I laghetti artificiali sono bacini d’acqua realizzati dall’uomo, con diversi scopi: ne esistono per la raccolta di acqua piovana da riutilizzare, ad esempio, per l’irrigazione agricola, come ne esistono altri, detti biolaghi, in cui si ricrea un vero e proprio ecosistema naturale. In entrambi i casi l’attenzione è posta sull’ambiente.Indice: Bacini per la raccolta di acqua piovana Biolaghi e biopiscine Realizzazione di un laghetto artificiale L’uomo interviene sull’ambiente che lo circonda, modificandolo, con opere che possono essere più o meno integrate nel contesto in cui si trovano. Un esempio interessante è quello dei laghetti artificiali, in aumento grazie alla maggior diffusione di una visione più sostenibile delle attività umane. Non parliamo chiaramente dei grandissimi laghi artificiali creati con la costruzione di dighe e distribuiti in tutto il mondo, ma piuttosto di piccoli bacini, le cui funzionalità possono essere diverse, dalla balneazione alla raccolta di acqua piovana. Esempio di biolago. Fonte: Associazione Biolaghetto Italia Bacini per la raccolta di acqua piovana Oltre ai consumi industriali, utilizziamo ogni giorno grandi quantità di acqua in ambito urbano e domestico. I sistemi di raccolta e recupero delle acque piovane hanno proprio lo scopo di ridurre il consumo idrico e permettere di trattare e riutilizzare l’acqua raccolta per attività agricole o per l’irrigazione delle aree verdi, il lavaggio dei veicoli e il funzionamento degli scarichi sanitari o, infine, in ambito industriale. Oltre all’installazione di serbatoi, da scegliere in base alle precipitazioni medie di un sito e all’effettiva stima di utilizzo di acqua piovana, esiste la possibilità di realizzare dei bacini di raccolta per scopi agricoli e zootecnici. Ma con il diffondersi dell’architettura sostenibile, sono diversi gli interventi in cui, anche in un nuovo complesso residenziale, si sono inseriti dei bacini di raccolta delle acque piovane con lo scopo di soddisfare i fabbisogni idrici degli abitanti dell’area e sopperire alla mancanza di acqua nei periodi di siccità. Si tratta di “vasche” aperte, realizzate con apposite geomembrane, impermeabili ma sufficientemente elastiche per adattarsi al terreno e alle sue caratteristiche. I teli impermeabili hanno generalmente grandi dimensioni ed è possibile impermeabilizzare ampie superfici abbastanza in fretta. Il materiale con cui sono realizzati deve essere resistente ai raggi UV e agli sbalzi di temperatura, per garantire il massimo della durata. Esempio di bacino artificiale per scopi irrigui Biolaghi e biopiscine Con biolaghi e biopiscine si intendono dei bacini d’acqua dolce artificiali, eventualmente balneabili. La caratteristica di questi specchi d’acqua è la loro completa naturalezza, in quanto non viene utilizzata alcuna sostanza chimica per il loro mantenimento. Questi interventi si sposano con uno stile di vita sostenibile e hanno trovato recente sviluppo anche in Italia, soprattutto nell’ambito privato. Differenza tra biolago e biopiscina Questi laghi e piscine sono progettati in modo da simulare quello che avviene in natura in un lago. La differenza tra un biolago e una biopiscina non risiede nel modo in cui viene gestita e mantenuta pulita l’acqua, ma semplicemente nelle dimensioni, nella forma e nell’utilizzo che se ne fa. Anche una normale piscina può essere trasformata in una biopiscina, rinunciando al cloro e alle altre sostanze chimiche che vengono abitualmente utilizzate. Biopiscina pubblica, Comune di Mercallo (Varese) Il trucco di questi bacini d’acqua artificiali, è la fitodepurazione, un processo naturale che permette all’acqua di autodepurarsi grazie all’esistenza di un “sistema lago” tipico degli ambienti acquatici. La messa a dimora di apposite piante – e la presenza di microrganismi ad esse collegati – attiva questo meccanismo di filtraggio naturale di sostanze come minerali, metalli pesanti ed altri composti tossici. In sostanza, ha una capacità autodepurativa che rende questi laghi e queste piscine rispettosi dell’ambiente ma anche dell’uomo, rinunciando a qualsiasi sostanza chimica potenzialmente irritante. Oltretutto queste piscine e questi laghi sono effettivamente “vivi”, restituendo all’ambiente un complesso ecosistema. Meccanismo di fitodepurazione Realizzazione di un laghetto artificiale Per progettare a dovere un biolago (o una biopiscina) ci sono alcuni aspetti da prendere in considerazione, come la sua posizione e l’esposizione al sole. In base allo spazio disponibile si valuteranno il corretto dimensionamento del biolago e la forma più adeguata, mentre è importante garantire un buon grado di ombreggiamento, poiché una temperatura troppo elevata influenza i processi di mantenimento e depurazione dell’acqua. Generalmente, quando il bacino è balneabile si crea una zona dedicata alla filtrazione dell’acqua ed una dedicata ai bagnanti. Inoltre, nel caso si voglia realizzare un biolago in un’area soggetta a vincoli paesaggistici, sarà più semplice ottenere l’approvazione del progetto rispetto a quanto avviene con proposte più tradizionali.Una volta terminato il progetto, con il giusto bilanciamento della quantità di piante acquatiche, si passa alla fase costruttiva. Dopo la prima fase di scavo, si procede con la posa dei manti impermeabili e successivamente con gli impianti tecnici necessari per la movimentazione dell’acqua. Si passerà poi alla realizzazione dell’area di fitodepurazione e di completamento del biolago. Il biolago non richiede alcun allaccio alla fognatura e i costi di manutenzione sono molto più bassi rispetto a quelli delle piscine tradizionali. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento