Nasce un nuovo strumento europeo che permetterà di valutare l’impronta di carbonio degli edifici, con l’obiettivo di dimezzarla. Si tratta della nuova metodologia disponibile pubblicamente, sviluppata dalla Low Carbon Building Initiative (LCBI) che, basandosi sull’analisi del ciclo di vita (Life-Cycle Assessment, LCA) dell’edificio, misura l’impronta di carbonio nel settore immobiliare in diversi paesi quali Germania, Belgio, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito. L’obiettivo è quello di armonizzare i sistemi di valutazione dell’impronta di carbonio a livello europeo e guidare la transizione del settore immobiliare, responsabile del 39% delle emissioni globali di carbonio, verso la decarbonizzazione e la neutralità carbonica entro il 2050. LCA: un cambio di paradigma Fino ad oggi non esisteva un metodo standardizzato in Europa per misurare e confrontare le impronte di carbonio degli edifici nei vari paesi. L’innovativa metodologia sviluppata da LCBI, in collaborazione con l’Association Bâtiment Bas Carbone (BBCA), considera l’intero ciclo di vita dell’immobile, dalla produzione dei materiali, alla costruzione, all’utilizzo, fino alla demolizione e fissa diversi livelli per arrivare a certificare gli edifici con gli standard più alti, incentivando così pratiche di costruzione più sostenibili. In una prima fase il programma di certificazione è rivolto agli edifici di nuova costruzione – uffici, immobili residenziali e alberghi – ma l’obiettivo è di allargare la platea a tutti gli immobili. Il programma di certificazione analizza le prestazioni degli edifici su tre indicatori: carbonio incorporato (espresso in kg di CO2e/m² su 50 anni), carbonio operativo (in kg CO2e/m²/anno) e carbonio biogenico (ovvero l’utilizzo di materiali di origine biologica nell’edificio). Il programma prevede inoltre tre livelli di soglia : Standard, Buono, Eccellente, in modo da confrontare più facilmente l’impronta di carbonio degli edifici. La società incaricata degli audit per il programma di certificazione LCBI è il Bureau Veritas. La metodologia è stata sviluppata in due anni di ricerca e una fase di test in 16 progetti pilota in diversi paesi europei. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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