Crisi idrica, le proposte e le soluzioni di Culligan

CULLIGAN

La disponibilità di acqua per l’agricoltura, l’industria, l’alimentazione e la salute continua a calare. I rischi sono altissimi sia per l’ambiente che per l’uomo, ma le soluzioni per il recupero dell’acqua di processo ci sono. Culligan crede e investe nella circular economy idrica

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Crisi idrica, le proposte e le soluzioni di Culligan

L’acqua, lo sappiamo bene, sta diventando uno degli elementi più preziosi e da proteggere. Lauro Prati – Vicepresidente Aqua Italia e direttore Business Unit Commercial & Industrial Culligan Italiana, azienda specializzata nel settore del trattamento acqua, nel corso di un incontro presso lo stabilimento produttivo in provincia di Bologna, ci ha ricordato che anche se il 70% della terra ne è ricoperto, solo una percentuale bassissima, il 2,5%, è acqua dolce che però si trova per lo più all’interno di calotte e ghiacciai, lasciandone all’uomo solo lo 0,8%.

La giornata mondiale dell’acqua che si è celebrata lo scorso 22 marzo ha ricordato a tutti che la scarsità d’acqua dovuta ai cambiamenti climatici e all’aumento delle temperature, sta provocando una carenza strutturale che non può che peggiorare all’aumento della domanda legata alla crescita della popolazione globale, che secondo le stime dell’ONU potrebbe toccare gli 11 miliardi entro la fine del secolo, con un conseguente aumento dello stress idrico che, senza andare troppo lontano, sta interessando sempre di più anche il nostro paese, considerando che il 20% della superficie totale è a rischio desertificazione, contro l’8% dell’Europa.

Gli impatti di questa crescente siccità sono devastanti, e se già lo scorso anno in Europa si son registrati i dati peggiori degli ultimi 500 anni, le indicazioni ci dicono che il 2023 potrebbe essere anche peggio: basti guardare il livello dei fiumi in Lombardia, mai stato tanto basso a inizio primavera, aggravato anche dalle scarse nevicate (-35% rispetto al precedente decennio), che sono alla base dell’acqua di cui si disporrà nel corso dell’estate.  

La crisi idrica rischia di diventare sempre più critica, secondo un recente Rapporto entro la fine del 2030 la domanda globale di acqua dolce potrebbe superare del 40% le forniture. Bisogna agire in fretta e su più fronti, per esempio attraverso la dissalazione e cercando di limitare la domanda.

In continuo calo la disponibilità di acqua dolce per l’agroalimentare e l’industria

La crescita del PIL a livello mondiale inevitabilmente comporta un aumento dello sfruttamento idrico con impatti nocivi a causa delle sostanze pericolose rilasciate dalle industrie, tra cui metalli pesanti, i pfas, sostanze chimiche non degradabili e microplastiche.

Il settore agroalimentare è responsabile di un terzo delle emissioni globali e il 90% dei consumi mondiali di acqua è imputabile ad agricoltura e industria di trasformazione degli alimenti.

In continuo calo la disponibilità di acqua dolce per l’agroalimentare e l’industria

In Italia il 55% dei 26 miliardi di m³ di acqua consumati dipendono dal settore agricolo (il 27% da quello industriale e il 18% da quello civile), ci sono però gravi perdite idriche, il prelievo di acqua è infatti superiore ai 33 miliardi di m³ l’anno. Si tratta dunque di un settore che deve essere capace di ripensarsi a partire da un approccio sostenibile e investimenti in tecnologie green che considerino prioritario il risparmio idrico, cosa che naturalmente garantirebbe anche importanti risparmi a livello economico.

La crisi idrica degli ultimi anni ha infatti avuto forti impatti sull’economia del settore, con danni alla produzione di varie colture. Per l’agricoltura si calcolano danni pari a 6 miliardi, ovvero il 10% della produzione agroalimentare.

I sistemi Culligan per il trattamento delle acque

Culligan è un’azienda specializzata da più di 80 anni nel settore del trattamento acqua, con altissima specializzazione e competenze trasversali che vanno dal settore industriale a quello navale, dall’ambito domestico alla dissalazione. La parte più rilevante del business riguarda l’affinamento dell’acqua da bere distribuita dalle società che erogano i servizi idrici. Un successo legato a innovazioni tecnologiche continue e alla capacità di individuare le soluzioni migliori per i diversi tipi di utenza.

