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La Corte di cassazione, con la sentenza n. 24457 dello scorso 8 agosto, ha chiarito una controversia tra un contribuente e l’Agenzia delle Entrate riguardo al mantenimento del bonus prima casa in caso di vendita della stessa nei primi 5 anni dalla data di acquisto con successivo riacquisto di un nuovo immobile entro un anno. Ricordiamo che le agevolazioni prevedono l’imposta di registro con l’aliquota del 2% sul valore della compravendita, al posto del 9%; IVA al 4% (invece che al 10) in caso di acquisto direttamente dal costruttore; imposte ipotecaria e catastale in misura fissa. L’acquirente è tenuto però a rispettare alcuni requisiti: l’immobile non deve essere di lusso, si deve trovare nel comune di residenza del compratore (o lo deve diventare entro 18 mesi), l’acquirente non deve possedere nel medesimo comune un’altra abitazione o un immobile su tutto il territorio italiano acquistato beneficiando dell’agevolazione prima casa. In caso di primo acquisto non è dunque necessario che la casa sia utilizzata come propria abitazione. Nel caso in discussione, il contribuente si è visto alienare con avviso di liquidazione il bonus prima casa perché, nonostante i tempi fossero stati rispettati e la nuova casa sia stata acquistata entro un anno dalla vendita della precedente, non è però stata adibita ad abitazione principale, condizione obbligatoria per evitare la decadenza dell’agevolazione in caso di vendita del primo immobile agevolato e acquisto di un’altra casa. Non è infatti sufficiente la “mera intenzione”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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