Questo intonaco è impiegato per la deumidificazione, il risanamento termico ed igrometrico di edifici e murature, negli interventi bioedili, nelle nuove costruzioni e nel restauro di edifici d'epoca e monumentali.
Caratteristiche:
Situazione di temperatura interna ideale per il comfort abitativo[/caption]
La casa deve rappresentare un ambiente confortevole ed accogliente ed assicurare una qualità di vita adeguata; questo è possibile prestando attenzione al microclima interno, in particolare alla temperatura e all’umidità relativa dell’aria.
Con una temperatura interna di 19/22 °C, l’umidità dell’aria deve essere mantenuta in un intervallo compreso fra il 40 ed il 60%.
Anche le murature svolgono un ruolo determinante per mantenere una temperatura gradevole, infatti più elevata è la temperatura superficiale delle murature, più gradevole sarà la temperatura interna, inoltre la differenza fra la temperatura ambientale interna e quella di superficie delle murature non deve eccedere i 2 gradi centigradi.
Se la temperatura superficiale delle murature è più elevata, quella ambientale interna, può essere anche leggermente inferiore, assicurando ugualmente il benessere.
La funzione fondamentale di un “involucro” è, per definizione, la creazione di un ambiente confinato, all’interno del quale siano garantiti riparo e benessere e che sia in grado di intervenire positivamente sugli scambi fra i due sistemi che l’involucro stesso separa: scambi energetici (calore, rumore, luce) e scambi di massa (aria, acqua allo stato liquido e vapore).
SANAWARME è essenzialmente un involucro, studiato per avvolgere in modo continuo ed omogeneo la superficie muraria apportandovi importanti vantaggi in termini di:
Edificio trattato con SANAWARME[/caption]
PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI DA INTONACARE
Fasi applicative di SANAWARME[/caption]
Certificazioni:
Caratteristiche:
Questo prodotto non contiene VOC ed è applicabile solo a spruzzo per mezzo di macchine bimixer idonee che vaporizzano il materiale a caldo.
SYNTECH POLIUREA SPRAY - N è un elastomero di rivestimento ottenuto dalla reazione di un isocianato di tipo aromatico con una ammina, materiali estremamente fluidi, con bassa viscosità e caratterizzati da una capacità di reazione molto veloce.
Caratteristiche:
Questa resina è realizzata senza l'impiego di solventi ed è indicata per sigillare, mediante iniezione, piccole e grandi infiltrazioni d'acqua nel calcestruzzo o nelle murature piene in genere e piccole cavità, giunti e discontinuità soggette a movimento.
Caratteristiche:
Il problema delle infiltrazioni[/caption]
La soluzione alle infiltrazioni
Si tratta di una resina poliuretanica idrofila, idroespansiva, a bassa viscosità, corredata da uno specifico attivatore accelerante (comp. B) da dosare normalmente al 10% sul peso della resina (comp. A). è facilmente iniettabile, mediante specifiche pompe manuali od elettriche, tramite gli appositi iniettori a vite; è sicuramente penetrante grazie alla bassa viscosità, ai suoi componenti idrofili ed idroreattivi ed alla sua elevata attività capillare.
Penetra e permea fenditure sino ad ampiezze di 0,2 mm; è efficacemente reattiva in quanto, a contatto con l’acqua o con l’umidità, aumenta da 8 a 20 volte il proprio volume iniziale, attraverso un processo di reazione e vulcanizzazione con formazione di una schiuma densa ed elastica, a struttura cellulare, che arresta l’infiltrazione e sigilla ermeticamente la fessura iniettata; è compatibile con tutti i supporti: calcestruzzo, pietre naturali, mattoni, acciaio, laminati, rivestimenti di cavi e materiali da iniezione di natura poliuretanica, eventualmente preesistenti; è caratterizzata da un brevissimo tempo di reazione con l’acqua di circa 30″ (*) che può essere accelerato, ove necessario, sino a 15″, aumentando il dosaggio del componente B.
(*) = La velocità di reazione (formazione della schiuma) viene influenzata dalla temperatura del materiale miscelato, dalle condizioni idrodinamiche, dalla temperatura della struttura del manufatto e da quella dell’acqua di contatto.
[caption id="attachment_626835" align="aligncenter" width="600"]
Infiltrazioni d'acqua e risoluzione del problema[/caption]
Settori di intervento
Le infiltrazioni d’acqua possono manifestarsi, in misura più o meno significativa, in innumerevoli situazioni e strutture, così come è possibile evincere dalla lunga lista di referenze disponibili.
SYNTECH H.A.G. ha rappresentato e rappresenta, in ciascun caso, la soluzione ideale del problema.
I settori di più frequente utilizzo, possono essere condensati in tre categorie funzionali:
Diversi campi d'impiego di SYNTECH HAG FLEX[/caption]
I settori di più frequente utilizzo sono rappresentati da:
Esempio di posa in opera[/caption]
Esempi di realizzazioni con SYNTECH HAG FLEX[/caption]
Per maggiori informazioni visita il sito dedicato al sistema
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[post_content] => REPAR TIX HG è una malta cementizia caratterizzata da un alto grado di impermeabilità post indurimento.
Caratteristiche:
Questa fibra può essere utilizzata anche in sostituzione della tradizionale armatura in acciaio. La consistenza, la lunghezza, pari a 54 mm, e la finitura superficiale di READYMESH PF-540 sono state studiate e sviluppate appositamente per applicazioni “a vista”, come pavimenti industriali in calcestruzzo.
Caratteristiche:
Questa fibra è caratterizzata da una particolare forma a doppia uncinatura che le conferisce una notevole resistenza allo sfilamento. In questo modo il calcestruzzo trattato assume ottimi valori di resistenza strutturale post-fessurativa, anche con bassi dosaggi.
READYMESH MX-500 incrementa notevolmente le prestazioni meccaniche del manufatto in relazione a tenacità, duttilità e resistenza a fatica, le resistenze alle sollecitazioni dinamiche, il coportamento meccanico a trazione e flessioni, anche post-fessurativo, e la resistenza agli urti e all'usura.
Campo di impiego:
Il prodotto viene applicato sulla superficie del nuovo pavimento in calcestruzzo immediatamente dopo la finitura mediante frattazzatrici meccaniche ad eliche, e svolge anche la funzione di antievaporante, favorendo la maturazione umida del calcestruzzo.
Caratteristiche:
L'applicazione di PRERIT SOLUTION avviene mediante pompa airless a bassa pressione sulle superfici di calcestruzzo fresco e permette di asportare mediante idrolavaggio uno strato corticale di pochi millimetri, esponendo gli inerti del conglomerato cementizio.
Caratteristiche:
OSMOCEM D è addizionato con specifici polimeri flessibilizzanti, è moderatamente deformabile e resistente anche in controspinta.
CARATTERISTICHE:
GROUT 2 è caratterizzata da capacità ANTICORROSIVA e PROTETTIVA SUI FERRI D'ARMATURA.
I punti di forza di GROUT 2 sono:
Il formulato è composto da cementi finissimi ad elevata resistenza, microsilici ad attività pozzolanica, aggregati in razionale curva granulometrica (0,1÷1,8 mm), speciali additivazioni, fibre di vetro e fibre polipropileniche multifilamento antiritiro READYMESH PM 060.
Viene impastato con bassissimi rapporti acqua/cemento (< 0,32) ed è completato da speciali additivazioni e microsilici ad attività pozzolanica, che conferiscono eccezionale durabilità ed elevatissima resistenza chimica.
Caratteristiche:
Questo consolidante è usato per il trattamento protettivo, consolidante e idrofobizzante di supporti minerali e lapidei e non determina variazioni cromatiche né alterazioni della traspirabilità.
Caratteristiche:
Questo prodotto è adatto per nuove murature, anche alveolate (poroton, doppio uni, ecc.) e viene fornito in sacchetti rivestiti di alluminio da 600 ml (cartuccia "morbida"), da inserire nella apposta pistola dosatrice per sigillanti in sacchetti.
Caratteristiche:
Questo prodotto antimuffa è biodegradabile e totalmente esente da cloro e da soda.
E' caratterizzato da un pH fortemente basico grazie al quale le muffe e lo sporco superficiale vengono ammorbiditi, dopodiché i tensioattivi contenuti in esso aiutano la naturale rimozione dello sporco.
Caratteristiche:
Modalità di impiego:
Questo tappeto contiene uno strato uniforme di bentonite sodica granulare, ad elevato contenuto di montmorillonite, pari a 5.0 kg/m², ed è costituito da un tessuto geotessile agugliato con fibre di nylon interfacciato da geotessile non tessuto in peso 100%.
CLAYTEX 120 è fornito in rotoli da 1.20 x 5 m (6 m²), del peso di 32 kg (±2 kg) per rotolo.
Caratteristiche:
Questo cemento è arricchito con microsilici reattive ad elevatissima attività pozzolanica e speciali additivazioni cristallizzanti che incrementano le sue prestazioni finali e la sua durabilità.
Mediante miscelazione con acqua consente di ottenere microcalcestruzzi con reologia autolivellante (SCC).
Ad indurimento avvenuto Rinfor Grout COL possiede eccezionali valori fisico-meccanici e di duttilità (energia di frattura).
Caratteristiche:
Questo dispositivo presenta un’anima rigida, circondata da speciali lamelle circolari, realizzata in materiale plastico poliammidico e da un cappuccio corrugato in gomma idro-espansiva.
La conformazione dell'anima assicura una tenuta meccanica alle alte pressioni; in questo modo l’elemento sigillante non può essere rimosso dalla sede nella quale è posizionato, neppure in presenza di spinta negativa.
Il cappuccio idro-espansivo, invece, garantisce la sigillatura ermetica interna del distanziatore tubolare.
CORKSEAL T21 è impiegato per la realizzazione di costruzioni sotterranee in calcestruzzo mediante casserature metalliche, nelle situazioni in cui il muro si trovi in contatto diretto con il terreno e non vi sia la presenza di strati impermeabilizzanti esterni alla muratura stessa.
Grazie a questo sistema è possibile gestire il problema delle infiltrazioni d’acqua dai distanziatori in PVC per casseri in metallo, che nei manufatti in calcestruzzo posti sotto il livello del piano di campagna costituiscono un elemento di discontinuità, permeazione ed infiltrazione.
L’acqua, infatti, riesce a infiltrarsi facilmente e a trovare una via d'accesso sia in corrispondenza dell’interfaccia calcestruzzo distanziatore (sede di ritiri differenziali e di frequenti vespai) che e all’interno degli elementi tubolari (anche in presenza degli usuali tappi di chiusura), minacciando la tenuta ermetica del manufatto.
[caption id="attachment_626423" align="aligncenter" width="600"]
Infiltrazioni d’acqua dai distanziatori in PVC per casseri in metallo[/caption]
La soluzione risiede nell'utilizzo del sistema di guarnizioni e tappi idro-espansivi per distanziatori in PVC per casseri metallici.
Il sistema prevede che si utilizzi RINGSEAL T-21 in abbinamento a CORKSEAL T-21, installando elementi interessati da un aumento di volume che possano presidiare definitivamente le vie d'accesso alle infiltrazioni dei distanziatori, indispensabili nei moderni sistemi costruttivi.
[caption id="attachment_626424" align="aligncenter" width="600"]
Guarnizioni e tappi idroespansivi per distanziatori in PVC per casseri metallici[/caption]
Procedura di installazione di RINGSEAL T-21
Procedura di installazione di RINGSEAL T-21[/caption]
Procedura di installazione di CORKSEAL T-21
CORKSEAL T-21 viene utilizzato dopo la rimozione dei casseri metallici, su distanziatori già in opera e immersi nel calcestruzzo, poiché l'inserimento in distanziatori non posti in opera potrebbe provocare la rottura del distanziatore stesso.
L’installazione avviene inserendo il tappo a mano, all’interno di ciascun distanziatore vuoto, fin dove possibile, completando l’inserimento mediante un martello leggero fino ad andare “in battuta”.
CORKSEAL T-21 è stato studiato e testato per resistere a pressioni fino a circa 5 atmosfere in spinta negativa, ma si consiglia di eseguirne l'applicazione in spinta positiva, quindi inserendolo dal lato esterno della muratura, dopo aver scasserato e prima di eseguire il reinterro.
[caption id="attachment_626427" align="aligncenter" width="600"]
Inserimento manuale e con martello leggero fino ad andare “in battuta”[/caption]
Per maggiori informazioni visita il sito dedicato
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[post_content] => RINGSEAL L19 è una guarnizione rettangolare dotata di foro centrale di 19 mm x 2 mm, realizzata con una speciale gomma idroespansiva che a contatto con l’acqua aumenta il proprio volume iniziale.
Questa guarnizione viene utilizzata in combinazione con un normale distanziatore metallico a “lama”, per casseri in legno, e agisce sigillando ermeticamente le discontinuità presenti nel calcestruzzo che comprometterebbero l’impermeabilità della muratura.
L’azione idroespansiva viene svolta in tempi successivi al getto di calcestruzzo, in modo che la capacità ermetizzante sia sempre disponibile ed attivabile negli anni dal contatto con l’acqua.
Caratteristiche:
Questo giunto è realizzato con una miscela di bentonite sodica, gomma idroespansiva e speciali polimeri aggreganti ("hydrocarbon") ed è caratterizzato da una sezione rettangolare di 25x20 mm, confezionata in rotoli da 5 m ciascuno.
La messa in opera risulta essere semplice e agevole e non richiede particolari preparazioni dei supporti, sedi presagomate ecc.
Il fissaggio di CLAYSEAL 25.20 avviene mediante chiodatura o incollaggio (con l'apposito adesivo PROSEAL FIX) e non richiede particolari accorgimenti di protezione.
A contatto con l'acqua, aumenta il proprio volume attraverso la formazione di un sistema colloidale stabile che garantisce la permanente tenuta ermetica della connessione.
Un rivestimento ritardante posticipa l’espansione iniziale al primo contatto con l’acqua, evitando che vi siano deformazioni nella fase iniziale di indurimento del calcestruzzo fresco.
CLAYSEAL 25.20 è adatto solamente per riprese di getto rigide (statiche, con i ferri passanti) e non di dilatazione.
Campo di impiego:
Fasi e sistemi di posa di CLAYSEAL 25.20[/caption]
Giunto waterstop sigillante idroespansivo in azione[/caption]
CLAYSEAL 25.20 è stato sottoposto a test di laboratorio, dimostrando un incremento di volume a contatto con l’acqua del 243,4%, valore più che sufficiente per la funzione che deve assolvere.
La superficie del campione rimane liscia, compatta e priva di fessurazioni e il calcestruzzo, opponendo resistenza all’espansione, garantisce la copertura di tutte le fessurazioni da parte di CLAYSEAL 25.20 espanso, impedendo la permeazione dell’acqua nei punti di ripresa di getto.
L’incremento di volume a pH 12,33 (pH dell’acqua presente nel calcestruzzo ancora fresco) è 110,4%, CLAYSEAL 25.20, infatti, è un prodotto idoneo per essere utilizzato in ambiente basico, a contatto con il calcestruzzo fresco ed indurito.
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Caratteristiche tecniche di CLAYSEAL 25.20[/caption]
Per maggiori informazioni visita il sito dedicato al sistema
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[post_content] => Protech Balcony è la soluzione impermeabilizzante costituita da resine siliconiche e polimeri organici catalizzati basso viscosi, applicata direttamente sulle pavimentazioni piastrellate di terrazze e balconi.
Questa soluzione genera una barriera impermeabile, diffusa, trasparente e non pellicolare, in grado di penetrare profondamente negli interstizi, colmando e sigillando porosità e microfessurazioni senza inibire la traspirazione.
Grazie all'utilizzo di Protech Balcony i problemi di infiltrazione d’acqua in terrazze, balconi e rampe di scale, vengono eliminati in modo rapido, risolutivo, senza demolizione dell’esistente e con risparmio di tempo e di denaro.
[caption id="attachment_626442" align="aligncenter" width="600"]
Pavimentazione di un terrazzo impermeabilizzata con Protech Balcony[/caption]
La presenza di problemi di permeazione e penetrazione dell’acqua può causare notevoli disagi a terrazze e balconi in termini di dissidi condominiali, di costi di materiali, trasporti e mano d’opera, cantieri in casa e stressanti attese.
Il ripristino della tenuta impermeabile di terrazze e balconi, infatti, comporta sempre il ricorso a metodologie costose ed impegnative, prevedendo demolizione della pavimentazione e del massetto esistente, asportazione della guaina impermeabilizzante esistente, trasporto a pubblica discarica dei materiali di risulta, posa in opera di una nuova guaina impermeabilizzante, rifacimento del massetto di pendenza, fornitura, installazione e stuccatura di una nuova pavimentazione.
[caption id="attachment_626443" align="aligncenter" width="600"]
Protech Balcony per balconi e poggioli[/caption]
E' possibile operare anche attraverso la costruzione di strati impermeabilizzanti di rivestimento di una nuova pavimentazione che andrà a sua volta installata e fugata oppure ricorrere alla costruzione di strati sottili impermeabili di tipo polimerico, attraverso l’applicazione di primer, strati portanti e strati di finitura pigmentati che comportano, anche in questo caso, la radicale modifica del sistema, dell’aspetto e delle funzioni originarie.
[caption id="attachment_626444" align="aligncenter" width="600"]
Terrazza praticabile trattata con Protech Balcony[/caption]
Grazie a Protech Balcony è possibile colmare e sigillare porosità e microfessurazioni in modo rivoluzionario, impermeabilizzando in tempi estremamente rapidi e con assenza di inagibilità, poiché le superfici trattate possono essere utilizzate dopo poche ore.
[caption id="attachment_626445" align="aligncenter" width="600"]
Scale piastrellate trattate con Protech Balcony[/caption]
[ez-toc]
Si è conclusa la terza edizione del Corso CEIM di 1° livello – Consulente Esperto in Impermeabilizzazioni, organizzato da Prospecta Formazione e ospitato dal Politecnico di Milano.
Un format che si conferma di alto valore, capace di rispondere in modo concreto alla crescente richiesta di specializzazione nel settore dell’impermeabilizzazione, con un approccio multidisciplinare, pratico e aggiornato.
I 40 professionisti iscritti hanno partecipato attivamente superando con successo la prova finale, il che attesta non solo la qualità della proposta formativa, ma anche l'efficacia dell’interazione con i docenti e le aziende sponsor. Un risultato che premia la chiarezza didattica e la capacità del corso di trasformare la teoria in pratica operativa.
Durante le 5 giornate di formazione, per un totale di 40 ore accreditate (CFP), sono stati affrontati in modo approfondito tutti gli aspetti legati all’impermeabilizzazione: dall’analisi dei materiali alle tecniche applicative, dalla diagnostica alle responsabilità normative e assicurative. Non sono mancati focus specifici su errori comuni, casistiche reali, sicurezza in cantiere, normativa antincendio e fisica delle costruzioni.
E' stata molto apprezzata la modalità ibrida, che ha permesso a molti partecipanti di seguire le prime quattro lezioni anche da remoto, garantendo flessibilità senza rinunciare alla qualità. L’ultima giornata, svoltasi in presenza al Dipartimento di Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, ha rappresentato una bella occasione di networking, per consolidare competenze, confrontarsi con i docenti, incontrare i rappresentanti delle aziende sponsor e vivere momenti di formazione in presenza.
Il corpo docente, composto da dieci tra i massimi esperti italiani in impermeabilizzazione – tra cui tecnici, accademici, architetti e ingegneri con lunga esperienza sul campo – ha saputo offrire ai corsisti un panorama completo e rigoroso dei sistemi e normative, con presentazione di esperienze dirette e soluzioni applicative. Tra loro: Marco Argiolas (patologo edile), Antonino Broccolino (architetto e consulente sistemi impermeabili), Angelo Lucchini, Davide Luraschi e Matteo Fiori (docenti del Politecnico di Milano), Marco Peruzzi (Presidente Comitato Tecnico ASSIMP Italia), Francesco Ucini (IND.E.P.), Cristiano Vassanelli, Luca Bridi e Sergio Vianello.
I partecipanti hanno evidenziato, nelle loro valutazioni, l’elevata qualità della didattica, la completezza dei contenuti e la capacità di trasferire competenze spendibili immediatamente nella professione. Un successo pieno, che rafforza la centralità della formazione nel rispondere alle sfide di un’edilizia sempre più esigente in termini di prestazioni, durabilità e sostenibilità.
