Pesante riduzione dell’attività italiana per Italcementi che intende dimezzare gli stabilimenti nel nostro paese da 17 a 8 siti. A dare l’annuncio il direttore generale Giovanni Battista Ferrario all’assemblea degli azionisti a Bergamo. Il gruppo del cemento che fa capo alla famiglia Pesenti per il 2013 punta ai Paesi emergenti, come Thailandia, India, Marocco. Le attività negli Usa, ha detto Ferrario, registrano una «partenza buona» nel 2013. «Il mercato italiano del cemento continua a essere caratterizzato da una sovracapacità produttiva rispetto a una domanda che si è allineata ai livelli della fine degli anni Sessanta» hanno scritto in una lettera distribuita in avvio dell’assemblea di bilancio Giampiero Pesenti e il figlio Carlo, consigliere delegato. «L’anno scorso le aspettative di un’inversione della tendenza negativa che aveva caratterizzato il settore delle costruzioni a partire dal 2008 – afferma il presidente di Italcementi, – si sono allontanate a causa dell’aggravarsi dello scenario congiunturale, soprattutto in Europa, in alcuni fasi entrato in una fase di recessione, spostando l’attesa di segnali concreti di ripresa sono nel prossimo futuro». «A fronte di questa nuova realtà, che si prevede non possa più tornare agli elevati livelli pre-crisi», da Italcementi «è stato avviato un intervento con l’obiettivo di razionalizzare l’apparato industriale e distributivo nazionale, senza per questo ridurre le quote di mercato: il gruppo con il rigoroso controllo della gestione finanziaria continuerà una politica di mantenimento dell’indebitamento netto entro i prudenziali limiti che da sempre caratterizzano il profilo della società. Il 2013 – si legge ancora nella lettera dei vertici agli azionisti – inaugura la completa integrazione nella relazione finanziaria annuale di quella sulla sostenibilità e le strategie e le azioni intraprese quest’anno, pur a fronte di una volatilità che contraddistingue l’evoluzione dello scenario macroeconomico mondiale, determineranno per il gruppo nuove sfide e un impegno ancora maggiore affinché la nostra attività possa generare valore condiviso per tutti gli stake-holders» concludono Giampiero e Carlo Pesenti. La crisi del cemento 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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