Ci lascia Giorgio Squinzi, l’imprenditore gentile che ha reso grande Mapei

Ci lascia Giorgio Squinzi, l’imprenditore gentile che ha reso grande Mapei

La malattia con cui Giorgio Squinzi lottava da tempo non ha lasciato scampo all’imprenditore deceduto ieri sera all’età di 76 anni. Lo ricordiamo per il forte spirito imprenditoriale con il quale ha reso grande Mapei e per l’onestà che lo contraddistingueva.

A cura di Fabiana Murgiasquinzi

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È morto Giorgio Squinzi, dopo alcuni giorni di ricovero a causa della malattia che lo affliggeva da tempo.

Ricordato come l’imprenditore onesto e dall’animo gentile, Squinzi ha trascorso una vita all’insegna del successo grazie al forte spirito imprenditoriale che gli ha permesso di portare in alto l’onore dell’Italia industriale degli ultimi quarant’anni.

Il successo più grande lo lega inevitabilmente a Mapei, azienda leader in tutto il mondo per la produzione di adesivi, sigillanti e prodotti chimici per l’edilizia.

Non dimentichiamo, poi, il forte impegno in ambito pubblico che lo ha visto presidente di Confindustria dal 2012 al 2016 e che lo ha portato a lavorare costantemente per il riconoscimento di un valore centrale della manifattura, da lui considerata di primaria importanza rispetto alla finanza.

Il Presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani ricorda il suo animo gentile con queste parole: “Un uomo ed un imprenditore sempre disponibile ad ascoltare e a impegnarsi per l’interesse comune in Italia e a livello internazionale. Giorgio Squinzi ha sempre dichiarato il suo attaccamento all’industria ceramica italiana e al distretto di Sassuolo, ma ancora di più ce lo ha sempre dimostrato con il suo impegno personale anche nella nostra Associazione, dove è stato a lungo Consigliere fino a quando ha avuto la responsabilità della guida di Confindustria nazionale.

Da vero uomo di sport ha messo la sua passione e competenza al servizio dello straordinario progetto del Sassuolo Calcio, che ha contribuito così tanto in questi anni a dare una maggiore visibilità al nostro distretto.

Giorgio sarà sempre un riferimento per tutti i nostri imprenditori per quello che ha saputo costruire a livello aziendale e internazionale con il gruppo Mapei, ma anche per la grande disponibilità e attenzione che dimostrava verso ognuno di noi quando lo si incontrava al Cersaie o in qualsiasi fiera in giro per il mondo.”

Il successo di Mapei

Squinzi lavorò con dedizione per il settore produttivo ed ebbe la lungimiranza necessaria per rendere grande l’impresa fondata dal padre Rodolfo.

In seguito al conseguimento della laurea in chimica industriale riuscì a sviluppare soluzioni innovative che divennero un esempio per la messa a punto dei successivi prodotti sviluppati in ambito chimico.

Siamo nel 1970 quando Mapei intraprende un percorso di costante crescita che, anno dopo anno, attraverso una serie di acquisizioni mirate e una gestione strategica degli utili prodotti, trasforma l’impresa in un modello per la chimica fino a raggiungere una posizione di rilievo a livello globale.

La linea di successo che caratterizza da sempre Mapei, figlia di un’imprenditoria sana e onesta, è da ricondursi al forte impegno speso nell’ambito della ricerca fin da subito; impegno che porta l’azienda ad investire tutt’oggi il 5% del fatturato annuo nella ricerca e nello sviluppo.

Squinzi e la passione per lo sport

Il forte legame con il mondo sportivo si palesa con una serie di iniziative che hanno reso Squinzi un imprenditore amato dalle persone.

Lo ricordiamo per aver fondato il centro di studi di scienze motorie Mapei Sport, collaborando in seguito con la Varese Sport Commission attraverso una serie di conferenze e iniziative.

Risale, invece, al 2008 la collaborazione con i mondiali di ciclismo disputati a Varese, dei quali fu uno dei grandi sponsor.

Ricordiamo che Squinzi sponsorizzò per 10 anni la squadra ciclistica professionistica Mapei-Quick Step, collezionando grandi successi, e successivamente entrò a far parte del mondo calcistico acquistando il Sassuolo e portandolo in serie A, non solo grazie alle abilità di imprenditore ma anche alla forte umanità e onestà che gli hanno permesso di guadagnarsi la stima della squadra e della tifoseria.

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