Alluminio solido: investimento per il futuro

Per evitare il rischio incendio Otefal ha la soluzione che permette di dormire sonni tranquilli: l’alluminio solido, un materiale non combustibile e che pertanto non prende fuoco ed è garanzia di sicurezza.
L’alluminio solido inoltre è un materiale totalmente riciclabile. Questo significa che può essere rifuso e che tutti gli scarti possono essere riutilizzati. Tale caratteristica, oltre a renderlo ecocompatibile, fa sì che lo smaltimento di alluminio solido non comporti alcun tipo di costo ma anzi assicuri il recupero del suo valore.
L’alluminio composito incontra alcune limitazioni al suo impiego dovute alla classe di reazione al fuoco.
Ricordiamo che, secondo la normativa italiana il materiale alluminio è di classe 0, quindi non combustibile, il materiale composito è di classe 1, quindi combustibile. (I pannelli in alluminio preverniciati, DMAX, sono certificati con test secondo EN ISO 1182 & EN ISO 1716 in classe A1).
Per l’estero, con sigle diverse da quelle italiane, ogni normativa distingue comunque la reazione al fuoco di un materiale semplice o composito. L’appartenenza ad una certa classe dipende da una serie di prove, ed il risultato è strettamente dipendente oltrechè dall’alluminio e dal polietilene, o altro materiale plastico del composito, dagli spessori dei materiali e dalle condizioni di realizzazione del pannello e della sua posa in opera.
Ne consegue che è difficile orientarsi dal momento che ci si trova così tante classi differenziate da varie norme nazionali o europee.
Tuttavia, anche se è difficile elencare tutte le situazioni in cui il composito non può essere utilizzato, si può affermare che sicuramente non può essere utilizzato ovunque sia previsto un materiale non combustibile.
Secondo standard europei che a volte sono recepiti con alcune variazioni dalle normative nazionali, ma che si presume saranno uniformate in un immediato futuro, materiali non combustibili sono da usare in edifici più alti di 20 metri, (o meno, in relazione alla presenza di scale antincendio) e per edifici pubblici, come scuole, alberghi, ospedali, etc, indipendentemente dall’altezza.
Ad esempio una scuola o un albergo in Italia, devono avere vie di fuga che il più delle volte sfociano in una scala antincendio. Il DM 19 agosto 1996, relativo a locali di spettacolo, ma che in mancanza di altre norme specifiche si applica anche ad altri edifici pubblici come scuole, prevede: "la parete esterna dell’edificio su cui è collocata la scala, compresi gli eventuali infissi, deve possedere, per una larghezza pari alla proiezione della scala, incrementata di 2,5 m per ogni lato, requisiti di resistenza al fuoco almeno REI 60.”
È ovvio che con pannelli esterni infiammabili, nessuna parete retrostante potrà essere classificata REI 60.
Edifici privati avranno sempre più difficoltà ad avere una assicurazione antincendio se rivestiti con materiale infiammabile.
Le prove menzionate non tengono in nessun conto dell’emissione di gas e fumi tossici, ma soltanto la capacità di essere combustibili o meno.
Questo è importantissimo, perché la maggior parte delle vittime di incendi si hanno per asfissia da fumi e gas tossici, più che dalle ustioni dirette.
Quindi confrontare dei materiali soltanto per la loro più o meno “predisposizione” a propagare la fiamma, non è assolutamente sufficiente, perché si deve parlare anche dello sviluppo o meno di gas tossici e lo spessore di 3 mm (o più) di materiale plastico interposto tra i due sottili strati di alluminio nei materiali compositi, è una fonte notevole di emissione di gas e di fumi, oltre che di calore.
Un’altra sostanziale differenza fra alluminio composito e solido è che quest’ultimo non sviluppa gas tossici ed è incombustibile.
Per meglio comprendere il carico di calore e fumi apportato da questo materiale, facciamo una analisi quantitativa.
Carico d’incendio:
Poiché il materiale plastico del composito, che nella migliore delle ipotesi è polietilene, con 3 mm di spessore pesa 0,92 g/cmc: un mq.= 2,76 kg
Se si paragona al gasolio, 1 kg di polietilene ha un carico di incendio comparabile a 1 kg di gasolio, cioè circa 11.000 Kcal.
Quindi un solo metro quadrato di facciata con composito, raggiunto dalle fiamme alimenta l’incendio come 2,76 kg di gasolio ovvero: 1000 mq. di facciata rivestita con composito di 4 mm hanno un carico di incendio comparabile a 3800 litri di gasolio o benzina, anche se la velocità di combustione è diversa.
La lamiera in alluminio massiccio della Otefal è certificata come reazione al fuoco in classe A1 Europea, ovvero la più bassa a livello Europeo, secondo la normativa EN 13501-1.

DMAX: alto spessore, alte prestazioni
Un nuovo laminato in alluminio ad altissime prestazioni, verniciato in continuo, è ora disponibile per la realizzazione delle più moderne facciate architettoniche: si tratta di DMAX.

Caratteristiche:
• perfetta planarità
• lega Alluminio-Magnesio serie 5000
• alto spessore di metallo massiccio (da 2 a 3 mm), per una resistenza meccanica senza confronti
• rivestimento PVDF a 2, 3 o 4 mani
• disponibile in originali e nuovissime finiture metallizzate, iridescenti, pastello e personalizzate in base a specifiche richieste
• packaging personalizzato, in grado di assicurare l’immediata identificazione del laminato e la sua massima
protezione durante il trasporto e la movimentazione
• accurati e rigorosi controlli di qualità certificati in tutto il ciclo produttivo
• pelabile protettivo ad alto spessore, personalizzato con logo DMAX
• tempo di consegna: brevissimo.
DMAX rappresenta un ulteriore salto di qualità nell’offerta di laminati per pannelli per architettura, frutto delle sinergie vincenti scaturite dall’incontro di fattori diversi:
• l’esperienza quarantennale del Gruppo Otefal nei trattamenti superficiali dell’alluminio;
• il suo impegno pionieristico, durante gli ultimi venti anni, nella progettazione e gestione di linee di verniciatura in continuo;
• la conoscenza maturata, grazie alla Divisione Building, circa i sistemi architettonici per rivestimenti di facciata;
• un ufficio Ricerca & Sviluppo proiettato verso la ricerca di nuovi prodotti ad elevato contenuto tecnologico.
DMAX nasce proprio dalla volontà di dare una risposta concreta alla frequente richiesta di alluminio “Panel Quality” da 2/3 mm, in grado di sostituire con metallo massiccio i comuni pannelli compositi alluminio/plastica.
E per questo Otefal ha realizzato una nuova linea di prodotto, ancora più performante dei precedenti, in grado di applicare i super rivestimenti Pvdf anche sul metallo di alto spessore.
Il laminato di alluminio DMAX si presenta dunque come l’alternativa più conveniente ai comuni laminati compositi per le sue caratteristiche di planarità (stiratura in continuo), lavorabilità (niente fresatura né rivettatura per pannelli a cassetta), ampiezza di finiture (metallizzate,
iridescenti o pastello) e, ultimo ma non meno importante, il suo costo competitivo.
 
*Ing. Giacomo Botta in collaborazione con il Dipartimento Ricerca e Sviluppo di OTEFAL
Per ulteriori informazioni
www.otefal.it
 

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