S.P.I.D. DATE: 30 anni di Teicos e lo scenario Cresme sull’edilizia del futuro

Lo scorso 6 novembre, nella sede di Assimpredil ANCE (Milano), l’evento S.P.I.D. DATE – Sicurezza, Partecipazione, Inclusione, Digitalizzazione – a cura di Teicos, storica impresa edile milanese, ha riunito operatori e istituzioni per discutere delle prospettive del comparto in un momento decisamente complesso. L’intervento di Lorenzo Bellicini, Direttore Tecnico del Cresme, ha delineato uno scenario in cui la competitività si gioca su qualità, innovazione e rigenerazione urbana, con la casa al centro dell’agenda politica europea.

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S.P.I.D. DATE: 30 anni di Teicos e lo scenario Cresme sull’edilizia del futuro

Fondata a Milano nei primi anni Novanta, Teicos ha costruito la propria identità attorno ai quattro valori che hanno dato il nome all’evento che si è svolto a Milano il 6 novembre per festeggiare i suoi 30 anni: S.P.I.D. DATE, ovvero Sicurezza, Partecipazione, Inclusione, Digitalizzazione.
Concetti che l’impresa ha tradotto in prassi operative e modelli gestionali capaci di anticipare i trend attuali del settore, come hanno ben raccontato in un divertente scambio i due soci fondatori dell’azienda Guido Hugony e Giorgio Albinati.

S.P.I.D. DATE: 30 anni di Teicos e lo scenario Cresme sull’edilizia del futuro

S.P.I.D. DATE ha coinvolto diversi relatori in un pomeriggio di confronto su queste quattro direttrici strategiche:

  • Sicurezza, intesa come cultura condivisa e prevenzione attiva in cantiere, rafforzata da formazione continua e meccanizzazione;
  • Partecipazione, che supera la frammentazione della filiera per includere cittadini e stakeholder nei processi di rigenerazione urbana;
  • Inclusione, per rispondere alla crisi delle risorse umane e rendere il cantiere più accessibile a giovani e donne;
  • Digitalizzazione, con il BIM, la condivisione dei flussi informativi e l’uso crescente dell’Intelligenza Artificiale per l’efficienza dei processi.

Teicos: trent’anni di innovazione e un premio alla sostenibilità

A conferma dell’attenzione alla sostenibilità a 360° di Teicos, azienda specializzata in interventi di riqualificazione energetica e di recupero del patrimonio esistente, recentemente è stata l’unica impresa edile premiata al Forum Sostenibilità promosso da Il Sole 24 Ore e Santa Sede, per la categoria “sostenibilità economica”.
Negli ultimi cinque anni l’azienda ha coinvolto oltre 2.000 famiglie nella riqualificazione di 150.000 m² di patrimonio edilizio, raggiungendo un salto medio di tre classi energetiche e una riduzione del 50% dei consumi, con 2.559 tonnellate/anno di CO₂ evitate (equivalenti a 18.000 alberi).

Cecilia Hugony, AD Teicos UE
Cecilia Hugony, AD Teicos UE

Risultati ottenuti grazie al metodo CoREn®, un processo di co-progettazione energetica che accompagna i condomìni dalla fase di analisi alle decisioni d’intervento, rendendo accessibili gli incentivi e facilitando l’attuazione.

L’ondata di riqualificazioni nata col Superbonus non si può più fermare”, ha dichiarato la CEO Cecilia Hugony. “Ora serve una nuova stagione di strumenti agevolativi che sostengano gli obiettivi europei di efficienza e neutralità carbonica entro il 2050”. 

Lorenzo Bellicini e lo scenario futuro dell’edilizia tra competitività e incertezza globale

Durante l’evento, Lorenzo Bellicini Direttore Tecnico del Cresme, ha tracciato un quadro lucido e realistico sul futuro dell’edilizia: tra transizioni sistemiche, nuove forme di competitività e un’urgenza abitativa che torna al centro dell’agenda europea. “Siamo dentro la più grande transizione del capitale fisso edilizio della storia: nel mondo non si è mai costruito così tanto. Ma cambiano i modelli, la qualità e la capacità di innovare faranno la differenza”.

Bellicini ha descritto il contesto macroeconomico in cui opera oggi l’edilizia: un mondo attraversato da transizioni demografica, tecnologica, energetica e sociale, e segnato da tensioni geopolitiche.

Oggi, un intreccio di fattori – transizione demografica, ambientale, energetica e tecnologica, ma anche polarizzazioni sociali e tensioni geopolitiche – ridefinisce equilibri economici e produttivi:

  • L’Africa crescerà di 700 milioni di abitanti entro 25 anni, generando circa 200 milioni di nuovi soggetti con casa, lavoro e capacità di spesa, destinati a incidere fortemente sull’economia del Mediterraneo. Al contrario l’Europa perderà popolazione.
  • Gli Stati Uniti, con un debito record di 37.000 miliardi di dollari, attraverso i dazi stanno riscrivendo le regole del commercio globale.
  • La digitalizzazione accelera e apre a una “bolla” dell’intelligenza artificiale, con investimenti massicci e rischi di squilibrio.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale – che descrive la situazione globale con un termine simbolico: dim, “una luce attenuata, che indica una visibilità limitata e incerta” – la crescita mondiale resterà stabile attorno al 3% fino al 2030, ma con margini di volatilità molto ampi, ha osservato Bellicini.

In risposta a questa instabilità, gli investitori globali si rifugiano nei beni rifugio: crescono le quotazioni di oro, argento e, più di recente, anche dei Bitcoin, segnale di una fiducia vacillante nelle economie reali.
Parallelamente, il mondo è entrato in una fase che Bellicini definisce di “guerra di istruzioni”, in cui alla distruzione segue la ricostruzione: dalla Siria, dove sono state distrutte oltre 5 milioni di abitazioni, a Gaza, dove – oltre alla tragedia umana – si discute già di come e con quali risorse ripensare la ricostruzione. 

La competitività diventa la chiave per affrontare il cambiamento: territoriale, imprenditoriale e tipologica. Le imprese che sapranno innovare, digitalizzare e integrare la sostenibilità nelle proprie strategie avranno le maggiori opportunità di crescita.

Le costruzioni come protagonista della transizione

Nonostante la volatilità globale, il comparto edilizio si conferma motore di sviluppo.
Il mondo sta vivendo “il più alto salto di scala nella dotazione di capitale fisso edilizio della storia”, con processi di urbanizzazione e infrastrutturazione che coinvolgono interi continenti. In alcune aree del mondo si registrano tassi di crescita degli investimenti in costruzioni superiori al 5-6% annuo.

Tuttavia, la sfida si gioca ora sulla qualità e sull’innovazione.

In Italia, tra il 2008 e il 2014, la crisi ha cancellato 650.000 posti di lavoro e portato alla scomparsa di molte grandi imprese storiche.
Dal 2015 è iniziata una lenta ripresa, poi la pandemia ha ribaltato le condizioni del mercato. Il periodo post-2020 ha visto un “booster” straordinario alimentato da tre fattori convergenti: politiche economiche europee espansive, che hanno liberato ingenti risorse; aumento del risparmio delle famiglie italiane, che ha generato nuova liquidità privata e accelerazione della spesa pubblica per infrastrutture e rigenerazione urbana, culminata con PNRR, bonus edilizi e Superbonus (luglio 2020).

Ora l’Italia è entrata in una fase di stabilizzazione, ma il futuro si giocherà su innovazione, efficienza e qualità e il nostro paese deve confrontarsi con una competizione nuova, fondata su digitalizzazione e interoperabilità dei processi (BIM, droni, AI, building automation), sostenibilità ambientale e sociale, adozione di modern methods of construction e prefabbricazione industriale.

Bellicini ha richiamato l’attenzione sull’importanza del Building Information Modeling (BIM), già obbligatorio per le opere pubbliche superiori a 2 milioni di euro, come strumento di trasparenza e interoperabilità lungo tutta la filiera. “Il BIM sarà sempre più strategico per l’efficienza delle opere pubbliche e private“.

Sostenibilità e adattamento ai cambiamenti climatici

Nel percorso evolutivo del settore, la sostenibilità rappresenta oggi un obiettivo a più dimensioni: ambientale, energetica e sociale.
Non basta più migliorare l’efficienza del patrimonio esistente: la nuova sfida è l’adattamento ai cambiamenti climatici già in atto, un’urgenza che riguarda la gestione dell’eccesso o della scarsità d’acqua, l’aumento della temperatura media e la maggiore intensità dei venti.

Bellicini ha sottolineato che ogni intervento edilizio dovrà essere progettato considerando la resilienza climatica del costruito, ovvero la capacità dell’edificio o dell’infrastruttura di reagire e adattarsi a fenomeni sempre più estremi.

Esempi concreti arrivano dall’Europa:

Londra sta realizzando un collettore sotterraneo lungo 26 chilometri, a 93 metri di profondità e con 7 metri di diametro, per convogliare le acque piovane e prevenire gli allagamenti, dopo che parte della rete idrica vittoriana si è rivelata inadeguata alle nuove precipitazioni.

Amburgo, con il progetto di HafenCity, ha ripensato interi quartieri su due livelli di altezza per fronteggiare il previsto innalzamento del livello del mare e garantire continuità urbana anche in condizioni climatiche critiche.

