Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
Indice degli argomenti Toggle Cos’è l’architettura low-techCome si progetta una casa low-techI vantaggi del low-techAbitare low-tech, in quali contesti convieneIl low-tech può rappresentare il futuro dell’edilizia sostenibile?Esempi italiani e internazionaliFAQ Abitare low-techChe cosa significa vivere in una casa low-tech?Una casa low-tech è meno confortevole rispetto a una smart home?Quali sono i principali vantaggi dell’approccio low-tech?In quali contesti conviene costruire una casa low-tech?Una casa low-tech è compatibile con le moderne esigenze urbane?Il low-tech può rappresentare il futuro dell’edilizia sostenibile? Negli ultimi anni la parola d’ordine nel settore delle costruzioni e dell’abitare è stata “smart”. Case intelligenti, domotica avanzata, sensori ovunque, sistemi di controllo remoto: l’idea di abitare è stata sempre più associata a un carico di tecnologia. Una tendenza che, se da un lato ha portato comfort e nuove possibilità, dall’altro ha reso le abitazioni più costose, complesse da gestire e spesso anche meno sostenibili sul lungo periodo. In questo scenario, si sta aprendo un filone alternativo che va in direzione opposta: il low-tech, ovvero un modo di progettare e vivere la casa basato non sull’accumulo di dispositivi, ma sull’intelligenza progettuale e sull’uso consapevole delle risorse naturali. Cos’è l’architettura low-tech Ma attenzione, perché architettura low-tech non significa rinunciare al benessere abitativo né tornare indietro nel tempo. Piuttosto, indica un approccio progettuale che riduce al minimo la dipendenza dalla tecnologia avanzata e dalla meccanica complessa, privilegiando soluzioni semplici, materiali locali e tecniche costruttive che sfruttano le proprietà naturali dell’ambiente. Un edificio low-tech è pensato per funzionare bene senza bisogno di sistemi di controllo sofisticati. Si punta, per esempio, su un corretto orientamento dell’edificio per sfruttare l’irraggiamento solare in inverno e minimizzarlo in estate, su spessori adeguati delle pareti esterne per garantire inerzia termica, su tetti ventilati e aperture strategiche per la ventilazione naturale. L’idea di fondo è che una casa ben progettata non abbia bisogno di un impianto costoso per mantenere il comfort, perché lo fa in modo “passivo”. Come si progetta una casa low-tech Progettare in chiave low-tech significa considerare il contesto e le reali esigenze degli abitanti. L’orientamento e la forma dell’edificio permettono di sfruttare luce e calore solare in inverno e ridurre i consumi in estate. I materiali, spesso locali come legno, terra cruda, pietra o paglia, garantiscono buone prestazioni termiche e riducono l’impatto ambientale. Fondamentale è anche la ventilazione naturale, ottenuta con aperture e cortili che favoriscono il raffrescamento senza aria condizionata. Muri spessi, tetti verdi e rivestimenti naturali mantengono stabile la temperatura interna. Infine, gli impianti restano semplici ed essenziali: la tecnologia viene usata solo quando davvero necessaria, con l’obiettivo di semplificare la vita e assicurare comfort senza costi e complessità eccessive. I vantaggi del low-tech L’abitare low-tech offre una serie di benefici che vanno ben oltre la sostenibilità ambientale. Il primo vantaggio riguarda i costi, che si riducono sensibilmente grazie all’eliminazione di impianti complessi e materiali ad alta tecnologia, spesso costosi da acquistare e mantenere. A questo si aggiunge la maggiore durabilità delle soluzioni adottate: i materiali naturali e le tecniche semplici hanno una lunga vita utile e richiedono interventi di manutenzione minimi. Un altro aspetto fondamentale è la resilienza. Le abitazioni progettate con criteri low-tech sono meno dipendenti da sistemi elettrici o digitali e quindi più sicure in caso di guasti, blackout o obsolescenza tecnologica. Questo le rende stabili nel tempo e capaci di adattarsi a situazioni impreviste senza la necessità di costose sostituzioni. Il comfort abitativo rappresenta poi un valore aggiunto, grazie a una migliore qualità dell’aria e a un controllo naturale della temperatura, gli ambienti risultano più salubri e piacevoli da vivere, garantendo benessere sia d’estate che d’inverno. Infine, la riduzione dell’impatto ambientale è evidente: consumi energetici minori, uso ridotto di materiali non rinnovabili e un rapporto più armonioso con il territorio fanno del low-tech una scelta capace di coniugare qualità della vita e rispetto per l’ambiente. Abitare low-tech, in quali contesti conviene Non tutte le situazioni si prestano a un approccio completamente low-tech. Nei contesti urbani molto densi, ad esempio, la mancanza di spazi liberi o i vincoli normativi possono limitare l’applicazione di alcune soluzioni naturali. Tuttavia, esistono scenari nei quali questo tipo di architettura mostra tutta la sua efficacia. Nelle aree rurali e periferiche, per esempio, l’uso di materiali locali risulta più semplice e le tecniche costruttive tradizionali possono essere recuperate e valorizzate. Lo stesso vale per le case unifamiliari e i piccoli complessi residenziali, che consentono un maggiore controllo sull’orientamento e sulla forma dell’edificio, elementi fondamentali per garantire comfort e risparmio energetico. Il low-tech si rivela particolarmente adatto anche nei progetti di edilizia sociale, dove contenere i costi senza sacrificare la qualità e assicurare la durabilità degli edifici è un obiettivo prioritario. Infine, in contesti climatici estremi, dalla calura delle regioni desertiche al freddo intenso delle aree montane, la progettazione passiva offre prestazioni spesso superiori rispetto ai sistemi energivori di climatizzazione, permettendo di ottenere un benessere abitativo stabile e sostenibile. Il low-tech può rappresentare il futuro dell’edilizia sostenibile? La corsa al “tutto smart” non è necessariamente l’unica via verso l’abitare sostenibile. Anzi, il low-tech può rappresentare una risposta concreta ad alcune delle contraddizioni della green economy. Molte soluzioni “ad alta tecnologia” richiedono grandi quantità di energia e materiali per essere prodotte, e diventano rapidamente obsolete, generando rifiuti elettronici. Il low-tech, al contrario, offre un approccio più sobrio e circolare: si costruisce con ciò che è disponibile, si riduce la necessità di manutenzione e si punta sulla lunga durata. Inoltre, è un modello che si integra perfettamente con le comunità energetiche e le strategie di rigenerazione urbana, perché non dipende da sistemi proprietari o da fornitori esterni. Esempi italiani e internazionali Esempi di abitazioni low-tech si trovano in diverse parti del mondo e dimostrano come sia possibile coniugare semplicità costruttiva, sostenibilità e comfort. A Città del Messico, ad esempio, lo studio Naso ha realizzato Casa Martha nell’ambito del progetto ReConstruir Mexico, nato dopo il terremoto del 2017 che aveva danneggiato molte abitazioni. Img by Studio Naso La residenza è sviluppata quasi interamente su un unico piano e costruita con mattoni di terra prodotti in loco. Si caratterizza per l’essenzialità delle forme: una copertura voltata in cemento, unico elemento verticale, accoglie un piccolo spazio indipendente rispetto al resto della casa. In Italia, invece, un progetto innovativo è la Tecla House di Mario Cucinella Architects con WASP: una casa stampata in 3D utilizzando terra locale, acqua e fibre naturali come la pula di riso. Il processo produttivo, rapido e a basso consumo energetico, unisce tradizione e innovazione leggera, offrendo un modello di edilizia sostenibile replicabile in diversi contesti. FAQ Abitare low-tech Che cosa significa vivere in una casa low-tech? Abitare low-tech significa vivere in un edificio progettato per garantire comfort e benessere senza ricorrere a un eccesso di tecnologia. L’architettura sfrutta principi naturali come l’orientamento solare, la ventilazione naturale, l’inerzia termica dei materiali e l’uso di risorse locali, riducendo al minimo la dipendenza da impianti complessi e costosi. Una casa low-tech è meno confortevole rispetto a una smart home? Al contrario, una casa low-tech può risultare più confortevole. Ambienti ben ventilati, muri spessi che mantengono la temperatura costante e materiali naturali che “respirano” garantiscono un microclima salubre e stabile. Il comfort non deriva da dispositivi digitali, ma da una progettazione intelligente che lavora con l’ambiente, non contro di esso. Quali sono i principali vantaggi dell’approccio low-tech? I benefici riguardano soprattutto la riduzione dei costi di costruzione e manutenzione, la durabilità delle soluzioni adottate, la resilienza in caso di guasti o blackout, un miglior comfort abitativo e un impatto ambientale decisamente più contenuto. Una casa low-tech è pensata per durare a lungo e funzionare bene senza bisogno di continue sostituzioni o aggiornamenti tecnologici. In quali contesti conviene costruire una casa low-tech? Questo approccio si rivela particolarmente efficace nelle aree rurali o periferiche, dove i materiali locali sono più facilmente disponibili e le tecniche costruttive tradizionali possono essere recuperate. È indicato anche per abitazioni unifamiliari, piccoli complessi residenziali o progetti di edilizia sociale, ma funziona molto bene anche in contesti climatici estremi, dove la progettazione passiva è più performante rispetto ai sistemi meccanici. Una casa low-tech è compatibile con le moderne esigenze urbane? Nei contesti urbani molto densi alcune soluzioni possono essere limitate da vincoli normativi o dalla mancanza di spazi. Tuttavia, il low-tech può essere integrato nelle città attraverso strategie di rigenerazione urbana, comunità energetiche e l’uso di materiali naturali in nuove costruzioni o ristrutturazioni, offrendo un’alternativa concreta al modello ad alta tecnologia. Il low-tech può rappresentare il futuro dell’edilizia sostenibile? Sì, perché a differenza di molte soluzioni high-tech che richiedono energia e materiali per essere prodotte e diventano rapidamente obsolete, il low-tech si basa sulla sobrietà, sull’uso di risorse disponibili e sulla lunga durata. È un approccio più circolare, capace di ridurre l’impatto ambientale e di integrare al meglio innovazione e tradizione. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento