Avere dei valori di riferimento con cui confrontare i consumi energetici del proprio asset immobiliare per capirne il posizionamento: a questo scopo nasce l’ESG Index di Deepki, società che ha sviluppato una piattaforma che sfrutta l’intelligenza artificiale per monitorare le prestazioni ESG del mercato. L’ESG Index, sviluppato in collaborazione con IEIF (Institut de l’Epargne Immobilière et Foncière), indica quanto consumano, in media, gli asset immobiliari di ogni paese europeo e di ogni settore all’interno dei singoli paesi. Mostra poi quali sono i livelli di consumo energetico al di sotto dei quali un edificio rientra nella top 15% e nella top 30%. Si tratta di dati preziosi, perché solo conoscendo le performance del proprio portafoglio è possibile affrontare le sfide di decarbonizzazione definite dalla Tassonomia Europea e raggiungere l’obiettivo di Net Zero entro il 2050. Confrontare i propri asset con la Tassonomia Europea Entrato in vigore nel luglio 2020, il Regolamento UE sulla Tassonomia stabilisce le condizioni che determinano che un’attività economica possa essere considerata sostenibile dal punto di vista ambientale. Sono due gli obiettivi da rispettare. Il primo, “Adattamento al cambiamento climatico”, stabilisce che gli edifici costruiti prima del 31 dicembre 2020 debbano essere in classe energetica A oppure rientrare nel top 15% del parco immobiliare nazionale o regionale. Il secondo, “Mitigazione del cambiamento climatico”, prevede che l’edificio debba rientrare nel top 30% degli edifici con le migliori prestazioni del parco edilizio nazionale (o regionale) sempre in termini di consumo di energia primaria. Grazie all’ESG Index ora queste percentuali assumono concretezza ed è possibile stabilire in modo preciso quali edifici vi rientrano. Come funziona l’ESG Index La piattaforma raccoglie in modo automatizzato i dati relativi a più di 400.000 edifici in 41 Paesi, distinguendo il patrimonio immobiliare in base alla destinazione d’uso – residenziale, uffici, retail, logistica, strutture sanitarie – e alla localizzazione. I dati raccolti risultano così essere uniformi e comparabili a livello internazionale secondo una metodologia comune e riconosciuta. Il benchmark viene aggiornato ogni anno e reso pubblico, per mostrare l’evoluzione del mercato. Lo strumento vuole essere utile ai professionisti, quindi, ma anche ai diversi attori coinvolti in Europa a vario titolo nella transizione energetica e nelle sue sfide. Tra i risultati, il benchmark segnala che: • il 15% degli immobili ad uso commerciale con le migliori prestazioni energetiche in Italia consuma 202 kWhEP/m2 per anno; • il 30% degli edifici a uso ufficio con le migliori prestazioni energetiche nel Regno Unito consuma 168 kWhEP/m2 per anno; • il 15% degli edifici a uso logistico con le migliori prestazioni energetiche in Europa consuma 44 kWhEP/m2 per anno. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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