New Demerara River Bridge, un’infrastruttura innovativa in Guyana

Politecnica alla direzione dei lavori del New Demerara River Bridge, la più grande infrastruttura della Guyana: un ponte fisso di 2,7 km a quattro corsie con cui il Paese punta a una nuova era di mobilità e sviluppo economico.

New Demerara River Bridge in Guyana, un'infrastruttura innovativa in Guyana

L’italiana Politecnica Building for Humans è stata scelta per la direzione lavori del New Demerara River Bridge, una delle infrastrutture di trasporto più ambiziose della Guyana. Si tratta di un ponte a quattro corsie e pista ciclabile che unirà le due rive del fiume Demerara, nel cuore della capitale Georgetown, sostituendo il deteriorato Demerara Harbour Bridge risalente agli anni ’70. Con una lunghezza di quasi 2,8 km e una grande sezione strallata centrale, l’opera rivoluzionerà la mobilità e l’economia locale. Un team multidisciplinare di esperti nazionali e internazionali di Politecnica ha assunto il ruolo di “FIDIC Engineer” per garantire che il progetto risponda agli standard più alti di qualità e sostenibilità.

Un progetto strategico per la Guyana: sostenibilità e sviluppo economico

Il New Demerara River Bridge richiede un investimento di 260 milioni di dollari, il più grande mai finanziato dal governo della Guyana. Situato a circa 460 metri a sud del ponte galleggiante esistente, il nuovo ponte fisso permetterà il passaggio in sicurezza di veicoli e ciclisti attraverso una struttura stabile e moderna. Politecnica si è impegnata a garantire che ogni fase del progetto, dalla pianificazione alla costruzione, venga realizzata nel rispetto delle normative locali e internazionali, secondo gli standard di sicurezza strutturale LRFD-AASHTO.

L’infrastruttura comprende una carreggiata di circa 23,6 metri di larghezza, con quattro corsie per il traffico veicolare e una pista ciclabile per ogni senso di marcia. La sezione centrale strallata del ponte, lunga 300 metri e posizionata a 50 metri sopra il livello dell’acqua, permette la navigazione fluviale anche a imbarcazioni di grandi dimensioni. Una configurazione che rappresenta un significativo passo avanti rispetto al vecchio ponte, favorendo una mobilità efficiente e sicura tra le regioni chiave della Guyana e migliorando la connettività nell’intera area.

Il ruolo di Politecnica in qualità di FIDIC Engineer include, oltre alla supervisione dei lavori civili, anche la gestione complessiva del progetto per conto del Ministero dei Lavori Pubblici della Guyana.
Come spiega Enea Sermasi, responsabile dello sviluppo commerciale internazionale per Politecnica: “Il completamento del nuovo ponte avrà un impatto profondo sul Paese. Siamo orgogliosi di portare l’impegno e l’ingegno italiano per la realizzazione di un’opera così decisiva per il futuro del Paese e dei suoi cittadini”.

La missione di Politecnica come fidic engineer: qualità e innovazione italiane

Essendo FIDIC Engineer, Politecnica assume un ruolo strategico nella realizzazione del New Demerara River Bridge, che richiede un controllo accurato delle tecniche e dei materiali impiegati, ma anche un’attenta verifica della qualità delle opere eseguite. Politecnica è incaricata di revisionare e approvare i disegni tecnici forniti dall’impresa costruttrice China Railway Construction (International) Limited (CRCCL), in modo da garantire che ogni dettaglio del progetto sia conforme alle normative vigenti e agli standard contrattuali.

A questo scopo Politecnica ha messo in atto un rigoroso piano di controllo della qualità che prevede test in laboratorio e verifiche sul campo. Inoltre, per garantire la solidità e la sicurezza dell’infrastruttura, è previsto anche il monitoraggio costante dell’impatto ambientale del progetto. Infatti, l’intera opera è progettata per minimizzare l’impatto sull’ecosistema fluviale, adottando soluzioni innovative per ridurre al minimo il disturbo all’ambiente circostante.

Il New Demerara River Bridge punta non solo a migliorare la qualità della vita per i residenti, ma anche a stimolare lo sviluppo economico della Guyana. Una volta terminati i lavori nel 2025, il ponte sarà centrale nella rete di trasporti del Paese e un volano per nuovi investimenti nella regione.

Come sottolinea Sermasi, “Da oltre 10 anni Politecnica collabora con i governi dei Paesi in via di sviluppo e con i donors internazionali per portare le proprie competenze integrate nel mondo. Fieri di rappresentare ai livelli più alti quell’ingegneria civile e capacità progettuale italiana riconosciuta nel mondo”.

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