Smart building in Italia: tante opportunità, alcune criticità da affrontare

Di Smart Building e transizione green del patrimonio edilizio si parla da tempo. Quello degli “edifici intelligenti” è un mondo in rapidissima trasformazione che coinvolge aziende, professionisti e utenti finali. L’innovazione delle costruzioni in chiave smart è anche un importante driver economico: secondo i dati di The European House – Ambrosetti per la Community Smart Building da questi interventi sono possibili investimenti per 330 miliardi di euro, circa 200.000 nuovi posti di lavoro, con benefici economici netti positivi tra i 17 e i 19 miliardi di Euro all’anno per gli utenti.
Ma se le opportunità sono tante, permangono anche delle criticità: i cittadini non sono ancora abbastanza consapevoli dei vantaggi di questa transizione, è necessario investire in formazione e non è possibile non pensare a forme di sostegno: gli incentivi devono essere chiari e facilmente consultabili.

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Smart building in Italia: tante opportunità, alcune criticità da affrontare

Sono stati presentati ieri  primi risultati dei due anni lavoro della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti, iniziativa nata nel 2022 e che coinvolge importanti aziende di questa filiera, istituzioni, rappresentanti della politica, associazioni nazionali ed europee. Verranno presentati in un forum a maggio, a Roma, i risultati conclusivi.

Che cos’è uno smart building?

“E’ prima di tutto un edificio che evolve nelle proprie funzioni, ha sottolineato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti, di cui fanno parte in una logica univoca organismo edilizio ed ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili, volte a ottimizzare l’uso delle risorse idriche ed energetiche – importanti alla stessa maniera – con attenzione ai costi di realizzazione e gestione e massimizzando il comfort (well-being) e la sicurezza delle persone”.

Smart building in Italia: la strada da percorrere

Che il patrimonio edilizio italiano sia datato ed energivoro è ormai risaputo. Che su questo patrimonio si possa intervenire con tecnologia all’avanguardia che in Italia sono già presenti, forse è un po’ meno noto. La Community ha mappato oltre 120 tra tecnologie e prodotti utili in questo processo e già presenti sul mercato.

Distribuzione del parco edile per anno di costruzione nei principali paesi europei
credit The European House – Ambrosetti

Rispetto ad altri paesi europei, inoltre, gli interventi di riqualificazione efficiente e smart vanno più a rilento: la % di rinnovamento all’anno è lo 0,85% in Italia, contro l’1,7 di Francia e Germania e la media di spesa per consumi termici ed elettrici negli ultimi 5 anni è stata di 50 miliardi di euro.

Emissioni di gas serra e consumi energetici degli edifici in Italia
credit The European House – Ambrosetti

Come si vede dal grafico, gli edifici nel nostro paese incidono per circa 1/3 sia sulle emissioni che sui consumi energetici.

Lorenzo Tavazzi ha sottolineato un dato che fa riflettere e che è un chiaro invito per tutti ad agire subito: quello delle costruzioni è il solo settore ad aver aumentato le emissioni climalteranti dal 1990 ad oggi.

Dal 1990 sono aumentate in Italia le emissioni afferibili agli edifici
credit The European House – Ambrosetti

Eppure qualcosa si muove: tra il 2018 e il 2023 è praticamente raddoppiato il numero degli edifici in classe A, che è passato dall’8,1% al 15,4%, ma ancora i ¾ del patrimonio costruito rientra nelle ultime classi (dalla D) e il 73% degli APE emessi nel 2023 sono relativi a immobili dalla classe D alla G.

Si tratta di un tema molto importante anche perché la bassa efficienza delle abitazioni ha impatti a livello economico e sociale, per esempio sul fenomeno della povertà energetica, ovvero l’impossibilità delle famiglie di mantenere adeguati servizi di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda, un fenomeno che, purtroppo, sta diventando sempre più grave e allarmante.

Se a questi dati si aggiunge che nei nostri edifici utilizziamo il 67% dell’energia consumata per il riscaldamento (più della media europea), che siamo al 9° posto tra i paesi in difficoltà a mantenere calde le abitazioni, siamo il 2° paese in Europa per la quota di gas utilizzata nei consumi finali nel settore residenziale e tra i 10 peggiori per quota di rinnovabili nei consumi del settore edilizio, è evidente che, nonostante le tante opportunità, la strada da percorrere sia ancora lunga, anche alla luce della nuova Direttiva Case Green (EPBD) che ci pone di fronte a chiari obblighi, pur lasciando ai paesi la possibilità di elaborare un proprio piano nazionale per la riqualificazione degli edifici, purché i consumi energetici degli stessi siano ridotti del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

 

Direttiva Case Green: Italia molto lontana dagli obiettivi di decarbonizzazione del patrimonio edilizio

A questo proposito i dati elaborati dalla Community ci dicono che continuando al trend attuale, riusciremo a rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2103…

Smart building: le ricadute sull’economia

La filiera dello smart building, oltre a garantire efficienza energetica, bassi consumi e qualità dell’abitare, ha impatti importanti sull’economia.

In Italia oggi sono circa 350mila le aziende che operano nell’ambito della filiera (divise in 35 settori e oltre 180 sotto-settori), che generano un fatturato di 174 miliardi di euro, un valore aggiunto di 38 miliardi e occupano 515mila persone.

Secondo la Community Smart Building di The European House – Ambrosetti la riqualificazione intelligente del patrimonio edilizio abiliterebbe investimenti per oltre 330 miliardi di Euro, con benefici economici netti positivi tra i 17 e i 19 miliardi di euro all’anno per i cittadini e una riduzione delle spese per consumi energetici del 15-19%.

La riqualificazione degli edifici potrebbe inoltre garantire 200.000 nuovi occupati (tra operatori specializzati, installatori, tecnici, ingegneri e progettisti), che naturalmente sarà prioritario formare in maniera adeguata. Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti ha commentato: “La rigenerazione del patrimonio immobiliare nazionale passa attraverso le mani di professionisti qualificati e specializzati, per cui sarà chiave rafforzare i programmi di upskilling e reskilling dei lavoratori e sviluppare percorsi di formazione innovativi a partire dalle scuole superiori, gli ITS e le università ”.   

Certo si tratta di una transizione che, ancora, non può sostenersi da sola. E’ necessario pensare a interventi di sostegno e bonus in grado di rendere tangibili per tutte le famiglie le opportunità e i benefici della trasformazione in chiave smart degli edifici. Archiviato il superbonus bisogna pensare a forme di incentivazione a medio termine, chiare e sostenibili, prevedendo per esempio di allocare parte delle risorse di bilancio.  

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