Spazi flessibili: nuove necessità e nuove soluzioni

La flessibilità, di pari passo con la multifunzionalità, è sempre più importante nell’architettura contemporanea, in quanto permette di rispondere in modo efficace alle necessità della società, che cambiano sempre più velocemente.

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Spazi flessibili: nuove necessità e nuove soluzioni

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La flessibilità è una caratteristica che non può mancare all’architettura contemporanea, che si trova a rispondere a necessità sempre più variegate e a far fronte a cambiamenti sempre più rapidi.

La connessione tra società e architettura, del resto, è particolarmente intensa e di conseguenza i cambiamenti che toccano la prima, stravolgono la seconda. Infatti, ciò che ha cambiato l’edilizia nel tempo non sono solo nuove tecnologie, tecniche costruttive e materiali, ma anche la necessità di rispondere a nuovi modi di abitare, lavorare e vivere gli ambienti chiusi.

Oggi, parliamo di edifici che si devono adeguare alle abitudini delle persone e che devono essere in grado di modificarsi nel tempo, rispondendo a necessità tra loro differenti. Uno stesso immobile, ad esempio, potrebbe ospitare contemporaneamente più attività e persone, ciascuno con i propri bisogni. Quando si parla di spazi flessibili in architettura, quindi, si parla anche di luoghi in grado di essere nello stesso momento “più cose”, quindi polifunzionali. Flessibilità non vuol dire solo modificarsi ed evolvere, ma anche tornare allo stato di partenza, più e più volte. Uno spazio flessibile cambia facilmente e permette una riorganizzazione interna veloce e continua.

La flessibilità in architettura: i luoghi in cui è sempre più importante

Se si dovesse stilare un elenco delle funzioni che, più di tutte, richiedono spazi altamente flessibili si potrebbe iniziare ragionando su quelle attività che, negli ultimi anni, si sono modificate maggiormente.

Proprio il cambiamento, spesso, richiede flessibilità. Un primo e importante esempio sono sicuramente gli ambienti dedicati al lavoro, soprattutto nel mondo dei servizi, la cui trasformazione è iniziata da tempo, con una spinta intensa durante il periodo di pandemia, quando il passaggio allo Smart Working è stato accelerato, se non forzato. Sono sempre di più gli spazi dedicati ad uffici condivisi, in cui si possono alternare professionisti e realtà anche molto diverse tra loro. Talvolta serve privacy concentrazione, altre volte ancora condivisione e confronto. Lo spazio deve riuscire a rispondere a tutte le necessità degli utenti che ne sono protagonisti.

Uno spazio di coworking

Un altro esempio riguarda i grandi spazi polifunzionali, che ospitando diverse attività permettono anche di ammortizzare al meglio un grande investimento.

Parliamo dei grandi centri sportivi o degli edifici per eventi e congressi, infatti non mancano esempi anche eclatanti di stadi polifunzionali, in cui sono mobili copertura e pavimentazione, per offrire a seconda dei casi ciò che è necessario. Per fare un altro esempio ancora, sicuramente anche le scuole devono cambiare ed essere sempre più flessibili, allineandosi ai nuovi modelli educativi. Del resto, si svolgono sempre più attività didattiche che richiedono spazi differenti dalla tradizionale aula scolastica.

Soluzioni progettuali per aumentare la flessibilità

Per progettare spazi flessibili è necessario fin dal principio progettare l’edificio in modo da renderlo adeguato a rispondere a più necessità contemporaneamente.

Questo significa fare un’analisi simultanea di più funzioni e requisiti, cercando di mediare tra esse e individuare la migliore soluzione.

Come progettare spazi flessibili

In aiuto, arrivano anche soluzioni tecniche e di arredo, che permettono di modellare gli ambienti interni a seconda delle specifiche esigenze. Ciò che serve è un carattere di temporaneità. Si parla allora di pareti scorrevoli, setti mobili, tendaggi e chiusure trasparenti, anche componenti di arredo.

Pareti mobili per spazi flessibili

Gli arredi stessi, infatti, si possono trasformare in divisori e a loro volta assolvere a più funzioni. Può essere d’aiuto anche progettare spazi tendenzialmente neutri, quindi in grado di ospitare differenti attività e funzioni, proprio perché privi (da un punto di vista architettonico) di una connotazione univoca e specifica.

Non solo spazi e arredi: la flessibilità degli impianti

Chiaramente, la flessibilità non deve mai andare a discapito della funzionalità di un luogo, che deve comunque garantire sicurezza e comfort. Per fare ciò, un progetto architettonico flessibile deve essere accompagnato da un adeguato studio a livello impiantistico.

Spazi flessibili, anche gli impianti devono essere modulari

Si parla di impianti per la climatizzazione, la produzione di acqua calda, la ventilazione e l’illuminazione, senza considerare le recenti evoluzioni in ambito elettrico, guidate dalle nuove tecnologie intelligenti. Cambiano le richieste, gli utilizzi, gli utenti e proprio gli impianti potrebbero limitare la flessibilità di un luogo se non adeguatamente progettati e realizzati.

Al contempo, diventa fondamentale anche evitare sprechi energetici, in quanto la soluzione non può essere far funzionare tutto sempre a pieno regime, ma piuttosto modulare il funzionamento degli impianti in base ai reali utilizzi degli spazi. La tecnologia viene sicuramente in aiuto, in quanto con la diffusione degli edifici intelligenti aumenta in modo esponenziale anche il livello di controllo sugli impianti, la cui gestione può essere sempre più su misura e funzionale.

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