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E’ pronto il provvedimento per mettere a terra il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dentro l’ultima bozza un pacchetto di 65 articoli i capisaldi riguardando appalti, Pubblica amministrazione, burocrazia, Green pass per il Covid-19, superbonus al 110%, e una supercommissione per la Valutazione di impatto ambientale per le opere a cura di Tommaso Tetro Appalti, Pubblica amministrazione, burocrazia, Green pass per il Covid-19, superbonus al 110%. Questi i temi portanti del decreto Recovery che si appresta a diventare sostanza, con un pacchetto di 65 articoli che tagliano trasversalmente due concetti essenziali per il Paese, semplificazioni e velocizzazione. Un super-decreto per le opere e per le norme per la struttura di governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza che entrerà in consiglio dei ministri, tenendo presente che è previsto anche il primo Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite). Il tutto condito dalla mediazione, ancora aperta, tra governo e parti sociali sulle regole per appalti e, soprattutto, subappalti. Un Piano da 5 anni L’ultima bozza del provvedimento contempla la norma sulla “regia” del Piano; tre i direttori d’orchestra: una cabina politica guidata dal premier, che di volta in volta coinvolgerà i ministri interessati per materia e, dove necessario, anche i governatori delle Regioni; un tavolo permanente con le parti sociali; una segreteria tecnica che sopravvivrà alla fine dell’esecutivo perché rimarrà in carica fino alla fine del Piano. Pronte intanto le prime 350 assunzioni a tempo per i 5 anni di durata del Piano: si tratta di ingegneri, informatici, economisti, giuristi con concorso rapido e una graduatoria a scorrimento che resterà valida fino al 2026. Semplificazioni anche in questo caso fa rima con velocizzazioni; un buon motivo per strutturare meglio i poteri sostitutivi di Palazzo Chigi nei confronti di enti locali o amministrazioni in ritardo, su cui si potrà arrivare anche all’indicazione di commissari ad acta. Il capitolo appalti E’ in arrivo una proroga delle deroghe già in vigore per ora fino al 2023, con nuove soglie per gli affidamenti diretti, oltre alla clausola per promuovere le assunzioni di donne e giovani. I bandi di gara dovranno agevolare gli imprenditori under 36 e ci sarà un sistema di penali e premi, per esempio per chi assicura la conciliazione vita-lavoro. E’ invece sicuro che saranno stralciate le norme sul massimo ribasso, così come bisognerà riuscire a restare vigili sui subappalti tutelando i lavoratori e la legalità. Burocrazia da snellire Velocità. Il decreto punta tanto su questo, in particolare alle procedure che rallentano la macchina pubblica, tipo la valutazione di impatto ambientale (Via), con l’introduzione di una supercommissione con 40 tecnici e una soprintendenza speciale per le opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Comitato speciale del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, e la Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Autorità nazionale anti-corruzione. Un occhio di riguarda anche alla digitalizzazione del Paese con il dimezzamento dei tempi per gli scavi per stendere la banda larga (da 6 a 3 mesi). E’ previsto anche un taglio dei tempi per il silenzio-assenso sulle opere, e vengono riviste le procedure per repowering degli impianti delle rinnovabili. Oltre a un Piano la decarbonizzazione della Sardegna. Tra le altre novità “verdi” l’accesso al superbonus al 110% con la sola Comunicazione di inizio lavori asseverati (Cila), in modo da andare incontro ai condomini. Sul punto non sembra si riesca però a portare a casa l’estensione agli alberghi (pur essendo ancora presente nella bozza) mentre si ipotizza sui lavori che consentono di far arrivare la banda larga nei palazzi con l’applicazione dello sconto in fattura o la cessione del credito. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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