In Italia, la sostenibilità si traduce soprattutto nella riqualificazione energetica del patrimonio abitativo, tema centrale della direttiva europea sulle case green.
Secondo le stime del Cresme, per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 16% dei consumi energetici fissato dalle direttive europee, sarebbe necessario intervenire su circa 3 milioni di abitazioni, selezionate tra quelle non storiche e più energivore.
Un piano di queste dimensioni richiederebbe 319 miliardi di euro se si adottassero i parametri del Superbonus, oppure 258 miliardi secondo le stime ENEA elaborate sul vecchio PNIEC.

“L’obiettivo non è solo efficientare, ma adattare il patrimonio edilizio al cambiamento in corso. La resilienza urbana diventerà una variabile di progetto imprescindibile”, ha commentato Bellicini, richiamando la necessità di politiche stabili e di una pianificazione di lungo periodo.

La casa torna nell’agenda europea

Il Direttore del Cresme ha definito la casa “il mercato del futuro”, ma anche una delle emergenze più gravi del Paese.
Nessun Paese europeo costruisce così poco nuovo come l’Italia.
A fronte di famiglie in aumento e popolazione in calo, il saldo tra crescita demografica e produzione abitativa negli ultimi cinque anni è negativo di oltre 400.000-500.000 unità.

“Il 50% delle famiglie italiane ha redditi inferiori ai 30.000 euro. Non ce la fanno ad accedere al mercato, e la risposta non può essere solo edilizia popolare: serve una politica abitativa nuova, integrata, con strumenti stabili nel tempo”, ha spiegato Bellicini.

“Oggi il problema non è solo produrre nuove case, ma ripensare i modelli di abitare, rilanciare la rigenerazione urbana e ridefinire il partenariato pubblico-privato”, ha spiegato.

La proposta del Cresme punta su “piani di rinascimento urbano”: programmi di rigenerazione che uniscano edilizia sociale, housing sostenibile ed efficienza energetica, finanziati attraverso i fondi strutturali europei.

Alcuni dati:

  • 250.000 famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare;
  • servirebbero 35 miliardi di euro per costruire 250.000 nuove abitazioni pubbliche;
  • l’housing sociale necessita di una definizione politica chiara, distinta dall’edilizia popolare. 

Ripensare la politica abitativa

Nel prossimo ciclo dei Fondi strutturali europei, due saranno i temi centrali: la casa e l’efficientamento energetico.

Da qui la proposta di Piani di Rinascimento Urbano, da finanziare con i prossimi Fondi strutturali europei, che avranno tra i temi chiave casa ed efficienza energetica.
Bellicini suggerisce di impiegare i 40 miliardi europei per interventi di edilizia popolare e sociale nelle aree dense, integrando altri 40 miliardi nazionali di cofinanziamento attraverso incentivi fiscali (50% o 65%) alle famiglie che riqualificano energeticamente o mettono a reddito i propri immobili.

Servono conti chiari e strategie trasparenti: la politica deve darsi obiettivi concreti e misurabili. Solo così potremo rispondere alla domanda abitativa e garantire città più resilienti e inclusive”, ha concluso.

Verso un’edilizia clean tech e inclusiva

La transizione in atto non è solo tecnologica. La spinta verso un’edilizia clean tech, fatta di materiali intelligenti, costruzioni modulari e progettazione data-driven, si affianca alla necessità di una filiera più aperta e attrattiva per nuove competenze.
Sicurezza, inclusione e partecipazione – le parole fondanti di Teicos – diventano così linee guida per l’intero comparto, chiamato a un rinnovamento profondo.

FAQ – Futuro delle costruzioni

Quali sono i principali driver del cambiamento nel settore delle costruzioni?

Sostenibilità, digitalizzazione e nuovi modelli di competitività. Innovazione e qualità sostituiranno le logiche del prezzo.

Il BIM è già obbligatorio in Italia?

Sì, per le opere pubbliche sopra i 2 milioni di euro. Tuttavia, la reale implementazione è ancora disomogenea e richiede formazione e interoperabilità tra le filiere.

L’Italia costruisce abbastanza nuove abitazioni?

No. Il ritmo di produzione è tra i più bassi d’Europa, con un deficit stimato tra 400.000 e 500.000 unità abitative negli ultimi cinque anni.

Che ruolo avranno i fondi europei nel rilancio dell’edilizia sociale?

Saranno determinanti: i nuovi fondi strutturali UE includono la casa tra gli obiettivi prioritari, accanto all’efficienza energetica.

Come cambierà la competitività delle imprese?

Le imprese più innovative e digitalizzate saranno protagoniste del mercato. Quelle che non investiranno in qualità e tecnologia resteranno vincolate alla competizione sul prezzo. 

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