Antonio Broccolino[/caption]
"Quando è arrivata la membrana bitumino-polimero, nessuno sapeva come posarla", racconta Broccolino. La sua esperienza in UNI, dove ha lavorato alla creazione di un codice di pratica per la corretta posa delle opere di impermeabilizzazione, è stata fondamentale per la standardizzazione del settore. Nonostante le difficoltà iniziali, il codice di pratica ha gettato le basi per l’impermeabilizzazione moderna, anche se la sua completa adozione non è priva di ostacoli.
Oggi, l’architetto sottolinea l’importanza cruciale della formazione:
"Nonostante le normative e i codici, trovo ancora che l'80-90% degli interventi di impermeabilizzazione siano eseguiti con errori. È fondamentale che i professionisti siano adeguatamente formati", afferma Broccolino.Il Corso CEIM, che insegna a progettare e realizzare sistemi impermeabili secondo la regola dell'arte, rappresenta una risposta concreta a questa carenza formativa. Secondo Broccolino, questo corso rappresenta una reale opportunità per chi desidera lavorare nel settore con competenze concrete e certificate. “Dovrebbe essere obbligatorio per chiunque firmi un progetto di impermeabilizzazione avere una formazione adeguata. Altrimenti, su che basi si basa la sua progettazione?”, conclude l’architetto. https://youtu.be/1ZGPTGb1TT4
Marco Argiolas in un momento in aula[/caption]
Il danno causato dall’acqua non si limita agli edifici privati: il degrado delle infrastrutture pubbliche, come ponti, gallerie e viadotti, rappresenta una perdita di circa 70 miliardi di euro all’anno. Il totale delle perdite per il degrado edilizio e infrastrutturale, che può essere attribuito in gran parte alla mancanza di una corretta impermeabilizzazione, ammonta quindi a 150 miliardi di euro annui in Italia. “Stiamo letteralmente buttando via un’enormità di capitale per non aver affrontato adeguatamente il problema”, sottolinea Argiolas.
In questo contesto, la formazione emerge come il primo passo fondamentale per risolvere il problema.
Argiolas ha raccontato come sia nata l’idea di organizzare il corso “Consulente esperto in impermeabilizzazione”, in collaborazione con Prospecta Formazione:
“Abbiamo un bisogno vitale di specialisti nel settore, poiché i difetti e i danni sono troppi, e i costi per la collettività e per le famiglie sono altissimi. Il nostro ruolo, quello di proteggere gli edifici dall’acqua, ha anche una forte valenza sociale”.Il corso, che ha visto la partecipazione di 40 professionisti, è stato concepito proprio per rispondere alla crescente esigenza di specializzazione nel settore dell’impermeabilizzazione, con l’obiettivo di formare professionisti capaci di affrontare con competenza e precisione una delle problematiche più gravi nel campo delle costruzioni. https://youtu.be/ZOQ6Vx7Ygsk
Michele Gadioli e Roberto Rosignoli di Azichem[/caption]
Il claim aziendale "If you want to solve it" – ci spiegano – significa proprio questo: non credere in soluzioni miracolose, ma nel lavoro serio, supportato da competenze e prodotti evoluti. "Lavoriamo fianco a fianco con progettisti e imprese per proporre pacchetti tecnici dedicati, sostenibili e risolutivi".
Grande attenzione è riservata anche alla sostenibilità ambientale, con un uso consapevole delle materie prime, valorizzazione dei materiali riciclati certificati UNI PdR88 e una filiera produttiva corta.
La partecipazione al corso CEIM è stata in doppia veste, sia come azienda partner, ma anche come parte attiva nel percorso formativo: “Siamo venuti anche per imparare – raccontano – e ci siamo portati a casa nuovi spunti di ricerca. Per esempio, il Radon è una cosa su cui noi dobbiamo impegnarci di più, abbiamo già delle idee e secondo noi dovremmo implementare determinati nostri prodotti anche in questa direzione”.
Parete in prismi forati di calcestruzzo con intonaco esterno (3 cm) e interno (3cm). Rilevamento della temperatura dopo 1 ora dall’accensione dei termoconvettori Temperatura esterna 5 °C[/caption]
Agisce come barriera termica nei confronti dei ponti termici e migliora sensibilmente il comfort abitativo, contrastando condensa e muffa. Nelle zone più critiche può essere integrato con il trattamento antimuffa a base di Consilex Muffa Cleaner e Muffa Remover, per un’azione risolutiva e duratura.
La finitura con pitture termiche traspiranti a base di silicati (Sanaxil P Therm) o silossani (Protech SIL P-Therm) completa il sistema, garantendo isolamento, efficienza energetica e benessere abitativo.
https://youtu.be/gsKkgviWamU
Ing. Carlo Pesta, referente tecnico di Volteco e Roberto Nardi Area Manager[/caption]
“Amphibia – ci spiega – è l’unico telo sintetico con comportamento idro-reattivo, capace di autosigillarsi, autoripararsi e autoagganciarsi alle superfici. È un prodotto che unisce il meglio del mondo sintetico (barriera al vapore, elasticità, flessibilità) e di quello bentonitico (reattività e capacità di saturare l’interfaccia tra membrana e struttura)”.
Un aspetto particolarmente rilevante è la protezione dal gas radon, sempre più al centro del dibattito normativo. Amphibia si inserisce in un sistema binario di contenimento, abbinabile a impianti di depressurizzazione del terreno, in linea con le migliori pratiche europee. L’efficacia, spiega Pesta, è dimostrata anche nel caso di ristrutturazioni leggere, senza necessità di scavi invasivi, a patto che non vi siano spinte idrostatiche.
Altro punto di forza: la facilità di posa. “È pensata per essere semplice e sicura: si applica a freddo, senza fiamme, senza saldature, come un grande tessuto che si adatta a ogni geometria. È l’unico telo sintetico che si può inchiodare senza comprometterne la tenuta”.
Pesta sottolinea infine il valore della formazione: “Parte tutto dalla progettazione consapevole e dalla corretta posa. Per questo abbiamo un albo di posatori formati e certificati e per questo crediamo in corsi come CEIM. Abbiamo partecipato con convinzione, apprezzando il livello altissimo della docenza. Personalmente sono particolarmente affezionato a questo corso perché conosco da tanti anni alcuni Professori e Angelo Lucchini è stato il mio professore di tesi”.
Grazie alla sua struttura polimerica coestrusa, Amphibia unisce caratteristiche esclusive: si autosigilla, si autoripara e si autoaggancia alla superficie, senza necessità di fissaggi meccanici invasivi o trattamenti a caldo. Questa tecnologia innovativa permette una perfetta adesione alla struttura in calcestruzzo armato, assicurando al contempo elevate prestazioni meccaniche, elasticità e capacità di fare ponte sulle fessure.
Oltre alla tenuta idraulica assoluta, Amphibia si comporta anche come barriera al vapore e rappresenta una soluzione efficace per la protezione dal gas radon e dal metano. È particolarmente indicata per la realizzazione di opere in calcestruzzo armato come platee, muri controterra, locali interrati, gallerie, vasche, piscine e infrastrutture, sia in ambito civile che industriale.
Un ulteriore punto di forza è la semplicità di posa: si tratta infatti di un sistema applicabile a freddo, senza l’impiego di fiamme libere o saldature, che consente ispezioni visive dirette e offre grande maneggevolezza, anche in presenza di geometrie complesse. Amphibia rappresenta quindi una risposta concreta e altamente tecnologica per chi cerca un’impermeabilizzazione sicura, durevole nel tempo e facile da installare, senza rinunciare alla cura dei dettagli e alla qualità dell’intervento.
https://youtu.be/oKAsCLbwH9A
Arch. Diego Cea, Direttore responsabile dell'Ufficio Tecnico e Paolo Castiglioni, responsabile commerciale di area di Casali[/caption]
Nel corso dell’intervista, l’arch. Cea ha evidenziato come le soluzioni impermeabilizzanti di Casali siano perfettamente adattabili sia alle nuove costruzioni che agli interventi di ristrutturazione.
Con un’offerta che spazia dalle membrane bituminose tradizionali a impermeabilizzanti liquidi di nuova generazione, Casali ha saputo integrare materiali innovativi per rispondere alle esigenze di resistenza, durata e semplicità di applicazione. “Abbiamo visto che, in molte situazioni, possiamo combinare soluzioni tradizionali e liquide per ottenere la massima prestazione, come nel caso di resistenza a fuoco o resistenza all'impatto della grandine”, ha spiegato Cea, sottolineando come le nuove membrane liquide stiano sempre più prendendo piede in affiancamento ai sistemi tradizionali.
Ma l'innovazione non si ferma qui: tra le soluzioni di punta, Casali ha presentato la gamma Supra Light, un prodotto davvero innovativo nel mondo delle impermeabilizzazioni.
Il prodotto è disponibile in diverse varianti per soddisfare tutte le necessità applicative: dalla Supra Light Plus (-20°C), ideale per coperture monostrato o multistrato, alla Supra Light Antiradice, pensata per le coperture verdi e la protezione dalle radici, fino alla Supra Light Mineral, con autoprotezione in ardesia, perfetta per applicazioni visibili in sistemi multistrato.
Oltre alla sua leggerezza, che facilita le operazioni di trasporto e posa, Supra Light offre prestazioni superiori in termini di resistenza termica e meccanica, nonché un’eccezionale durabilità nel tempo. La speciale armatura in poliestere rinforzato e le proprietà avanzate di adesione permettono alla membrana di resistere a forti escursioni termiche e sollecitazioni meccaniche, prolungando la vita utile del sistema impermeabilizzante.
Adatta a una vastissima gamma di applicazioni, Supra Light si presta perfettamente per coperture civili e industriali, superfici piane e inclinate e substrati cementizi e bituminosi. Con la sua versatilità e facilità di posa, Supra Light rappresenta una soluzione ideale per chi cerca prodotti innovativi, sicuri ed efficienti.
https://youtu.be/9FqhAZRfpYI?si=bsGwL69o-LjaZdfQ
“Le resine liquide, come quelle a base di PMMA, permettono di ottenere superfici continue senza giunzioni, garantendo così una protezione costante contro l’acqua, sia su superfici orizzontali che verticali”, spiega Stevanella. Inoltre, il materiale si asciuga rapidamente, rendendolo praticamente insensibile agli eventi atmosferici, una caratteristica che consente applicazioni anche in condizioni meteo avverse.
Un altro punto di forza delle soluzioni WestWood è la facilità di installazione: le resine possono essere applicate a rullo, spatola o pennello, con grande attenzione ai dettagli, come raccordi, angoli e canali. Questa versatilità rappresenta un vantaggio rispetto ai sistemi preformati, che richiedono operazioni più complesse, come tagli e preparazione minuziosa del materiale.
WestWood si distingue anche per la sua capacità di personalizzare le soluzioni in base alle esigenze del cliente. Grazie al sistema Wecryl, è possibile risanare coperture piane o superfici complesse, come quelle carrabili, mantenendo sempre alte prestazioni, resistenza allo scivolamento e, soprattutto, impermeabilità. “Con il sistema Wecryl, possiamo progettare soluzioni taylor-made che rispondano esattamente alle necessità di ciascun cliente, come nel caso delle superfici carrabili che richiedono resistenza meccanica e impermeabilizzazione contemporaneamente”, continua Stevanella.
La capacità di gestire le dilatazioni termiche è un altro aspetto distintivo delle soluzioni WestWood, grazie all’effetto Power Strip, che consente di compensare i movimenti di dilatazione e contrazione dei materiali. Questo sistema garantisce la stabilità e la durabilità della protezione impermeabilizzante nel tempo.
Fasi di lavorazione[/caption]
Uno dei principali vantaggi di questa soluzione è stata la velocità di applicazione: mentre una soluzione tradizionale avrebbe richiesto tempi lunghi, con la conseguente chiusura prolungata del parcheggio, l'intervento di WestWood è stato realizzato durante la chiusura natalizia, riducendo al minimo il disagio per gli utenti. Inoltre, grazie allo spessore ridotto (circa 7 mm) del sistema, non è stato necessario rivedere le quote o intervenire sulle soglie e i collegamenti con altre strutture, come le rampe di accesso.
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La membrana impermeabile è stata posata a freddo in una sola mano a spatola senza tessuto[/caption]
La personalizzazione estetica è stata un altro aspetto del progetto: WestWood ha riprodotto il tono di colore della pavimentazione esistente, mentre l’uso di inerte di granulometria differente ha aumentato la resistenza allo scivolamento, migliorando la sicurezza e la funzionalità dell’area.
https://youtu.be/fkKPQuOc9NM
Leonardo Castelvecchio, Tecnico Commerciale di Winkler[/caption]
Una delle soluzioni più richieste, sia per nuove costruzioni che per interventi di riqualificazione, è proprio Wingum Plus® H2O, un impermeabilizzante liquido fibrarinforzato, a base di resine modificate di alta qualità, che offre eccezionale resistenza al ristagno d’acqua e agli agenti atmosferici, con una durabilità senza pari. Grazie alla sua composizione, è particolarmente indicato per tetti piani, terrazze, balconi e per il ripristino di manti bituminosi ossidati.
L’azienda ha anche fatto un passo avanti verso il futuro delle impermeabilizzazioni, con la creazione del prodotto Wingum Plus® H2O BRoof T2, che non solo offre una protezione impermeabile di lunga durata, ma è anche certificato per la reazione al fuoco esterno (Classe BRoof T2, secondo la norma UNI EN 13501-5). Questo lo rende particolarmente adatto a coperture destinate a ospitare pannelli fotovoltaici, un mercato in continua crescita.
La versione Reflex di Wingum Plus® H2O BRoof T2 ha una riflettanza solare che risponde alle necessità dei progettisti di coperture sostenibili e sicure, perfette per ambienti con forte esposizione al sole.
Uno degli aspetti che distingue i sistemi Winkler è anche la facilità di applicazione. “Wingum Plus® H2O si applica facilmente grazie alla sua formulazione liquida, che permette di coprire ogni tipo di superficie senza interruzioni o giunzioni. Questo è uno dei principali vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali”, sottolinea il tecnico. La flessibilità e la versatilità dei prodotti Winkler permettono di adattarsi a vari tipi di substrato, come metallo, legno, mattoni e fibro-cemento, risolvendo anche le difficoltà di riqualificazione in ambienti complessi e riducendo notevolmente i disagi in fase di applicazione.
Wingum Plus® H2O[/caption]
Una delle sue principali caratteristiche è la protezione contro il fuoco, che lo rende particolarmente adatto per le coperture fotovoltaiche e gli impianti HVAC. L'alta resistenza al fuoco garantisce che, in caso di guasti o malfunzionamenti, la copertura non propaghi le fiamme, una caratteristica fondamentale nelle strutture ad alto rischio.
Wingum Plus® H2O è conforme alle linee guida EAD 030350-00-0402, offrendo una protezione impermeabilizzante a lungo termine con un impatto ambientale ridotto. Grazie alle sue caratteristiche uniche, è un prodotto ideale anche per superfici complesse, che necessitano di interventi non invasivi, riducendo notevolmente i tempi di applicazione e i costi di manutenzione.
https://youtu.be/CmR3UuxhOAQ?si=Iilb_UBuAGQ8C0UQ
Il cuore del sistema è rappresentato dalla membrana impermeabile Phoenix Solar Tech -35 °C, sulla quale viene applicato un modulo fotovoltaico flessibile. La grande innovazione consiste proprio nell’integrazione totale tra componente energetica e strato impermeabile: il sistema non richiede né fori passanti, né zavorre strutturali, risultando quindi ideale per coperture leggere, edifici esistenti e interventi in contesti con vincoli paesaggistici.
“Con General Solar PV – spiega Saccon – possiamo lavorare sia su nuove coperture che in interventi di rifacimento. L’importante è valutare lo stato di fatto e adattare il sistema in modo corretto. E lo facciamo sempre con il supporto in cantiere, perché la formazione e la corretta posa sono fondamentali per ottenere le prestazioni attese”.
Il sistema è inoltre certificato, sia dal punto di vista elettrico che per quanto riguarda la resistenza al fuoco esterno e viene proposto con garanzie importanti:
Esempio applicativo General Solar PV[/caption]
Tra i vantaggi più apprezzati:
La quantità di calce libera presente nel calcestruzzo è strettamente connessa con l’età del materiale, poiché la reazione di carbonatazione ne riduce, nel tempo, la quantità attiva.
Come è possibile evincere dalla schematizzazione sopra riportata, l’acqua penetra nel calcestruzzo mettendo in soluzione la calce libera, altrimenti definita anche idrossido di calcio Ca(OH)2. Il processo di evaporazione porta la soluzione di calce, così determinata, verso la superficie, dove raggiungendo una concentrazione superiore a quella di saturazione, cristallizza o, in presenza di anidride carbonica (CO2) si trasforma in carbonato di calcio (CaCO3). In entrambi i casi la conseguenza è data dalla formazione di efflorescenze bianche cristalline.
Bonifica delle efflorescenze nel calcestruzzo
Come già indicato nel paragrafo precedente, affinché le efflorescenze possano formarsi e manifestarsi è necessario che vi siano “contemporaneamente presenti”sali solubili ed acqua nella muratura. È però possibile operare attraverso l’inibizione della penetrazione e della motilità dell’acqua nel conglomerato, attraverso l’impiego di specifici protettivi non filmogeni, con spiccate caratteristiche penetranti.
L’efficace applicazione di questi prodotti è però subordinata ad una preparazione adeguata delle superfici, ivi compresa l’asportazione delle rilevanze cristalline che deve essere effettuata in coerenza con le effettive condizioni dell’opera e con le finalità dell’intervento.
Opzioni di preparazione
Il tipo di efflorescenza cristallina e l’obiettivo funzionale dell’intervento determinano le differenti modalità di preparazione Ove possibile infatti, le concrezioni cristalline dovrebbero essere asportate “a secco”, mediante spazzolatura (E1-A). In presenza di concrezioni non eliminabili, nel modo raccomandato, è possibile procedere con l’ausilio di acqua demineralizzata (E1.B) o di specifici agenti di detergenza (E1.C). Quest’ultima procedura può essere senz’altro adottata laddove sia prevista una finitura protettiva e decorativa delle superfici.
- Preparazione delle superfici di applicazione mediante spazzolatura e/o microsabbiatura ivi compresa l’accurata asportazione della polvere.
- Preparazione delle superfici di applicazione mediante lavaggio con acqua distillata e/o demineralizzata. Le successive applicazioni potranno essere effettuate soltanto ad avvenuta sicura asciugatura dei supporti.
- Preparazione delle superfici di applicazione mediante lavaggio con soluzioni acquose diluite ( 4 – 8%), di acido citrico o sulfamidico (*1). Le successive applicazioni potranno essere effettuate soltanto ad avvenuta sicura asciugatura dei supporti.
(*1) In alternativa, per un più agevole trattamento può essere utilizzato lo specifico agente di pulizia CONCLEANER di AZICHEM S.r.l.
Opzioni di protezione
Il tipo di finitura previsto, le condizioni di esposizione e l’obiettivo funzionale dell’intervento determinano la scelta del trattamento di protezione da utilizzare.
PROTEZIONE IDROREPELLENTE: applicazione mediante nebulizzazione o a pennello, della speciale soluzione di organosilossani oligomerici CONSILEX ALTRAIN.
Sulla base del principio di modifica della bagnabilità schematizzato nelle figure 4, 5 e 6, formulata per l'impregnazione idrorepellente, profonda, di materiali edili ad alta e media porosità, neutri o moderatamente alcalini. E' trasparente e non causa alterazioni del colore e dell'aspetto originari.
PROTEZIONE IDROREPELLENTE & CONSOLIDANTE: applicazione mediante nebulizzazione, della speciale soluzione bilanciata di consolidanti a base di esteri dell’acido silicico con silani e silossani CONSILEX IDROCON.
Sulla base del principio di modifica della bagnabilità schematizzato nelle figure 4, 5 e 6, e della certificata attitudine consolidante degli esteri dell’acido silicico (figura 8), formulata per il consolidamento e la contemporanea impregnazione idrorepellente, profonda, del calcestruzzo e dei materiali edili di media porosità. E' trasparente e non causa alterazioni del colore e dell'aspetto originari.
Il grado di bagnatura, dipendente dalla tensione superficiale del liquido e dalle varie energie di interfaccia, è descritto dall'angolo di contatto (figure 4 e 5). L'angolo di contatto è compreso fra 0° (bagnabilità completa) e 180° (assenza di bagnabilità). Una bagnatura favorevole corrisponde ad un ridotto angolo di contatto: questo dà luogo ad una situazione in cui il fluido ricopre una grande porzione di superficie. Al contrario, una bagnatura non favorevole si riferisce al caso in cui il liquido, non avendo particolare affinità chimica con l'interfaccia solida, forma su di essa delle gocce compatte, cioè con elevato angolo di contatto.
Protocollo indicativo: protezione idrorepellente
- Preparazione delle superfici da effettuarsi coerentemente con le condizioni di esposizione e l’obiettivo funzionale caratterizzanti l’intervento definite dalle opzioni indicate nel paragrafo E, ivi compreso un convenientemente tempo di attesa per il conseguimento della condizione “asciutta”, prescritta per l’applicazione della soluzione protettiva, idrorepellente.
- Applicazione a pennello o mediante nebulizzazione, della speciale soluzione protettiva, idrorepellente CONSILEX ALTRAIN, per un consumo indicativo di 0,15 – 0,30 litri/m2
Protocollo indicativo: protezione idrorepellente/consolidante
- Preparazione delle superfici da effettuarsi coerentemente con le condizioni di esposizione e l’obiettivo funzionale caratterizzanti l’intervento definite dalle opzioni indicate nel paragrafo E, ivi compreso un convenientemente tempo di attesa per il conseguimento della condizione “asciutta”, prescritta per l’applicazione della soluzione protettiva, idrorepellente.
- Applicazione a pennello o mediante nebulizzazione, della speciale soluzione protettiva, idrorepellente, consolidante CONSILEX IDROCON, per un consumo indicativo di 0,3 – 1 litri/m2.
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[post_content] => Pavimenti innovativi in calcestruzzo di alta qualità per applicazioni industriali
Le caratteristiche di questi pavimenti innovativi in calcestruzzo, possono essere così brevemente riassunte:
• calcestruzzo di alta qualità, confezionato con cementi contenenti il più elevato tenore di Clinker
• gli aggregati sono certificatamente puliti e in curva granulometrica perfetta
• saranno fibrorinforzati con fibre strutturali in poliolefine READYMESH PF-540 di Azichem
• la superficie sarà lisciata con la giusta quantità di un super-spolvero indurente, contenente i minerali più duri della scala di Mohs (diamante escluso..): FLOOR VULKAN di Azichem
• il pavimento finito sarà trattato con uno speciale trattamento consolidante, antipolvere, a base di silicati di litio: QL NANO LITHIUM di Azichem, avente le seguenti peculiarità:
- Applicabile su calcestruzzo ancora fresco come Curing Compound, non appena la superficie risulti calpestabile;
- Limita in modo considerevole (90%) le fessurazioni della pavimentazione in fase di maturazione;
- E’ l’unico indurente chimico che contribuisce ad attenuare e impedire la reazione alcali-silice (alcali-silical reactivity ASR);
- Sostituisce completamente la corazzatura con lo spolvero di quarzo. Non crepa, non si stacca, non crea film, non sbolla;
- Lo straordinario contributo al consolidamento profondo, rende la superficie del calcestruzzo totalmente antipolvere e fortemente resistente all’abrasione;
- L’uso continuo della pavimentazione contribuisce a migliorare continuamente la lucentezza superficiale non alterando minimamente la scivolosità;
- E’ in soluzione acquosa e non contiene solventi;
- E’ inodore, non è infiammabile, non è tossico, non teme i cicli di gelo e disgelo, non è cancerogeno, non contiene sostanze volatili (VOC Free) e può essere utilizzato anche in locali chiusi;
- E’ compatibile con altri materiali tipo: resine epossidiche, poliuretaniche, acriliche, ecc.., è resistente ai raggi UV e rimane stabile nel tempo.
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[post_excerpt] => Dopo decenni di pavimentazioni in calcestruzzo “tradizionali”, ossia con calcestruzzo non prestazionale, armatura con rete in filo d’acciaio modesta o inadatta, corazzatura indurente con quarzi inadeguati (che con i cicli di gelo e disgelo hanno dato infiniti problemi di distacco), finalmente possiamo dire che è giunta l’era delle “pavimentazioni industriali in calcestruzzo, speciali”.
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[post_content] => Da sempre il calcestruzzo è stato additivato con elementi fibrosi che ne migliorassero la qualità, andando a contrastare la formazione di crepe e fessure.
Esempi di calcestruzzi ed opere murarie additivate con ‘fibre’ si ritrovano nelle opere più disparate: le cosiddette fibre erano spesso costituite da materiali di risulta quali appunto paglia, fibre legnose, pelo di suini, di bovini o crine di cavallo. Sorprendentemente, la pratica di addizionare malte e intonaci con peli animali o fibre vegetali è resistita nei secoli ed era applicata (anche in Europa) addirittura fino agli inizi del XX secolo.
Lo stimolo di trovare nuove soluzioni, che potessero rispondere alle esigenze antifessurative in modo industriale e senza il ricorso ad espedienti d’ogni tipo, portarono in un primo tempo (si parla degli inizi del XX secolo) all’impiego delle fibre d’amianto: strutturalmente una buona soluzione, e ad un basso costo produttivo.
Furono ovviamente abbandonate quando diventarono noti i danni che l’amianto comportava per la sulla salute umana e da quel momento, sono gli anni ’60, si svilupparono diverse tipologie di fibre che potessero sostituirle efficacemente come fibra costruttiva, producibili industrialmente, che avessero costi contenuti e che ovviamente non avessero indesiderati effetti secondari.
Da allora la ricerca nel campo delle fibre per conglomerati cementizi o a base di calce ha provato con le tecnologie più disparate: furono sviluppate fibre in acciaio, fibre di vetro, fibre vegetali, fibre sintetiche e via via fino a soluzioni quali fibre in carbonio, basalto, alluminio o kevlar.
Tra le varie tipologie di fibre per calcestruzzo, considerata l’enorme diffusione che hanno tutt’ora, rivestono particolare interesse storico le fibre in acciaio e le fibre sintetiche.
Delle prime possiamo affermare che sono una semplice, e nondimeno brillante, rielaborazione in forma di filamento di un materiale che è stato combinato con il calcestruzzo sin dalle prime applicazioni del cemento armato, l’armatura in acciaio appunto.
Quanto alle seconde, invece, la storia risale a metà degli anni ’70, quando un ingegnere svizzero di nome Rudolf Enzler pensò di applicare i progressi fatti nello studio delle catene polimeriche al campo delle fibre
per l’edilizia.
Per questi studi, al 5° Salone delle Invenzioni di Ginevra del 1976, l’ingegner Enzler si aggiudicò la medaglia d’oro, come miglior invenzione di quell’anno.
Erano nate le prime fibre in materiale polimerico per il rinforzo del calcestruzzo ed i brevetti dell’ing. Enzler nel campo dei calcestruzzi fibrorinforzati si tradussero poi in campo industriale e di conseguenza nelle attività giornaliere.
Da allora, le fibre polimeriche si sono ritagliate un posto d’eccezione nel panorama delle fibre di rinforzo per calcestruzzo.
Ovviamente, nel corso degli anni, i progressi riguardanti le fibre sintetiche non sono mancati: dalle prime fibre in polipropilene si è passati alla sperimentazione di diversi polimeri, forme, dimensioni.
Alle fibre sintetiche ausiliarie si sono recentemente aggiunte quelle strutturali, capaci di sostituirsi alle fibre in acciaio nelle applicazioni più disparate, o in certi casi addirittura di sopperire all’armatura in acciaio.
Per quanto riguarda il panorama Italiano, la storia delle fibre per calcestruzzo “moderne” inizia nel lontano 1982, anno in cui fu eseguita la prima malta premiscelata fibrorinforzata.
Si trattava del rivestimento di un canale Enel a Villadossola, eseguita con una malta cementizia tixotropica, decisamente innovativa in quanto appunto fibrorinforzata e modificata con fumi di silice, messa a punto dall’ing. Edoardo Mocco che sarebbe poi diventato il direttore ricerca e sviluppo di AZICHEM.
Ad oggi, dopo oltre trent’anni da quella prima innovativa applicazione, Azichem si propone al mercato italiano con un’ampia gamma prodotti, tutti di altissima tecnologia e qualità, per qualunque esigenza applicativa (READYMESH).
Le fessure
Il calcestruzzo tende inevitabilmente a sviluppare degli assestamenti da ritiro durante la fase fluida/plastica (durante la quale l’impasto è strutturalmente molto debole).
Il ritiro, che in caso di manufatti in calcestruzzo senza vincoli potrebbe anche non essere un fenomeno tanto pericoloso, lo diventa necessariamente in presenza di vincoli o contrasti, cioè nella quasi totalità dei casi.
Il ritiro in presenza di contrasto infatti induce necessariamente tensioni strutturali autogene, che se non correttamente gestite danno luogo ad effetti indesiderati.
Il ritiro è sostanzialmente dovuto a due azioni combinate: il ritiro autogeno ed il ritiro da essiccamento, detto anche igrometrico.
Il primo è dovuto alla reazione di idratazione del cemento, la quale è una reazione cosiddetta a “debito di volume”.
Questo significa che, in termini puramente di volume, la somma degli elementi reagenti è inferiore alla somma degli elementi risultanti dalla reazione.
Il secondo effetto invece è dovuto semplicemente all’evaporazione dell’acqua di idratazione in eccesso contenuta nel calcestruzzo fresco (cioè la differenza tra l’acqua totale inizialmente nell’impasto e l’acqua chimicamente “combinata” nella reazione di idratazione).
In generale, queste due diverse azioni sono semplicemente dette “ritiro plastico”, in virtù del fatto che esse concorrono allo stesso risultato, il quale è più accentuato durante le prime fasi di maturazione del conglomerato, quando esso cioè è ancora in fase plastica, e decresce via via che la maturazione va a compimento.
Gli effetti del ritiro autogeno sono di molto inferiori a quelli del ritiro igrometrico, quindi è possibile approssimare il ritiro plastico complessivo al solo ritiro da essiccamento. Si noti che il fenomeno della fessurazione per cause igrometriche non è certo un fatto anomalo o un’esclusiva dei calcestruzzi…
Il ritiro plastico igrometrico rappresenta la casistica base per cui le fibre antifessurative vengono usate.
Ma le fessure in realtà possono avere molte altre cause oltre a quelle auto- indotte dal calcestruzzo stesso durante la maturazione. Tra queste, se ne possono identificare alcune dovute alla geometria del calcestruzzo posato in opera, altre relative ad una incorretta progettazione della struttura, ed altre ancora invece dovute a fattori esterni.
Per quanto concerne le cause progettuali, esse banalmente dipendono dalla non adeguata previsione dei carichi statici e dinamici che il manufatto in calcestruzzo dovrà sostenere.
Una struttura dimensionata per sostenere determinati carichi e che si trovasse a sostenere carichi maggiori potrebbe dar luogo a cedimenti, o nei casi peggiori a crolli.
Questo è evidente: una strada dimensionata per sopportare una bicicletta non potrà certo resistere al transito di un carro armato! Va aggiunto che nella maggior parte dei casi in cui vi siano vizi progettuali di un certo rilievo, le fessure sono certamente l’ultimo dei problemi.
Tra le cause dovute alla geometria, le principali sono le variazioni di spessore della sezione e la presenza di spigoli e cunei.
La ragione per cui cambi di spessore troppo marcati possono essere causa di fessure e fratture, è che nei calcestruzzi a legante idraulico l’indurimento avviene dall’esterno all’interno, quindi nel caso di diverso spessore si avrebbero tensioni di ritiro che, oltre all’effetto classico di trazione lungo il profilo del manufatto, produrrebbero anche delle tensioni di taglio e di flessione che insistono sulla zona interna ancora in fase plastica.
Un’altra situazione tipica in cui (se non adeguatamente gestita) è possibile riscontrare fessurazioni dovute alla geometria del manufatto, sono la presenza di spigoli. Anche in questo caso la presenza di un cuneo indebolisce localmente la struttura e contestualmente accentua lo sforzo che essa deve sostenere, facilitando la formazione di crepe e rotture.
Azione delle fibre
Innanzitutto le fibre per calcestruzzo intervengono proprio nella prima fase di maturazione (fino a circa 10 ore dalla posa in opera), quando il calcestruzzo è ancora plastico, e il ritiro complessivamente è più marcato.
In questo contesto, il conglomerato cementizio potrebbe non avere la capacità strutturale di opporsi alle tensioni che si generano al suo interno: si vengono così a formare crepe e fessure.
La proprietà antifessurativa delle fibre, dunque, agisce in questa fase iniziale, aumentando la resistenza iniziale del conglomerato in via di solidificazione, intervenendo prima ancora che le fessure si creino.
Qualora alcune fessure debbano comunque generarsi, per uno qualunque dei motivi già elencati in precedenza, le fibre saranno comunque di grande beneficio, in quanto vanno a costituire una sorta di reticolo tridimensionale che aiuta a distribuire meglio gli sforzi che attraversano l’opera in calcestruzzo, aumentando la resistenza del manufatto stesso sia quando esso è perfettamente sano, sia qualora vi dovessero essere delle micro-fratture (anche interne).
In tal caso, infatti, in presenza di un calcestruzzo adeguatamente fibro- rinforzato, la fessura sarebbe attraversata da un fascio di fibre che crea una sorta di continuità strutturale, la quale andrebbe ad alleviare le sollecitazioni sul calcestruzzo stesso, specialmente in corrispondenza dell’apice della fessura.
E non è tutto: il reticolo 3D creato dalle fibre, nel caso delle fibre strutturali, consente di avere una certa resistenza anche qualora il calcestruzzo si fosse del tutto fratturato, proprio in virtù della miriade di microfilamenti che attraverserebbero la rottura capaci di sostenere limitati carichi strutturali (questo solamente per alcuni particolari modelli di fibre).
Infine, le fibre hanno una caratteristica formidabile, cioè quella di creare moltissime micro- superfici di separazione tra fibra e matrice cementizia, disperse in tutto il volume del manufatto e orientate in tutte le direzioni.
In presenza di una fessura in propagazione (cosa non infrequente, data la caratteristica fragile del calcestruzzo indurito), esse vanno a costituire una miriade di piccole trappole di Cook-Gordon nel momento in cui la fessura dovesse incontrare la fibra lungo il suo tragitto, molto spesso arrestandone l’avanzamento con successo.
E’ chiaro dunque che le fibre, anche se certamente non possono essere la panacea di tutti i mali che troppo spesso affliggono le costruzioni in calcestruzzo, possono contribuire a migliorarne sensibilmente alcune caratteristiche e a prevenire svariati difetti intrinseci del materiale.
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Le Fibre Azichem
Dal 1987, Azichem propone al mercato italiano la più vasta e completa gamma di fibre specifiche per il settore edile.
Le fibre proposte: fibre in polipropilene multifilamento e fibrillate (antirito e strutturali), fibre in acciaio (al carbonio aciculare, zincate e inoxidabili), fibre di vetro, fibre di carbonio, fibre naturali di agave sisalana, ecc.. così come tutti i prodotti Azichem, sono caratterizzate da un’alta qualità ed una efficacia dimostrata sul campo nel corso di anni di lavori eseguiti e di problematiche risolte.
Tutti i prodotti della gamma Fibre di Azichem sono studiati e realizzati per esprimere una superiore omogeneizzazione cementizia nel conglomerato, un’alta resistenza alla trazione ed una migliorata adesione alla matrice, senza penalizzare la lavorabilità del composto.
La gamma di fibre Azichem comprende fibre per le più disparate esigenze applicative: intonaci, malte, betoncini, sottofondi, piccola e grande prefabbricazione, solai, platee, piloni, pavimenti industriali, calcestruzzo a spruzzo (spritz-beton), applicazioni bioedili, ripristino edilizio ed altre applicazioni speciali, ecc.
Al fine di facilitare l’approccio al complesso mondo delle fibre per i meno esperti, per una consultazione più approfondita per i più esperti e un riferimento sicuro per gli addetti ai lavori, AZICHEM ha concepito e messo on line un sito completamente dedicato alle fibre per calcestruzzo e per l’edilizia in generale.
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[post_content] => La costruzione di pavimenti in calcestruzzo prevede, normalmente, giunti di tipo operativo (giunti di costruzione), di tipo strutturale (giunti di dilatazione), di tipo preposto al controllo (giunti di contrazione) e di tipo funzionale (giunti di isolamento).
I tipi di giunto più critici, nell’ottica delle sollecitazioni indotte dai carrelli elevatori sono certamente i giunti di contrazione, costruzione e dilatazione, poiché i giunti di isolamento, stante la prossimità alle strutture verticali sono raramente coinvolti nelle sollecitazioni da traffico.
Nel documento “Giunti nei pavimenti in calcestruzzo, criticità e rimedi” allegato, vengono considerati gli aspetti sollecitativi accennati, unitamente ai provvedimenti in grado di ridurre significativamente i livelli di criticità esaminati.
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www.azichem.it
[post_title] => Giunti, criticità e rimedi, nei pavimenti in calcestruzzo
[post_excerpt] => Nei pavimenti in calcestruzzo i giunti sono elementi strutturali indispensabili che si rivelano, nello stesso tempo, come aree critiche di degrado preferenziale, specie ove considerati in funzione delle sollecitazioni comportate dal traffico veicolare e, soprattutto dal traffico dei carrelli elevatori.
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FLOORTECH Prerit è la pavimentazione in calcestruzzo architettonico o in ghiaietto lavato, i cui inerti vengono messi in risalto attraverso uno specifico trattamento superficiale disattivante.
Questo trattamento permette di coniugare le proprietà di resistenza alla compressione, facile lavorabilità, agevole disponibilità di materie prime in sito ecc. del calcestruzzo ad una resa estetica di pregio e qualità.
FLOORTECH Prerit, infatti, si integra perfettamente con l’ambiente circostante in quanto molto simile esteticamente alle colorazioni di una pietra, caratteristica particolarmente apprezzata dai progettisti e dai committenti che trovano una valida alternativa all’utilizzo del calcestruzzo tradizionale all’interno del progetto.
Il ghiaietto lavato, chiamato anche sasso lavato, è una soluzione pratica e duratura particolarmente indicata per la realizzazione di superfici esterne eleganti, di grande effetto e ad un costo contenuto.
Le proprietà meccaniche, estetiche e di durabilità di cui il ghiaietto è dotato generano un effetto antisdrucciolo, anche subito dopo un’abbondante pioggia, che rende il materiale perfettamente sicuro, igienico e a norma.
Il connubio di caratteristiche prestazionali, risultato estetico, durabilità complessiva e prezzo in opera rendono questa soluzione particolarmente vantaggiosa rispetto ad ogni altra pavimentazione per esterni, presente sul mercato.
Le pavimentazioni in ghiaia a vista sono indicate sia per strutture pubbliche che private grazie alle proprietà di percorribilità resistenza e adattabilità ad ogni forma e collocazione, in quanto coniugano la naturalezza della ghiaia alla semplicità e praticità del cemento, offrendo in più la possibilità di realizzare le più svariate configurazioni, tipologie e combinazioni di colori.
È possibile imbattersi in questo tipo di pavimentazioni in un gran numero di piazze, strade pedonali e carrabili, marciapiedi, viali in parchi e giardini, aree monumentali, terrazze, esterni piscine, ecc.
La diffusone di questa pavimentazione è così estesa in quanto unisce praticità, sicurezza e resistenza ad armonia naturalistica, superando notevolmente i limiti estetici delle pavimentazioni in solo cemento, senza ridurre la qualità di prodotto antigelivo e soprattutto antisdrucciolo.
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Il nostro raggio d’azione spazia dai cantieri quotidiani alle sfide più complesse, annoverando diverse importanti referenze in merito alla realizzazione di grandi opere e una lunga esperienza nel campo del green building (dal 1994 siamo fra i pionieri dell’edilizia sostenibile in Italia).
A guidarci c’è una filosofia di lavoro che è rimasta invariata dal 1987, anno di fondazione di Azichem: che si tratti di grandi imprese di costruzione, studi di progettazione, rivenditori di materiali per l’edilizia o semplici utilizzatori, noi garantiamo vicinanza e appoggio totale per qualsiasi tipo di esigenza.
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Perché abbiamo (ri)fatto la storia Perché sappiamo bene quanto tutte le opere, i manufatti e in generale i vecchi edifici necessitino di particolari cure e attenzioni.
I nostri formulati dedicati al ripristino strutturale delle opere in calcestruzzo e al restauro conservativo di edifici di interesse storico/monumentale, sono il frutto di lunghe ricerche che hanno portato alla creazione di un lunghissimo elenco di prodotti, abbastanza corposo da riuscire a prendersi cura di ogni singolo dettaglio riguardante il tema del risanamento in ogni sua diramazione.