E una missione ben precisa: garantire a tutti i clienti acqua di ottima qualità, con attenzione alla sostenibilità ambientale e cercando di far cultura per diminuire l’uso della plastica.

Lo stabilimento Culligan di Cadriano Di Granarolo Dell’Emilia
Lo stabilimento Culligan in provincia di Bologna

Grazie a un team interno altamente specializzato Culligan segue nel proprio stabilimento produttivo tutti i progetti, supportando i clienti in tutte le fasi, impiantistiche e gestionali.

Obiettivo: risparmio e riutilizzo delle acque

Circa il 22% dell’acqua prelevata e trattata per i vari utilizzi si disperde nel tragitto per arrivare al punto d’uso. Le perdite nelle infrastrutture arrivano al 40% perché le tubazioni sono vecchie e andrebbero ristrutturate.

Le soluzioni ci sono e sono diverse, a partire, banalmente, dal comportamento responsabile che tutti noi dovremmo avere e dalla pianificazione di interventi strutturali, attuabili grazie anche al PNRR, che ha stanziato 2 miliardi di euro per finanziare le infrastrutture primarie, con risorse per il potenziamento, la messa in sicurezza e l’adeguamento di quelle esistenti.

Culligan ha anche messo a punto il progetto Save Water a sostegno dello sviluppo di un’economia idrica circolare che preveda di risparmiare, rigenerare e riutilizzare l’acqua usata nei processi produttivi, contribuendo alla diminuzione dei consumi (come per esempio avviene a Singapore, mentre in EU la normativa non permette il riutilizzo dell’acqua di scarico solo a fini tecnologici).

Ci sono possibili applicazioni a tutti i livelli – domestico, industriale, alberghiero, municipale e agroalimentare – attraverso la realizzazione di impianti più efficienti in cui le acque di scarico vengono recuperate e riutilizzate per fini tecnologici, evitando così di consumare acqua potabile, come avviene oggi.

E’ possibile per esempio utilizzare soluzioni di filtrazione, addolcimento, dissalazione, riutilizzo delle acque di processo e di scarico; recupero delle acque reflue per uso non potabile (acque grigie/nere) e delle acque piovane opportunamente trattate, recupero delle acque delle piscine.

Gli impianti Culligan permettono di recuperare la totalità delle acque grigie e nere rendendole disponibili per sciacquoni, pulizia dei pavimenti, irrigazione giardino, lavaggio auto… Il problema in questo caso è che spesso in Italia le strutture non sono adeguate per riuscire ad utilizzare queste acque recuperate. E’ necessario dunque intervenire pianificando interventi di efficientamento idrico che preveda l’uso delle acque trattate. Inoltre ad oggi il limite per il riutilizzo delle acque grigie e nere è anche legislativo.

Water Filtering Station

Culligan ha sviluppato l’impianto Water Filtering Station in grado di ridurre gli sprechi: il sistema infatti permette di riutilizzare l’acqua di scarto di vari processi industriali, recuperando dal 95% al 100% dell’acqua erogata, ed è disponibile in diverse taglie a seconda della necessità (40, 70 e 100 litri/minuto di acqua processata).

Il sistema è stato utilizzato con successo in un’azienda molto importante del settore del packaging, intenzionata a diminuire del 40%, entro il 2020 rispetto al 2010, i consumi di acqua di tutti gli stabilimenti.

Culligan ha studiato le necessità aziendali e realizzato un sistema di trattamento acqua in grado di recuperare gli scarichi delle macchine riempitrici (filling machines) in modo da riutilizzarli all’interno dello stesso processo. Il sistema Water Filtering Station progettato garantisce il recupero del 95% dell’acqua di scarto delle filling machine. In particolare nella prima fase di filtrazione necessaria per purificare l’acqua (sono disponibili diversi filtri), vengono rimossi oli, grassi e perossido di idrogeno; l’acqua viene poi inviata in un sistema di disinfezione UV che elimina i microrganismi, quindi raffreddata a temperature sotto i 15 °C e, infine, sottoposta a test di controllo per misurare il PH per poi essere reimmessa nel ciclo produttivo.

Il sistema è stato installato su tutte 8.700 macchine garantendo un risparmio complessivo potenziale pari a quasi 31.000.000 m3 di acqua potabile all’anno, corrispondenti al consumo annuo di una città da 400.000 abitanti come Bologna.

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