrato.

Sindaco Broveglio, quanto è stato fatto a Torre Beretti e Castellaro è un esempio che comprova la fattibilità di realizzare le comunità energetiche nei piccoli Comuni. Come è partita questa vostra idea?

Già da diversi anni stiamo lavorando sul fronte dell’efficienza energetica, volendo operare un risparmio sui costi comunali. Da qui si è partiti nel 2010 circa sostituendo l’illuminazione pubblica a iodio con impianti a LED. Due anni e mezzo fa, invece, abbiamo deciso di fare a meno dell’approvvigionamento a metano per le necessità pubbliche, in particolare per l’edificio comunale, le ex scuole comunali (oggi edificio multifunzionale) e per quello della Pro Loco cittadina. Per questo abbiamo pensato di provvedere alle necessità termiche con un impianto geotermico a pompa di calore. Si è creata una piccola rete di teleriscaldamento che dagli edifici comunali va agli altri due edifici. Inoltre disponiamo di un impianto fotovoltaico nel centro sportivo da 20 kW che permette non solo di completare le necessità della struttura, oltre che del Comune, delle ex scuole e della Pro Loco, ma di fornire un surplus di energia.

impianto fotovoltaico nel centro sportivo di Torre Beretti e Castellaro

Grazie alla recente collaborazione con ènostra (la prima cooperativa energetica in Italia che produce e fornisce ai soci energia sostenibile), abbiamo avviato le pratiche per creare una comunità energetica proprio per permettere a 10/15 famiglie residenti di beneficiare di questa energia. Nel frattempo, però, abbiamo anche usufruito di fondi statali per l’efficientamento energetico per realizzare un secondo impianto da 15 kW, sui tetti delle ex scuole, rifatti recentemente e predisposti per installare pannelli fotovoltaici. Spero che in autunno possa essere installato e avviato. Stiamo poi procedendo, stavolta attraverso un bando regionale, per avviare un terzo impianto fotovoltaico sempre da 15 kW da installare sul tetto comunale, con l’intento di sostenere il fabbisogno energetico delle micro imprese locali. Infine teniamo sempre d’occhio i vari bandi in uscita dallo Stato e da Regione Lombardia per potenziali nuovi impianti da realizzare per arrivare ad almeno 200 kw di potenza installata. Questo sarebbe davvero il coronamento di un sogno: fornire l’aiuto energetico a tutte le famiglie che vorranno aderire. Sarebbe bello poi che ci fossero cittadini che intendono installare un impianto fotovoltaico mettendolo a loro volta in compartecipazione in modo da condividere l’eventuale surplus energetico con la comunità.

Come potranno aderire i cittadini a questa proposta di comunità energetica?

Abbiamo predisposto una scheda di adesione che serve proprio per raccogliere i dati utili per comprendere le caratteristiche tecniche, dal codice POD del contatore per capire sotto che cabina elettrica secondaria si trova l’abitazione. Al momento, dato che c’è un solo impianto attivo, ne possono usufruire chi è allacciato alla cabina principale ma sta per cambiare la normativa e presto sarà data a tutti la possibilità di proporsi. Una volta avviato anche il secondo impianto sarà ampliato il ventaglio di possibilità di partecipazione.

Quanto è costato al Comune avviare questo percorso?

Il costo di attivazione della comunità energetica è di circa 200 euro. Una volta individuati i nuclei familiari che faranno parte della CER si dovranno sbrigare le formalità burocratiche e giuridiche. Per quanto riguarda il costo dell’impianto geotermico abbiamo speso circa 30mila euro recuperandone il 60% dal Conto Termico statale mentre per gli impianti fotovoltaici, abbiamo beneficiato di fondi per l’efficientamento energetico statali e regionali senza investire un solo euro.

Come è possibile avviare comunità energetiche nei piccoli Comuni?

Siamo partiti con l’idea di risparmiare energia a livello pubblico per arrivare poi a produrla. Abbiamo puntato ai bandi che incentivavano queste finalità e da lì abbiamo proseguito. Ci abbiamo creduto sin da subito e, visto quanto accade oggi con la crisi energetica, siamo anche stati fortunati ad arrivare preparati al momento giusto. Non abbiamo inventato l’acqua calda: le comunità energetiche stanno nascendo, ma non sono una novità. O ci si interessa per capire se ci sono possibilità di farne partire una oppure non si fa nulla, con la conseguenza di subire la situazione.

Certo, da noi c’è chi – in qualità di consulente esterno – si interessa ai bandi e svolge attività dedicata, creando le condizioni per la collaborazione con ènostra, partita nel 2021. Ma la volontà di avviare questo percorso è stata corale.

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