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Un mercato sostanzialmente fermo che non riesce a rispondere alla domanda di abitazioni, nonostante il paradosso di un volume di invenduto consistente. Questo il dato principale emerso nel corso del workshop promosso da UniAbita che ha visto la partecipazione di primarie istituzioni finanziarie, esponenti delle amministrazioni pubbliche, tra cui i Sindaci di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, e autorevoli operatori e stakeholder del mercato immobiliare. Il quadro emerso dal convegno, supportato dal contributo fornito dal CRESME che ha tratteggiato le dinamiche del comparto dell’edilizia, ha evidenziato la necessità per gli operatori di ridefinire profondamente il proprio approccio d’offerta. La stagnazione nelle vendite, rilevata con chiarezza da tutti i principali analisti, non è infatti legata a una carenza di domanda che, invece, rimane sostenuta. Ad incidere sui risultati negativi del settore sono in particolare due aspetti: l’evoluzione della struttura sociale e la qualità dell’offerta. Il primo aspetto è legato alla progressiva diminuzione di risorse economiche disponibile da parte delle famiglie che esclude di fatto dall’accesso al bene casa ampie fasce di popolazione, a partire dai giovani. Questi ultimi, peraltro, se da un lato possono contare sempre meno sul tradizionale supporto delle famiglie d’origine, dall’altro sono le principali vittime del cosiddetto credit crunch. L’atipicità e precarietà con il quale sono regolati sempre più spesso i nuovi rapporti di lavoro, non consentono di accedere a finanziamenti e mutui. Oltre alle giovani famiglie, esiste poi un ulteriore componente sociale che, pur avanzando una domanda di abitazioni significativa, viene inibita nei processi di acquisto. Si tratta degli immigrati che, sebbene rappresentino una componente sociale vitale e in grado di apportare un contributo sostanziale alla crescita del tessuto economico, non riescono ad accedere agli strumenti finanziari a supporto dell’acquisto. È evidente come, oltre al contributo di tutti gli attori coinvolti, si ponga con particolare forza al centro del dibattito il ruolo decisivo delle istituzioni finanziarie che, attuando una profonda nella revisione delle politiche di credito, fornirebbero alle famiglie che oggi compongono la quota maggioritaria della domanda un supporto determinante nell’acquisto del bene casa. Nello stesso tempo, si aprono prospettive rilevanti per gli operatori del comparto edilizio che, oltre a rivedere al ribasso le attese sui margine di profitto, dovrebbero essere sempre più spinti a modulare un’offerta in linea con l’attuale domanda, affiancandola nel caso con strumenti finanziari a supporto. Oltre al problema legato alle risorse finanziarie, nel corso del workshop è emerso come la ridefinizione dell’offerta degli operatori poggi su altri due aspetti chiave. Il primo è legato all’utilizzo di materiali e soluzioni tecnologiche in grado di abbattere drasticamente i consumi energetici e, quindi, l’impatto sull’ambiente. Oltre ad offrire un prodotto che risponda puntualmente ad un’accresciuta sensibilità ambientale dei consumatori, in particolare quelli più giovani, gli operatori che si orienteranno in questa direzione potranno infatti valorizzare sul mercato un’offerta competitiva considerando che i costi di manutenzione (tra i quali quelli energetici rappresentano una percentuale cospicua) sono un parametro sempre più decisivo che orienta le scelte d’acquisto. Il secondo aspetto che consentirà di cogliere le opportunità sarà la capacità degli operatori di generare un contesto dell’abitare appagante dal punto di vista delle opportunità di relazioni sociali e di servizi. Asili e scuole, strutture sanitarie, luoghi per la relazione, centri culturali e sportivi: l’acquisito di una casa sarà sempre di più indirizzato dalle possibilità di vivere in comunità caratterizzate da un tessuto sociale equilibrato e positivo. Gian Matteo Marangoni, Presidente di UniAbita, commentando i lavori ha evidenziato come le tendenze emerse durante il workshop rappresentino per le Cooperative di Abitanti un’opportunità concreta considerando come da tempo i temi trattati siano al centro dell’attenzione. “UniAbita, per esempio, oltre ad operare alla costruzione di meccanismi di sostegno all’acquisto come il “patto di futura vendita” per i giovani, da sempre interviene nei territori affiancando alla costruzione di abitazioni, lo sviluppo di una rete di servizi sociali, culturali, educativi e sanitari per la comunità. Molto intenso è anche l’impegno sui temi ambientali: fotovoltaico, geotermico, tele-riscaldamento, materiali a basso impatto ambientale sono elementi che guidano le nostre scelte progettuali e realizzative”, ha sottolineato Marangoni. “Naturalmente affinché il comparto nel suo complesso possa trarre beneficio dall’implementazione di queste prassi virtuose è essenziale che le pubbliche amministrazioni rivedano le proprie procedure autorizzative in modo da ridurre i tempi abnormi oggi necessari per realizzare gli insediamenti, agevolando così la risposta a una domanda di abitazioni che, seppur diversa dal passato per caratteristiche, è tuttora consistente”, ha concluso il Presidente di UniAbita. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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