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Sono 10 le priorità indicate da Legambiente che dovrebbero essere inserite nel Piano Nazionale ripresa e resilienza per garantire la transizione ecologica nel rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2030 Entro la fine di aprile il governo Draghi dovrà inviare a Bruxelles il Piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) con gli interventi che l’Italia intende realizzare con i fondi Next Generation EU. Legambiente nel corso di un evento cui hanno partecipato rapprentanti del mondo ambientalista e della cultura, sei ministri dell’esecutivo – Roberto Cingolani (transizione ecologica), Enrico Giovannini (infrastrutture e mobilità sostenibili), Andrea Orlando (lavoro e politiche sociali), Luigi Di Maio (Affari esteri), Maria Rosaria Carfagna (sud e politiche territoriali), Stefano Patuanelli (politiche agricole, alimentari e forestali) – insieme al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Vincenzo Amendola, ha lanciato le 10 priorità che non possono mancare per garantire la transizione green. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente ha sollecitato il Governo a fare “scelte coraggiose e radicali sui progetti da finanziare, puntando solo sulle tecnologie pulite per la produzione di energia rinnovabile, sull’idrogeno verde, sugli impianti di economia circolare, sulla mobilità a emissioni zero in città e sulle tratte extra urbane, sulla rigenerazione urbana, sull’agroecologia, sul turismo sostenibile e sulle aree protette”. Le 10 opere faro da cui partire: Riconversione in chiave green del distretto industriale di Taranto e Brindisi: si devono prevedere interventi di bonifica dei territori, riqualificazione dei tessuti urbani, sviluppo di eolico offshore, solare fotovoltaico e termodinamico nelle aree dismesse bonificate, agrivoltaico, impianti di accumulo di energia elettrica e interventi di diversificazione del tessuto produttivo. La mobilità a emissioni zero in Pianura Padana e nei capoluoghi di provincia: si tratta dell’aria più inquinata d’Europa ed è necessario pianificare interventi urgenti. L’Italia è stata recentemente condannata dalla Corte di Giustizia europea per violazione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, superando i limiti in maniera sistematica e continuativa. La bonifica di Terra dei fuochi, Valle del Sacco, Val d’Agri, Gela e delle falde inquinate da PFAS. I parchi eolici off-shore nel canale di Sicilia, in Sardegna e in Adriatico: l’obiettivo dell’Italia per la produzione elettrica da eolico off-shore è di 900 MW al 2030. Alcuni progetti sono già stati presentati, nel canale di Sicilia, in Sardegna e nella zona di mare tra Rimini e Riccione. Per raggiungere i target “I parchi eolici off shore dovranno moltiplicarsi e integrarsi con sistemi di accumulo e impianti per la produzione di idrogeno rinnovabile, da realizzare a terra in aree dismesse o da bonificare”. La riduzione del rischio idrogeologico in Campania, Calabria e Sicilia Gli impianti dell’economia circolare nel centro sud: l’obiettivo è che tutti i comuni del nostro paese diventino autosufficienti negli impianti di riciclo. La connessione ecologica, digitale e cicloturistica dell’Appennino, attraverso la realizzazione di infrastrutture verdi grazie al ripristino degli ecosistemi forestali degradati e la tutela della biodiversità. La ricostruzione innovativa delle aree terremotate del centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2016-2017. La realizzazione di una rete di infrastrutture ferroviarie per Calabria e Sicilia, in grado di superare l’isolamento e i disservizi presenti nelle due regioniz. Lo sviluppo del biologico e dell’agroecologia sulle Alpi, negli Appennini e nelle aree rurali attraverso la creazione di biodistretti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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