#30ANNIDIAZICHEM La ricorrenza ha riunito la nostra rete di agenti, concessionari, applicatori specializzati, rivenditori fiduciari ed aziende amiche anche virtualmente nel nuovo portale azichem.network, in continua crescita.
Questo network online vive grazie ai contributi apportati dai propri partecipanti, così come l’universo Azichem è riuscito a espandersi al di là delle nostre più rosee aspettative proprio grazie al supporto in termini di relazioni, professionalità e know-how offertoci dai nostri collaboratori!
[post_title] => 30 anni di Azichem, abbiamo (ri)fatto la storia!
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SANAWARMEL’INTONACO TERMICO MINERALE A CAPPOTTO La progettazione di nuovi edifici così come l’adeguamento di edifici esistenti, coerenti con gli standard di benessere termo-igrometrico ambientale e coerenti con i decreti legge vigenti, relativi al rendimento energetico nell’edilizia, deve fondarsi sulla corretta valutazione dei parametri essenziali rappresentati dalla PROTEZIONE TERMICA, dall’INERZIA TERMICA, dalla POTENZA DEGLI IMPIANTI INSTALLATI e della QUANTITÀ DI ENERGIA SCAMBIATA FRA AMBIENTE INTERNO ED ESTERNO, in un contesto che non può prescindere dalla valutazione del TRASPORTO DI UMIDITÀ. La definizione di questi parametri porta alla determinazione del fabbisogno di energia per il riscaldamento dell’edificio. A parità delle restanti condizioni, protezione termica e quantità di energia necessaria per il corretto riscaldamento sono inversamente proporzionali, la protezione termica assume quindi un’importanza estremamente rilevante per il contenimento del consumo energetico.
LE MURATURE PERIMETRALILa casa deve rappresentare un ambiente confortevole ed accogliente ed assicurare una qualità di vita adeguata. Il microclima interno ne definisce un aspetto estremamente importante. I parametri qualificanti, per verificare se il clima interno è ottimale, sono la temperatura e l’umidità relativa dell’aria. Con una temperatura interna di 19 / 22° C, l’umidità dell’aria deve essere mantenuta in un intervallo compreso fra il 40 ed il 60%. Le murature svolgono un ruolo determinante per mantenere una temperatura gradevole: nel periodo invernale, più elevata è la temperatura superficiale delle murature, più gradevole sarà la temperatura interna. Nel periodo estivo una corretta inerzia termica ne favorisce la frescura. La differenza fra la temperatura ambientale interna e quella di superficie delle murature, non deve eccedere i 2 gradi centigradi; inoltre, se la temperatura superficiale delle murature è più elevata, quella ambientale interna, può essere anche leggermente inferiore. Anche in questo caso il benessere è assicurato.
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[post_content] => Il legno, materiale vivo e naturale, sta raccogliendo negli ultimi anni sempre più attenzione da parte di progettisti e costruttori. Per le sue ottime caratteristiche termiche e l’elevata resistenza e flessibilità è, infatti, un materiale da costruzione sempre più valorizzato grazie anche alla possibilità di creare soluzioni architettoniche esteticamente calde e confortevoli.
Grosso Legnoarchitetture di Meolo (Venezia), azienda specializzata in coperture e strutture in legno, ha realizzato un’abitazione dove il legno diventa protagonista assoluto, con tecniche costruttive innovative in grado di rispondere positivamente a diversi e importanti obiettivi in termini di consumi energetici, tempi di realizzazione, qualità acustica, dell’aria degli ambienti interni e dell’illuminazione.
I tempi di realizzazione sono contenuti e la fruibilità della struttura è immediata grazie soprattutto alla “tecnologia costruttiva a secco”, priva di calcestruzzi per murature e malte per intonaci.
Per ulteriori informazioni e per dettagli sul progetto clicca qui
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[post_content] => Le pavimentazioni in calcestruzzo vengono oggi considerate in alcuni casi veri e propri elementi strutturali, rendendo necessaria una progettazione attenta alle normative vigenti e conforme ai test di resistenza. Un contributo fondamentale nella realizzazione delle pavimentazioni in calcestruzzo è dato dall’impiego delle fibre READYMESH di AZICHEM. Vediamo insieme gli sviluppi progettuali e normativi inerenti a questo tipo di pavimentazioni.
Indice:
Un esempio lampante è rappresentato dalle pavimentazioni di magazzini sottoposte al carico di scaffalature piene che assumono, quindi, la funzione di vere e proprie “fondazioni a platea”. In tutti questi casi è necessario che la struttura “pavimento” sia sottoposta a verifica agli Stati Limite Ultimi e agli Stati Limite di Esercizio.
Il calcestruzzo fibrorinforzato è inserito dalle Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2018 tra i materiali idonei per la realizzazione di elementi strutturali.
E’ necessario, comunque, sottoporre la miscela del calcestruzzo fibrorinforzato a valutazione preliminare secondo le
Linee Guida per la qualificazione degli FRC, determinando i valori di resistenza a trazione residua fR1k (per lo Stato limite di esercizio) e fR3k (per lo Stato limite Ultimo) secondo UNI EN 14651.
Se si osserva, infatti, il comportamento di una fessura in un pavimento solamente armato con rete elettrosaldata ci si accorge che questa raggiunge una maggiore profondità rispetto a quanto potrebbe far in un pavimento armato con rete e contenente fibre.
Grazie all’arresto precoce della fessurazione si ostacola la propagazione dell’acqua in profondità, con indubbi benefici in termini di durabilità della piastra e delle reti d’armatura eventualmente presenti.
In sintesi: l’aggiunta di fibre alla matrice del calcestruzzo consente di incrementare la durabilità della piastra di pavimentazione e, nel caso si introducano fibre strutturali, anche la duttilità del calcestruzzo e la resistenza a flesso-trazione dopo l’insorgenza di fessurazioni.
Indice:
Il calcestruzzo architettonico, o ghiaino lavato, è solitamente caratterizzato da uno spessore compreso fra i 5 e i 10 cm, nel quale vengono mostrate le qualità estetiche degli aggregati costituenti la massa del conglomerato cementizio.
Questa soluzione offre un notevole vantaggio dal momento che unisce le proprietà del calcestruzzo a una resa estetica di qualità, generando ottimi risultati in termini di prestazioni fisico-meccaniche e durabilità.
La qualità dei risultati estetici si ottiene proporzionando due fusi granulometrici di aggregato che vengono combinati con un’adeguata quantità di legante e di compound in polvere, portando alla definizione di una distribuzione granulometrica “discontinua”.
Le caratteristiche materiche, estetiche e fisico-meccaniche di cui gode il ghiaietto lavato lo rendono particolarmente idoneo all’utilizzo per tratti stradali, viali ciclopedonali e parcheggi urbani ed extraurbani ubicati in contesti storici, paesaggistici e ambientali di pregio.
Grazie alle qualità estetiche del ghiaino lavato il tratto Bardolino-Garda è riuscito ad armonizzarsi perfettamente con un contesto ambientale paesaggistico e storico di pregio. Ecco che entrano in gioco due aspetti fondamentali di questa tecnologia: la durabilità e l’inserimento nel paesaggio circostante.
Per questo specifico caso è stato impiegato un aggregato locale di origine alluvionale, fortemente eterogeneo in termini di composizione e morfologia, generando un mix design in grado di far spiccare l’aggregato.
Per quanto riguarda, invece, il colore della matrice legante è stata aggiunta una quantità adeguata di ossido minerale ocra, permettendo al conglomerato di armonizzarsi con i colori caratteristici del paesaggio circostante.
La pista ciclabile appare ubicata in prossimità delle acque lacustri del Garda, il che potrebbe causare danni potenzialmente pericolosi legati alle fasi di gelo-disgelo; per questo motivo sono stati effettuati test sul mix design all’interno dei laboratori di ricerca, i cui esiti positivi sono stati ulteriormente dimostrati dalla posa reale sul tratto Bardolino Garda.
Questa polvere è costituita da particelle di forma sferica, raggruppate a formare degli aggregati, caratterizzate da una grandezza compresa fra 0,05 e 1,0 μm ciascuna, con un diametro medio di 0,1-0,2 μm.
Si tratta di dimensioni che riescono a compensare idealmente la curva granulometrica dei leganti, lasciando alle particelle di fumo di silice il compito di occupare e riempire in modo ottimale i vuoti generati dai granuli di cemento.
Chimicamente il fumo di silice appare costituito prevalentemente da silice, con percentuali variabili da circa l’85% fino al 98%, mentre da un punto di vista mineralogico è un materiale che appare completamente amorfo.
E’ proprio grazie a questa composizione che acquisisce la capacità di reagire con la calce o con la calce di idrolisi del cemento Portland per produrre silicati di calcio idrati, responsabili della resistenza meccanica della pasta cementizia e della riduzione della porosità del calcestruzzo.
Ponti, viadotti e cavalcavia sono soggetti a fenomeni di degrado che non vanno sottovalutati, come ci ha insegnato il recente disastro del ponte di Genova. Uno studio del 1999 denominato Reliability-Based Assessment of Highway Bridges ha determinato che circa il 30% dei ponti stradali presenta delle criticità.
A minarne la struttura sono una grande varietà di problemi fra cui i fenomeni atmosferici che, con il passare del tempo, vanno a creare delle fratture trasformabili in elementi degenerabili. Ma non solo: i venti, gli sbalzi di temperatura, le vibrazioni legate al traffico sulle strade mettono a dura prova i ponti, determinando un serio problema per la sicurezza delle persone.
Tutti questi fattori comportano il degrado del calcestruzzo armato, materiale di cui sono costruite le strutture di ponti e cavalcavia, o dell’acciaio usato per rinforzarle. Le piogge, gli agenti chimici, come gli urti e le sollecitazioni meccaniche indeboliscono il manufatto, aumentandone la porosità e la permeabilità della matrice.
Negli anni 50/70 quando sono stati costruiti molti ponti gli ingegneri pensavano sarebbero durati per oltre 100 anni e si sono dunque trovati ad affrontare il problema del decadimento del cemento armato, ridimensionando l'aspettativa di vita di queste strutture a circa 50/60 anni.
E' sempre più importante intervenire con attività di monitoraggio così da progettare gli interventi da realizzare per l'eventuale ripristino e adeguamento strutturale.
