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[post_content] => Progettata da Architekten Walter Pichler & Partner, il progetto strutturale, la costruzione portante in acciaio, l'involucro esterno e le facciate continue vetrate sono interamente opera dell’azienda Stahlbau Pichler.
Un headquarter ultramoderno, la nuova sede Pertinger realizzata da Stahlbau Pichler è localizzata a Varna (BZ) su un territorio di 5.700 m².
L'edificio è stato realizzato per enfatizzare e riproporre dal punto di vista architettonico gli elementi peculiari della nota azienda produttrice di cucine a legna: design, ricerca d’avanguardia e funzionalità.
Nasce dunque un impianto contemporaneo, realizzato per lo più in acciaio e vetro, a ridosso dell'uscita Bressanone-Val Pusteria.
L’investimento in un unico polo ha permesso di ottimizzare i processi lavorativi e di disporre di uno stabilimento produttivo più ampio. Così, come da necessità del committente, la nuova struttura è stata studiata e realizzata per accogliere, in una sola sede, stabilimento produttivo, stoccaggio e amministrazione, nonché l’innovativo showroom aperto al pubblico.
Scorrendo lungo l’area produttiva che mantiene un andamento dinamico, si raggiunge all’estremo opposto la zona dedicata alla ricezione dei clienti dove le grandi vetrate verticali lasciano esplodere la luce degli ambienti interni, raccontando il calore dei prodotti Pertinger fin dall’ingresso.
Il progetto
Il progetto architettonico, opera dello studio Architekten Walter Pichler & Partner, è stato sviluppato e realizzato nelle strutture metalliche portanti, involucro esterno e facciate continue vetrate da Stahlbau Pichler che ha operato in maniera particolare su questo impianto poiché parte della produzione e l’intero montaggio sono avvenuti in cantiere.
I profili impiegati per le strutture portanti in acciaio sono prevalentemente laminati a caldo tipo HEA, IPE ecc., e profili saldati a doppio T in qualità S235 JR/ S355J2, mentre per le strutture secondarie sono stati scelti profili tubolari rettangolari.
Copertura
La struttura metallica portante di copertura è composta dai seguenti elementi strutturali: colonne in HEA 450, travi di copertura principali sono reticolari saldate in HEA 180 (briglie inferiori) e HEA 160 (briglie superiori).
I profili di collegamento sono costituiti da profili tubolari che vanno da 80 a 120.
Le travi secondarie di falda sono costituite da capriate con profili HEA 220 e profili tubolari da 80.
Il pacchetto di copertura si compone di lamiera grecata autoportante (5.500 m²) altezza greche 150 mm, spessore lamiera 8/10 mm.
Facciate
L’edificio presenta un´imponente facciata continua il alluminio con montanti e traversi.
Il sistema utilizzato per il reticolo portante della facciata vetrata è Schüco FW 60 + a garanzia di un elevato isolamento termico, in osservanza degli standard attuali di risparmio energetico.
Le facciate si integrano nella struttura e creano un continuum architettonico di piacevole impatto estetico.
Solai
I solai alvelolari sono concepiti come solai collaboranti con sezione mista acciaio/cemento armato, con posa degli elementi alveolari in luce alle travi saldate a doppio T con ali differenziate per ottenere uno spessore strutturale ridotto. Sono stati realizzati 2.800 m² di solai su due piani. La scelta strutturale applicata al progetto Pertinger ha consentito di coprire luci notevoli e sopportare elevati carichi.
Acciaio impiegato
In totale sono state impiegate 600 tonnellate di acciaio per le strutture portanti, mentre per le facciate vetrate possiamo parlare di 994 m².
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[post_content] => Il Padiglione Italia, per l'EXPO di Milano 2015, prevede la realizzazione di Palazzo Italia (circa 13.200 mq su 6 livelli fuori terra, dimensioni 57,5 m x 57,5 m x 25 m) e degli edifici temporanei del Cardo (circa 13.700 mq su 3 livelli fuori terra).
A copertura di Palazzo Italia, una “vela” dal design innovativo interpreta l’immagine della chioma di una foresta, caratterizzata da vetro fotovoltaico e da campiture geometriche per lo più quadrangolari, sia piane che curve, assieme all’involucro ramificato dell’edificio è espressione d’innovazione sia in termini di progettazione che di tecnologia.
L’andamento della copertura trova il suo punto di maggior espressione architettonica in corrispondenza del cuore della piazza interna; un grande lucernario vetrato di forma conica si inserisce in “sospensione” sulla piazza e sulla scala centrale irradiandole di luce naturale. La spettacolare vela di copertura in acciaio e vetro, ampia circa 4.500 mq e caratterizzata da un complesso disegno tridimensionale, è sicuramente una delle sfide tecnologiche più avvincenti nella progettazione e realizzazione di Palazzo Italia.
La struttura spaziale, del peso complessivo di 350 tonnellate, è costituita da un’orditura primaria in travi reticolari in acciaio realizzate con correnti superiori ed inferiori in profili tubolari a sezione circolare di qualità S355J2H e puntoni verticali in piatti sagomati. La carpenteria metallica è completata da un’orditura secondaria in profili tubolari circolari e da nodi di collegamento realizzati con giunti nascosti.
La definizione della tipologia di vetro impiegato nelle differenti porzioni di superficie è stata particolarmente accurata: circa 2.000 fissaggi puntali sono stati studiati ad hoc per sostenere vetri stratificati, vetrocamera ed elementi fotovoltaici planari o curvi. Palazzo Italia, conclusa l’Esposizione Universale, resterà un’opera permanente e vince così le sfide dell’innovazione e della sostenibilità.
Design partners
Engineering e Cost Management: Proger spa
Strutture e impianti: Bms Progetti srl
Sostenibilità ambientale: Prof. Ing. Livio de Santoli
Il progetto è stato presentato durante MADE Expo presso lo stand di Fondazione Promozione Acciaio, Steel Feeds Innovation, insieme ad altri progetti di EXPO 2015
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[post_content] => Maison de la Paixè è un progetto architettonico cuore del Campus de la Paix e rappresenta una piattaforma importante a livello mondiale per le questioni legate alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo. L’obiettivo della Confederazione di rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospitante organismi ed eventi internazionali trova concretezza in progetti d’infrastruttura come questo che consolidano l’offerta “intellettuale” di Ginevra.
Questo edificio spettacolare di vetro con una forma particolare che ricalca il disegno di sei petali, situato nel cuore del distretto internazionale di Ginevra, nei pressi della sede europea delle Nazioni Unite, nasce per accogliere i dipartimenti di ricerca e amministrazione dell’IHEID, oltre che un campus per gli 850 studenti, prima sparsi in tutta la città. Inoltre, qui troveranno posto tre organismi finanziati dal governo svizzero: il Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF), il Centro di politica di sicurezza (GCSP) e il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD). L’edificio ospiterà infine diverse altre organizzazioni che si occupano di promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo a livello mondiale.
Insieme, l'Istituto e i tre Centri, rendono la Maison de la Paix un importante polo di competenza internazionale che rappresenta il contributo della Svizzera alla promozione a livello mondiale della pace e della cooperazione internazionale.
La posizione della Maison de la Paix è unica per la sua dislocazione nel cuore della Ginevra internazionale, vicino all’aeroporto e alla stazione ferroviaria centrale, e facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
A seguito di un concorso internazionale di architettura, l’architetto Eric Ott (IPAS, Neuchâtel) è stato selezionato per l’originalità della proposta in risposta alle necessità di spazio e concetti dell’edificio.
Il disegno dalla forma rettangolare allungata ricorda i petali di un fiore, tanto che, fin da subito,"Petalo" è diventato il termine per descrivere ogni parte dell'edificio.
La leggerezza del volume dell'edificio dunque si materializza in petali diversi tutti riposti su un unico basamento.
Le linee curve del vetro che riveste le facciate, e le differenze di altezza di ogni petalo, creano una struttura spettacolare ed elegante, che prende vita e si evolve a mano a mano che il visitatore si muove intorno ad esso.
La molteplicità delle curve all'interno dell'edificio, in assenza di un unico muro rettilineo, crea stanze originali e suggestive.
Gli ambienti più suggestivi sono l'auditorium Ivan Pictet, la scala a chiocciola nell'atrio del primo petalo e la le connessioni curve tra i due livelli della libreria. Oltre al movimento apportato all’intero complesso, questi spazi conferiscono all'edificio una forte identità basata su di una notevole armonia.
L'area riservata per l'Istituto comprende:
600 posti dell’auditorium Ivan Pictet, suddivisibile in due sale più piccole da 400 e 200 posti
Un auditorium da 100 posti
La Biblioteca Kathryn e Shelby Cullom Davis, che copre 4.500 mq su due livelli con 330 postazioni di lavoro
11 aule e 10 sale per seminari
Una caffetteria con 170 posti, nonché una terrazza con 60 posti a sedere
La struttura
L'edificio è costituito in parte da cemento armato in lastre fondato su una struttura tubolare, rinforzato da travi visibili sulla facciata a forma di croce. L'intera struttura è ancorata a terra con pali fino a 20 metri di profondità. All'ingresso principale, una sporgenza di 21 metri è stata realizzatagrazie ad un traliccio ad arco posto nella facciata del primo petalo. Nella sala principale, l'imponente struttura tridimensionale che poggia su sei colonne consente panoramisconfinati. Infine, i 37 metri diluce libera che coprono le scale sotto il quarto petalo, hanno richiesto un traliccio ad arco nella facciata del petalo (Elementi orizzontali con travi HEM260collegati attraverso ROR 323,9 x 25 mm.).
Per quanto riguarda la struttura, realizzata da Stahlbau Pichler, i 6 “petali” sono costituiti da acciaio S355, le strutture portanti verticali sono costituite da tubi tondi ROR 323,9 x 25 mm. Controvento verticale a traliccio a croce di. S. Andrea e dispositivi anti-foratura fanno parte della struttura metallica in forma di strutture trasversali.
Tutto l’assemblaggio è stato realizzato sul posto.
Le facciate
Ancora a Stahlbau Pichler è toccato il prestigioso compito di sviluppare le facciate dell’intera “Casa”.
Oltre 15.000 mq di facciate in acciaio a doppia pelle.
La facciata dell'edificio è a doppio strato. Lo strato interno è dotato di vetro triplo ad elevate prestazioni, che garantisce protezione termica massima, e un sistema automatico che gestisce la quantità ideale di sole negli uffici, nonché un ottimale irradiamento del calore. Un secondo strato di doppio vetro, separato dal primo strato da una passerella per la manutenzione, offre uno schermo acustico supplementare e protezione dall’inquinamento della ferrovia e della città. Le facciate a doppia pelle sono ideali per creare un microclima interno ed una qualità dell’aria indoor migliore rispetto ad un sistema di rivestimento tradizionale: costituendo una doppia pelle, il paramento esterno è un vetro camera basso-emissivo, e quello interno, apribile per consentire l’accesso all’intercapedine, è costituito da una lastra di vetro singolo. L’intercapedine ventilata include il dispositivo di schermatura della radiazione solare.
Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichlerè in grado di resistere ai carichi di progetto (vento, peso proprio, neve,…) agenti sull’edificio in base alla sua ubicazione, proteggere l’edificio dall’ambiente esterno (variazioni di clima, intemperie,..), garantendo che non ci siano per esempio infiltrazioni di acqua e garantisce le migliori caratteristiche termiche e acustiche, assicura la protezione dal fuoco in diverse forme e le sue prestazioni durano nel tempo conferendo all’edificio un determinato valore estetico nel rispetto della sua funzionalità.
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[post_content] => Per il prossimo evento internazionale Expo 2015, il progetto vincitore del concorso per la realizzazione dell'Infopoint di Expo Milano 2015 è risultato Expo Gate, e Stahlbau Pichler è il partner scelto per realizzare le strutture di questo importantissimo punto di riferimento.
Expo Gate, progetto firmato Scandurrastudio, è costituito da due padiglioni a forma di tronco di cono con struttura in acciaio e vetrati e da una piazza centrale tra i due elementi. Il concept del progetto è proprio quello di creare una porta attraverso la quale entrare nell'esposizione universale del 2015. L’Infopoint sorge in Largo Cairoli (via Beltrami) e sarà luogo di incontro, spazio di socializzazione, nonché punto informativo per l'esposizione universale.
L'Infopoint di Expo 2015, è stata di fatto la prima opera di Expo ad essere realizzata e la prima ad entrare in funzione; è stata infatti inaugurata il 10 maggio 2014.
La gara d'appalto, con forte valenza tecnica, è stata aggiudicata all'ATI vincitrice proprio per le migliorie tecniche presentate. In questa proposta fortissima rilevanza ha avuto l'involucro affidato a Stahlbau Pichler e al contempo la velocità di realizzazione definita dal Capitolato in 150 giorni naturali consecutivi dalla consegna dell'area. La stagione invernale e le festività natalizie, riducendo il tempo utile effettivo, hanno obbligato le imprese ad una vera e propria lotta contro il tempo vincolandole all'adozione di soluzioni idonee alla velocità di realizzazione richiesta. Difficoltà ulteriore è stata messa dall'ubicazione dell'opera, proprio nel centro di Milano e sopra al mezzanino della metropolitana, di qui l’imposizione per le imprese di eseguire, oltre alle verifiche strutturali, trasporti notturni per evitare il caotico traffico milanese.
Progetto architettonico
Il progetto, che ha l’obiettivo di riqualificare via Beltrami, collegamento tra Foro Bonaparte e il Castello Sforzesco da una parte, e Largo Cairoli dall'altra, si sviluppa secondo un concept che è quello di creare una porta attraverso la quale entrare nell'esposizione universale del 2015.
Il progetto propone una piastra aperta, il suolo libero è caratterizzato da una piazza centrale e due padiglioni a “casello” laterali. Si ritrova infine una porta di accesso a Expo. La principale caratteristica di Expo è quella di essere un dispositivo trasformabile e adattabile senza che questo perda la propria forte identità.
Le strutture esterne fungono da supporti per i diversi strumenti di comunicazione, dagli stendardi alla grafica luminosa, trasformandosi periodicamente e assumendo connotazioni differenti nel tempo.
Al centro dei due padiglioni uno spazio “vuoto” fungerà da vero e proprio punto di informazione. Il richiamo all’impianto urbano ottocentesco è evidente, come pure il rimando al sistema assiale di spazi pubblici che dal Duomo porta all’Arco della Pace.
Due grandi vele trasmetteranno informazioni in tempo reale, mentre le vetrate lasciano visibili le attività che saranno ospitate all’interno.
L’opera è stata realizzata secondo principi di leggerezza, trasparenza, modularità, caratteristiche tipiche dell’acciaio sviluppato in grandi volumi reticolari e aerei, essenziali anche per ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Struttura in acciaio ed Involucro
L'involucro è costituito da una struttura portante a vista in tubi di acciaio verniciati RAL9010 con sezioni minime, tali da formare una struttura molto leggera e trasparente, e da una facciata vetrata "appesa" alla struttura stessa.
I fabbricati hanno forma piramidale e dimensioni di 41 x 15 m, con un’altezza di circa 19 m. La struttura portante, interamente a vista, prevede l’utilizzo di 140 tonnellate di acciaio.
La facciata vetrata, che si presenta quindi arretrata rispetto al filo della struttura esterna, è costituita nella quasi totalità da vetrazioni serigrafate con motivi a pallini colore RAL9010 e con una copertura dell’ 80%.
I vetri hanno ricevuto inoltre un trattamento di tipo “autopulente”, a base di biossido di titanio.
Le facciate impiegano sistemi Schüco AOC 50 nella variante SG (Structural Glazing), per un design uniforme senza compromessi per i valori di isolamento.
La copertura è costituita da una statigrafia "a secco", composta da lamiera grecata, isolamento termico e acustico, barriera antivapore ed infine lamiera aggraffata per la parte a vista.
Il piano terra si caratterizza per una facciata continua con vetrazioni trasparenti e profili portanti in acciaio inox lucido. Le porte d'ingresso, con luce netta da 3000 mm, sono state perfettamente integrate nella facciata stessa.
Progettazione 3D
Particolare attenzione è stata dedicata alla progettazione costruttiva, con l'obiettivo di semplificare e velocizzare non solo l'ingegnerizzazione, ma anche e soprattutto la produzione in officina e l'assemblaggio in cantiere.
"Trattandosi di tubi a sezione circolare si è resa necessaria la progettazione con modellazione solida, sia per lo sviluppo dei vari nodi e sia per velocizzare la progettazione costruttiva dei singoli elementi che dovevano essere sagomati con il taglio laser prima di essere assemblati in semilavorati. E' risultata inoltre piuttosto complessa la progettazione dei nodi di connessione tra la struttura in acciaio e l'involucro vetrato", ci racconta Stefano Cumer, Project manager di Stahlbau Pichler per l’intervento.
Per l'attività di progettazione si è quindi rivelato decisamente vincente il forte lavoro in team all’interno dell’azienda Stahlbau Pichler, con una intensa e continua interazione e collaborazione tra il gruppo di lavoro che ha seguito tutta la parte di statica ed i modellatori grafici; quest'ultimi hanno operato sulla piattaforma 3D tekla structures.
In tal modo è stato possibile conciliare al meglio le esigenze strutturali con la necessità di tempi stretti per la progettazione costruttiva e la gestione complessiva di procedure e tempistiche dell’officina.
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[post_content] => Questo progetto di area dismessa rientra nella strategia di recupero del patrimonio immobiliare voluta dal comune di Milano.
Si tratta di una nuove strategia urbanistica che cerca di giungere al rallentamento del consumo del suolo, la nuova operazione milanese per rifunzionalizzare aree abbandonate, anche disegnandone nuove porzioni per far riacquistare alla città una sua parte importante e storica. Sotto la spinta di questa nuova sensibilità, il cuore dell’immenso quadrilatero occupato un tempo dai capannoni dell’Ansaldo di via Bergognone, in zona Tortona, è stato destinato, nel 1999, a trasformarsi da archeologia industriale del primo Novecento a “la Città delle Culture”.
L’impianto originario risale infatti al 1904 ed è riconducibile all’impresa automobilistica di Roberto Zϋst. Già nel 1908 però le officine vengono rilevate dall’AEG per la produzione di componenti elettriche e dinamo, giungendo, dopo una serie di passaggi, al gruppo Finmeccanica-Ansaldo, nel 1966, che si occupava qui della costruzione di locomotive, carrozze ferroviarie e tramviarie.
Il concorso per l’assegnazione del progetto, bandito dall’allora assessore a Cultura e Musei Salvatore Carrubba con il direttore centrale Alessandra Mottola Molfino, premia David Chipperfield, stimando la proposta dell’architetto di fama internazionale la soluzione che “meglio risolve il rapporto tra nuovo e vecchio, senza dissonanze, ricercando i propri valori in un non facile contesto”. L’idea del progettista è in sostanza quella di recuperare la lunga cortina edilizia su via Tortona, dentro la quale ricavare con disposizione sequenziale gli spazi destinati al Museo archeologico, al Casva, al Laboratorio di marionette Colla e alla Scuola di cinema, con un colonnato in cemento aperto verso il lato interno e di costruire invece una parte nuova da dedicare al centro delle culture extraeuropee. Questo nuovo volume nasce per essere la vera e propria immagine distintiva dell’intero intervento, un grande corpo ondulato, polilobato, assolutamente in contatto diretto con la luce.
Tra il 2001 e il 2003 vengono redatti e consegnati i progetti preliminare, definitivo ed esecutivo. Ad oggi il lavoro è completato al 90%, tutte le strutture sono state terminate, mancano solo gli arredi interni.
Un nuovo spazio destinato a tutte le culture contemporanee: sarà il cuore pulsante di un anello di edifici industriali riconvertiti.
Come ha spiegato Stefano Boeri, assessore alla cultura del Comune di Milano e promotore della nuova chiave di lettura del progetto, la visione museologica è stato riorientata, favorendo un luogo dedicato all'interculturalità, senza intaccare la configurazione dell’edificio, ma intervenendo sulla logistica degli spazi funzionali. Qui le culture planetarie e quelle locali potranno confrontare le loro differenze e sintonie. Con i suoi circa 8600 metri quadrati di superficie distribuiti su tre piani, lasciando esclusi i collegamenti verticali, i locali tecnici, il grande parcheggio interrato, l'edificio è composto da un sistema di parallelepipedi grezzi, simili alle strutture industriali preesistenti, secondo il pensiero creativo di Chipperfield, che al piano terra ospiteranno gli spazi pubblici (bookshop, caffetteria, didattica, biblioteca, mediateca, uffici...) oltre a uno spazio per il Forum Città Mondo (500 associazioni delle comunità presenti a Milano, da 80 Paesi), depositi e laboratori. Una grande attenzione alla libertà di circolazione, sia in orizzontale che in verticale, contraddistingue gli ambienti interni e dà spazio ai linguaggi audiovisivi.
Si tratta di un progetto che rimette in discussione il concetto classico di museo visto come statica esposizione di una collezione per diventare invece un Forum delle Culture, uno spazio aperto alla condivisione e alla circolazione delle pratiche artistiche, tentando di dare il via ad un circolo virtuoso per la vita intellettuale della città.
L'opera è costruita da un’ATI guidata dal consorzio formato da CCC per le opere civili e di impiantistica meccanica, Stahlbau Pichler per le opere strutturali in acciaio ed i sistemi di facciate e Gemmo per l’impianto elettrico.
Lo sviluppo architettonico
L’edificio si mostra sostanzialmente fedele al progetto iniziale imperniato sulla ricerca di leggerezza dell’originaria imponenza del lotto attraverso la creazione del corpo centrale caratterizzato, in opposizione all’esterno dell’edificio senza aperture, dall'atrio completamente vetrato messo in opera con una particolare forma organica con sagoma ondulata, a riprendere il concetto di piazza coperta, attorno alla quale si apriranno le sale espositive di tagli diversi e modificabili in modo flessibile. Il volume, costruito in vetro acidato con superfici paraboliche, fungerà da lanterna per la città nelle ore serali. Costretta su tutti i lati da edifici e strutture nate nel tempo per necessità lavorative senza un previo studio urbanistico, l’architettura gioca sull’introspezione, filtrando lo sguardo del fruitore attraverso il contrasto tra linee e curve, le prime a protezione delle seconde, centrando il tema comunicativo sull’introflessione, sul raccoglimento quasi meditativo.
All’esterno dunque la struttura si può leggere come un allineamento di stereometrie squadrate interamente rivestite in zinco-titanio, atto di riverenza nei confronti del contesto industriale dell’Ansaldo. Questi corpi spigolosi e rigidi circondano, quasi a proteggerlo, il cuore dell’intervento, che pare sbocciare con linee di luce che disegnano la struttura quadrilobata dell’atrio di vetro opalescente. Un cristallo di luce, inaspettatamente flessuoso e dagli ampi respiri, introduce le retrostanti sezioni del museo, organizzate in cluster di sale rettangolari adiacenti che si susseguono in ordine gerarchico di grandezza, studiate per dare la possibilità di scegliere chiusure selettive degli ambienti e assecondare la rotazione delle collezioni a museo aperto, tutto ciò mantenendo la filosofia della continuità del percorso del visitatore.
A occuparsi dell’atrio centrale, delle facciate e di tutto l’involucro in generale Stahlbau Pichler con un team di ingegneri e tecnici impegnati su un progetto ambizioso, ma allo stesso tempo davvero appagante.
Saliti nel cuore del progetto quindi, si emerge in questo alto e luminoso corpo di vetro opaco, una sorta di fiore dalle forme fluide e accoglienti, snodo dei percorsi che di qui portano all'auditorium, agli spazi per le esposizioni temporanee, dove l’insolita altezza è illuminata dalla luce zenitale, intercettata da lucernari in copertura e integrata da lampade a regolazione automatica. Sempre partendo da quest’anima centrale è possibile recarsi ad altre sale destinate a ospitare piccoli nuclei delle raccolte etnografiche, pensati per instaurare di volta in volta un dialogo con le mostre di contemporanea che si terranno nelle aule contigue. All'ultimo piano, il bar e il ristorante, anch’essi vetrati e quindi pieni di luce.
Le gallerie sono parallelepipedi taglienti in cemento gettato in opera posate su un solaio di trasferimento alto 1 metro, sorretto da colonne di 80 cm di diametro e scavato da profondi cassettoni prefabbricati. Il pian terreno presenta un carattere plastico e scuro che disvela al visitatore la luce della hall, enfatizzando il sorprendente effetto di respiro della stessa.
Al piano terra il soffitto a cassettoni e il cemento armato faccia a vista ricordano l'atmosfera dell'area Ansaldo. Sale dipinte di bianco con soffitto in barisol al primo piano fanno entrare la luce negli spazi espositivi. La pavimentazione è nei toni del grigio scuro, in pietra basalto etneo. L'effetto sorpresa arriva con i colori vivaci delle pareti al piano terra. Due piani interrati sono dedicati ai parcheggi.
Fuori terra ci sono 12 mila mq di superficie lorda costruita di cui 1.500 mq per le esposizioni permanenti e 850 per quelle temporanee.
Le strutture e le facciate
La struttura in acciaio della grande “lanterna” centrale e le facciate sono state realizzate da Stahlbau Pichler seguendo un disegno tanto pulito visivamente quanto complesso dal punto di vista realizzativo.
Andando a vedere la sezione verticale della lanterna possiamo identificare: scossalina in alluminio preverniciato, lastra di compensato marino da 20 mm, manto impermeabilizzante a base bituminosa, supporto puntuale per lastra di compensato marino, elemento stabilizzante del montante verticale, isolamento termico con doppia lastra di polistirene estruso, elementi di ancoraggio del montante della facciata vetrata alla struttura in acciaio retrostante, corpo illuminante, struttura in acciaio verniciato bianco, colonna in acciaio verniciato bianco, trave di bordo in acciaio.
La facciata continua esterna è realizzata con profilati in acciaio e cartelline esterne in alluminio preverniciato. Il vetrocamera è composto da doppio vetro stratificato con interlayer di pvb opalino e lastra interna ad assorbimento termico. Il grigliato in acciaio preverniciato bianco presenta una maglia 44x44, di altezza 25/10 mm e s=2 mm, fermapiede in acciaio preverniciato bianco, giunto orizzontale con sigillatura siliconica, corpo illuminante con riflettore bianco, staffa di ancoraggio in acciaio preverniciato bianco della facciata continua esterna alla struttura in acciaio retrostante, colonna in acciaio verniciato bianco, struttura d’irrigidimento in acciaio.
Il rivestimento in alluminio preverniciato è stato predisposto con isolante termico a doppia lastra di polistirene estruso di spessore minimo pari a 8 cm, massetto di pendenza in calcestruzzo alleggerito a pendenza min. 1%, soletta in calcestruzzo armato, struttura in acciaio di supporto per la vetrata della vetrina espositiva, controsoffitto in lastre fonoassorbenti avvitate su orditura metallica, piatti in acciaio calandrati preveniciati in bianco per il fissaggio del vetro, corpo illuminante montato su binario a incasso.
La parete vetrina espositiva è stata realizzata in vetro curvo extrachiaro stratificato 10+10 mm e il pavimento sopraelevato ha finitura in basaltina, supporti verticali regolabili, cordolo in calcestruzzo armato. La base della vetrina espositiva è stata prevista in pannelli modulari di mdf verniciato con piastra in acciaio verniciato bianco da 10 mm pantografata al plasma.
La facciata continua interna è realizzata con intelaiatura perimetrale in alluminio e vetro curvo extrachiaro stratificato con interlayer di pvb opalino e acidatura sulla superficie interna all’atrio.
La struttura è in acciaio, il telaio di supporto della vetrata interna è in alluminio preverniciato bianco, la lastra di tamponamento in cartongesso e i pannelli sono modulari sandwich in mdf bianco, apribili per ispezione con cerniere a scomparsa e meccanismo di chiusura nascosto.
Montanti e traversi in acciaio sono tutti verniciati in colore bianco.
Il vetrocamera, del tipo doppio stratificato, è composto da: lastra esterna extrachiara 66.2 con pvb opalino, intercapedine d’aria 16 mm, lastra interna float 44.2 ad assorbimento termico.
Conclusioni
La Città delle Culture incarna in sostanza la concretizzazione di un esteso e articolato parco tematico culturale all’interno dell’area industriale dove si ergevano gli insediamenti produttivi dismessi dell’Ansaldo. L’area interessata dall’intervento si trova a Sud-Est di Milano, non lontano da Porta Genova e dalla circonvallazione esterna della città. Si snoda lungo via Tortona, via Borgognone, Via Savona e via Stendhal, ne circoscrive il perimetro e ne impone la forma quadrilatera.
La grande piazza interna in vetro sagomato, che definisce la sorgente dell’intero volume e s’innalza a lanterna polilobata dal centro dell’edificio, è l’unica forma organica del progetto ed è pensata per dare vita ad un ambiente protetto visibile dall’esterno, una vera e propria linea di demarcazione e definizione dell’introflessione che accomuna l’opera, la città ed il visitatore. La centralità di questo elemento unita alla refrattarietà visiva delle superfici esterne, rimanda all’introflessione dell’architettura della tradizione milanese, superando ogni inciampo nell’autoreferenzialità.
In ragione della dislocazione territoriale dell’area dove sorge la Città delle Culture, ovvero uno dei contesti urbani di Milano più in evoluzione, è stato giusto prevedere spazi flessibili capaci di accogliere nuovi stimoli ed essere ridefiniti nel tempo. L’interazione con le attività in essere nella zona consentirà di valorizzare le aree dedicate alle mostre temporanee, l’auditorium, ed i laboratori, gli spazi per la didattica ed i negozi. Sinergie con l’esistente e con il possibile manterranno in vita nel tempo il nuovo polo culturale. Di contro la Città delle Culture farà da stimolo per le attività della zona, richiamando persone e impedendo una frammentazione dispersiva, mantenendo piuttosto la spinta verso i temi della novità e della creatività.
Lo sviluppo, dalla progettazione alla realizzazione di tutte le strutture in acciaio e delle facciate di quest’opera ha rappresentato per Stahlbau Pichler una nuova sfida dalle grandi soddisfazioni.
CreditsModelli David Chipperfield Architects, A-Models, Metthew Marchbank, Vista Models
Illuminotecnica Ove Arup & Partners, Mario Nanni Progettista
Preventivi e computi Tim Gatehouse Associates, F & P Cantieri
Direzione artistica David Chipperfield Architects e Italsocotec (consulenti)
Direzione lavori Comune di Milano, Direzione Centrale Tecnica
Strutture in acciaio e involucro Stahlbau Pichler (per le strutture e le facciate dell’atrio centrale, per le facciate vetrate ed i rivestimenti in Zn-Ti di tutto l’intervento)
Project Manager: Diego Pulici
Design Manager: Massimo Colombari
Imprese Consorzio Cooperativa Costruzioni: Ansaldo 2011 composta da Cooperativa di Costruzioni Lavoranti e Muratori, Società Cooperativa Muratori Sterratori ed Affini per le opere edili e le finiture; Stahlbau Pichler per tutte le strutture in acciaio e le facciate; Gemmo Impianti per impianti elettrici e speciali; Cooperativa Cefla per impianti meccanici.
Strutture: Sajni & Zambetti.
Impianti: Manens Intertecnica, Ove Arup & Partners
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Levi’s Store di Milano, struttura metallica e facciate Stahlbau Pichler
Il building Levi's di Milano è un edificio architettonicamente affascinante e al contempo funzionale.
Una grande struttura senza barriere di vetro e acciaio a tre piani con terrazzi e giardini.
Posizionato in una zona in forte sviluppo, quella del business center Maciachini, lo store di casa Levi’s si propone come un box di trasparenze evoluto in forma di open space, dove l’aria che porta fermento ad idee e proposte è libera di girare e la luce entra ad illuminare un ambiente dove tutti i reparti vivono quotidianamente fianco a fianco. Il nuovo building Levi's, progettato da Italo Rota, è un edificio architettonicamente seducente e al contempo funzionale. Tre piani con terrazzi e giardini, capaci di raffigurare appieno la filosofia Levi's: niente barriere, pareti trasparenti, uno spazio aperto appunto dove sviluppare una collaborazione a 360°. La nuova sede Levi Strauss Italia di Milano ha strutture e facciate costruite da Stahlbau Pichler.
[caption id="attachment_488158" align="aligncenter" width="600"] Esterno del Levi's Store[/caption]
La realizzazione della struttura, su progetto dello studio Planning di Bologna, è stata seguita con estrema precisione, com’è nello spirito dell’azienda di Bolzano. Oltre alle strutture, sempre a Stahlbau Pichler sono stati commissionati il progetto esecutivo e la realizzazione delle facciate.
Su progetto architettonico di Italo Rota, il sistema costruttivo delle facciate si articola attraverso montanti e traversi in acciaio e superfici vetrate, che si sviluppano a loro volta su di un totale di 2700 mq.
Per la realizzazione dei profili l'azienda ha utilizzato un acciaio fabbricato ad hoc tagliato per mezzo di taglio termico RAICO SG2-56 - Uf=0,9.
La struttura in acciaio è stata poi verniciata in opera e le fughe dei vetri sigillate strutturalmente con sigillante SIKA.
Un edificio reso unico dall’attenzione dedicata all’impatto estetico, assicurato dall’utilizzo, per la giuntura della struttura intera, di nodi con fissaggio nascosto e di saldature in opera.
[caption id="attachment_488159" align="aligncenter" width="500"] Particolare della struttura vetro-acciaio della Levi's Store[/caption]
L’andamento armonico e decisamente particolare della facciata è stato raggiunto grazie all’utilizzo di profili tubolari in acciaio dalle differenti misure, essenziali per creare le complesse geometrie tridimensionali della struttura. Un disegno che, nella sua asperità esecutiva, risulta equilibrato e gradevolmente pulito nelle linee, simbolizzando un’antitesi progettuale perfettamente riuscita, un contrasto insito solo nell’essenza esecutiva dell’opera che invece appare assolutamente scevra da difficoltà costruttive nella sua fisicità finale.
Alti livelli di ingegnerizzazione e di finitura estetica distinguono l’impegno esecutivo richiesto da quest’opera la cui progettazione esecutiva è avvenuta in tempi assai ristretti.
L’eccezionalità del montaggio della facciata esterna, giustificata dalla dimensione delle luci di portata (sono oltre 24 i metri di luce libera), si accompagna alla varietà tipologica dei vetri, oltre 300 sagome diverse.
La luce e la trasparenza dunque riaffermano la loro centralità in piena armonia con il masterplan dell’area in cui la sede si inserisce.
[caption id="attachment_488160" align="aligncenter" width="600"] Vista interna dell'edificio[/caption]
Levi’s store è quindi uno straordinario punto di incontro tra l’essenza del business park, indipendente e completo, e l’interattività di un centro metropolitano. Straordinaria è infatti la posizione di questo progetto che mantiene una eccezionale capacità connettiva con il quartiere e le zone limitrofe.
Il Levi’s store può difatti usufruire a pieno delle vie di passaggio che s’innervano nell’intero parco. Nuove strade interne al Business Park, un percorso pedonale che taglia in diagonale il sito, percorsi ciclopedonali assicurano un flusso di persone continuo, condizione ideale per lo store.
Superfici vetrate: 2700 mq
Profili di facciata (materiali, tipo di taglio, trattamenti in superficie):
Profili in acciaio ad-hoc Stahlbau Pichler SRL
Sistema facciata a taglio termico RAICO SG2-56 – Uf=0,9
Sistema facciata fredda ad-hoc Stahlbau Pichler SRL
struttura in acciaio verniciata in opera
Fughe dei vetri sigillati strutturalmente con sigillante SIKA
Acciaio utilizzato (quantità): 180ton - S275JR
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[post_content] => Una lanterna in acciaio e vetro ridisegna in chiave contemporanea il paesaggio urbano del centro storico di Roma: si tratta del palazzo dell Ex Unione Militare, sito tra via del Corso e via Tomacelli, che dal piano terra attraversa i quattro piani dell' edificio fino ad emergere a copertura della terrazza panoramica con vista sulla cupola della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso.
La lettura del contesto storico in chiave contemporanea ha privilegiato un intervento leggero sugli esterni dell' edificio, il cui primo nucleo risale alla fine dell 800, concentrando la progettazione negli interni e in copertura. Il restauro degli esterni ha posto l attenzione sul recupero e sulla valorizzazione delle originali linee architettoniche del palazzo. L architettura delle facciate e' stata messa in risalto da un intervento di light design dalle linee essenziali che dona contemporaneita' all edificio mettendolo in connessione con la citta'.
Icona del progetto, cuore dell intervento, e' la grande ''Lanterna''. Una struttura in acciaio e vetro dalla geometria triangolare che attraversa tutto l'edificio che contiene i collegamenti verticali, i vani di servizio, i vani accessori e parte degli impianti. Il vuoto a tutt' altezza creato dalla ''Lanterna'' dona uno scorcio lungo la struttura dei vari piani interconnessi tra loro attraverso delle passerelle. In copertura la ''Lanterna'' tocca un' altezza massima di circa 7,50 mt dal livello calpestabile e ospita uno spazio panoramico di circa 300 mq.
Dai punti panoramici della citta' la ''Lanterna'' inondata dalla luce naturale assume i contorni di uno specchio irregolare piuttosto che di un lago ghiacciato, mentre al passaggio delle ore notturne si illumina assumendo i contorni di una grande lampada.
Di sera le facciate dell' edificio si illuminano e diventano come la scena di un teatro, le atmosfere cambiano e il pubblico puo' assistere dall'esterno allo spettacolo interno di luci e colori.
Ogni piano apre al pubblico uno spazio unico contraddistinto da pavimenti decorati con ''bolle'' di diversa grandezza e colore, dalle tonalita' rosso, arancio, viola su base di colore bianco. Il piano terra, pensato per ospitare un grande bazar pieno di colori, oggetti e accessori e' un grande spazio aperto e permeabile che collega via Tomacelli con l'adiacente piazza.
Gli arredi su design Fuksas sono stati concepiti come elementi ludici che ricordano giochi per bambini. Sono oggetti scultorei dalle linee fluide perlopiu' in vetroresina e contraddistinti dal colore bianco lucido.
Tavoli, desk, pouf, espositori, trottole per abiti e accessori che si inseriscono armoniosamente negli ambienti espositivi. Le trottole si aprono come petali a ventaglio alla stregua di installazioni artistiche. Specchi dalla forma ovale riflettono gli arredi, le luci e i colori in un tutt uno. A fare da quinta scenica la ''Lanterna'' che si apre al passaggio su ogni piano. I controsoffitti si illuminano attraversando uno spettro di colori che richiamano quelli dei pavimenti. Una scala con gradini in vetro illuminati da led e con superfici specchianti collega e impreziosisce gli spazi.
Al livello interrato, a seguito degli scavi preliminari, e' stato riportato alla luce un monumento sepolcrale databile alla prima meta' del II secolo a.C. Il sepolcro si presenta come una struttura in blocchi di tufo e lastre di travertino con un podio alto oltre quattro metri e mezzo su cui poggia la cella, che doveva presentarsi parzialmente coperta. La fronte rivolta verso via Tomacelli e' un dettaglio importante, poiche' l'attuale strada corrisponde all' antico asse che conduceva al «Portus Vinarius» sul Tevere. Per conservare e valorizzare i reperti, e' stata ideata una pavimentazione vetrata per regalare al visitatore uno scorcio sui resti archeologici.
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Realizzazione di nuove sedi delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell’Università di Torino
La realizzazione delle sedi delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino sulle aree che furono di Italgas, rientra in un più ampio programma avviato dall’Università stessa alla fine degli anni Novanta, quando l’Ateneo torinese acquisì le aree dismesse tra la Dora e corso Regina Margherita.
A vincere il concorso internazionale bandito dall’Università è stato un progetto firmato dal gruppo composto da Benedetto Camerana, Foster and Partners (lead architect), Tecnimont, Mellano Associati, Giugiaro Design, I.C.I.S.
Sulla base di questo piano, una zona un tempo industriale si sta trasformando dunque in un nuovo quartiere culturale, abbellito da spazi verdi, vitalizzato da piazze e luoghi aperti in grado di assicurare una stretta sinergia tra studenti ed abitanti. Ciò in risposta ad uno dei concetti chiave dell’idea architettonica, quello di una chiara tensione verso una vera integrazione della struttura Universitaria con la città.
Il complesso si propone con importanti collegamenti con il centro storico ed i principali viali cittadini. Il punto di connessione tra il nuovo insediamento ed il percorso urbano è assicurato dall’ingresso di Corso Regina Margherita con la palazzina dedicata alle segreterie e circondata da una importante area verde.
Il nuovo complesso si snoda intorno ad una grande piazza principale dalla forma circolare e comprende due distinti fabbricati, destinati ad ospitare rispettivamente le due facoltà con i relativi dipartimenti e laboratori linguistici, i servizi per gli studenti e la grande biblioteca interdipartimentale, affacciata sul fiume.
Gli edifici si aprono sullo spazio esterno attraverso facciate trasparenti dalle linee morbide e si fondono attraverso la copertura costituita da un’unica struttura ondulata. Caratterizzato dalla luminosità e dalla leggerezza, il complesso ripropone a momenti alterni passaggi aperti che fungono da collegamento tra le aree pubbliche ed il giardino interno, cuore circolare verde di tutti i percorsi cinto da portici.
I due grandi edifici sono adagiati in prossimità dei lati esterni di maggiore lunghezza, con andamento rettilineo verso l’esterno e curvilineo verso l’interno, avvolti attorno alla splendida piazza centrale. Nell’ala delle facoltà, tra il piano terreno e il primo piano, è stato disegnato un auditorium inclinato, mentre nei piani interrati sono sistemati i parcheggi. Il progetto, grazie anche alla passerella pedonale sulla Dora ed alla sistemazione delle sponde fluviali, sa ben sfruttare il contatto con il fiume, creando relazioni visive e sapienti argomentazioni prospettiche con il patrimonio naturale ed artistico della città: l’arco alpino, le colline, la Basilica di Superga e la Mole Antonelliana.
L’impianto progettuale integra anche gli edifici Italgas da conservare lungo Corso Regina Margherita, collocando in essi le segreterie studenti delle due facoltà ed alcuni servizi generali. Il dimensionamento degli spazi relativi alle attività di segreteria è stato attentamente valutato in base alle necessità espresse, individuando una superficie di circa 1020 mq con 10 sportelli, spazi di attesa interni, aulette dedicate, spazi di servizio e di informazione, collegamento diretto con il sottostante archivio. Le dotazioni di servizi per gli studenti dell’intero edificio comprendono, in posizione molto vantaggiosa, la caffetteria con una disponibilità di circa 260 mq e la comodità del collegamento alla soprastante sala studio per complessivi 240 posti su una superficie di circa 680 mq. La grande mensa delle residenze, che potrà essere ampliata rispetto all’attuale dimensione, completa la dotazione di servizi generali per gli studenti che gravitano nel nuovo complesso. La copertura
La realizzazione nel suo complesso si caratterizza per la grande copertura a vela, dotata di superficie non regolare, vero e proprio mezzo di connessione con l’elemento aria e tratto identificativo dell’intero organismo.
Per questa progettazione strutturale, realizzata da Stahlbau Pichler, sono stati adottati schemi architettonici caratterizzati da estrema irregolarità, distorsioni e forme finali dalla crescente complessità, che hanno generato numerosi sistemi strutturali portanti caratterizzati da molte aste convergenti.
La copertura disegna una struttura straordinaria, non solo per la visibilità che se ne percepisce dall’interno del campus, ma anche per la vista godibile dai punti panoramici della città e del suo intorno.
La sua fisionomia, che si dipana lungo al fiume, renderà riconoscibile il Polo Universitario all’interno del panorama torinese, anche nottetempo quando, illuminato, il tetto brillerà a simboleggiare il contributo dell’Università, e quindi della formazione, alla vita di Torino. La copertura avrà inoltre il compito di ospitare i principali macchinari impiantistici, al di sotto di un “velario” ottenuto con una tela adagiata e tesata sulla sottostante struttura metallica.
La copertura, di superficie approssimativa di 16.700 mq, si sviluppa su un andamento planimetrico pseudo-toroidale, riprendendo ripetitivamente lungo il suo sviluppo un particolare effetto onda, generato dalla membrana strutturale opportunamente tesata su 54 telai tubolari metallici di forma arcuata.
Al di là dell’apparente regolarità del sistema ad onde, la superficie di membrana si caratterizza per una geometria a doppia curvatura costantemente differente in ogni parte dell’intero sviluppo, le strutture metalliche di sostegno della membrana di conseguenza risultano anch’esse prive di regolarità geometrica.La progettazione 3D
Particolare attenzione è stata posta alla studio preliminare di soluzioni nodali con l’obiettivo di una semplificazione e talvolta allo scopo di una effettiva possibilità costruttiva degli stessi nodi che, in alcuni casi, prevedevano fino a 12 aste convergenti giacenti su piani diversi e diversamente orientate.
Essenziale e irrinunciabile è stata la soddisfazione, da parte dei nodi, di una resa statica ottimale nel percorso delle forze nodali; una semplificazione delle operazioni di modellazione grafica tridimensionale e di assemblaggio in officina; la limitazione, per quanto possibile, dell’accavallamento di giunti saldati e dei relativi eccessivi apporti termici; l‘opportuna possibilità di ispezione necessaria per consentire i doverosi controlli non distruttivi alle saldature.
Al fine di ottenere tutte queste garanzie è stato fondamentale uno studio progettuale iniziale approfondito sulla possibilità di fare ricorso, per quanto possibile, a giunti bullonati della tipologia cosiddetta a singola paletta con doppio coprigiunto simmetrico e ad aste tubolari circolari (profili CHS), al fine di svincolare le aste dall’avere una orientazione dei propri assi locali d’inerzia definita ed ottenere, nello specifico, la riduzione della problematica del twisting delle aste, con conseguente orientazione agevole delle connessioni ai nodi.
Dal punto di vista della concezione geometrica dei singoli nodi, queste due soluzioni hanno consentito di poter sfruttare, di volta in volta, un doppio grado di libertà rotazionale (attorno all’asse longitudinale) nell’orientazione asta/paletta, al fine di poter realizzare quanti più allineanti complanari tra le palette possibili e poterle connettere ai tubi vincenti tramite unici piatti di trasferimento.
Per la progettazione delle strutture metalliche di copertura si è reso dunque necessario un forte lavoro in team all’interno dell’azienda Stahlbau Pichler, con una intensa e continua interazione e collaborazione tra il gruppo di lavoro che ha seguito tutta la parte di statica ed i modellatori grafici che hanno operato sulla piattaforma 3D tekla structures per la modellazione delle strutture in acciaio dell’azienda. In tal modo è stato possibile conciliare al meglio le esigenze strutturali con la necessità di tempi stretti per la progettazione costruttiva e la gestione complessiva di procedure e tempistiche dell’officina.
Per questa progettazione è stata davvero fondamentale la capacità di gestione di informazioni, nel minimo dettaglio, controllando sempre gli stadi del processo ingegneristico, lavorando tutti in tempo reale su ogni avanzamento. La scelta di una piattaforma 3D avanzata ha consentito di poter condurre l’intero lavoro con precisione pur nello scambio continuo e nel passaggio di informazioni ed idee.
Opportune accortezze sono state adoperate al fine di poter eseguire quanta più parte di posizionamento ed assemblaggio possibile già in officina per le fasi di saldatura.
La costruzione del nuovo stabilimento della Ditta “ATZWANGER S.p.A.” collocato nella Zona Produttiva “Ex-Magnesio” a Bolzano Sud, è un chiaro esempio di edificio a struttura metallica costruito nel totale rispetto delle norme sismiche.
L’edificio progettato ha una superficie coperta di ca 2890,00 m², libero su tutti e quattro i lati e prevede otto piani di cui uno interrato e sette fuori terra.
Nel capannone destinato all’attività produttiva è prevista la possibilità di realizzare un futuro piano intermedio a quota +7,30.
La normativa più recente in materia antisismica impone il calcolo della resistenza alle sollecitazioni sismiche delle strutture secondarie. Le analisi riguardano sia il dimensionamento dei giunti che la resistenza. L’obiettivo è quello di identificare soluzioni costruttive idonee a dare a strutture come le facciate, l’elasticità adeguata ad assecondare i movimenti della struttura principale in caso di evento sismico, con la garanzia della massima sicurezza.
L’edificio, sia in verticale che in orizzontale, è stato concepito secondo moduli ripetitivi in modo da essere così adattabile alle esigenze aziendali.
La configurazione dell’area ha permesso la progettazione di un edificio libero sui quattro lati con possibilità di interessanti sviluppi architettonici attraverso grandi superfici vetrate in facciata.
Passando ad una rapida analisi dello sviluppo progettuale e della scelta dei materiali, procedendo dal basso verso l’alto, l’edificio si compone di un piano interrato in calcestruzzo, i piani fuori terra si sviluppano invece su colonne e travi in acciaio, queste ultime piolate in modo da realizzare in modo estremamente efficiente una struttura collaborante con gli elementi di solaio prefabbricati.
Da progetto il carattere dell’edificio è sottolineato dall’involucro, disegnato e pensato con l’intento di definire il volto del complesso per funzioni. Così ogni area ha il proprio affaccio sull’esterno secondo le differenti necessità interne, tuttavia rispondendo ad un unico canone estetico, per dare vita ad un complesso armonico ed equilibrato.
Le facciate avranno una forte valenza sia funzionale che estetica creando un movimento armonico grazie alle ampie superfici vetrate e al loro accostamento con elementi di diverse dimensioni che assicurano carattere ed energia alla facciata del complesso destinata alla parte amministrativa.
Il piano terra e il primo piano, nel lato rivolto ad Ovest, risalteranno con vetrate continue a tutta altezza, complete di sistema parasole a lamelle con facciate rivestite di materiali metallici di pregio.
Per la parte produttiva, con struttura portante interamente in acciaio, si è scelto di adoperare moduli prefabbricati e pannelli di lamiera metallica con interposta isolamento termico. L´illuminazione naturale necessaria sarà garantita da shed sul tetto e da finestrature sui quattro lati. Nonostante piccole differenze, l`aspetto delle facciata della parte produttiva è stata progettata, nel colore e nel materiale, per svilupparsi secondo un continuo omogeneo con la palazzina destinata agli uffici.
Il tetto prefabbricato del magazzino, isolato con pannelli sandwich studiati appositamente per il sistema di copertura con sagoma grecata esterna, è scandito da shed in acciaio e policarbonato che, inseriti sul tetto con un inclinazione di 30°, riempiono di luce gli spazi interni colloquiando con il movimento dei prospetti esterni che si avvalgono di un rivestimento in pannelli sandwich di parete con lamiera esterna micronervata d’acciaio. In tal modo si punta a dare vitalità al manufatto sottolineando la morfologia architettonica.
Entrando nell’analisi delle principali caratteristiche dell’edificio votate a garantirne la resistenza in caso di eventi tellurici, per gli elementi strutturali verticali è stato utilizzato un acciaio di qualità S275JR e S355JR. Le colonne, trattate con vernici antincendio R30, sono in profilo 2xIPE400 e HEA300. Le travi principali di copertura che realizzano le sezioni a shed sono realizzate con profili laminati IPE400, gli arcarecci sono IPE220, la controventatura di falda è realizzata con L70x7.
La stabilità del sistema contro il sisma è verificata in base alle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 14/01/2008 le quali prevedono per quest’area di costruzione un accelerazione orizzontale massima paria a 0,052 g (nelle nuove norme non esistono più le zone).
Le fondazioni sono del tipo a trave rovescia continua, da questi elementi di fondazione si elevano i muri perimetrali dell’ interrato su cui appoggiano, a livello del piano terra, le colonne perimetrali o nella superficie interna, direttamente le colonne di acciaio tramite il classico sistema di ancoraggio a tirafondi.
L’architettura di questo progetto è stata studiata per dare una immagine forte e identificativa dell’azienda che oggi è in grande espansione e si presenta al pubblico con il volto di una realtà solida ma al tempo stesso dinamica.
L’abilità di Stahlbau Pichler nella realizzazione di questo progetto “chiavi in mano”, è stata quella di fissare nelle strutture, negli spazi, nelle superfici, nella logica stessa della costruzione, non solo la funzione d’uso di ogni singolo ambiente, ma anche il ruolo di attrattore nel contesto urbano.
La nuova sede si inserisce nel panorama altoatesino con l’identità forte di un’architettura capace di modellare materiali altamente tecnologici, plasmare spazi e volumi secondo una sintassi rispondente tanto all’intima natura dell’opera, quanto ai modelli più significativi della ricerca architettonica contemporanea.
Il progetto adotta una soluzione compositiva che si basa su presupposti sia funzionali che economici. Da un lato l’articolazione del complesso è il risultato di uno studio approfondito delle funzioni cui è destinato, dall’altro l’impianto architettonico e progettuale rappresenta l’incontro ottimale tra soddisfazione dell’identità aziendale e contenimento dei costi e velocità di costruzione.
Scheda del progetto
INTERRATO
Posti auto, un magazzino, locali archivio, vani tecnici e di riscaldamento.
EDIFICIO AMMINISTRATIVO
PIANO TERRA
Il Piano Terra è accessibile da sud, dalla via Edison, ed è composto dall’entrata principale per gli uffici, locali per riunioni, una sala di rappresentanza polifunzionale e servizi.
1°/6° PIANO
Al 1°piano trova posto tutta la parte prettamente amministrativa, questo piano è l’unico della palazzina ad avere un collegamento diretto con la parte produttiva del capannone.Nei restanti piani superiori sono previsti uffici e sale riunione dei diversi reparti tutti realizzati con pareti mobili che garantiscono flessibilità nella disposizione.Ad ogni piano ci saranno i servizi igienici separati per uomini e donne di cui uno accessibile ai disabili.Ogni piano è collegato dalla scala centrale con l’ascensore.
CAPANNONE
PIANO TERRA
Il capannone è accessibile sul lato est dalla via Zuegg, oltre alla parte prettamente produttiva vi sono anche delle aree di deposito dei materiali e dei prodotti finiti.Trovano posto anche gli spogliatoi per il personale con i relativi servizi, di cui uno accessibile ai disabili.
1. PIANO
In corrispondenza degli accessi lungo via Zuegg e verso il lato Ovest lungo la via Torricelli trovano posto 2 uffici della produzione.Quello lungo la via Torricelli ha un collegamento diretto con la palazzina uffici.
L’acciaio e l’antisismica
Eventi drammatici come i sismi evidenziano troppo di frequente i limiti delle tradizionali costruzioni industriali: in particolare fra tutte le costruzioni, i capannoni in struttura prefabbricata in calcestruzzo sembrano spesso essere fra le strutture maggiormente colpite.
Così come accade in altri Paesi ad elevata sismicità (prima fra tutti il Giappone e gli Stati Uniti), diventa sempre più sentito il bisogno di realizzare capannoni ad uso industriale con materiali che consentano davvero una risposta sicura ad eventi sconvolgenti come i terremoti.
L’acciaio, materiale che garantisce elevate prestazioni quando utilizzato in zona sismica e che assicura l’assorbimento dell’energia sismica stessa, risulta il materiale per eccellenza in grado di conferire le caratteristiche più performanti agli edifici.
Una struttura in acciaio consente, con una scelta consapevole della tipologia strutturale e una selezione ottimale dei fattori di struttura da adottare nella progettazione, di raggiungere elevatissimi livelli di efficienza e di sicurezza e di costruire pertanto fabbricati funzionali, competitivi, ad alta redditività, ma innanzitutto sicuri.
Al di là degli interventi di costruzione, anche nell’ambito della ristrutturazione degli edifici esistenti l’acciaio risulta essere il materiale più idoneo per gli interventi di adeguamento sismico degli edifici in muratura o cemento armato lesionati.
Stahlbau Pichler, che progetta, fabbrica e costruisce da 40 anni strutture in acciaio in tutta Europa, unendo precisione tedesca e creatività italiana, è in grado di soddisfare ogni esigenza tecnica e costruttiva, rispondendo alle esigenze di sicurezza antisismica.
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[post_content] => Inaugurato nell'estate del 2011, lo stabilimento della vetreria Sangalli di San Giorgio di Nogaro è stato realizzato in tempo record e ha coinvolto diverse aziende dalla progettazione fino alla consegna. Fra queste anche la Frappa Edilizia di Camino al Tagliamento (UD) che ha realizzato l'area produzione dell'impianto, occupandosi di tutte le parti strutturali, finiture e viabilità.
La proprietà della Sangalli ha riconosciuto nella Frappa il partner giusto per quello che al momento dei lavori era il più grande cantiere presente in Friuli Venezia Giulia: tanto che pur non essendolo sulla carta ha ricoperto il delicato ruolo di coordinamento del cantiere gestendo il lavoro fra tutti i partner.
Il giusto premio per un'azienda che negli ultimi tre anni ha visto quasi raddoppiare il fatturato e quadruplicare l'utile grazie ad un approccio tutto teso all'utilizzo delle nuove tecnologie (come il gps). Frappa infatti è capace di garantire la flessibilità di un'azienda di medie dimensioni, capace di adattarsi a tutte le esigenze del cliente, accompagnata però da una gestione accurata delle procedure, vero plus di aziende più strutturate.
La commessa record per la realizzazione della Vetreria di Sangalli nella zona industriale dell'Aussa Corno è stata ottenuta da Frappa nel 2009, a seguito di una trattativa privata. Il costo della realizzazione è stato valutato nella cifra di 12 milioni di euro su 140 totali, divisi fra tutte le
imprese che hanno contribuito al progetto, impegnando Frappa in un cantiere lungo 470 giorni.
Nello stabilimento di Porto Nogaro la “Sangalli Vetro Porto Nogaro SpA “ produce lastre di vetro piano col procedimento di fabbricazione denominato“float”, perché il processo di formatura avviene per galleggiamento del vetro su di un letto di stagno fuso. Il processo produttivo della vetreria è particolarmente complesso: la sabbia del Sahara egiziano, trasportata via ferrovia/nave e ruota fino a San Giorgio di Nogaro, viene collocata nei silos. Il processo di fabbricazione prevede la miscelazione delle materie prime nel rapporto desiderato, l’invio al forno, dove avviene la fusione a circa 1.500 °C. Il vetro fluido viene raffreddato fino alla temperatura di colata pari a
1.100 °C, si forma poi il nastro di vetro per galleggiamento su un bagno di stagno fuso.
Da lì si ha il raffreddamento finale del nastro fino alla temperatura ambiente. Il sistema provvede automaticamente ad individuare, eliminare e poi riciclare il materiale difettato e una volta realizzata la lastra di vetro viene tagliata, impacchettata e immagazzinata, pronta per la spedizione.
La linea di lavorazione ha una lunghezza complessiva di oltre 500 metri, può produrre fino a 22.000.000 di metri quadri di vetro l'anno, coprendo larga parte del mercato italiano.
Il forno costituisce il cuore del processo produttivo ed è stato sviluppato e progettato direttamente alla Direzione Tecnica del Gruppo Sangalli. E’ costituito da una costruzione in mattoni refrattario (8.000 t), sostenuti da una carpenteria esterna con particolari accorgimenti per accompagnare le dilatazioni della muratura durante il riscaldamento. Lungo 70 m, largo 30 m, contiene circa 2.000 tonnellate di vetro fuso ed è fra i più grandi al mondo.
Il forno deve essere tenuto in funzione 24 ore su 24 per tutta la durata della campagna (circa 15 anni) senza alcuna interruzione. Grande attenzione viene dedicata alla progettazione degli impianti elettrici ed delle utilities, con soluzioni affidabili: l'impianto non va mai in stand-by grazie ad una "ruota di scorta".
Frappa, con il capocantiere Massimo Vit, si è presa in carico la costruzione di quattro moduli adiacenti uno all'altro. Per la precisione i seguenti sono i locali eretti: il forno (2650 mq), il bagno (3350 mq), l'area ricottura (2260 mq), il parco rottami (2120 mq), l'area imballaggi (5420 mq), l'impianto fumi (2500 mq), l'impianto acque (860 mq), il silos sabbia (750 mq), l'edificio composizione (550 mq) e la cabina elettrica (460 mq). Frappa è partita all'estremità destra, dal forno fino all'area uffici, mentre dall'altro lato la Beton si è incaricata del magazzino.
I lavori sono cominciati contestualmente, da una parte e dall'altra, e sono terminati dopo circa 22 mesi con l'incontro a metà del cantiere. Non c'è stato nessun problema nel gestire la misurazione degli interventi, le due squadre di lavoro si sono incontrate nel punto giusto, al momento giusto, unendo così le due ali della struttura, lunga ben 800 metri.
Un risultato così preciso è stato reso possibile grazie all'utilizzo di un macchinario d'avanguardia, che giorno dopo giorno sta diventando uno strumento insostituibile per le costruzioni: il gps.
Grazie ad un investimento notevole Frappa si è dotata di due dispositivi satellitari per il rilievo e il tracciamento. Una tecnica di georeferenziazione che ha consentito di mettere in opera “al millimetro” il progetto ideato da Sangalli e di coordinare anche le macchine di movimentazione affinchè gli scavi fossero realizzati nel modo giusto.
Oltre a questa sofisticata tecnica la società di costruzioni ha anche utilizzato il sistema a laser per gestire gli scavi del terreno.
Ma il vero sforzo dell'impresa di Camino è stato quello di essere al completo servizio del committente. Grazie alla sua flessibilità Frappa ha garantito di poter giostrare e muoversi all'interno del progetto e seguire passo passo tutte le esigenze emerse durante la realizzazione.
Parte del personale tecnico dell'azienda è stato trasferito in loco e ogni giorno procedeva a modificare il disegno di base, interfacciandosi da un lato con lo studio di ingegneria e dall'altro con le squadre che dovevano realizzare l'impianto. Uno step by step che ha garantito la piena riuscita dell'opera.
Fra i macchinari utilizzati tre gru a torre, diversi mezzi quali sollevatori telescopici, escavatori, camion, ruspe giganti (dozer) e rulli.
Al termine del nucleo centrale poi la società di costruzioni si è incaricata di edificare anche varie realizzazioni accessorie come i servizi di linea, gli spogliatoi, la mensa, il laboratorio, l'infermeria, gli uffici dell'amministrazione, gli ambienti del reparto manutenzione (che viene fatta a forno acceso), la vasca antincendio – necessaria viste le temperature del forno -, il complesso che stocca il vetro difettato, la viabilità generale e altri corpi minori.
GEOFONDAZIONI
Ancora prima Geofondazioni era intervenuta per le opere di palificazione.
Per la caratterizzazione dei terreni sono state eseguite numerose prove penetrometriche e un sondaggio a rotazione successivamente integrate in corso d’opera da ulteriori 9 prove per l’individuazione di zone con caratteristiche geotecniche particolarmente articolate. Il
dimensionamento delle opere di fondazioni eseguito da Tecnostudio di Udine ha portato ad individuare i pali prefabbricati infissi come particolarmente idonei a svolgere le funzioni richieste.
L’intervento ha occupato un’area di 200.000 mq e considerate le necessità delle quattro zone della struttura sono stati individuati 4 tipologie di pali per i vari carichi di esercizio.
Il dimensionamento è stato confermato a mezzo di prove di carico di progetto tendenti a consentire l’individuazione del carico limite dell’equilibrio palo terreno. Sono state individuate 3 aree caratteristiche delle tipologie dei terreni da attraversare in corrispondenza delle quali sono state
eseguite 7 prove di carico di progetto.
Tali prove, validate dallo Studio Colleselli di Padova, hanno permesso di passare alla progettazione esecutiva individuando i 4 tipi di palo richiesti ed in particolare:
tipo 1) Palo Troncoconico Ø 24 – 42 L= 12,00 m per i plinti del magazzino prodotto finito qes=400 KN
tipo 2) Palo Troncoconico Ø 26 – 47 L= 14,00 m per le strutture delle linee di produzione qes=800 KN
tipo 3) Palo Cilindrico Ø 50 L= 12,00 – 13,00 m per le fondazioni del forno e dei Silos di stoccaggio materie prime (sabbie silicee) qes=900 ÷1.200 KN
tipo 4) Palo Troncoconico Ø 24 – 42 L= 12,00 m per i pavimenti magazzino prodotto finito qes=550 KN.
In totale sono stati impiegati n° 6.898 pali.
Successivamente all’esecuzione delle opere principali, sono stati eseguiti altri pali per le fondazioni delle torri Faro, della Centrale Termica e del deposito Soda per ulteriori n° 400 pali circa. Durante i lavori sono state eseguite anche prove di carico di collaudo in particolare una prova per i pali del forno, quattro per il magazzino prodotto finito, due per la linea di produzione. Una di queste ultime prove è stata eseguita su un palo strumentato con estensimetri e celle piezometriche per controllare la distribuzione dei carichi lungo il palo e la distribuzione delle pressioni al contorno. Questa ultima
prova è stata condotta nell’ambito di una Convenzione di Ricerca tra Geofondazioni Ingegneria e Lavori S.r.l. e l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
STAHLBAU PICHLER
Stahlbau Pichler invece si è occupata della progettazione, cantierizzazione, produzione e montaggio di ben quattro diversi lotti di cantiere.
Il primo ha riguardato le strutture in acciaio e rivestimenti per il capannone.
Quantità: 1.100 tonnellate acciaio, ca.15000m2 rivestimenti esterni (pareti e coperture)
Importo lavori: 3,13 mio
Il capannone in acciaio è caratterizzato da dimensioni notevoli (lunghezza complessiva di ca. 275m, larghezza max. 42m, altezza 21m) ed è suddiviso in settori di geometria differente identificati costruttivamente con i nomi dei vari processi produttivi del vetro presenti nei settori, ossia “forno”, “bagno” e “ricottura”. I profili in acciaio utilizzati sono di qualità S275 e S355 e prevalentemente di tipo laminato. Le colonne in HEB800, HEA550 sono incastrate alla base mediante ancoraggi in
barre filettate in acciaio ad alta resistenza e contropiastre di riscontro. La notevole luce libera interna del capannone è ottenuta da travi reticolari tipo Mohnie di copertura costituite da profili laminati vari (HEA, HEB, L) imbullonati tra loro. Il rivestimento di copertura appoggia su arcarecci in profili HEA ed IPE. La stabilità globale dell’edificio è garantita dal funzionamento a telaio del
sistema colonne-travi reticolari di copertura, dai controventi di parete laterali e di testata e dalla controventatura di falda.
Il secondo intervento ha riguardato le strutture in acciaio e rivestimenti per la linea tecnologica.
Quantità: 1.100 tonnellate acciaio, 3500m2 rivestimenti
Importo lavori: 3,14 mio
Per la linea dell’impianto tecnologico sono state realizzate una serie di costruzioni metalliche e di strutture speciali industriali. In particolare per le costruzioni metalliche si tratta di strutture di sostegno per silos ed impianti (n.3), torri di collegamento (n.3) e ponti trasportatori (n.5). Tra le strutture di sostegno spicca per importanza e dimensione la “Batch Plant”, costruzione che contiene
numerosi silos, macchinari ed impianti. Le dimensioni in pianta sono ca. 30mx20m, l’altezza massima è di ca. 30m. Al piano terra si trovano la control room e la steam room, locali tecnici e di controllo con rivestimento in pannelli e serramenti con caratteristiche antincendio. I vari livelli della batch plant, hanno piani calpestabili formati da lamiere mandorlate, appoggiate e fissate alle sottostanti strutture portanti, e sono collegati tra loro mediante scale metalliche con pedate in grigliato e lamiera. Il sistema strutturale è di tipo pendolare controventato, i piani orizzontali sono irrigiditi mediante appositi controventi di piano.
Il rivestimento esterno è costituito da lamiera grecata, fissata su profili di baraccatura, con tinta di verniciatura in blu pastello RAL5024, tipico dell’impianto Sangalli.
Per quanto riguarda le strutture speciali, sono stati realizzati 13 silos, 8 tramogge ed un silos/tramoggia di ingresso forno (furnace pre silo). I silos, formati da lamiere di vario spessore, sono stati assemblati mediante imbullonatura e successivamente montati a conci in cantiere. I silos hanno vari diametri (D=4,50m/ 6,00m/ 8,00m) ed altezza massima pari a ca.17,00m. Le tramogge sono costituite in lamiera ed rivestite internamente con piastre in acciaio Hardox a protezione
dell’usura generata dal rottame di vetro ed in pannelli di Kalen per la sabbia.
Le strutture in acciaio sono state sviluppate mediante una modellazione 3d completa (software Tekla Struktures) che consente una estrema flessibilità e precisione nella progettazione delle strutture e di collegamenti complessi e nella gestione di tutte le fasi del flusso di lavoro (progettazione, ordine, produzione, montaggio).
La terza parte ha riguardato le strutture in acciaio per il forno.
Quantità: circa 900 tonnellate
Importo lavori: 2,50 mio
Le strutture in acciaio sono state progettate dal Gruppo Sangalli e sviluppate mediante una modellazione 3d in Solidworks.
Le strutture per il forno sono state realizzate con parti caratterizzate da precisioni e tolleranze da progettazione meccanica. Le alte temperature del forno hanno reso necessario l’utilizzo di sistemi di dilatazione termica con doppi portali affiancati e speciali parti meccaniche per gestire la dilatazione dei refrattari. La qualità di acciaio utilizzata è S355, i bulloni sono ad alta resistenza 10.9. A causa degli elevati carichi gravanti sulla struttura, sono stati adottati profili di notevoli dimensioni, come HEB700, HEA1000.
Accanto alle strutture del forno, sono stati realizzati anche il cndotto fumi, costituiti da profili scatolari quadrati in lamiera di dimensioni pari a 2500x2500mm, in moduli di varie lunghezze assemblati tra loro a mezzo bullonatura.
L'ultimo intervento ha riguardato le passerelle.
Quantità: ca.125 tonnellate
Importo lavori: 460.000 €
Le strutture comprese in questo lotto sono passerelle, scale ed elementi di collegamento utili a raggiungere le varie zone esterne al forno. Si tratta di semplici strutture e scale metalliche con piani di calpestio in grigliato e parapetti di protezione per una lunghezza di ca.1100ml. Insieme alle passerelle è stata realizzata anche la sottostruttura per la infornatrice.
L'inaugurazione, nel giugno del 2011, ha visto tutte le istituzioni presenti per tagliare il nastro del nuovo grande polo produttivo che, costato 140 milioi di euro, ha dato lavoro a 250 persone.
L'impianto ora produce qualsiasi tipo di vetro, di tutti i possibili spessori e utilizzi, anche blindato.
SCHEDA TECNICA
Capo progetto: Ing. Riccardo Facca – Direttore Tecnico Gruppo Sangalli;
Progettazione e D.L. opere civili - Ing. Marco
Opere di carpenteria metallica - Stalhbau Pichler
Impianti tecnologici – OMA, Siemens, CEM-FC
Forno di fusione: Gruppo Sangalli
Linea di lavorazione: Zippe, Fives Stein Belgium, CNUD-EFCO, Grenzebach, GEA, Bottero, Terruzzi
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[post_content] => E' stato realizzato vicino a Lienz un centro dedicato a seminari, meeting, workshop sul tema dell’energia dell’uomo su progetto di MHM Architects di Vienna, committente Strabag AG.
Stahlbau Pichler si è occupata della realizzazione delle strutture e dell’involucro di un centro molto particolare, sorto a Iselsberg, un paese nei pressi di Lienz, in Austria, dedicato ad ospitare seminari, incontri e lavori sull’energia e sulla bioenergetica.
Nato per ospitare filosofie orientali come il feng shui, che ricerca uno stile di vita da seguire per stare in armonia con lo spazio che ci circonda, il progetto, sviluppato dallo studio MHM Architects di Vienna, è sorto ruotando intorno all'uso di particolari materiali, colori, luci, immagini simboliche fondamentali per influenzare positivamente le capacità ed il benessere di quanti entreranno in questo luogo.
Questo Seminarhaus è una vera e propria casa, creata per ospitare workshop ed attività legate ad un discorso energetico. Sorge in una zona molto tranquilla, su una collina direttamente affacciata sul paesaggio alpino.
La sala per i seminari difatti presenta una vista panoramica sulle Dolomiti ed offre lo spazio per ospitare fino a 30 persone per seminario e fino a 50 per conferenza.
Riproduce un quarzo scuro, una pietra, un gigante gruppo ottico pensato per stimolare nei visitatori e negli operatori un movimento benefico per lo spirito, incarna un luogo unico, un cristallo luminoso, per rendere ogni seminario un’esperienza particolare, senza dubbio positiva.
Entrando nel dettaglio possiamo innanzitutto descriverne velocemente la struttura interna.
Partendo dal sottoterra, dove si trovano una cucina, si procede fino al piano terra, qui si ritrovano una stanza per la meditazione, una stanza per i massaggi ed una fontana di acqua termale.
All’esterno si trovano due terrazze cosicché nei giorni di sole è possibile svolgere i seminai all’esterno, godendo appieno della bellezza del panorama naturale che fa da cornice a questo centro.
La struttura dispone inoltre di stanze attrezzate di servizi per pernottare nella Seminarhaus.
Tutta la struttura è agibile ai disabili.
Entrando ora nell’analisi dell’impianto strutturale possiamo soffermarci prima sulla struttura portante e successivamente sull’involucro, entrambi firmati Stahlbau Pichler
L’acciaio utilizzato per le strutture metalliche è pari ad un peso di 50 tonnellate sviluppato seguendo scelte ingegneristiche in perfetto accordo con le complesse geometrie dell’edificio e nel rispetto delle normative antisismiche.
Sono stati adoperati bulloni 8.8 e 10.9 e tutta la struttura metallica portante è stata trattata con vernice intumescente omologata AICAA per rendere il materiale, oltre che maggiormente resistente in caso di incendio, anche più resistente agli effetti del passare del tempo, alla corrosione ed alle intemperie.
Par quanto riguarda invece le facciate e la copertura, è stato utilizzato esclusivamente vetro selettivo grigio in pasta con pannelli “shadow box”, montanti e traversi in acciaio (sistema Raico® SG2) per 450m². Questo per poter assecondare il disegno irregolare della struttura. La struttura portante è realizzata in profili saldati a T d’acciaio, costituiti da un'ala e un'anima perpendicolare, con profilo tecnologico applicato.
Si è optato per un sistema di drenaggio d’acqua con guarnizioni in EPDM, che garantisce un eccellente resistenza all’ozono ed all’ossigeno, insensibilità sia in condizioni statiche che dinamiche come anche resistenza all’azione di agenti ossidanti, alla degradazione dovuta all’invecchiamento atmosferico.
Sono stati adottati giunti verticali per i vetri, realizzati con Silicone speciale Ramsauer®.
Sono stati adottati elementi di vetro camera con 300 sagome diverse, in pratica tutti i vetri sono sagome uniche. Questa è una delle caratteristiche dell’azienda Stahlbau Pichler, la capacità di soddisfare le esigenze specifiche, anche lavorando sul singolo componente, per arrivare a garantire la fattibilità di qualsiasi architettura, anche la più originale.
Nello specifico si è adottata una tipologia di vetro high performance 40/19 a garanzia della massima flessibilità estetica e delle elevate prestazioni in termini di guadagno di calore solare e di isolamento termico. Si sono infatti adottati vetri con fattore solare alto per contenere il consumo energetico durante la stagione estiva.
Al fine di garantire la massima visibilità dall’interno dell’edificio verso l’esterno, visto il panorama circostante, si è adottata la scelta di una facciata montanti e traversi in profili d’acciaio trafilato con sezione a “T”.
Foto: Seminarkristall Iselsberg e MHM architects Wien
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[post_content] => Dopo quasi due secoli gli architetti italiani tornano a progettare e costruire nella città fondata da Pietro il Grande.
Si tratta del business centre Quattro Corti, firmato dallo studio milanese Piuarch.
Nel 2006 lo studio vince infatti il concorso indetto da Galaxy LLC per ristrutturare e ricostruire un’area nel cuore della ex capitale imperiale. Si tratta di un edificio con una metratura complessiva di 23.500 mq, nel centro della città, a due passi dall’Ermitage e dalla Prospettiva Nevsky, all’interno del quale, oltre a ventimila metri quadri destinati a uffici, sono stati realizzati un Boutique Hotel di ventidue camere e Mansarda, un ristorante all’ultimo piano con spettacolare vista sulla cattedrale di Sant’ Isacco.
Come spiega uno dei fondatori di Piuarch, l’architetto Francesco Fresa: “E’ un evento molto importante anche perché molti tra i più bei palazzi di questa citta’, fondata da Pietro il Grande agli inizi del 1700, sono stati realizzati da architetti italiani, tra questi Francesco Bartolomeo Rastrelli, Antonio Rinaldi, Vincenzo Brenna e Giacomo Quarenghi.
L’ultimo lavoro a firma italiana è del napoletano Carlo Rossi che ha progettato la Piazza del Palazzo d’Inverno, e da quel momento gli italiani sono usciti dalla scena urbanistica”.
Ma non solo loro. Per la rinascita di San Pietroburgo dopo la fine dell’unione sovietica si sono susseguiti grandiosi progetti di architetti internazionali: da Norman Foster a Dominique Perrault (con l’ampliamento del Mariinsky Teatre). Nulla però è andato in porto e le idee sono rimaste progetti nel cassetto dei grandi studi.
“Siamo felici di essere i primi stranieri che sono riusciti a realizzare un’architettura moderna nel centro storico della città dopo la rivoluzione russa. Abbiamo consegnato tutto rispettando il budget e nei tempi previsti. La nostra idea, quella che è piaciuta al committente Artem Shakhnazarov di Galaxy è stata di portare l’architettura contemporanea europea in un contesto dalla forte connotazione storica”.
Il progetto parte da una particolare attenzione al contesto e alla tradizione urbanistica della città, senza rinunciare ad un linguaggio architettonico contemporaneo. Su un’area di 5000 mq all’interno di un isolato delimitato verso la strada Pochtamskaya Ulitsa da due edifici settecenteschi, Piuarch ha realizzato un edificio di sei piani. All’interno del nuovo volume sono state scavate quattro corti che danno luce agli spazi che vi si affacciano. Oro, verde azzurro e rosso, ispirati alla ricchezza cromatica delle facciate delle residenze storiche di San Pietroburgo, sono i colori che caratterizzano le quattro corti. Le facciate sono tutte trasparenti, con vetri specchianti e riflettenti realizzati nei quattro diversi colori.
I pannelli di vetro (di 75 cm di larghezza e 4 metri di altezza) seguono inclinazioni diverse e ruotano rispetto al filo della facciata; ne risulta una suggestiva frantumazione dei riflessi nel vetro specchiante e un effetto caleidoscopico che si anima con la variazione dell’illuminazione diurna. Gli spazi sono pensati come luoghi di incontro aperti ad attività pubbliche, installazioni artistiche e mostre.
“Volevamo creare un edificio tutto ‘introverso’” spiega Germàn Fuenmayor, socio Piuarch, “dove ciascuna corte si anima con luce e colore formando dei luoghi vivi capaci di stupire il visitatore. Al tempo stesso è forte il riferimento letterario alle corti dei palazzi di San Pietroburgo, luoghi pieni di vita raccontati da Dostoevskij e Gogol”.
La corte oro, all’ingresso, ospita una scultura appesa, quella rossa un volume in rame, quella blu una vasca d’acqua mentre nella corte verde protagonista è la vegetazione. Tutte le superfici sono rivestite in travertino bianco italiano, lo stesso della Cattedrale di Kazan sulla Nevsky.
All’ultimo piano i due edifici sono stati collegati con una copertura in metallo che, con inclinazioni diverse, riconnette con una forma continua le asimmetriche pendenze dei tetti.
“Tantissimi quindi i riferimenti culturali e storici che hanno ispirato la progettazione di Piuarch: a partire dal Salone degli Specchi nel Palazzo Grande di Peterhof fino al lavoro di Kazimir Malevich, che sviluppò il suprematismo nel suo studio di Pietrogrado proprio di fronte al nostro edificio” dice Miguel Pallares, associato Piuarch.
Il Boutique Hotel ospita ventidue camere, una diversa dall’altra, arredate con elementi di design che riportano alla tradizione culturale di San Pietroburgo a cavallo del ‘900, spaziando dalla letteratura, alla musica, all’arte sino alla straordinaria stagione dei Ballets Russes di Djagilev e Nijinskij.
Il ristorante Mansarda che verrà gestito da Ginza Project, i guru della ristorazione pietroburghese, è un suggestivo spazio interamente vetrato. Situato all’ultimo piano del complesso con una copertura a falde inclinate, si affaccia con una vista mozzafiato su tutta la città.
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[post_content] => Venezia, simbolo di architetture senza tempo e di inestimabili patrimoni artistici oggi può vantare anche un sistema di trasporto avveniristico ed innovativo qual è il People Mover inaugurato qualche mese fa.
Per collegare l’isola del Tronchetto a Piazzale Roma infatti è stato realizzato un moderno sistema di trasporto in grado di “muovere” fino a 3000 persone all’ora per direzione in maniera veloce, confortevole ed ecologica.
Il progetto è particolarmente entusiasmante per la spettacolare architettura in vetro ed acciaio curata dall’Architetto Francesco Cocco di Rovereto, in realtà nativo di Venezia, responsabile del design dell’opera.
Evoca un volo di gabbiano la struttura delle fermate, realizzate con un’ossatura in acciaio sormontata da una copertura in vetro dall’azienda Stahlbau Pichler che ha provveduto anche alla messa in posa dell’intera struttura.
Il progetto ha richiesto attenzione particolare alle tolleranze dimensionali dell’acciaio in rapporto alle particolari applicazioni del vetro di copertura, soprattutto per le parti curve della stazione Tronchetto.
La fermata di Piazzale Roma invece ha imposto notevoli sforzi organizzativi per coordinare la posa delle strutture al passaggio di vetture e pedoni che non è mai stato interrotto.
Stazione del Tronchetto
La struttura di sostegno e fissaggio è stata realizzata con travi reticolari in profilo d’acciaio FE430 a sezione tubolare completi di piastre di base e tirafondi per la posa in opera.
I moduli che compongono le 3 coperture sono stati realizzati in lastre di vetro stratificato con plastico rinforzato da 1,52 mm.
I volumi vetrati sono stati sottoposti rispettivamente a molatura perimetrale a filo lucido e a tempera termica orizzontale secondo UNI EN 12150 ed indurimento termico secondo UNI EN 1863.
I moduli sono completi di fori secondo profilo dell’accessorio utilizzato per il fissaggio puntuale, realizzati anch’essi mediante finitura interna molata in modo da evitare in futuro l’innesco di rotture sotto stress elevato.
I vari moduli vetrati sono stati posti in opera con sistema di sospensione delle lastre in acciaio inox aisi 316 aventi uno, due, tre o quattro bracci sempre in acciaio inox aisi 316.
Le rotoulle per il fissaggio hanno un angolo di snodo, rispetto al proprio asse principale , di almeno +/- 14 in tutte le direzioni, in modo da assorbire le deformazioni che subirà il vetro sotto l’azione dei carichi temporanei.
La separazione tra acciaio e vetro è garantita da una ghiera esterna conica in alluminio e da una guarnizione premi – lastra interna.
Il ragno che sostiene le viti articolate è realizzato mediante unica fusione a cera persa e successiva satinatura.
I moduli formanti la copertura sono costruiti in lastre di vetro stratificato con plastico rinforzato da 1,52 mm.
Stazione di Piazzale Roma
La copertura vetrata della stazione di piazzale Roma presenta un andamento a botte nella zona lineare di arrivo e del tipo a calotta sferica nella parte terminale opposta.
Il sistema si compone da un lato di un tronchetto in acciaio con fondo predisposto per l’applicazione sui tubi strutturali, dall’altro lato invece è ricavata una filettatura per l’inserimento del bullone di fissaggio degli spider.
La struttura presenta spider in acciaio inox aisi 316 a quattro o a due bracci a seconda della posizione di utilizzo, con possibilità di regolazione orbitale, rotulle in acciaio inox aisi 316 con testa cilindrica snodata da inserire nei vetri appositamente forati e temperati, dotate di boccole in nylon per evitare il contatto del metallo con il vetro.
Nella zona della calotta sferica la vetrazione è del tipo a tegola per consentire lo smaltimento delle acque, con rotoulle differenti a seconda della posizione.
La struttura di sostegno per la copertura è del tipo reticolare spaziale a nodi sferici, composta da aste in acciaio a sezione circolare con riduzioni coniche sulle testate e da nodi sferici in acciaio.
Tutti i materiali e la struttura sono protetti con zincatura a caldo secondo normativa DIN 50976, le aste e i nodi sferici sono inoltre stati sottoposti a ciclo di verniciatura.
La costruzione del People Mover si rende essenziale per la riorganizzazione di piazzale Roma, con l’intento di liberare lo storico ingresso in città dal traffico motorizzato.
La porta d’ingresso a Venezia infatti verrà arretrata dalla terra ferma all’isola del Tronchetto dove già ora sono disponibili parcheggi per lasciare l’auto o i pullman e raggiungere il centro di Venezia con il People Mover, tutto in soli 3 minuti.
Il trenino funicolare viaggia in quota ed ha 4 vetture per convoglio, per raggiungere una capienza massima di 200 persone (50 per vagone) per ciascuno dei due sensi di marcia.
Il sistema è completamente automatizzato e i viaggi sono programmati da un sistema elettronico in base ad orari predefiniti o in base alla richiesta degli utenti.
L’assenza di motori nelle vetture rende il viaggio estremamente confortevole e silenzioso, limitando l’impatto ambientale nelle aree di passaggio della linea.
I costi di quest’opera, circa 22 milioni di euro, sono stati sostenuti dall’ASM s.p.a, la società del comune di Venezia che ha preso in gestione l’opera, e da un finanziamento ministeriale di 11 milioni di euro all’incirca.
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[post_content] => La nuove strutture direzionali di fieramilano a Rho, progettate dallo studio 5+1AA Alfonso Femìa Gianluca Peluffo con Jean-Baptiste Pietri Architectes, s’inseriscono in un contesto d’insieme, quello dell’area del Nord-Ovest milanese, destinato a fungere da stimolo allo sviluppo ed al mutamento architettonico di una parte importante della città lombarda.
La posizione, prossima all’ingresso di fieramilano e ben visibile ai viaggiatori che percorrono la tangenziale ovest, assicura al progetto un ruolo da protagonista nell’architettura contemporanea della città ed in particolare in questa zona del capoluogo lombardo che è ormai considerata il “parco delle architetture” di fieramilano.
Due corpi di fabbrica di 13 piani fuori terra, più uno interrato, per un’altezza superiore ai 50 metri, si stendono con andamento preminentemente orizzontale lungo il lato sud-est elevandosi verso l’alto con il corpo verticale a nord-ovest.
La concezione, in parte elegantemente classica dell’edificio, si articola poi seguendo indirizzi del tutto inaspettati: dal basamento, rialzato rispetto al piano della strada, al giardino verticale che incornicia il quadro delle nuove strutture.
La proposta duplice di unione e divisione di due edifici, che corrono lungo linee che talora si toccano e talaltra si allontanano, rispecchia pienamente l’obiettivo razionale che si pone alla base dell’opera, ovvero creare un’unica location per alcune delle società del Gruppo Fiera Milano, prima dislocate in sedi differenti.
Parte degli spazi sarà affittata a terzi.
L’edificio si trova in prossimità del capolinea della linea 1 della metropolitana e della stazione ferroviaria, comodo dunque alle principali vie di comunicazione per l’accesso alla zona fieristica.
Appare come un edificio in movimento continuo, questo grazie alle scelte sia architettoniche che realizzative: le linee pulite ed armoniche della struttura si combinano sapientemente con una scelta materica ardita ed esclusiva.
Nobile l'utilizzato dei marmi per gli spazi comuni, classico ed elegante la diversa cromia dei marmi dal nero al bianco scelti per le scale interne, sfarzoso e carico di valori simbolici l’oro della pelle esterna dell’edificio che si alterna al bianco e al nero delle torri delle nuove strutture alberghiere presenti sul lato meridionale del complesso fieristico.
Oro, come se le nuove strutture direzionali fossero un gioiello, che sfuma fino a svelare la purezza della luce incontaminata riflessa nei vetri delle facciate, anima ed essenza dell’edificio.
Le scelte progettuali hanno indubbiamente tenuto conto del comfort visivo, con una ottimizzazione del livello di illuminazione, come pure di quello acustico, con ottime finiture interne ed esterne, dai materiali delle partizioni interne opache e vetrate ai serramenti esterni.
L’approccio fortemente integrato del progetto permette infatti a questo edificio il raggiungimento della classe energetica A.
Le facciate Stahlbau Pichler
Ingegnerizzate e messe in opera da Stahlbau Pichler le facciate incarnano il volto della nuova Milano: luminoso, splendente e trasformista.
Le facciate dei nuovi uffici di fieramilano sembrano voler restituire all’osservatore le sfumature del sole, riempiendole però prima delle proprie sinuosità; organizzate su tre lati in vetrate trasparenti lavorate fumè, si completano di frangisole esterni costituiti da pannellature dalle tinte dorate-ambrate.
Le facciate ventilate in fibro-cemento indossano rivestimenti color oro e le facciate a doppia pelle si accompagnano a brise soleil nelle sfumature del bronzo.
Le strutture frangisole, rarefacendosi nel loro percorso verso nord, esaltano la facciata ovest, totalmente rivestita da lastre dorate, grazie ad una attenuazione delicata delle stesse brise soleil.
Entrando nel dettaglio distinguiamo le tre tipologie di facciate che vanno a comporre i 12.000 mq complessivi.
La prima tipologia di facciata, che copre una superficie totale di circa 3.500 mq, è quella che trova collocazione nella parte frontale sinistra dell’edificio ed è realizzata con cellule in alluminio a sviluppo verticale, secondo il sistema costruttivo della doppia pelle.
La pelle interna svolge una funzione di isolamento termico ed acustico ed è dotata di elementi vetrati nella colorazione Hels –grey.
La pelle esterna è più leggera e svolge la funzione di frangisole. Quest’ultima è dotata di elementi vetrati nella colorazione gold, accessibili esternamente per mezzo di una passerella di servizio interposta tra le due pelli.
Tutti gli elementi strutturali in alluminio ed acciaio sono stati realizzati in piena armonia cromatica, mantenendo sempre la colorazione gold, vero e proprio tratto caratterizzante del volto di questo edificio.
Il sistema energetico delle facciate a doppia pelle rappresenta una soluzione davvero interessante per il miglioramento delle prestazioni termiche ed architettoniche dell’involucro.
La seconda tipologia di facciata, che si sviluppa nella parte frontale destra dell’edificio, è realizzata con cellule in alluminio, questa volta a sviluppo orizzontale e a pelle singola.
Qui la pelle interna svolge la funzione di isolamento termico ed acustico e di nuovo, per coerenza cromatica, è dotata di elementi vetrati nella colorazione gold.
L’oro è l’assoluto protagonista di questo edificio: anche la speciale rete metallica posta quale interposizione tra due elementi vetrati, pure essi in colorazione gold, nei due campi di facciata dove le cellule sono dotate di un frangisole esterno, si colora dei riflessi del prezioso metallo.
Tutti gli elementi strutturali in alluminio ed acciaio sono stati previsti, anche in questo caso, nella colorazione oro, per una superficie complessiva di circa 2.500 mq. Nella parte posteriore dell’edificio è stata realizzata una facciata coibentata e ventilata cieca a rivestimento del tamponamento murario.
Qui il rivestimento esterno è costituito da pannelli in fibrocemento sempre con colorazione gold, appositamente sviluppati da Swisspearl per questo specifico progetto.All’interno di tale facciata sono inseriti numerosi serramenti vetrati, di diverse dimensioni, in colorazione gold.
Tra questi spicca un taglio di luce, un serramento realizzato secondo la tecnica a montanti e traversi che “taglia” verticalmente ed in modo irregolare il tamponamento cieco della facciata.La superficie complessiva in questo caso è si circa 6.000 mq.
Merita di essere brevemente analizzata anche la facciata in vetrocemento realizzata nel volume “aperto” dell’edificio, che comprende i piani 5° e 6° ed ha una superficie di circa 180 mq.
Le formelle in vetro costituenti la facciata in vetrocemento, le quali presentano notevoli dimensioni, sono state realizzate appositamente per questo progetto da Seves e presentano una cuspide da cui deriva un piacevole e ben visibile movimento della superficie esterna di facciata.
L’impegno profuso in questo intervento è stato notevole anche in considerazione del fatto che due sistemi di cellule sono stati sviluppatiappositamente per la specifica realizzazione, partendo dall’input progettuale del disegno architettonico.Le strutture Stahlbau Pichler
Affidate a Stahlbau Pichler le strutture in acciaio mostrano una straordinaria capacità di giocare con la luce creando effetti ottici impensati: i confini dell’edificio sembrano scomporsi e sgranarsi assorbendo i raggi del sole ed “evaporando” nel cielo.
Capacità ingegneristiche e precisione progettuale sono il sostegno di questa opera che si mostra pregna di lirismo creativo. Questo grattacielo orizzontale è stato realizzato con colonne pendolari (semplicemente compresse) di sezione ad “H” e con travi in semplice appoggio, realizzate con profili composti da lamiere ad ali differenziate.Lastre alveolari precompresse di altezza 30 cm e getto collaborante in calcestruzzo di spessore 5 cm sono state utilizzate nella composizione dei solai. Queste lastre prefabbricate sono incassate tra le travi in acciaio ad ali differenziate con appoggio sull’ala inferiore più larga.
In questo modo si è realizzato un sistema “slim floor” con un pacchetto di solaio risultante di spessore minimo compatibilmente a luci e carichi di progetto.
Questa configurazione permette di alloggiare infatti i pannelli di solaio direttamente sulla flangia inferiore della trave, concretizzando così un solaio ottimale per resistenza ed ingombro ridotto.Nello specifico il pacchetto strutturale è di 35 cm con maglia tipica di 6,25 m (trave) per 10,70 m (solaio). La stabilità globale nei confronti dei fenomeni con azione orizzontale, quali vento e sismi, è garantita dai nuclei scale-ascensori in calcestruzzo ai quali queste azioni sono trasferite dai solai infinitamente rigidi. Decisamente interessante dal punto di vista strutturale è la realizzazione dell’elisuperficie in copertura.
Essa presenta una pianta circolare con un diametro di circa 25 m ed è fortemente aggettante nel vuoto sul lato della costruzione che guarda verso i padiglioni espositivi di fieramilano.
Scelte così forti dal punto di vista estetico poggiano dunque su basi tecnologiche volte a promuovere la sostenibilità ambientale ed il risparmio energetico. Qualità architettonica di elevato profilo che si incastra con il sistema insediativo presente, senza infrangere equilibri ambientali ed anzi ricercando il contenimento del consumo, rientrando in classe A attraverso l’utilizzo di tecnologie eco-compatibili.
Linguaggi architettonici contemporanei sposano innovazione e tecnologia.
Stahlbau Pichler, un partner in grado di operare in tempi record
I tempi per la realizzazione e la messa in opera di strutture e facciate di questo edificio sono state davvero da “record”.In particolare i tempi con i quali sono state costruite e posate le cellule delle facciate della parte frontale sinistra e della parte frontale destra dell’edificio e i tempi per il montaggio delle facciate della parte posteriore sono stati dimezzati rispetto alle normali tempistiche: traducendo in cifre parliamo di 3 mesi (da metà gennaio a metà aprile) per 12.000 mq di involucro edilizio.
Inoltre attività come l’estrusione di appositi profili in alluminio, le prove di laboratorio, lo sviluppo progettuale e la certificazione delle prestazioni termiche e meccaniche di facciata, che richiedono normalmente dai 6 agli 8 mesi, sono stati invece realizzato in poco più di 3 mesi.
SCHEDA TECNICALocalizzazione: Rho (MI)
Anno di Realizzazione: inizio lavori febbraio 2009 - fine lavori luglio 2010 (il montaggio di strutture metalliche e solai alveolari è stato avviato in data 08/06/2009 e si è concluso in data 19/11/2009)
Proprietario: Fondazione Fiera Milano
Contracting company: Sviluppo Sistema Fiera
General Contractor: Italiana Costruzioni SpA
Progetto Architettonico: 5+1 AA Alfonso Femìa Gianluca Peluffo
Progetto Strutturale: I Quadro Ingegneria - Ing. Stefano Migliaro Ing. Luca Romano
Realizzazione struttura: Stahlbau Pichler srl (giugno 2009 - dicembre 2009) - Ing. Christian Rigliaco
Realizzazione facciate: dicembre 2009 - giugno 2010 – Ing. Gianfranco Piccolin
Sistema costruttivo facciate: - montanti e traversi- cellule a doppia pelle- facciate ventilateVetri: a camera singola, con colorazioni anche grigie e bronzo.
Superfici vetrate: 15.000 mq di superfici di facciata totali
Acciaio utilizzato: 1200 ton
Superficie area: 21.000 mq
Destinazione d’uso: uffici
Acciaio Utilizzato:ca. 1.200 tonnellate, la superficie totale dei piani ca. 22.000 mq
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[post_content] => E' stata da poco ultimata a Pescara la nuova sede della Fater ad opera dell'architetto Massimiliano Fuksas.
Sorge in Via Italica, tra il vecchio molino De Cesco e l'attuale sede della Fater stessa.
L'intervento si inserisce in un ottica di riqualificazione architettonica e sociale di questa area della città, già messa in atto dall'amministrazione locale e destinata a proseguire nell'immediato futuro.
La ricerca delle grandi firme internazionali per questa operazione non è stata una operazione di visibilità politica, ma la ricerca del meglio che si potesse mettere in campo per migliorare l'aspetto del quartiere e in definitiva della città tutta.
Di più, «con questo edificio percorriamo un itinerario che conduce a un'emozione ed è la gente e la comunità a chiedere emozioni» ha avuto modo di spiegare Fuksas durante la cerimonia di presentazione del progetto.
Un intervento dunque che accomuna in un'unica mossa necessità urbane, estetico- architettoniche, sociali via via fino ad un elevato comfort abitativo per i lavoratori, interpretando egregiamente la filosofia Fater, da sempre attenta ai bisogni dei propri dipendenti, certa che in un ambiente di lavoro migliore si lavori meglio.
L'edificio è stato concepito come un sistema di due corpi di fabbrica, molto diversi tra loro e sovrapposti: un volume a «L», dalle linee semplici e definite, e un secondo più irregolare, dall'andamento curvilineo e avvolgente.
Proprio dalla loro relazione e dal modo in cui sono accostati e collegati deriva l'identità del progetto, la sua connotazione architettonica e funzionale.
Anche l'organizzazione degli ambienti e dei relativi percorsi è diversificata a marcare ulteriormente le due anime dell'insieme: se l'edificio a «L» segue uno sviluppo fatto di parallelismi orizzontali, quello circolare dispone i suoi spazi radialmente ad un anello centrale di distribuzione.
Il primo è un edificio alto circa 21 metri, con una superficie di oltre 9000 metri quadri, e risulta aperto, con soluzioni che consentono l'ingresso della luce e aumentano la trasparenza degli ambienti.
Anche all'interno le pareti in alluminio e vetro realizzate con il sistema Schüco FW 50+ enfatizzano la permeabilità degli spazi e ne facilitano l'organizzazione. Il risultato è anche un incrocio di scorci che rendono gli spazi di lavoro particolarmente suggestivi.
Il corpo sovrastante è segnato da una struttura reticolare e costituisce il vero protagonista del progetto, che fa anche da landmark per quest'area della città.
Il sistema di facciata continua, progettato ad hoc dall’ufficio tecnico di Schüco Italia, che risponde perfettamente al disegno del progettista, si sviluppa come una serie di triangoli in vetro (1000 triangoli!), contornati da profili che si muovono nello spazio dando vita ad una superficie concava di grande impatto.
Le sezioni architettoniche dei profili variano da 84, 120 sino a 140 mm
I profili orizzontali Schüco sono traversi che formano una linea spezzata irregolare posizionata a livello di calpestio facendo anche da marcapiano; una guarnizione continua interna in EPDM garantisce la tenuta all'acqua delle giunzioni.
I profili verticali sono posti tra i traversi, fissati con cavallotti in alluminio e alla struttura in acciaio con staffe Schüco in alluminio.
I montanti diagonali sono fissati ai verticali con cavallotti in acciaio inox e alla struttura con staffe Schüco anch’esse in alluminio.
Lo sviluppo progettuale di tali strutture di montaggio ha richiesto necessariamente di tener conto della complessità della sequenza e delle modalità di posa in opera.
Tutti i profili sono angolati oppure hanno le sedi per le guarnizioni cingivetro angolari, passaggio questo tecnicamente complesso dal momento che l'inclinazione degli elementi vetrati cambia continuamente.
Particolare è il fatto che i serramenti sono agganciati sia internamente che esternamente.
Il sistema di facciata appositamente studiato ha richiesto la verifica delle sue prestazioni di tenuta acqua aria e vento.
Per questo motivo sono state condotte delle prove presso il laboratorio Schüco su un campione appositamente costruito.
Anche una bassa trasmittanza termica e un elevato isolamento acustico sono caratteristiche intrinseche dei profili.
A separare i due corpi, segnando il passaggio tra un volume e l'altro, è una terrazza panoramica che gira tutt'intorno alla struttura anulare.
Il contrasto tra l'orizzontalità del corpo a L e lo sviluppo verticale del volume sovrastante conferisce una particolare dinamicità all'intero complesso e risulta accentuato proprio dal leggero distacco creato dal vuoto della terrazza.
Questa ha una serie di percorsi e ampi spazi, lungo i quali è possibile intrattenersi nei momenti di relax e socializzazione.
Il sesto piano, a più di venti metri d'altezza, è occupato da una grande vasca d'acqua e attraversato da percorsi panoramici in legno.
Servizi, ascensori, vano scale e impianti sono alloggiati nel nucleo più interno, al centro dell'edificio, in modo da non compromettere la configurazione più esterna e visibile dell'intero complesso.
L'edificio è stato studiato per essere completamente autosufficiente, con servizi di accoglienza e per la ristorazione, e ha una gestione unica; vi lavorano, infatti, più di 300 persone.
Per stabilire un rapporto con l'esterno e il paesaggio marino, il complesso è stato progettato per essere completamente percorribile lungo tutti i lati, ed è rivestito, a tratti, con materiali naturali come il legno e la pietra.
Una città nella città dunque, che però non rimane chiusa in se stessa, declinando in questo modo le diverse scale dalla più grande, quella urbana via via fino a ricondurre il tutto alla scala umana, troppo spesso dimenticata e che il maestro ha saputo magistralmente recuperare senza rinunciare alle dimensioni del moderno.
Con Stahlbau Pichler l’eclettismo di Fuksas entra in simbiosi con il mare
La mano e la mente di Massimiliano Fuksas nella progettazione, l’affidabilità e l’abilità di Stahlbau Pichler nella realizzazione: ecco le solide basi della nuova sede dell’azienda Fater s.p.a. di Pescara.
Parliamo di un’opera straordinaria, dall’indubbio eclettismo e dall’inaspettata levità che si propone quale primo seme di una rinascita, quella dell’area Portanuova, destinata a passare da zona dismessa a quartiere “grandi firme” della città abruzzese.
L’edificio, che all’occhio dell’osservatore unisce grandi gocce di luce che richiamano i cristallini effetti del vicino mare ad un sovrastante anello all’apparenza fluttuante, si divide in realtà in tre diversi solidi corpi.
Il corpo A, edificato in calcestruzzo armato con elementi verticali, quali muri e pilastri, incastrati nella platea di fondazione, presenta colonne d’acciaio realizzate in continuità con i pilastri dell’edificio sovrastante. Si tratta di un corpo interrato, esteso su una superficie di 9070 metri quadrati. Al di sopra della fondazione sono collocati dissipatori sismici che sorreggono l’edificio, isolandolo dalla struttura circostante.
Il corpo B, che presenta una struttura ad “elle”, è l’entità inferiore e si sviluppa sino al sesto piano. E’ sorretto da un telaio formato da pilastri in calcestruzzo, rivestiti in acciaio e da colonne cruciformi in acciaio.
Il corpo C, infine, che costituisce l’elemento visivamente più spettacolare, ha una struttura anulare ed è realizzato sostanzialmente in acciaio. Esso è sorretto da tripodi in tubi d’acciaio che staccano quest’ultima struttura dal sottostante corpo B ed è costituito da 4 piani.
Il volume complessivo dell’opera è di 76.000 metri quadrati con un’altezza fuori terra di 41 metri.
L’edificio ha richiesto l’utilizzo di 650 tonnellate di acciaio.
Stahlbau Pichler ha realizzato la progettazione esecutiva di tutto il corpo C, il quale ha richiesto una perizia assolutamente straordinaria rispetto ai normali standard costruttivi: la struttura reticolare, posta esternamente all’edificio per il sostegno delle parti vetrate, è composta infatti da nodi geometricamente tutti differenti tra loro.
Per essi si è reso necessario un processo di lavorazione e di montaggio ad hoc con una conseguente ricercatezza artistica di notevole levatura.
Allo stesso tempo tali elementi hanno richiesto numerosi e sofisticati studi e calcoli sulla stabilità dell’opera presentando un andamento sorprendentemente contrario alla forza di gravità.
L’edificio infatti si deforma seguendo le tre dimensioni orizzontale, verticale ed obliqua e creando un effetto visivo decisamente singolare.
La parte superiore è sostenuta da dieci tripodi a tre, due o un braccio che rappresentano gli elementi più critici dell’intero edificio in quanto tutto il corpo C poggia ed è vincolato al corpo B attraverso questi sistemi tubolari all’apparenza esili ma nella realtà estremamente resistenti e verificati contro il sistema ondulatorio.
Una particolarità assoluta di questo edificio sta nella collocazione della facciata vetrata che non è esterna bensì interna al reticolo d’acciaio, con i vetri montati anch’essi dall’interno e non dall’esterno come accade solitamente.
Stahlbau Pichler si è occupata della cantierizzazione dell’opera attraverso la fornitura ed il montaggio sia delle strutture in acciaio che delle facciate vetrate dei corpi B e C ed ha messo in atto un controllo del flusso dei materiali in cantiere estremamente rigoroso.
Sono difatti circa 1000 gli elementi triangolari vetrati, uno diverso dall’altro, e circa 3000 gli elementi costituenti il reticolo di facciata del corpo C che hanno richiesto un montaggio perfetto, millimetrico.
Tutto l’acciaio impiegato per la realizzazione è stato ovviamente prodotto in Stahlbau Pichler.
Architettonicamente ci troviamo dinnanzi ad un edificio a strati dove un corpo dalle forme squadrate e sicure, ma dalla struttura forata e leggera, funge da sostegno ad un secondo elemento emergente, caratterizzato da una morbida struttura ad anello.
Gli stessi ambienti ed i percorsi interni all’edificio ricalcano la differente struttura dei due corpi: da un lato le linee corrono parallele affiancandosi in un andamento orizzontale, dall’altro invece gli spazi si dispongono assecondando i raggi dell’anello superiore.
Protagonista assoluta dell’edificio inferiore è la luce che s’irradia negli ambienti interni facendone spazi di lavoro estremamente gradevoli ed insolitamente vari.
Fra i due corpi si frappone, quasi a formare un immaginario cuscinetto d’acqua, la terrazza panoramica. Questo piano asseconda la fluidità e la rotondità dell’edificio superiore e offre un paesaggio caratterizzato dal richiamo agli elementi propri dell’ambiente circostante: aria ed acqua. Li ritroviamo difatti uniti nei piacevoli giochi delle vasche e nei percorsi panoramici in legno che contraddistinguono questo piano.
L’edificio è studiato per mantenere la più totale autonomia ed indipendenza con un’unica gestione. E’ pertanto dotato di propri servizi sia per l’accoglienza che per la ristorazione e di un parcheggio interrato con una capacità di 200 posti auto.
Ovunque, nella trasparenza delle forature del corpo inferiore, nella rotondità dell’edificio sovrastante, nei giochi delle vasche del sesto piano che rievocano direttamente l’elemento acquatico e nella luminosità dell’acciaio, materiale che, grazie all’abilità di Stahlbau Pichler, ha permesso di concretizzare i grandi effetti luce progettati dall’Architetto Fuksas, si può percepire il desiderio di creare un edificio in piena sintonia con il paesaggio circostante.
Pescara, città che unisce l’orizzontalità del mare alla verticalità del Gran Sasso posto alle sue spalle, ritrova la sue forme nell’architettura della sede Fater, nel disegno tracciato dai volumi di quest’opera che accosta la linea marcatamente orizzontale di un corpo alla verticalità sinuosa di un altro per mezzo di un piano acquatico.
Acqua e luce, riflessi d’acciaio e creatività: con Stahlbau Pichler l’eclettismo di Fuksas entra in simbiosi con il mare.
Per scaricare la vista tridimensonale e i particolari tecnici in PDF
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[post_content] => Il nuovo complesso Mercedes Benz Brand Center sorge a Milano, nella periferia nord ovest della città, su un’area di 66.000 mq e ha contribuito alla riqualificazione architettonica e sociale di quella che era una zona industriale.
L’architettura dell’intera struttura è stata creata immaginando un piccolo centro urbano a misura d’uomo, seguendo il modello rinascimentale di città ideale caratterizzato dalla concezione simmetrica e razionale degli spazi, per rispondere con armonia ed equilibrio alle diverse esigenze.
Le facciate inclinate della nuova sede italiana Mercedes presentano un'architettura che si discosta dalla staticità del contesto urbano dove è inserita questa importante realizzazione. Per un’azienda che si connota per la propria avanguardia e il proprio prestigio non si poteva prevedere un manufatto che non fosse in linea con lo spirito aziendale.
Per questo motivo Stahlbau Pichler è stata preferita ad altri prestigiosi nomi per la realizzazione del rivestimento di facciata e delle strutture in acciaio.
Il progetto sviluppato dallo Studio Architetti di Daimler AG di Stoccarda, prevede che le diverse parti dell’edificio convergano nella brand tower sormontata dalla stella a tre punte del marchio Mercedes che oltre ad ospitare un'esposizione permanente con le ultime novità della casa di Stoccarda, offre ai visitatori mostre ed esposizioni a tema, divenendo il landmark per quest’area della città.
Il Mercedes Benz Brand Center dispone di officine, di magazzino ricambi, dell'area per i clienti top, di un posteggio sotterraneo, di ampi piazzali caratterizzati dalla fluidità dei volumi architettonici e dall’utilizzo di materiali trasparenti.
Il tema compositivo portante è una singolare lettura dei volumi in termine di pelle e di pelle in termine di volumi, che costruiscono occasioni di dialogo e relazione con l’intorno.
Queste interfacce si pongono come elencazione di modi di relazione possibile, sintatticamente coordinate nel “racconto” progettuale.
Le facciate degli edifici occupano quindi un ruolo importante all’interno della progettazione e alternano l’utilizzo di strutture in acciaio ad aperture vetrate che permettono la piena visibilità dello spazio interno grazie anche ad un armonioso equilibrio tra luce naturale ed illuminazione artificiale interna. La scelta progettuale dell’edificio è caratterizzata dalla centralità della luce come elemento architettonico e simbolico. L’ampia superficie vetrata permette alla luce naturale di entrare e diffondersi in ogni ambiente. Le fonti luminose si fondono con armonia ed eleganza e consentono di avere condizioni ottimali di visibilità in ogni momento della giornata.
La ricerca stilistica di materiali e arredi eleganti ed accoglienti, ha consentito di sviluppare una struttura coerente in ogni dettaglio. L’ampio ricorso all’utilizzo dell’acciaio va ad esprimere forza e solidità con linee semplici, che rispecchiano perfettamente lo stile della casa tedesca.
L’intervento di Stahlbau Pichler
La fornitura chiavi in mano e la posa in opera dell’involucro di facciata è stata affidata a Stahlbau Pichler, che ha studiato soluzioni tecnologiche e profili composti realizzati ad hoc per soddisfare le caratteristiche del progetto, in particolare la complessa geometria della brand tower ed anche i requisiti di isolamento termoacustico, soprattutto per la presenza di elementi aggettanti rispetto al curtain wall, situati a contatto delle guarnizioni di tenuta sono stati oggetto di studio da parte dell’azienda.
Struttura facciata
Per ragioni statiche, la facciata strutturale dell’edificio e della brand tower è composta da montanti e traversi in acciaio S235 con profilo a ‘T’, con sezione variabile a seconda delle necessità, composti generalmente da barra piatta profonda 200 mm e larga 20 mm saldata di testa a piatti da 60 mm, spessi 15 mm.
In prima fase, i montanti verticali sono stati appesi in sommità alla copertura, evitando l’instabilità dell’equilibrio della struttura incompleta. Solo quando i montanti sono stati connessi fra loro mediante saldatura dei traversi in acciaio, la griglia portante ha potuto essere appoggiata a terra. Tutti i profili sono stati forniti con un complesso ciclo di verniciatura per poter soddisfare le richieste qualitative della committenza. La mano di finitura è stata applicata in cantiere con la verniciatura a mano tinta RAL 9006.
Sulla flangia esterna dei profili sono stati saldati i profili tecnologici del sistema di facciata utilizzato - canali filettati con anima in acciaio inox e dotati di guarnizioni, progettati e realizzati per rispondere alle normative specifiche e a tutte le caratteristiche prestazionali richieste - disposti a correre lungo la griglia e adatti per il fissaggio dei pannelli trapezoidali trasparenti in vetrocamera (12 mm esterno selettivo tipo 50/25; camera interna argon sp. 14 mm; stratificato interno 5+5 mm), che vanno in battuta sulle guarnizioni, vengono bloccati da un pressore e vincolati da una vite; infine, si posano le copertine.
La particolare forma geometrica della brand tower ha imposto un complesso e accurato studio geometrico di ogni singolo componente, ad esempio per quanto riguarda gli elementi di fissaggio dei tubolari frangisole in alluminio, previsti in sommità.
Le lame di supporto, fissate al profilo tecnologico e sufficientemente strette per non comprometterne la tenuta all’acqua, risultavano ortogonali rispetto ai montanti inclinati e, perciò, non orizzontali. Per mantenere in piano i frangisole, sono state impiegate apposite piattine di compensazione graduate, ognuna diversa dalle altre montante per montante.
Mentre i vetrocamera sono piani, i pannelli del rivestimento opaco della brand tower sono composti da lamiera d’alluminio calandrata, verniciati esternamente rispettando il tipico colore argentato che individua i prodotti Mercedes Benz, fissati a una sottostruttura metallica con interposta lana di roccia. Anche in questo caso, la forma della brand tower ha richiesto lo studio di una soluzione d’aggancio ad hoc alla superficie del paramento murario curvo in calcestruzzo armato.
Tutta la realizzazione dei rivestimenti esterni, trasparenti e opachi, è avvenuta in opera, impiegando pezzi prefiniti prodotti impiegando software di disegno tridimensonale in grado di restituire delle note di lavorazione specifiche, poi elaborate per riprodurre, in officina, l’esatta dimensione dei pezzi in fase di taglio.
La copertura della hall è stata realizzata con capriate metalliche con una luce massima di 39 m. I profili superiori in laminati d’acciaio HEB280 sono stati curvati a freddo. I montanti verticali sono stati realizzati con elementi di piatti conici saldati a croce che in sommità sono dotati di importanti piastre di nodo che raccordano i tiranti delle briglie inferiori in tondi pieni d’acciaio diametro 85mm in qualità S355J0. La geometria della superficie che si unisce alla brand tower è cilindrica e allontanandosi verso Nord si abbassa di quota e si restringe sui lati.
Le strutture sono attualmente coperte con lamiere grecate e ricoperte con un pacchetto realizzato in opera con lana di roccia e uno strato di guaina impermeabile in PVC. Per una futura modifica dell’involucro della hall e stata prevista la possibilità di aprire il cono con l’applicazione di un vetro trasparente per proiettare lo spazio della piazza verso il cielo.
Il nuovo Mercedes Brand Center è un lirismo di acciaio e vetro che declina l’identità corporativa nella costruzione di una architettura contemporanea capace di coniugare l’eleganza compositiva con gli elementi strutturali Stahlbau Pichler.
Per scaricare la Relazione sull'acustica della facciata clicca qui
Per scaricare la Relazione strutturale dei vetri di facciata clicca qui
Per scaricare la Relazione termica della facciata clicca qui
Per scaricare Piante e Sezioni clicca qui
Per ulteriori informazioni
www.stahlbaupichler.it
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[post_content] => Il complesso, che si sviluppa su una superficie coperta di 8240 metri quadri, comprende la palazzina degli uffici articolata su sette piani e l’officina su due livelli. Entrambe realizzate con una ossatura portante in acciaio sono strutturalmente indipendenti. Il blocco degli uffici ha una struttura composta da colonne circolari in tubi d’acciaio e da travi di solaio in acciaio laminato tipo HE con solaio in spessore e un nucleo centrale in cemento armato che assolve ad una funzione controventante per l’intero blocco.
L’officina è organizzata strutturalmente su telai multipiano costituiti da colonne e travi a doppio T per i piani di utilizzo, mentre la copertura poggia su travi reticolari.
La struttura architettonica anche nei prospetti esterni si avvale di un rivestimento in lamiera sagomata d’acciaio che, dialogando con le aperture in vetro, dà un effetto “vibrante” alla facciata principale e la carica di tensioni dinamiche nella sua relazione con l'intorno riflettendo la luce.
La nuova sede “PICHLER Projects diviene quindi un media building, una struttura comunicazionale a scala urbana che proietta il suo linguaggio innovativo e le raffinate tecnologie impiegate nella costruzione completate dalla porzione di tetto verde (300 mq) e dallo specchio d’acqua a filo strada che segna la grande curva del blocco degli uffici, a lato dell’entrata principale.
Ci sembra importante sottolineare che già nella fase di progettazione la nuova sede è stata ideata estendendo l’ambito applicativo dello standard Casaclima.
Le caratteristiche salienti di Casaclima in questa costruzione riguardano:
- gli involucri di acciaio e vetro dell’edifico principale e dell’officina in policarbonato, che rendono molto luminosi gli ambienti e permettono un notevole risparmio di energia elettrica per l’illuminazione artificiale, i sistemi di oscuramento esterni ad assetto variabile, abbinati a vetri extrachiari interrompono alla fonte il carico solare, consentendo notevole illuminazione naturale;
- l’impianto fotovoltaico che si integra nella superficie della copertura dell’edificio, attraverso 1300 moduli solari, distribuiti su 2212 mq. Si tratta di un tetto a Shed, direzionato verso sud, con la pendenza adatta, per garantire il livello ottimale di efficienza; con questo impianto l’azienda produrrà più di 300.000 Kw/h, più del fabbisogno aziendale;
- il tetto verde che permette l'isolamento termico naturale dell’edificio evitando dispersioni di energia per la climatizzazione estiva;
- per il riscaldamento, i pavimenti radianti a basso consumo, distribuiscono uniformemente il calore con un gradiente termico molto basso e un notevole incremento del comfort ambientale per gli occupanti.
Per ulteriori informazioni
www.pichler.pro
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[post_excerpt] => PICHLER Projects per la realizzazione della sua nuova sede a Bolzano ha scelto l’acciaio, l’utilizzo di questo materiale sapientemente lavorato, permette infatti di realizzare originali forme architettoniche e di limitare l’entità dei lavori di fondazione grazie alla riduzione sensibile dei carichi gravanti sul terreno
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[post_content] => Mai come oggi l’architettura ricerca nuove forme architettoniche che si sviluppano soprattutto in funzione dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie rifacendosi ai temi dell’avanguardia e della ricerca costante nella trasformazione dello spazio contemperando l’intima vocazione dello scultore-architetto ai valori e ai caratteri del luogo.
Confrontandosi su diversi livelli con la pratica architettonica e conducendo una ricerca costante volta ad ampliare le opportunità progettuali nel campo dell'architettura Stahlbau Pichler concentra la mission aziendale nel mettere in esecuzione le idee più audaci dei progettisti attraverso un know how acquisito in oltre 25 anni di attività nel settore della progettazione, produzione e costruzione di realizzazioni con struttura in acciaio e rivestimenti di diverse tipologie (vetro, alluminio, acciaio ecc.). Ogni progetto è concepito come pezzo unico e l’utilizzo di diversi materiali e tecnologie è accomunato da un solo leit motiv: l’innovazione.
Ciò che contraddistingue Stahlbau Pichler è l’elevato grado di specializzazione dell’ufficio tecnico, che si occupa della progettazione non solo della struttura in acciaio ma anche del rivestimento di facciata per poter soddisfare le richieste più diverse offrendo soluzioni chiavi in mano, comprendenti engineering, gestione degli ordinativi, produzione propria e montaggio a regola d’arte con squadre altamente qualificate.
La scelta di operare secondo tale modalità, permette di sviluppare in tutti i suoi passaggi qualsiasi progetto le venga sottoposto e il committente è supportato da un attento team di progettisti, disegnatori e responsabili di cantiere che seguono il singolo prodotto dallo studio dei minimi particolari di realizzazione fino al montaggio in loco garantendo sia l’alto livello nell’esecuzione dei lavori, che il rispetto nei termini di consegna del prodotto finito.
Stahlbau Pichler opera a livello internazionale nelle costruzioni che vanno dalle realizzazioni di tipo commerciale e della grande distribuzione, a quelle industriali e del terziario, fino a quelle sportive ed ai ponti riconosciute come opere simbolo dell’avanguardia tecnologica.
Stahlbau Pichler è certificata Iso 9001:2000 ed è qualificata secondo la normativa DIN 18800 con il “Groβer Eignungsnachweis”, che rappresenta la certificazione tedesca di massimo grado per la produzione di carpenteria metallica per opere pubbliche e private. Inoltre l’azienda è in possesso dell’iscrizione SOA OS18, OS6, OS8.
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Info dalle aziende - Nuova sede “PICHLER Projects: grandi superfici e spazi luminosi - INFOBUILD