Architettura galleggiante: adattarsi ai cambiamenti

L’architettura galleggiante risponde al problema dei cambiamenti climatici, dell’impatto ambientale dell’urbanizzazione, ma anche a nuove esigenze sociali. Con la prospettiva di città future diverse da quelle di oggi, esistono già sperimentazioni e progetti che esplorano il tema dell’architettura galleggiante. Ecco alcuni esempi.

Architettura galleggiante: adattarsi ai cambiamenti
Img by Daniela Kloth

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Costruire sull’acqua: l’architettura sperimenta nuove strade

La storia dell’architettura da sempre si contraddistingue per la sperimentazione di soluzioni abitative innovative, alla ricerca di nuovi modi di abitare, adeguandosi sia alle esigenze della società, che ai cambiamenti del contesto ambientale.

L’uomo ha ampiamente costruito la maggior parte delle aree ospitali del nostro pianeta, che in diversi luoghi subisce le conseguenze del sovrappopolamento e dell’urbanizzazione incondizionata. A ciò, si aggiunge lo scioglimento dei ghiacciai e della calotta polare, dovuto al surriscaldamento globale, che porta all’innalzamento del livello dei mari, che già ricoprono la maggior parte del nostro pianeta.

Proprio per questo è semplice capire come mai molti architetti e progettisti abbiano iniziato a farsi ispirare dal tema dell’architettura galleggiante.

Ola Island Bridge, ponte galleggiante a Graz che al centro diventa una piccola isola
Situato a Graz in Austria, sul fiume Mur, l’Ola Island Bridge è un ponte galleggiante che al centro diventa una piccola isola con un’area esposta al sole che ospita una caffetteria.

Le proposte di edifici, o di intere città, galleggianti sono la prova di come l’architettura cerchi di rendersi flessibile di fronte ai cambiamenti, ricercando soluzioni efficaci al contesto, rispettando l’ambiente, riducendo il consumo di suolo e rinnovando le immagini tradizionali tipiche del mondo delle costruzioni.

Floating Sauna è una sauna galleggiante, installata in Norvegia.
Floating Sauna è una sauna galleggiante, installata in Norvegia.

Esistono già alcuni esempi di alcune architetture galleggianti, ancor più numerosi i progetti, più o meno realizzabili. Eccone alcuni.

Minne Floating School, Bruges

Nel 2018 si è svolta a Bruges, in Belgio, la seconda edizione della Triennale di Arte Contemporanea e Architettura. Il tema di questa edizione è stato “Liquid City”, con l’invito ad artisti e architetti di ricercare forme e proposte per la trasformazione urbana che stiamo vivendo e di porle in relazione con il contesto locale.

Tra gli obiettivi c’era anche quello di far vivere alle persone spazi che normalmente non sono fruibili, come i canali. Tra le varie installazioni, la MSF III – Minne Floating School di NLÉ, di cui una versione precedente era stata presentata a Venezia nel 2016, è un prototipo di una struttura galleggiante, in grado di muoversi con le maree.

Minne Floating School Bruges
Minne Floating School Bruges

Sfide sia sociali, che ambientali, rendono necessario studiare soluzioni alternative, che resistano ai cambiamenti climatici, ma che rispondano anche alle nuove esigenze sociali. Nella Minne Floating School sono ospitati un’aula, una sala espositiva e un luogo di incontro.

Recycled Park, Rotterdam

Recycled Park è un parco galleggiante inaugurato a Rotterdam e realizzato con la plastica raccolta da fiumi e porti. Un approccio innovativo al tema del riciclo e al problema della plastica nei mari, ideato dall’associazione Recycled Island Foundation.

Recycled Park Rotterdam
Recycled Park Rotterdam

Il parco è composto da esagoni galleggianti che ricoprono un’area di circa 140 mq, che restituiscono al fiume e alla fauna un habitat naturale. In questi esagoni, grazie a terra e vegetazione, infatti, trovano spazio lumache, insetti, ma anche uccelli e pesci.

Questo parco mette insieme due obiettivi: offrire alle persone un luogo originale in cui passare del tempo libero e trovare una risposta al problema dei rifiuti, incoraggiando riciclo e riuso creativi, con la speranza che l’esempio possa essere ripetuto anche in altri luoghi.

Punta de Mar Marina Lodge

Lo studio di architettura Mano De Santo, ha firmato il progetto di una camera d’albergo “Plug & Go” galleggiante, progettata con un design modulare e off-grif che può essere facilmente trasportata e installata in ogni parte del mondo. Progettato per ospitare due persone, assicura privacy e massima sostenibilità: la camera d’albergo Punta de Mar Marina Lodge è progettata seguendo i principi dei sistemi solari passivi ed è alimentata dall’energia solare.

Punta de Mar Marina Lodge, camera albergo galleggiante
Punta de Mar Marina Lodge, img by manodsanto.com

Intere città diventano galleggianti

Soprattutto a causa delle problematiche ambientali, si sta approfondendo sempre più il tema delle città galleggianti. Si va oltre l’edificio o la singola installazione, che permettono di risparmiare suolo e sensibilizzare le persone, e si progettano interi centri abitati in grado di galleggiare in acqua.

Già alcuni anni fa l’Istituto americano Seastading, appoggiato dal governo francese, si è occupato della salvaguardia degli oceani e ha indetto un concorso per lo studio della prima floating city.

floating city seastanding
La prima Floating City, seastanding

La città galleggiante doveva unire attenzione per l’ambiente, tecnologia e rispetto per la cultura locale (in quel caso quella della Polinesia Francese). Nasce così lo studio del primo villaggio galleggiante composto da circa 15 isole da 25 mq l’una. Per completare il progetto, si aggiungono alla progettazione le energie rinnovabili e la gestione delle acque reflue, nonché quello della produzione di cibo grazie allo sviluppo dell’agricoltura marina.

Nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite c’è un altro progetto relativo alla realizzazione di una città galleggiante, ovvero al Oceanix City dello studio Bjarke Ingels Group, BIG.

Anche in questo caso si vuole rispondere al problema dell’innalzamento del mare, ricercando nuovi modelli di città sostenibili. Si incrociano, così, il tema dell’architettura galleggiante, delle energie rinnovabili, della produzione dei rifiuti e dell’adattamento dei centri urbani all’ambiente in cui si trovano.

Oceanix City
Oceanix City -Credit img @studio Bjarke Ingels Group, BIG

Lo studio di architettura ha progettato dei quartieri che possono essere ripetuti andando a costituire anche un’intera città. Un quartiere si estende per due ettari e ospita fino a 300 persone. Gli edifici sono bassi, la flora marina al di sotto dei quartieri galleggianti, ripulisce l’ecosistema marino, i materiali sono locali e tutti i moduli galleggianti sono prefabbricati.

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