The Corner, l’architettura milanese di Alfonso Femia

Nel cuore della Milano che cambia, il restyling di un edificio degli anni Settanta progettato da Atelier(s) Alfonso Femia afferma una propria identità urbana e architettonica, per far comprendere come un angolo di un edificio può essere un punto di racconto della città. Le due facciate principali trattate in modo differente, anche dal punto di vista tecnologico. Il rifacimento delle facciate diventa il cuore del progetto e l’immagine del nuovo complesso. 684 nuovi serramenti e 295 bow window rendono la complessità tecnologica dell’intervento costato più di 20 milioni di euro

a cura di Pietro Mezzi

The Corner Vista dell’edificio d’angolo (credits ©Stefano Anzini)
credits ©Stefano Anzini

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Nella Milano che cambia, tra Porta Nuova e Repubblica, tra gli specchi della torre Diamante e i grattacieli di piazza Gae Aulenti, ha trovato un proprio autonomo e autorevole spazio una nuova architettura: The Corner, una delle ultime realizzazioni dello studio Atelier(s) Alfonso Femia.

Si tratta di un massiccio intervento di restyling di un edificio multipiano costruito negli anni Settanta e oggi di proprietà di Generali tra viale della Liberazione e via Melchiorre Gioia. Un edificio che fino ad alcuni anni fa fronteggiava un’area dimenticata (quella delle ex Varesine) e oggi, invece, si colloca nel cuore della nuova centralità urbana di Milano.

La nuova architettura

Il progetto di Femia non ripropone lo schema formale delle nuove architetture contemporanee dell’area, ma con una visione più coraggiosa afferma una propria identità urbana e architettonica. Ogni prospetto del complesso, da quelli pubblici a quello della corte interna, assume infatti un proprio linguaggio, che si mette in relazione con il suo nuovo ruolo urbano: cerniera tra la vecchia e la nuova città.

The Corner a Milano, Il complesso visto da viale della Liberazione
Il complesso visto da viale della Liberazione (credits ©Stefano Anzini)

I due prospetti principali, il primo su viale della Liberazione, il secondo su Melchiorre Gioia, risultano completamente differenti: il progetto enfatizza queste differenze.

Nel primo caso si tratta di una facciata con forti chiaroscuri ottenuti dalle bucature delle finestre, nel secondo di facciate continue vetrate.

Le due differenti facciate di The Corner a Milano
Le due differenti facciate di The Corner (credits ©Stefano Anzini)

A opera conclusa la percezione dai due fronti è anch’essa differente: da Melchiorre Gioia la prospettiva è ampia e fa percepire la facciata in modo frontale su viale della Liberazione invece è avvertita in prospettiva e mai da una grande distanza. Anche questo ha giustificato il differente trattemento delle facciate.

Le tecnologie delle facciate

Dal punto di vista tecnologico gli imbotti laterali dei bow windows che danno su Melchiorre Gioia sono realizzati con pannello composito in Alucobond, che si compone di due lamiere di alluminio, con interposto spessore di materiale plastico-minerale, sorretto da una sottostruttura in acciaio; i profili dei serramenti a taglio termico su viale Liberazione sono invece realizzati con elementi in alluminio a sagoma tubolare: lo studio delle tipologie e dei colori del vetro crea sulla facciata un effetto sfumato uniforme.

The Corner, La facciata su viale della Liberazione
La facciata su viale della Liberazione (credits ©Stefano Anzini)

Entrambe le facciate si caratterizzano per un medesimo principio costruttivo, poi declinato in modo differente: in entrambi i prospetti infatti si fa uso di un certo numero di moduli, che collocati secondo una determinata sequenza, danno ricchezza a entrambi i fronti.

The Corner a Milano, La facciata su via Melchiorre Gioia
La facciata su via Melchiorre Gioia (credits ©Stefano Anzini)

Le due differenti facciate rispecchiano in qualche modo il differente trattamento degli spazi a terra. Su Melchiorre Gioia il progetto ha voluto enfatizzare la presenza del parco antistante, mentre su viale della Liberazione quella di una pavimentazione dura capace di definire una pausa lungo tutto il viale.

The Corner a Milano, la facciata di Viale Liberazione
Sulla facciata di viale della Liberazione sono stati installati 684 serramenti (credits ©Luc Boegly)

Le opere realizzate

Dal punto di vista edilizio, la riqualificazione ha previsto la sopraelevazione di due piani rispetto all’esistente, il rifacimento di tutte le facciate dell’edificio, inclusi i fronti verso la corte interna e quelli del corpo basso.

The Corner a Milano: Il complesso visto da via Melchiorre Gioia
Il complesso visto da via Melchiorre Gioia (credits ©Stefano Anzini)

E’ stata inoltre prevista la riqualificazione dell’attacco a terra, con i portici e la pensilina su Melchiorre Gioia, che vengono completamente riqualificati assieme alle tre hall, la razionalizzazione del layout interno degli uffici per ottenere la massima capienza di postazioni, la realizzazione di nuovi spazi a terrazzo sia in copertura sia al di sopra del corpo basso all’interno della corte per valorizzare il complesso.

The Corner, Una delle terrazze
Una delle terrazze (credits ©Luc Boegly)

Tra i molti interventi anche la riqualificazione del sistema impiantistico, attingendo a fonti rinnovabili e a sistemi ad alte prestazioni e bassi consumi, il raggiungimento della classe energetica A e della certificazione Leed Silver e infine l’adeguamento dell’edificio alle normative sismiche e antincendio.

The Corner, la facciata di via Melchiorre Gioia
Sulla facciata di via Melchiorre Gioia sono stati realizzati 295 bow window (credits ©Stefano Anzini)

«The Corner prende il suo nome dalla sua idea fondativa progettuale: far comprendere che l’angolo di un edificio nella città può e deve essere un punto di racconto della città, del suo rapporto percettivo con il contesto – afferma Alfonso Femia. L’architettura deve parlarci, deve dichiarare alcune scelte che dovrebbero essere oltre la questione puramente estetica perché appartengono alla storia di una città e pertanto alla storia degli uomini che partecipano alla loro costruzione e al loro sviluppo».

The Corner, Sezione trasversale dell’edificio
Sezione trasversale dell’edificio (Atelier(s) Alfonso Femia)
The Corner Planimetria generale
Planimetria generale (credits Atelier(s) Alfonso Femia)
The Corner Pianta piano terra
Pianta piano terra (Atelier(s) Alfonso Femia)

Atelier(s) Alfonso Femia / AF517

Alfonso Femia è stato ideatore e co-fondatore di 5+1, lo studio creato nel 1995 e diventato 5+1AA nel 2005 e che ha cambiato la propria denominazione in Atelier(s) Alfonso Femia nel 2017. Femia è stato docente alla Kent State University di Firenze, alle facoltà di Architettura di Ferrara e di Genova e visiting professor all’università di Hong Kong (Cina). Nel 2019 ha curato, come direttore artistico, la terza edizione della Biennale di Pisa.

Tra i suoi progetti più recenti si segnala la Dallara Academy a Parma (2018), la nuova sede Bnl-Bnp Paribas a Roma (2016), Les Docks a Marsiglia (2016), The Corner a Milano (2019). Recentemente si è aggiudicato i concorsi internazionali per la Prima Zecca di Italia a Roma, per un sistema ricettivo innovativo a Europacity a Parigi e per la nuova città dello Sport di Cosenza. Attualmente lo studio ha in corso i progetti urbani di Romainville, La Ciotat, Montpellier, Lione, Tolosa, Avignone, Taskent, Milano, Vicenza, Algeri, La Spezia e Roma.



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