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È possibile cambiare il punto di vista sul modo in cui viviamo in favore di una scelta collaborativa e sostenibile? Questa è una delle domande alla base del cohousing, un modello abitativo nato in Nord Europa a fine anni ’60. a cura di Fabiana ValentiniIndice degli argomenti: Cosa significa cohousing e su quali principi si basa? Cohousing Milano: sostenibilità con COventidue Ferrara: l’esperienza del quartiere di San Giorgio Cohousing Torino: coabitare con il porgetto Numero Zero Il cohousing propone un nuovo concetto abitativo a misura d’uomo in cui la vita sociale è fortemente incentivata. Ma dove nasce questo innovativo concetto? Nasce in Danimarca negli anni ‘60, quando Jan Gødmand Høyer, architetto danese, si adopera per la creazione della comunità di Skråplanet. Un fenomeno che ha avuto un grande impatto: negli anni ’70 il cohousing inizia a diffondersi nel resto del Nord Europa, riuscendo ad attecchire anche negli Stati Uniti. Cosa significa cohousing e su quali principi si basa? Con questo termine si fa riferimento a unità immobiliari caratterizzate da alloggi privati e da spazi comuni destinati alla socialità tra cohouser. Ogni nucleo familiare ha a disposizione un appartamento e può beneficiare degli ampi ambienti condivisi (sale polifunzionali, cucina, libreria, giardino, orto ecc). Una strategia che permette di vivere in modo più sostenibile, offrendo grandi vantaggi anche sul piano sociale: l’uso dello spazio comune favorisce la cooperazione e i rapporti di buon vicinato e al tempo stesso la condivisione dei beni e dei servizi consente di diminuire l’impatto ambientale e favorire il risparmio energetico. Alla base del cohousing vi sono una serie di principi fondamentali tra cui troviamo: socialità, condivisione, sostenibilità, progettazione partecipata, nessuna gerarchia ma decisioni prese sulla base del consenso, risparmio economico. Perché progettazione partecipata? Questo è uno dei punti più importanti del cohousing, in grado di creare un forte senso di socialità e comunità. Gli abitanti partecipano attivamente alla progettazione del quartiere e dei servizi. In un progetto di cohousing il vicinato è “elettivo”: i partecipanti al progetto scelgono i futuri “vicini di casa” formando una comunità coesa che contribuisce a tutte le scelte. In un cohousing si può usufruire di spazi condivisi così come di servizi: in questo modo si favorisce un forte legame tra le famiglie, si semplifica la gestione della vita quotidiana e si risparmiano risorse economiche. Uno stile di vita collaborativo permette dunque lo sviluppo di nuove forme di socialità e reciproco supporto. Qual è la situazione in Italia? Ecco alcuni progetti di cohousing che esprimono al meglio questo innovativo concetto di vivere sostenibile. Cohousing Milano: sostenibilità con COventidue Il capoluogo meneghino è vibrante e cosmopolita, una città sempre molto attenta al tema dell’innovazione e della sostenibilità. Proprio nel cuore della città sorgerà questo nuovo progetto di cohousing: stiamo parlando di COventidue, un innovativo edificio green che porta la firma dell’architetto Leopoldo Freyrie. Il cohousing sta radicalmente cambiando il modo di intendere gli spazi, introducendo un nuovo concetto di stile di vita improntato alla condivisione e alla socialità. Un progetto di coresidenza dall’alto impatto green: COventidue sorgerà in Corso XXII Marzo. img by Cohousing.it Milano è pronta ad accogliere il progetto di coresidenza nella cornice di Corso XXII Marzo. Il progetto di COventidue destina alcuni spazi ad alloggi privati e altri ambienti all’uso comune: l’obiettivo è quello di incoraggiare socialità, oltre a stabilire rapporti di buon vicinato e di collaborazione. Gli spazi collettivi sono fruibili da tutti, in un clima di armonia e condivisione. img by Cohousing.it Valori sociali e rispetto dell’ambiente: COventidue sarà infatti un edificio green e sostenibile: il cohousing milanese sarà gas free e park free in quanto non vi saranno parcheggi nelle aree verdi, ma solo spazi per le rastrelliere delle bici. Spazio anche alle auto elettriche: si ipotizza l’installazione di colonnine di ricarica così da incentivare l’e-mobility. Lo spazio per il coworking Img by Cohousing.it Il team di Freyrie si occuperà della ristrutturazione dell’edificio che ospiterà circa 60 appartamenti: si tratta di un palazzo elegante, dal caratteristico stile liberty. Un progetto di coresidenza prevede non solo ambienti privati, ma anche aree destinate all’uso comune: COventidue sarà dotato di spazi per il co-working, oltre a spazi ad uso lavanderia, un’area giochi per i bambini e una dedicata agli animali domestici. Ferrara: l’esperienza del quartiere di San Giorgio Anche la città di Ferrara ha il suo progetto di cohousing. A maggio del 2009 è nata l’Associazione Cohousing Solidaria, il cui obiettivo è quello di proporre uno stile di vita basato sul modello di condivisione, socialità, rispetto dell’ambiente. Dopo una lunga ricerca tra immobili, case e terreni, nel 2013 l’Associazione ha acquistato un terreno nel quartiere di San Giorgio. I cohouser hanno scelto di avviare il loro progetto in città per muoversi liberamente a piedi o in bicicletta. Il progetto di Cohousing SanGiorgio. Img by Rizoma Architetture Rizoma Architetture è lo studio che si è occupato del progetto: il Cohousing SanGiorgio è edificato su un lotto di 900 mq più una zona di 120 mq dedicata ai garage. Nel complesso l’edificio di 810 mq si distribuisce su 3 piani e copre un’area di 210 mq con 7 appartamenti. I restanti 690 mq sono destinati all’orto e al giardino. Quali sono gli spazi comuni? I cohouser hanno a disposizione oltre 50 mq che comprendono una sala comune con zona cucina, salotto con grande camino, libreria, bagno per disabili e una lavanderia comune. Cohousing San Giorgio ha vinto il Green Building Solutions Awards, concorso internazionale che ogni anno premia i progetti più innovativi che contribuiscono alla lotta contro i cambiamenti climatici. Img by Rizoma Architetture. Il cohousing è stato realizzato dando grande importanza al tema della bioedilizia con la struttura portante realizzata in legno con tecnologia X-LAM coibentato con un cappotto esterno costituito da un doppio strato di isolante in fibra di legno. L’edificio è stato costruito nel pieno rispetto delle normative sul risparmio energetico: la classe energetica raggiunta è la A4 ( secondo le nuove classi energetiche in vigore dal 1° luglio 2015) pari ad una prestazione inferiore ai 16,25 Kwh/mq anno. Sono stati inoltre installati degli impianti solari fotovoltaici centralizzati per una superficie di 90 mq e 11 kWp a copertura delle parti comuni consentendo di azzerare le spese condominiali. Questo edificio green ha ottenuto un importante premio: nel 2016 il Cohousing SanGiorgio ha vinto il Green Building Solution Awards, il concorso internazionale che ogni anno premia i progetti ecosostenibili. Numero Zero: coabitare a Torino Il multietnico e vivace quartiere di Porta Palazzo a Torino ospita il progetto di cohousing Numero Zero, un edificio ottocentesco in cui vivono le otto famiglie che hanno deciso di cogliere l’opportunità di cambiare il proprio stile di vita. Condividere gli spazi per una migliore qualità della vita: ecco il progetto di Numero Zero a Torino. Img by cohousingnumerozero.org/ A lanciare il progetto è l’Associazione culturale Coabitare che ha scelto di realizzare il cohousing in un ambiente totalmente urbano, con una particolare attenzione all’integrazione con il quartiere. Le otto famiglie hanno partecipato attivamente alla progettazione e alla realizzazione di Numero Zero: vivere in maniera “condivisa” significa creare un forte legame con il vicinato allargato, favorendo l’aumento delle opportunità relazionali. Il gruppo di coabitanti ha deciso di porre particolare attenzione al risparmio energetico delle singole abitazioni e degli spazi comuni: l’edificio è ben coibentato, sono stati installati serramenti ad alte prestazioni termiche, riscaldamento a pavimento, pannello solari termici e un impianto di recupero di acqua piovana. Come è strutturato Numero Zero? Il cohousing torinese prevede 1 piano interrato di 330 mq, 3 piani fuori terra e sottotetto per circa 785 mq, un negozio al piano terra di circa 120 mq, un giardino di 90 mq e infine un terrazzo di 90 mq. Gli spazi comuni sono diversi: dal cortile-giardino alla terrazza, ma non manca una cucina-soggiorno al piano terra e due sale multifunzionali. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento