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L’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, che già aveva manifestato al legislatore la propria preoccupazione in merito alle possibili conseguenze dell’approvazione del Nuovo Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti Pubblici, ha formalizzato lo scorso 7 febbraio ai soggetti interessati, in primis la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, un ricorso presso il TAR Lazio, finalizzato all’annullamento di talune norme recate dal DPR 207/2010. Secondo il nuovo Regolamento, infatti, un’impresa che intenda conseguire la qualificazione nella categoria OG11, sarebbe tenuta a dimostrare di possedere requisiti speciali nelle categorie di opere specializzate individuate con l’acronimo OS3, OS28 e OS30, per una percentuale complessiva pari almeno al 180% dell’importo della classifica richiesta. Una norma che viola diversi principi, primo tra tutti quello legato alla par condicio degli operatori. Infatti, mentre per le restanti cinquanta categorie di lavori continuerebbe a valere la regola in virtù della quale i requisiti speciali sono strettamente proporzionati alla classifica di qualificazione richiesta, tale regime, risulterebbe fortemente penalizzante esclusivamente per la categoria OG11: un obbligo arbitrario che, agli occhi dell’Associazione, appare totalmente incomprensibile. A decorrere dal prossimo 8 dicembre, inoltre, le imprese in possesso dell’attestazione SOA nella categoria OG11 saranno perentoriamente private della certificazione e costrette a formulare richiesta di qualificazione secondo le nuove regole descritte dal Regolamento. ASSISTAL esprime grande preoccupazione per le imprese che, operanti nel comparto impiantistico, potrebbero essere private dell’attestazione SOA per tale categoria, con la conseguente impossibilità ad operare nel mercato di loro naturale appartenenza, salvo l’ottenimento di una nuova attestazione di qualificazione attraverso le nuove e (illegittime) più severe regole previste. “Ciò che Assistal vuole ottenere attraverso questo ricorso – spiega Nicola Scotti, Presidente di Assistal – è che le imprese impiantistiche abbiano la possibilità di mantenere la propria competitività continuando ad operare sul mercato, oltre che di partecipare alle gare in relazione alle loro effettive capacità. Il rischio che corriamo – continua Scotti – è che da un lato si perdano il 50% delle iscrizioni alla categoria OG11 a seguito della perdita della qualificazione per quelle imprese che, con i nuovi parametri, non raggiungono più la quota minima di requisiti richiesti e, dall’altro, che le restanti imprese vedano dimezzata la propria classifica di importo”. Un danno enorme per le imprese e per l’intera economia del Paese. E quanto sopra a fronte di un regime previgente, legato alla vecchia disciplina OG11, che non aveva negli anni mostrato alcun punto debole, con centinaia di opere, piccole e grandi, realizzate con la piena soddisfazione delle amministrazioni committenti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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