Costruzioni: andamento positivo, aspettando il PNRR

Anche il decimo Rapporto congiunturale del centro studi Assimpredil Ance relativo al secondo trimestre di quest’anno conferma le tendenze in atto a livello nazionale: per il settore delle costruzioni, andamento ancora positivo. Una tendenza confermata dai dati della Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Riviste all’insù le stime Ance per 2022 e 2023. Preoccupano l’aumento dei tassi di interesse e le incertezze sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

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Costruzioni: andamento positivo, aspettando il PNRR
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Nei primi mesi del 2023, dopo la straordinaria crescita del 2021 e 2022, che ha rappresentato uno dei principali motori economici della crescita economica del Paese, il settore delle costruzioni mantiene ancora un andamento positivo.

È questo il punto di partenza dell’analisi del Centro studi Assimpredil Ance nel suo recente Rapporto congiunturale sul settore delle costruzioni, il decimo della serie, relativo al trimestre marzo, aprile, maggio di quest’anno.

Ai numeri del rapporto si aggiungono i dati registrati dalla Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza, che confermano la tenuta dei livelli produttivi del settore, che trova riscontro nel numero di ore lavorate e nel numero di lavoratori occupati che, nel primo trimestre 2023, si mantengono entrambi sugli alti livelli di attività rilevati nel 2022.

Il settore a livello nazionale

Il rapporto Assimpredil analizza una serie di indicatori macro-economici nazionali a partire dagli investimenti fissi lordi in costruzioni (al lordo dei costi di trasferimento di proprietà), che nel primo trimestre 2023 registrano una variazione congiunturale dell’1,1% e una variazione tendenziale dello 0,9%.

In particolare – si legge nel Rapporto – gli investimenti in abitazioni crescono dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e registrano una flessione del -2,4% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, periodo nel quale gli investimenti in abitazioni erano in forte crescita, sospinti degli incentivi fiscali del superbonus al 110%.

Gli investimenti in costruzioni dalle stime e previsioni di Ance
Gli investimenti in costruzioni dalle stime e previsioni di Ance (elaborazione Ance su fonte Istat)

Più consistente – sempre secondo i dati diffusi da Assimpredil Ance – l’aumento registrato nel primo trimestre 2023 dagli investimenti in fabbricati non residenziali e altre opere infrastrutturali, che crescono del 1,5% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% in termini tendenziali rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima.

Le stime Ance del maggio 2023

Nel maggio scorso, il Centro studi di Ance nazionale ha rivisto le stime degli investimenti in costruzioni per il 2022 e le previsioni per il 2023.

Il forte impatto degli investimenti per la riqualificazione del patrimonio residenziale, stimolati dagli incentivi fiscali e in particolare dal superbonus, ha indotto il Centro studi a rivedere al rialzo la stima di consuntivo del 2022 (+17,6%).

Per il 2023, l’Associazione nazionale dei costruttori prevede un livello di investimenti ancora positivo.

La previsione è di un incremento dei livelli produttivi del +5,4% in termini reali su base annua, “spiegato dalle prospettive di sviluppo del mercato delle opere pubbliche, sostenuto dal PNRR, e da una prima flessione del comparto della riqualificazione abitativa, che risente delle numerose modifiche intervenute sul superbonus che ne hanno determinato un depotenziamento”.

Per quest’ultimo comparto, se nel 2023 si potranno manifestare livelli di attività ancora sostenuta per effetto di trascinamento degli investimenti ammessi alla massima intensità di sostegno degli incentivi fiscali, come si registra in Lombardia, nel 2024 vi sarà una forte caduta degli investimenti.

La riforma degli incentivi fiscali

Sarà quindi necessario individuare una riforma complessiva degli incentivi fiscali per la qualificazione degli immobili residenziali, che preveda una regolazione stabile nel tempo, con un’intensità d’aiuto dell’incentivo fiscale tale da determinare un minor peso sulla finanza pubblica e, nello stesso tempo, possa stimolare gli investimenti e perseguire l’obiettivo di una maggiore efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano, anche per tener conto delle sollecitazioni provenienti dall’Unione europea.

Gli interventi con superbonus 110% in Italia e in Lombardia (fonte, Ance Assimpredil)
Gli interventi con superbonus 110% in Italia e in Lombardia (fonte, Ance Assimpredil)
Gli interventi con superbonus 110% in Italia suddivisi per regione (elaborazione Centro studi Assimpredil Ance su dati Enea - Mase)
Gli interventi con superbonus 110% in Italia suddivisi per regione (elaborazione Centro studi Assimpredil Ance su dati Enea – Mase)

Le previsioni di Banca d’Italia

Recenti stime di Banca d’Italia indicano il tasso di crescita degli investimenti in costruzioni al +2,4% nel 2023 e al +1% nel 2024 e 2025.

In questo contesto di tenuta dei livelli produttivi del settore, il quadro economico complessivo resta con margini di incertezza elevati.

La forte riduzione dei prezzi dei beni energetici, a cominciare dal gas naturale, ha cominciato a produrre effetti positivi sulla riduzione del tasso d’inflazione, che comunque rimane elevato (+7,6% su base annua a maggio 2023), ben lontano dall’obiettivo perseguito dalla Bce di un tasso d’inflazione del 2%.

Ma l’inflazione è ancora alta

Nell’area euro il tasso d’inflazione, seppur in diminuzione, è attualmente al 6,1%. La politica di stretta monetaria della Banca centrale europea è stata intensa e continua. I rialzi dei tassi di interesse ufficiali sono stati frequenti e marcati e hanno determinato un forte incremento del costo del credito per famiglie e imprese.

Gli effetti si sono fatti sentire sul mercato con una forte riduzione della capacità di imprese e famiglie di accedere al credito.

Un primo effetto evidente è la forte frenata dei volumi di compravendite di abitazioni registrata nei primi mesi dell’anno in corso, che si è manifestata con particolare intensità nei territori analizzati dal Rapporto.

Il forte aumento degli interessi sulle rate dei mutui ha indotto le famiglie a rivedere le proprie scelte di investimento, riducendo la domanda di acquisto di abitazioni.

La propensione all’investimento in abitazioni rimane alta, ma il repentino aumento dei tassi di interesse sui mutui sta inducendo le famiglie a posticipare le proprie decisioni di investimento.

Ciò sta determinando incertezza da parte di investitori e operatori dello sviluppo immobiliare nei propri programmi di investimento, seppur in un quadro dei prezzi delle abitazioni tuttora stabile.

I prossimi mesi indicheranno il livello di assestamento del mercato immobiliare al nuovo contesto economico.

Decisivi saranno gli investimenti del PNRR

Per la tenuta dei livelli produttivi del settore è fondamentale che gli investimenti previsti dal Paino nazionale di ripresa e resilienza producano i loro effetti sul mercato già nell’anno in corso. Una crescita della domanda pubblica si è già manifestata nei territori indagati dal Rapporto.

Ma la sfida per attuare nei tempi tutti gli interventi previsti è grande. Una sfida che deve partire innanzitutto dalla pubblica amministrazione, che deve attrezzarsi in termini di competenze, organizzazione ed efficienza per far fronte agli impegni previsti dal Piano nazionale.

Le risorse del PNRR nel territorio Assimpredil

Secondo le valutazioni dell’Ance nazionale, il settore delle costruzioni è coinvolto nella realizzazione di 108 miliardi (quasi la metà del totale) del PNRR. La programmazione e la ripartizione dei fondi è quasi completa.

Ad oggi, 99,2 miliardi, pari al 92% delle risorse destinate a interventi di interesse del settore delle costruzioni, risultano allocati ai territori, ovvero per tali finanziamenti è possibile individuare i territori nei quali le risorse europee produrranno effetti in termini di investimenti realizzati.

Le risorse assegnate a livello regionale risultano superiori, pari a circa 102 miliardi, perché tengono conto delle ulteriori risorse nazionali, circa 2,2 miliardi, disponibili per gli stessi programmi di investimenti inseriti nel Piano nazionale.

Le risorse territorializzate attribuibili alla Lombardia ammontano a 11,9 miliardi, pari al 12% del totale e risulta la Regione con maggiori investimenti programmati, seguita dalla Campania con 11,8, la Sicilia con 9,5 e il Veneto con 8,7.

Degli 11,9 miliardi attribuiti alla Lombardia, 3,3 riguardano interventi programmati per la città metropolitana di Milano e le province di Monza e Brianza e Lodi (pari al 27,7% del totale attribuito alla Lombardia).

Alla città metropolitana di Milano sono stati attribuiti 2,9 miliardi, alla provincia di Monza e Brianza 219 e a quella di Lodi 116 milioni.

Le risorse territorializzate del PNRR in Città metropolitana di Milano, province di Monza e Brianza e Lodi (elaborazione Ance su documenti pubblici)
Le risorse territorializzate del PNRR in Città metropolitana di Milano, province di Monza e Brianza e Lodi (elaborazione Ance su documenti pubblici)

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