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Usare solo materiali naturali, riciclabili e sani; utilizzare fonti energetiche rinnovabili come sole e vento; ridurre i consumi delle materie prime non rigenerabili. Sono queste, in sintesi, le “regole d’oro” della bioedilizia, l’arte del costruire nel rispetto della salute e dell’ambiente. La bioedilizia parte dal presupposto che la casa e l’uomo non sono una cosa a sè stante ma fanno parte di un universo biologico in cui ogni essere è correlato e interdipendente con altri esseri. Questa “filosofia” impone una grande attenzione nella scelta dei materiali e delle tecniche di progettazione: orientamento della casa in funzione del sole, niente prodotti chimici, solai in legno e laterizio; intonaci interni in argilla cruda; facciate esterne in calce naturale; pavimenti in mattoni e cotto, impianti di recupero delle acque piovane. Alla bioedilizia è dedicata buona parte della “Vetrina per uno sviluppo sostenibile”, la rassegna inaugurata a Modena nella sede di ProMo, la Società di promozione dell’economia modenese, che resterà aperta al pubblico fino al 10 ottobre 2003 (in viale Virgilio 55, da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18, ingresso gratuito). E’ una mostra itinerante di progetti ecologici realizzati da enti pubblici e imprese di quattro città europee: oltre a Modena anche Langenthal (Svizzera), Luneburg (Germania) e Graz (Austria). L’iniziativa è promossa dalla Provincia, dalla Regione Emilia Romagna e dall’Università di Modena, con la collaborazione del Comune, nell’ambito di un progetto di collaborazione tra gli enti locali delle quattro città, dedicato alla promozione di idee e azioni capaci di ridurre l’emissione di gas serra e di tutelare le risorse naturali. Oltre alla mostra sono state organizzate diverse iniziative collaterali (convegni, seminari e workshop internazionali) dedicate ad operatori e tecnici, concentrate soprattutto su tre grandi filoni: l’abitare, il tessile e la mobilità sostenibile. Di particolare interesse, tra i progetti in mostra, i nuovi quartieri di Modena (Cognento) e di Nonantola, dove per la prima volta si tiene conto dell’impatto della mobilità, del risparmio energetico e della tutela dai rumori. In particolare vengono illustrati l’impianto integrato di fitodepurazione del quartiere di Cognento e l’impianto di cogenerazione del Biopeep di Nonantola. L’esperienza modenese viene messa a confronto con altre analoghe legate alla bioedilizia in Europa: le case prefabbricate di alta qualità, dotate di tecnologie energetiche ad alte prestazioni e trattate con materiali ecologici per soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più attento alle tematiche ambientali; il riciclaggio degli interti in edilizia, e l’attività della rete di imprese artigianali a Luneburg (Germania) che da tempo applica i più innovativi concetti della bioedilizia. Esposti in “Vetrina” anche una serie di materiali “bioecologici”: dai blocchi di laterizio termoisolanti con segatura di legno ai materiali per intonaci, dall’olio protettivo da legno con sali di boro ai pannelli e materassini per isolamenti. Questi ultimi sono a base di kenaf, una pianta erbacea simile alla canapa che si è dimostrata eccellente come coibente termo-acustico. “Un materiale può essere definito ecologico – spiega l’architetto Francesca Sorricaro che ha collaborato all’allestimento della mostra di Modena – quando è rigenerabile, non si carica elettromagneticamente ed elettrostaticamente, non contiene sostanze nocive né radioattività, non disperde energia e favorisce la traspirazione delle pareti. Una volta questi materiali erano diffusissimi in edilizia. Ad esempio il mattone a mano: l’argilla veniva bagnata con acqua, la sua evaporazione durante l’essiccazione lasciava una grande quantità di micropori, distribuiti uniformemente. Con l’avvento della produzione di massa e il passaggio alla trafilatura i laterizi hanno perso molte delle loro caratteristiche migliori. Ma oggi è possibile recuperarle grazie ai nuovi laterizi microporizzati. Si aggiunge nell’impasto una sottilissima farina di legno che dopo la cottura scompare completamente lasciando una diffusa porosità. I laterizi prodotti con questa tecnica hanno doti elevate di isolamento termico, permeabilità al vapore, resistenza al gelo e al fuoco”. «Le moderne tecnologie – spiega Ute Stoltemberg, direttore scientifico del progetto “Vetrina” – hanno permesso enormi passi avanti nella realizzazione di nuovi progetti e prodotti commerciali ecocompatibili in grado di ottenere un ottimo successo di mercato. Questa mostra fa il punto sull’evoluzione della ricerca ma vuole anche stimolare amministratori e imprenditori a sperimentare un nuovo approccio alle tematiche ambientali». La Provincia e il Comune di Modena stanno studiando la possibilità di dar vita al Bioecolab, il primo laboratorio italiano di bioedilizia, che dovrebbe diventare, nelle intenzioni dei promotori, un punto di riferimento per utenti, progettisti, costruttori e amministratori pubblici. Il progetto, elaborato da Anna Allesina, Claudio Fornaciari, Francesca Sorricaro e Olver Zaccanti, è stato presentato a ProMo nel corso di un seminario internazionale dedicato ad analoghe esperienze condotte in Austria e in Germania. Bioecolab prevede un archivio informatizzato contenente informazioni su progetti a scala territoriale, urbana ed edilizia che hanno impiegato tecniche di sostenibilità; leggi, regolamenti, modulistica, finanziamenti pubblici, enti certificatori; manifestazioni, fiere, corsi, siti Internet, editoria, software; dati climatici sulla provincia di Modena. Il pubblico, oltre all’archivio, avrà a disposizione uno sportello informativo, un sito internet e una newsletter. Saranno organizzati incontri, seminari, viaggi studio e manifestazioni. E’ anche prevista un’attività di formazione, rivolta principalmente alle imprese e ai professionisti. Il laboratorio svolgerà attività di ricerca sui temi della sostenibilità in collegamento con istituti, enti di ricerca e amministrazioni pubbliche. Sarà anche allestita una vetrina di prodotti contenente l’elenco dei produttori, un archivio delle schede tecniche dei prodotti e alcuni campioni di prodotti. “Il progetto del laboratorio di bioedilizia – spiega Adriana Zini, direttore di ProMo – si basa sulla positiva esperienza del laboratorio di Domotica, inaugurato presso la sede di ProMo nel giugno 2001, che vede una profiqua collaborazione tra i produttori di tecnologie, i professionisti del settore, gli installatori, le imprese edili ed il settore pubblico”. Modena vanta già una buona esperienza nel campo della bioarchitettura applicata all’edilizia economica e popolare. Uno degli esempi più interessanti è dato dal progetto pilota per la realizzazione, in un quartiere a nord est della città, di 32 appartamenti a misura di bambino. La “casa dei bambini” avrà il riscaldamento a pavimento contro le polveri, impianti elettrici all’avanguardia che eliminano i campi magnetici durante le ore notturne, spazi comuni destinati ai giochi e aree di deposito di giocattoli o carrozzine. L’edificio, inoltre, è stato progettato applicando anche i concetti della bioclimatica e della bioedilizia con l’obiettivo di favorire il benessere e la sicurezza dei bambini e della famiglia. Gli alloggi saranno riservati a famiglie con bambini mentre alcuni saranno destinati agli anziani. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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