Il futuro sostenibile è digitale: le prospettive italiane secondo il Digitalization&Decarbonization Report 2023

Nel perseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, la Comunità Europea abbraccia una transizione “digitale-decarbonizzazione” per massimizzare gli sforzi ambientali. Il primo rapporto Digitalization&Decarbonization 2023, redatto da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, fornisce un’illuminante visione delle sfide e delle opportunità legate a questo binomio.

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Il futuro sostenibile è digitale: le prospettive italiane secondo il Digitalization&Decarbonization Report 2023

La transizione verso una società a basse emissioni di carbonio è sempre più guidata dalla digitalizzazione, uno strumento fondamentale sottolineato nel recente report Digitalization&Decarbonization 2023 presentato dalla School of Management del Politecnico di Milano. Lo studio evidenzia come lo sviluppo digitale sia diventato un elemento cardine nel raggiungimento della neutralità climatica, delineando le sfide e le strategie necessarie per bilanciare l’impatto ecologico dell’innovazione digitale.

La Comunità Europea, attraverso il suo impegno nella transizione gemella “digitale-decarbonizzazione“, cerca di sfruttare appieno il potenziale della tecnologia per rinnovare le politiche ambientali e mitigare l’impatto delle infrastrutture digitali.

Il rapporto Digitalization&Decarbonization 2023, redatto da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, getta luce sulla complessità di questa transizione. Se da un lato la digitalizzazione offre strumenti essenziali per il monitoraggio e l’ottimizzazione delle politiche ambientali, dall’altro si evidenzia l’impatto delle infrastrutture digitali sulle emissioni di carbonio. Questa dualità sottolinea la necessità di strategie mirate e piani ad hoc per garantire che gli sforzi digitali non compromettano gli obiettivi di neutralità climatica.

Il cuore di questa sfida risiede nelle infrastrutture critiche come i data center e le reti di telecomunicazione. Come sottolineato i dati IEA, il carico di lavoro dei data center è cresciuto del 340% nel 2022 rispetto al 2015, ma l’aumento nei consumi è rimasto contenuto tra il 20% e il 70%. La tecnologia offre un assist fondamentale per velocizzare il processo di transizione green attraverso la gestione efficiente dei dati, ma queste stesse infrastrutture possono contribuire in modo significativo alle emissioni di carbonio se non gestite adeguatamente. Il rapporto sottolinea dunque l’urgenza di allineare tali infrastrutture con gli obiettivi di neutralità climatica, promuovendo l’efficienza energetica e l’adozione di fonti di energia pulita.

Il Decennio Digitale

Un punto centrale di questa transizione è il Percorso verso il Decennio Digitale, un quadro di governance presentato dalla Commissione Europea a settembre. Il piano mira a raggiungere obiettivi digitali al 2030, coprendo competenze, trasformazione digitale delle imprese, infrastrutture digitali e digitalizzazione dei servizi pubblici.

L’Italia, secondo il rapporto, ha fatto progressi significativi in termini di infrastrutture e trasformazione aziendale, superando la media dell’UE in indicatori chiave come la copertura della rete 5G e lo sviluppo del cloud.

“Il PNRR è una delle principali leve per finanziare lo sviluppo dell’ambito digitale in differenti settori nevralgici del Paese – commenta Federico Frattini, vicedirettore di E&S e responsabile dello studiocon stanziamenti complessivi di circa 34 miliardi di euro, già assegnati per oltre il 53%: alcuni esempi di investimento sono la cybersecurity, la migrazione al cloud, il potenziamento della PA e lo sviluppo di reti ultraveloci, mentre nel settore energy, che ha visto assegnati ben 4,5 miliardi di euro su 5, riguardano in particolare lo sviluppo delle smart grid, la realizzazione di sistemi di monitoraggio e la digitalizzazione delle reti di distribuzione dell’acqua, il rafforzamento delle infrastrutture elettriche. Gli investimenti sul digitale, soprattutto nel settore energy, mostrano dei risultati incoraggianti e le assegnazioni dei bandi conclusi o in corso segnalano un notevole fermento e un’opportunità importante per cambiare il volto tecnologico dell’Italia”.

Tuttavia, il nostro Paese si trova al di sotto della media europea nelle skill digitali della popolazione e nella digitalizzazione dei servizi pubblici. Questa discrepanza sottolinea la necessità di concentrarsi sull’istruzione e sulla formazione digitale, nonché sull’implementazione di soluzioni innovative nei settori pubblici.

Il rapporto pone l’accento inoltre sull’importanza di promuovere fonti rinnovabili per la produzione di energia e migliorare l’efficienza energetica nelle infrastrutture digitali. La neutralità climatica, quindi, richiede una visione olistica che integri gli sviluppi digitali con la sostenibilità ambientale.

Crescita dei data center in Italia: meno consumi e meno emissioni

Boom nella diffusione dei data center nel Paese: aumentano le installazioni di queste infrastrutture chiave per l’elaborazione e la conservazione di dati. Secondo i dati dell’IEA, il workload globale associato ai data center è aumentato del 340% nel 2022 rispetto al 2015. Sorprendentemente, i consumi energetici sono cresciuti solo tra il 20% e il 70%, evidenziando una significativa efficienza nella componentistica IT e una gestione oculata dell’energia in tutte le infrastrutture dei data center, inclusi i sistemi di cooling.

