Architettura come narrazione

Il legno è protagonista di una riflessione sul ruolo comunicativo dell’architettura attraverso la mostra dedicata a Sir David Adjaye al Design Museum di Londra, dove, insieme ai più importanti progetti dell’architetto è possibile vedere una riedizione di Sclera, scultoreo padiglione in tuliper americano del London Design Festival 2008

Installazione Sclera alla mostra dedicata a Sir David Adjaye al Design Museum di Londra

Fa pensare a un luogo sacro, uno spazio in cui aleggia una presenza spirituale. Ma anche a uno strumento musicale, un organo suonato dal vento, magari, che produce melodie sempre diverse. Sclera, il padiglione in legno realizzato dall’architetto anglo-ghanaiano Sir David Adjaye, in collaborazione con American Hardwood Export Council, per il London Design Festival 2008, torna adesso (per volontà del progettista stesso) nella mostra a lui dedicata “David Adjaye: Making Memory“, al Design Museum di Londra fino al 5 maggio, dove si parla anche di spiritualità, ma soprattutto di come l’architettura e i progetti concreti possano essere utilizzati come linguaggio per raccontare storie compiute con una loro trama logica e lineare.

Installazione Sclera alla mostra dedicata a Sir David Adjaye al Design Museum di Londra

La mostra esplora il ruolo dei monumenti e dei civic buildings del XXI secolo attraverso sette dei progetti di Sir David Adjaye, come il Memoriale dell’Olocausto del Regno Unito, vicino al Parlamento a Londra, il Museo nazionale di storia e cultura afroamericana di Washington, DC. (inaugurato nel 2016) e la Cattedrale Nazionale del Ghana, tanto per citarne alcuni: opere che interpretano il disegno come un veicolo di comunicazione e i progetti come testimonianze in movimento della storia dell’umanità, non più solo simboli statici, ma contesti e oggetti dinamici con uno scopo e una responsabilità più profondi.

Museo nazionale di storia e cultura afroamericana di Washington
Museo nazionale di storia e cultura afroamericana di Washington

Si può leggere come l’evoluzione dell’approccio sociale e democratico di Adjaye  all’architettura che intende gli edifici come elementi di aggregazione, generatori di nuove comunità.

A proposito di Sclera disse: “Volevo pensare al ruolo degli spazi e monumenti sacri, spazi di sollievo, che hanno giocato un certo ruolo nelle nostre città e forse sono diventati più formali come spazi religiosi. Volevo davvero trovare un modo per creare uno spazio che non avesse le connotazioni religiose o dei monumenti formali, ma che permettesse ai cittadini di ritirarsi dal trambusto della vita quotidiana. Il legno, come il tulipier, porta un senso di calma che ti fa sentire tra la natura, circondato da essa“.

Installazione Sclera alla mostra dedicata a Sir David Adjaye al Design Museum di Londra

Il padiglione originale Sclera, in tuliper americano, aveva una forma ellittica di 12×8 metri ed era collocato esternamente, vicino al Tamigi, sulla Southbank Centre Square. Si ispirava all’occhio umano e si prefiggeva di analizzare la forma e lo spazio con le stesse modalità. La sua funzione era quella di sala pubblica nel centro cittadino che poteva essere spazio rilassante o un coinvolgente monumento urbano per vedere e capire meglio il mondo. Al Design Museum è stato replicato con le misure 4,5×3,4 metri. “Lavorare con il tulipier americano”, ha spiegato l’architetto, “permette di far emergere dalla struttura una serie di forme positive e negative insieme. L’architettura appare opaca quando ci si avvicina, in modo da apparire sempre più dissolta man mano che si entra nel padiglione. Ci si rende conto che è un momento, in cui la sensazione di luce e aria ti arriva e il mondo visivo intorno pian piano come scompare”.

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