POS, gli architetti ne chiedono la sospensione

POS, gli architetti ne chiedono la sospensione

Gli architetti del Consiglio Nazionale hanno nuovamente chiesto al Governo di sospendere l’obbligo di utilizzo del POS per i professionisti italiani, che sarà obbligatorio dal prossimo 30 giugno.  La lettera è stata inviata al neo Ministro dello Sviluppo economico, Guidi. In essa viene chiesto che  “l’obbligo venga tolto dalla disciplina attuativa del Decreto Sviluppo, in quanto è evidente e lapalissiano che tale obbligo nulla ha a che fare con i principi di tracciabilità dei movimenti di denaro, realizzabili semplicemente con il bonifico elettronico e si configura invece come una gabella, impropriamente e ingiustamente pagata a un soggetto privato terzo, le Banche,  che non svolge alcun ruolo, nel rapporto tra Committente e Professionista”.
Ma il Consiglio Nazionale degli Architetti italiani ha fatto anche una proposta al Ministro Guidi che  è quella di avviare  una collaborazione nel rilancio di politiche differenti, rispetto a quelle finora adottate, utili allo sviluppo dell’Italia, “che cominciano dalla messa a sistema del mondo professionale con quello industriale, perché sono le nostre idee e progetti che hanno costruito il successo del Made in Italy e sono la scintilla che accende l’innovazione e la conquista dei mercati”.

Sottolineano, inoltre, che “l’imposizione fiscale e previdenziale sulle attività professionali nel nostro Paese è tra le più alte al mondo e come sia altrettanto drammaticamente evidente che l’interruzione del credito ai professionisti e alle PMI da parte del sistema bancario, causa di duri richiami anche da parte della BCE, sta mettendo in ginocchio il mondo professionale e relativo indotto industriale, che nel mondo dell’edilizia vale il 14% del PIL.”
Per il presidente degli architetti italiani, Leopoldo Freyrie  “l’Italia potrà riavviare i motori quando un Governo italiano, e speriamo sia questo, capirà che lo sviluppo economico passa dai talenti e la sapienza tecnica dei knowledge workers, da troppo tempo ideologicamente emarginati da un sistema duale “datori di lavoro – lavoratori”, che da decenni non rispecchia più la realtà dell’economia globale”.
Ed ha aggiunto che si troverà costretto a rivolgersi al TAR qualora la richiesta non fosse accettata.

 

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