Comunità energetiche in montagna: nasce il primo modello di Area Vasta d’Italia

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Nel Cuneese le unioni montane Valle Maira e Valle Grana costituiscono la prima comunità energetica di area vasta interamente pubblica, nel segno delle rinnovabili

Comunità energetiche in montagna: nasce il primo modello di area vasta d’Italia

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Comunità energetiche in montagna possono nascere e prosperare. Lo dimostra quanto si sta facendo in Piemonte. In provincia di Cuneo, le unioni montane Valle Maira e Valle Grana hanno dato vita alla prima comunità energetica di area vasta, interamente pubblica, d’Italia.

Frutto di un lavoro durato un anno e mezzo, necessario per focalizzare obiettivi e identità dell’ente, la comunità a fine gennaio è stata costituita formalmente nella forma di Associazione Temporanea di Scopo, senza fini di lucro. L’obiettivo che si pone è studiare e promuovere l’efficienza energetica nelle Valli Maira e Grana non solo mediante il risparmio energetico e la riduzione dei consumi, ma soprattutto mediante l’aumento delle fonti rinnovabili e della quota di autoconsumo dell’energia.

Sono 22 i Comuni aderenti che intendono progettare un altro modo di intendere l’energia, mirando a mettere in pratica la transizione energetica. Sono consapevoli che il consumo energetico che incide sulle casse degli enti è superiore a 3,5 milioni di euro, ma soprattutto che occorre puntare a cambiare il modello di produzione dell’energia, lavorando allo stesso tempo all’efficientamento energetico.

Comunità energetiche in montagna: il ruolo della Comunità energetica di Area Vasta

Sorta sulla carta meno di due mesi fa, la Comunità energetica di Area Vasta avrà il compito di aggregatore, propulsore e volano per l’applicazione del principio dell’energia distribuita.

«Ha la finalità di attivare ogni azione virtuosa per sviluppare fonti rinnovabili ma anche per coordinare tutte le piccole comunità energetiche che si verranno a creare nel territorio di competenza delle due Unioni Montane», spiega Marco Marino, Presidente della Unione Montana Valle Grana.

Il prossimo passo sarà la costituzione del Comitato di pilotaggio, la “cabina di regia” con pieni poteri per l’ordinaria e la straordinaria amministrazione della Comunità. «Nel frattempo abbiamo fatto richiesta di finanziamento alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per sondare la possibilità di un sostegno economico e finanziario oltre per organizzare l’attività. Il passo successivo, dopo la creazione del Comitato di Pilotaggio, sarà l’individuazione di finanziamenti per lanciare progetti e svolgere al meglio il ruolo di coordinamento anche delle piccole comunità energetiche».

Il comitato darà luogo a un ufficio di coordinamento che sarà il vero cuore del sistema: qui saranno promosse tutte le attività del piano strategico e dovrà rivolgere competenze tecniche e amministrative per avviare opere, per individuare e raccogliere finanziamenti, per dare vita cioè a tutte le proposte.

Smart Land e Comunità Energetica: il progetto precursore

Prima della costituzione di questo soggetto era stato strutturato il progetto “Smart Land e Comunità Energetica: la scommessa della montagna”, risultato vincitore del premio Piemonte Innovazione indetto dall’ANCI. Tale progetto ha interessato il territorio e i 22 Comuni delle Unioni Montane Valli Maira e Grana. Partito nel 2019 con il Piano di Azione Smart Land avrà termine con l’attuazione delle misure pianificate dal Piano Strategico della Comunità Energetica Valli Maira e Grana.

In particolare, il piano d’azione “Smart Land: Gestione integrata ed innovazione partecipata del parco impiantistico pubblico” punta a: migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e dell’illuminazione pubblica; incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili; implementare una gestione intelligente degli impianti. In particolare si è voluto creare un sistema integrato di riqualificazione omogenea degli edifici ed impianti di illuminazione pubblica adottando un’unica piattaforma di telegestione.

Come si legge sul documento, con la propagazione delle misure di questo progetto e l’implementazione di ulteriori azioni di sostenibilità ambientale ci si è posti l’obiettivo di contribuire attivamente alla riduzione dei consumi in ambito pubblico del 25% e incrementare con la stessa incisività la produzione di energia distribuita, con prelazione all’utilizzo di fonti rinnovabili, nei prossimi 6-8 anni.

Cittadini, enti pubblici e aziende si stanno apprestando a un nuovo scenario di condivisione dell’energia da fonti rinnovabili che, entro Dicembre 2020, ha fissato il recepimento della Direttiva 2019/944 ed entro Giugno 2021 il recepimento, in via definitiva, della Direttiva 2018/2001.

Per questo motivo la Comunità Energetica si è conformata fin da subito alle disposizioni transitorie del “Milleproroghe”, prevedendo nel proprio statuto la possibilità di fungere da aggregante delle piccole comunità che cresceranno sul territorio.

Dalla smart land alla Comunità energetica di area vasta: le potenzialità

Per comprendere la portata e le caratteristiche di quella che è una delle più interessanti comunità energetiche in montagna, il responsabile Ambiente ed Energia delle due Unioni valligiane, Silvano Ribero, spiega quali siano le potenzialità. «Prima di arrivare alla costituzione della Comunità abbiamo fatto un’analisi delle risorse territoriali da poter sfruttare dal punto di vista energetico. La risorsa maggiore che abbiamo è quella idrica. La disponibilità d’acqua e l’altezza si tramutano in energia potenziale ed è proprio in questa potenzialità della valle che si è concentrata la nostra attenzione».

Nella sola Valle Maira la produzione si attesta a 300 GWh da idroelettrico, sufficienti ad alimentare le utenze di tutti i Comuni. Nella sola Valle Maira i MW di potenza concessi sono 31,1 MW e ogni kilowatt dovrebbe attribuire al territorio una compensazione ambientale che ogni grande concessionario, a partire dall’anno in corso, dovrà rilasciare in termini di compensazione al territorio (220 kWh/kW concesso). «Questa compensazione sarebbe sufficiente per soddisfare le esigenze energetiche pubbliche di tutti i Comuni aderenti», evidenzia Ribero. Il concetto di energia distribuita è assai forte come la volontà di creare tante piccole comunità energetiche nei singoli Comuni.

Ci sono quindi tutti i presupposti per raggiungere il fine della Comunità energetica Valli Maira e Grana: agevolare chi autoproduce, accumula, vende energia da rinnovabili e allo stesso tempo favorire la partecipazione dei cittadini, delle imprese, delle Autorità locali a queste nuove iniziative.

Le fonti rinnovabili che verranno sfruttate, oltre all’idroelettrico, saranno il fotovoltaico ma anche le biomasse, grazie alla possibilità di contare sul ricco patrimonio presente sul territorio: «a questo proposito sono diverse le proposte aperte per il teleriscaldamento grazie a legna sotto forma di cippato». Anche a questo proposito ci sono incentivi legati alla riqualificazione energetica che stimolano l’interesse per promuovere questa forma di energia termica.

Così si pongono le basi per la transizione energetica: con iniziative dal basso, condivise e partecipate da tutti.

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