Patologie edilizie: diagnosi e prevenzione per vivere meglio ed evitare spese miliardarie

Ogni anno in Italia vengono spesi circa 14 miliardi di euro per rimediare ai danni provocati da difetti costruttivi e causa di patologie edilizie. È un costo notevole ed evitabile, se solo si ponesse attenzione tanto nelle fasi progettuali e costruttive, con interventi, tecnologie e materiali adeguati. Servono però figure competenti e debitamente formate.

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Patologie edilizie: diagnosi e prevenzione per vivere meglio ed evitare spese miliardarie

Intervenire per eliminare le patologie edilizie permetterebbe di evitare di spendere 14 miliardi di euro ogni anno, l’equivalente di quanto preventivato per realizzare il Ponte sullo Stretto. A tanto ammonta la spesa per rimediare ai danni da difetti costruttivi in Italia.

Curare i difetti provocati dall’incuria progettuale o realizzativa costa caro. L’incidenza del costo dei difetti ammonta al 10-11% circa rispetto al costo complessivo della costruzione, che in Italia raggiunge circa 140 miliardi di euro. In media, la metà dei danni si verifica in corso di costruzione, in cantiere; l’altra metà si ha dopo la consegna del bene immobile.  

Cosa serve per rimediare a questo problema? Servono professionisti capaci, perché le tecnologie, i materiali e i criteri per realizzare edilizia di qualità ci sono.

Convegno Diagnosi e prevenzione delle principali patologie edilizie”, organizzato da Prospecta Formazione – Infoweb.

Lo hanno messo bene in evidenza i relatori del convegno web “Diagnosi e prevenzione delle principali patologie edilizie”, organizzato da Prospecta FormazioneInfoweb.

Patologie edilizie, in Italia e in Europa, e la necessità di formare esperti

Il problema delle patologie edilizie non è limitato all’Italia. Tutt’altro: anche in Europa emerge in tutta la sua evidenza. L’85% degli edifici nell’UE è stato costruito prima del 2000 e il 75% presenta scarse prestazioni energetiche, annota la Commissione Europea, segnalando che il tasso annuo di riqualificazione è fermo all’1%.

Da una parte si persegue l’obiettivo di un parco immobiliare decarbonizzato nel 2050, dall’altro c’è ancora chi vive in abitazioni fatiscenti, umide e che si riescono a riscaldare con fatica. Nel 2020, circa il 15% della popolazione dell’UE viveva in una casa con un tetto che perde. I cittadini dei Paesi UE-27 che vivono in un’abitazione con umidità è aumentata al 15,5% nel 2023 rispetto al 12,7% del 2019.

Per affrontare e risolvere il problema occorrono figure competenti in grado di provvedere in modo appropriato.

Marco Argiolas Patologo Edile al convegno di Prospecta sulla patologia in edilizia

Come ha spiegato Marco Argiolas, c’è bisogno del patologo edile, figura che ricopre da anni, svolgendo il lavoro di tecnico specializzato in danni, difetti e degrado delle costruzioni. «La patologia edilizia è la disciplina che si occupa in modo sistematico dei difetti delle costruzioni, analizzandone le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni».

Costi e soluzioni

Argiolas ha illustrato l’ampiezza del problema legato alle patologie edilizie. «Opzioni di progettazione errate o obsolete potrebbero essere la causa di aumenti diretti dei costi operativi, in particolare quando influiscono sulle prestazioni energetiche di un edificio».

Secondo le stime di una ricerca, l’aumento del consumo energetico può arrivare fino al 70%. A ciò si aggiunge anche la scarsa qualità dell’aria interna, dovuta a difetti di progettazione, costruzione o manutenzione, e i conseguenti costi connessi, variabili tra 60 e 400 miliardi di produttività persa ogni anno solo negli Stati Uniti.

Per questo, ben vengano professionisti in grado di intervenire prontamente per ridurre l’incidenza di danni, difetti e degrado degli edifici a tutela del loro valore immobiliare. A tale proposito la costituenda Assopatologi edili – di cui Prospecta Formazione è main partner – nasce con lo scopo primario di istituire in Italia la figura del patologo edile.

La necessità di interventi ad hoc, a cominciare dall’involucro

Punto cruciale su cui intervenire per risolvere alcune delle più importanti patologie edilizie è l’involucro. È lui il primo regolatore igrotermico, ha ricordato Claudia Volontè, ingegnere edile-architetto. Occorre tenere conto che l’acqua è responsabile dell’80% del degrado degli edifici e di oltre il 60% dei contenziosi nel settore edile.

l’acqua è responsabile dell’80% del degrado degli edifici e di oltre il 60% dei contenziosi nel settore edile.

L’umidità, in particolare, è un fattore critico nelle patologie edilizie, causa del 75-80% dei difetti strutturali negli edifici.

«La pianificazione di un intervento di risanamento di un componente edilizio di un edificio esistente pone diverse problematiche. Accanto al comportamento termico e alle considerazioni sul fabbisogno energetico, va posta particolare attenzione all’aspetto igrometrico», ha affermato l’esperta, illustrando gli interventi necessari per evitare l’umidità e permettere un’adeguata ventilazione, a partire dalle coperture.

C’è poi il sistema cappotto, minacciato da patologie di ogni tipo: da quelle burocratiche (occupazione perpetua di suolo pubblico) a quelle causate dal non corretto stoccaggio dei materiali. Volontè ha anche portato in evidenza la necessità di un corretto isolamento controterra e dei serramenti.

L’importanza della Ventilazione Meccanica Controllata

Saper intervenire prontamente e con correttezza è fondamentale. La tecnologia si rivela utile per prevenire patologie edilizie. In questo senso assume valore l’installazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata. Sull’argomento è intervenuto Paolo Savoia, ingegnere, specialista in Termotecnica e acustica per il comfort in edilizia, che sulla VMC ha tenuto svariati corsi.

«Lo scopo degli impianti di ventilazione meccanica controllata è la salubrità e la qualità dell’aria indoor. Non si installa per risparmiare, ma per migliorare la qualità dell’aria interna», ha affermato, illustrando quali benefici possa garantire la sua presenza nella diluizione di muffe, virus, CO2, odori e persino per il radon e per l’umidità.

Respirare aria sana, senza inquinanti, è fondamentale. A questo serve la VMC, ma non solo: è una soluzione utile anche per azzerare i ponti termici, causa di discomfort e di patologie edilizie.

Il ruolo dei materiali naturali

Oltre alle tecnologie, la qualità dell’aria è possibile perseguirla anche grazie all’impiego dei materiali edili naturali.

Su questo aspetto è intervenuta Stefania Ganz, architetto e vicepresidente ANAB – Associazione nazionale di Architettura Bioecologica il cui «primo principio è la salubrità ovvero il benessere all’interno degli spazi costruiti. Tali traguardi sono perseguibili grazie a una progettazione consapevole e una conoscenza adeguata dei materiali nei contesti in cui sono inseriti, oltre al contenimento dei consumi e allo sviluppo delle tecniche costruttive locali, tradizionali e sostenibili».

La stessa specialista ha evidenziato sin da subito la necessità di contare su ambienti in grado di assicurare un’adeguata qualità dell’aria indoor.

Fondamentale intervenire con i necessari accorgimenti

C’è bisogno di accorgimenti particolari, a cominciare dalla scelta di materiali congeniali, privi di sostanze tossiche. Puntare sulla qualità dei materiali bioedili è una buona base di partenza. Tuttavia per esprimere al meglio le loro caratteristiche occorre operare «una scrupolosa cura dei dettagli costruttivi dei materiali naturali», che è «essenziale per garantirne la durabilità e le prestazioni in edilizia», ha specificato Ganz. Questo implica, tra l’altro, la salvaguardia delle loro caratteristiche intrinseche mediante tecniche rispettose della materia, dalla lavorazione alla posa, fino alla selezione accurata dei materiali e alla integrazione armoniosa con il contesto.

Fondamentale, in tal senso, la corretta posa in opera.

Tutti questi aspetti vanno considerati attentamente, anche perché in casa e, in generale, in ambienti confinati, trascorriamo più del 90% del nostro tempo. «Il 95% delle sostanze inquinanti che respiriamo si trovano nelle nostre case», ha sottolineato Gianni Terenzi, architetto e tecnico ufficiale Certificazione di Salubrità Ambientale e Qualità dell’Aria Biosafe.

L’esperto progettista ha illustrato i problemi collegati all’inquinamento indoor, che può essere ascritto anche alle patologie edilizie, ma anche all’impiego di materiali non idonei e alla poca attenzione che viene posta in tutte le fasi dei lavori edili, su cui lo standard fissato da Biosafe pone attenzione. La cura viene posta in ogni fase e nei dettagli. Qualche esempio: nel decalogo di cantiere viene posto il divieto al fumo di sigaretta per tutta la durata delle lavorazioni, o al divieto di permanenza in cantiere dei materiali di risulta oltre le 24 ore.

L’attenzione viene posta in ogni fase, fino alla avvenuta realizzazione dell’edificio e alla conseguente certificazione di salubrità ambientale.

Per riuscire nell’intento di realizzare edifici salubri e privi di patologie edilizie, l’aspetto fondamentale è quello di un’unità di intenti, come ha evidenziato lo stesso Terenzi: «la sinergia tra tecnico, committente e impresa è fondamentale per un lavoro a regola d’arte».

FAQ Patologie edilizie

Cosa sono le patologie edilizie?

Si definiscono così tutte le problematiche di cui soffrono gli stabili come: infiltrazioni d’acqua, muffe, batteri, degrado e corrosione, che purtroppo sono diffusi in molti edifici mono o plurifamiliari.

Per affrontare il problema si è cominciato a trattare anche in Italia di patologia edilizia, «la disciplina che si occupa in modo sistematico dei difetti delle costruzioni, analizzandone le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni», ha spiegato Marco Argiolas, aggiungendo che essa adotta un approccio metodologico strutturato, di procedure condivise, volto a ridurre il rischio che diversi tecnici arrivino a diagnosi discordanti sullo stesso problema.

Qual è il principale problema causa di patologie edilizie?

L’acqua è responsabile dell’80% del degrado degli edifici e di oltre il 60% dei contenziosi nel settore edile. L’umidità è uno dei problemi più diffusi. Nei paesi membri e dello Spazio economico europeo, un nucleo familiare su sei è affetto da umidità (OMS, 2022). 

Quali altri problemi affliggono gli edifici e causano problemi ai residenti?

L’inquinamento indoor è un problema esteso. «È responsabile del 2,7% del carico globale di malattia nel mondo», ha dichiarato Gianni Terenzi, ricordando che ognuno di noi trascorre più del 90% del tempo all’interno degli edifici. Gli effetti dell’inquinamento dell’aria interna sono molteplici e colpiscono molte persone, tanto che si è coniato il termine di Sick building Syndrome (sindrome dell’edificio malato), patologia che crea una frequenza di disturbi tra gli occupanti compresa tra il 15% e il 50% (Fonte: Ministero della Salute).

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