Aumento workload globale associato ai data center

Attualmente, il consumo energetico dei data center costituisce solo l’1% del totale, mentre le emissioni di CO2 derivanti sono addirittura lo 0,5%, testimoniando una tendenza positiva degli operatori nell’adottare un mix energetico meno carbon intensivo. Nonostante si siano registrati questi risultati positivi, per raggiungere gli obiettivi della transizione gemella, la piena decarbonizzazione di queste infrastrutture è essenziale.

Alcune sfide persistono, come il limitato riutilizzo del calore di scarto, principalmente a causa della ridotta diffusione delle reti di teleriscaldamento in Italia. Il settore dei data center mostra un notevole potenziale nell’adeguare la richiesta di energia alla disponibilità di quella rinnovabile e nel fornire supporto alla rete durante situazioni di instabilità.

Come si sta evolvendo la digitalizzazione nelle aziende?

Dalle operazioni alla gestione delle risorse umane, il digitale è diventato una leva strategica in tutti i processi aziendali, un dato che si riflette pienamente anche nei bilanci di sostenibilità delle aziende dell’indice MIB ESG.

Nonostante la pervasività delle iniziative digitali, la rendicontazione degli impatti ambientali nel 2022 è risultata limitata. Tra le 731 iniziative mappate, solo il 4,2% ha quantificato adeguatamente i benefici ottenuti. La sfida nella valutazione degli impatti ambientali è attribuita alla difficoltà nel misurare con precisione i risultati conseguiti, rappresentando un ostacolo significativo nella valutazione complessiva delle performance sostenibili.

Un dato rilevante riportato dai ricercatori del Politecnico riguarda la riduzione dell’intensità emissiva complessiva del 13,8% rispetto al 2021. Un risultato ancor più impressionante se si considera che è stato ottenuto con un aumento del fatturato del 27,3%. I risultati mostrati nel report del Politecnico dimostrano che l’adozione di iniziative digitali ha il potenziale di generare impatti positivi sul fronte ambientale, ma la sfida sta nella corretta rendicontazione di questi risultati.

Il rapporto evidenzia anche la frammentazione delle rendicontazioni, con la maggior parte delle aziende che fanno riferimento allo standard GRI, ma con divergenze significative nella denominazione e nella struttura dei documenti prodotti. L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive potrebbe rappresentare un punto di svolta, introducendo formati unici digitali per migliorare la coerenza e l’efficienza delle rendicontazioni.

Nel 2022, oltre il 75% delle aziende ha riportato almeno un’iniziativa di digitalizzazione nei bilanci di sostenibilità, in tutti gli ambiti analizzati tranne la logistica (45%). Particolarmente rilevante è l’adozione del digitale nelle risorse umane e nelle operations, dove si manifesta come una leva competitiva per migliorare l’efficienza aziendale.

Mentre le aziende abbracciano con entusiasmo le iniziative digitali, la sfida rimane nella quantificazione accurata dei benefici ambientali. La standardizzazione delle rendicontazioni e l’adozione di nuovi strumenti digitali potrebbero rappresentare passi cruciali verso un futuro più sostenibile.

Digitalizzazione, decarbonizzazione e le sfide italiane per un futuro sostenibile

Il Politecnico di Milano ha condotto un’analisi approfondita sull’impatto della digitalizzazione in tre settori cruciali: edifici, produzione energetica e trasporti smart.

La decarbonizzazione della produzione energetica è una priorità cruciale e la digitalizzazione emerge come strumento chiave per raggiungere questo obiettivo. Soluzioni come le smart grid, il monitoraggio da remoto e l’integrazione di strumenti di manutenzione predittiva sono identificate come catalizzatori per ridurre le emissioni. Nel 2021, l’Italia ha registrato un trend in riduzione delle emissioni del 37% rispetto al 1990, ma gli operatori sottolineano la bassa adeguatezza normativa, evidenziando la necessità di un quadro regolatorio più adatto.

Il settore degli edifici, complesso e variegato, è al centro di importanti cambiamenti. Nonostante l’efficienza energetica abbia contribuito a un calo del 14,3% rispetto al picco del 2010, le emissioni totali sono aumentate del 9% nel 2021 rispetto al 1990. La predisposizione digitale degli edifici in costruzione è solo parte della soluzione, con la necessità di interventi profondi su edifici esistenti, specialmente quelli più vetusti.

Il comparto dei trasporti mostra un alto potenziale di decarbonizzazione, ma le sfide normative rappresentano un ostacolo. Nonostante una diminuzione del 20,5% rispetto al picco del 2004, le emissioni derivanti dai trasporti sono cresciute dell’1% dal 1990 al 2021.

Andamento emissioni settore trasporti in Italia
Fonte EEA

L’integrazione di tecnologie come la guida autonoma richiede sforzi particolari da parte dell’industria e dei decisori. Il rapporto evidenzia come l’adozione dello smart working sia in grado di ridurre significativamente le emissioni legate agli spostamenti lavorativi, ma questo potrebbe comportare un aumento energetico fino al 30% nel comparto residenziale. Un bilanciamento accurato è necessario per massimizzare i benefici senza compromettere la sostenibilità complessiva.

La digitalizzazione è un alleato potente nella lotta contro il cambiamento climatico, ma richiede una riflessione critica sulla normativa e un impegno congiunto da parte del comparto industriale e del Governo.

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