La gamma Azichem offre una soluzione ottimale per garantire la stabilità dimensionale durante la fase di ricostruzione: in questa fase agisce Repar Tix, la malta cementizia tixotropica da ripristino dall’elevata impermeabilità intrinseca e con straordinarie caratteristiche fisico-meccaniche.
Durante il delicato progetto di ripristino del manufatto risulta importante proteggere i ferri d’armatura dall’azione deleteria dell’ossidazione. In questo caso interviene Repar Monosteel di Azichem, il trattamento di protezione passivante dei ferri d’armatura negli interventi di ripristino di un conglomerato cementizio.
Infine per proteggere la struttura dalle future azioni corrosive è consigliato utilizzare un prodotto specifico per il rivestimento finale della riparazione come il rasante strutturale tixotropico monocomponente Repar Sm. Si tratta di un prodotto a base di cementi ad alta resistenza, resine polimeriche, agenti plastificanti e stabilizzanti è la soluzione Azichem progettata per l’uso negli interventi di ripristino funzionale e/o strutturale.
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Il prima e il dopo di un intervento di ripristino di un ponte eseguito con i prodotti della gamma Azichem[/caption]
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[post_content] => Azichem propone nella propria gamma di prodotti per l'edilizia i pigmenti naturali e artificiali che regalano colori unici a materiali altrimenti grigio o bianchi, quali cemento e calce
In edilizia si ricorre spesso ai pigmenti colorati per fornire della caratteristiche estetiche uniche e particolari. Questi pigmenti vengono applicati, per esempio, nei pavimenti in calcestruzzo, negli intonaci e nelle malte utilizzate per il restauro di edifici, ma anche nello spritz-beton sulle pareti rocciose ecc.
Possiamo distinguere i pigmenti in base alla loro origine: troviamo quindi i pigmenti minerali o organici che a loro volta si dividono tra quelli artificiali, ottenuti mediante un processo chimico e quelli presenti in natura che dopo l'estrazione vengono selezionati per purezza e tonalità, macinati o calcinati.
I composti quali argilla o ossido di ferro causano la tonalità cromatica del prodotto che è fondamentale soprattutto per alcuni utilizzi quali per esempio restauri, affreschi e ristrutturazioni.
Protech Oxicrom è ideale per la colorazione del calcestruzzo per la realizzazione di pavimentazioni architettoniche in ghiaietto lavato, nei pavimenti industriali, nello spritz beton, nella pigmentazione di marmette in sasso a vista, e nella formulazione di coloranti e vernici.[/caption]
Tra i pigmenti artificiali Azichem presenta Protech Oxicrom, un composto in polvere, inorganico, costituito principalmente da ossidi o ossi-idrossidi di ferro ideale per la pigmentazione di conglomerati cementizi o simili, intonaci e pitture. Gli ossidi sono presenti nelle colorazioni giallo, rosso, marrone, verde, blu, tabacco e nero
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[post_content] => Le fibre per il calcestruzzo, la cui origine è antichissima, sono da sempre utilizzate nell’edilizia per migliorare la duttilità e la tenacità. La gamma Azichem di fibre in acciaio e polimeriche Readymesh
Le prime sperimentazioni relative all’accoppiamento di materiali risalgono alla Mesopotamia, quando la popolazione dell’epoca era solita unire all’argilla la paglia per migliorarne la solidità. Dalle fibre vegetali si è passati a quelle animali, per arrivare ai giorni nostri in cui l’acciaio e i polimeri sono le soluzioni più utilizzate in edilizia.
Azichem ha creato la linea di fibre in acciaio e polimeriche Readymesh, una gamma completa per il rinforzo strutturale del calcestruzzo e il contrasto dei fenomeni fessurativi.
L’Orto Botanico, immerso nel cuore della città di Palermo, rappresenta una delle istituzioni accademiche e museali più importanti della città, uno spazio unico in cui convivono natura, architettura e arte. In oltre duecento anni di attività, l’Orto Botanico dell’Università di Palermo ha consentito lo studio e la diffusione delle conoscenze legate a innumerevoli specie vegetali.
In questa idilliaca cornice che vanta oltre 12.000 specie di piante differenti troviamo il Gymnasium, le cui splendide statue che raffigurano il ciclo delle stagioni, sono state realizzate da Gaspare Firriolo nel 1791. Purtroppo l’esposizione agli agenti atmosferici e lo scorrere del tempo hanno rovinato questa opera, in particolare sono state riscontrate lesioni e gravi fratture in sommità del muretto d’attico della struttura.
Azichem, con il supporto della consulenza tecnica di Paolo Brignone e su commissione dell’impresa di Gaetano Scancarello, si è occupata della fornitura di alcuni prodotti appropriati e specifici nella complessa opera di restauro del Gymnasium, svoltosi sotto la direzione dei lavori dei tecnici dell’Università di Palermo e l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo.
Nello specifico sono state svolte le seguenti operazioni sulle statue e sul cornicione dell’architettura classica: la pulitura delle superfici, la rimozione di stuccature eseguite in interventi precedenti con materiali non idonei allo scopo, il consolidamento e la sostituzione dei perni ed elementi metallici presenti con nuovi elementi in fibre di carbonio e di vetro e infine la riconfigurazione di porzioni di elementi mancanti attraverso integrazione plastica e cromatica.
I lavori di restauro sono stati avviati nel 2017 e si sono conclusi a marzo del 2018.
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[post_content] => Perché è stato tanto utilizzato l'amianto tra gli anni 50 e l'inizio degli anni 90? E come si può bonificare? Ve lo spieghiamo con l'aiuto di Azichem
È stato uno dei materiali edili più utilizzati: stiamo parlando dell’amianto, una soluzione adottata in maniera massiccia nel campo delle costruzioni dagli anni ’50 fino a inizio anni ‘90. La fortuna dell’amianto è legata alle sue caratteristiche: è altamente resistente al fuoco, resiste bene alla trazione e offre un ottimo isolamento termico e acustico. Inoltre si può facilmente impastare con altri materiali e si caratterizza per bassi costi di estrazione e lavorazione grazie alla sua struttura fibrosa.
La forza e la resistenza di questo materiale hanno fatto sì che trovasse impiego in molti ambiti: è stato utilizzato come isolante termico negli impianti industriali, come materiale fonoassorbente, nelle canne fumarie e nei serbatoi per l’acqua, nei pavimenti e nei pannelli isolanti. Un materiale poliedrico, questo è certo, ma fortemente dannoso: le microscopiche fibre rilasciate dall’amianto, se inalate dalle persone, possono provocare gravissimi danni alla salute, compreso il cancro ai polmoni.
La lavorazione ed estrazione dell’amianto sono state vietate nei primi anni ’90 per la sua dannosità e sono partite opere di bonifica dei manufatti e delle architetture che lo contenevano. Pur se le operazioni di bonifica stanno proseguendo, in Italia ci sono ancora molte coperture in Eternit, ovvero la miscela di cemento e fibre di amianto, che devono essere smaltite.
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Al fine di facilitare l’approccio al complesso mondo delle fibre per i meno esperti, per una consultazione più approfondita per i più esperti e un riferimento sicuro per gli addetti ai lavori, AZICHEM ha concepito e messo on line un sito completamente dedicato alle fibre per calcestruzzo e per l’edilizia in generale.
Il sito www.readymesh.it dà un utile contributo creando questa mini-enciclopedia dedicata alle fibre per costruzioni, che ne illustra gli aspetti fondamentali.
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[post_excerpt] => Dal 1987, Azichem propone al mercato italiano la più vasta e completa gamma di fibre specifiche per il settore edile
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[post_content] => L’acqua rappresenta un problema piuttosto serio, spesso imprevisto o imprevedibile per il tecnico ed il costruttore. Le infiltrazioni d’acqua, derivanti dai significativi cambiamenti intervenuti nelle falde freatiche, da eventuali incorrettezze esecutive o da eventi accidentali, possono coinvolgere i materiali più diversi quali il calcestruzzo, le murature di differente composizione, gli strati rocciosi di confinamento. Le opere che possono essere soggette a questi inconvenienti sono, a loro volta, estremamente eterogenee: grandi opere civili ed idrauliche, edifici industriali e civili, ambienti specifici quali cantine, box, garage, interrati, ascensori.
Il manifestarsi delle infiltrazioni e, soprattutto, il loro perdurare, può essere fonte di considerevoli danni economici e provocare inagibilità delle aree interessate, danneggiamento di macchine operatrici, autovetture, arredi. Le situazioni delineate comportano l’esigenza imprescindibile di interventi tempestivi e “immediatamente” risolutivi.
SYNTECH H.A.G. è il materiale ideale per riempire ed ermetizzare crepe, fessure, fenditure e cavità ponendo fine alle infiltrazioni, in modo rapido e risolutivo. Si tratta di una resina poliuretanica idrofila, idroespansiva, a bassa viscosità, corredata da uno specifico attivatore accelerante (comp. B) da dosare normalmente al 10% sul peso della resina (comp. A).
Viene iniettata mediante specifiche pompe manuali od elettriche ad alta pressione tramite appositi iniettori a vite e permea fenditure sino ad ampiezze di 0,2 mm. A contatto con l'acqua o con l'umidità, aumenta, dopo alcuni secondi, da 8 a 20 volte il proprio volume iniziale, attraverso un processo di reazione con formazione di una schiuma densa ed elastica, che arresta immediatamente l'infiltrazione e sigilla ermeticamente la fessura o la cavità iniettata. I settori di piú frequente utilizzo, sono rappresentati da: dighe, bacini, acquedotti, vasche, piscine, impianti di depurazione, gallerie, tunnel, condotte forzate, sottopassi, fognature, garage sotterranei, cantine, box, vani ascensore, piani interrati, ecc.
Caratteristiche SYNTECH H.A.G.
• È facilmente iniettabile, mediante specifiche pompe manuali od elettriche, tramite gli appositi iniettori a vite;
• È sicuramente penetrante grazie alla bassa viscosità, ai suoi componenti idrofili ed idroreattivi ed alla sua elevata attività capillare. Penetra e permea fenditure sino ad ampiezze di 0,2 mm;
• È efficacemente reattiva in quanto, a contatto con l’acqua o con l’umidità, aumenta da 8 a 20 volte il proprio volume iniziale, attraverso un processo di reazione e vulcanizzazione con formazione di una schiuma densa ed elastica, a struttura cellulare, che arresta l’infiltrazione e sigilla ermeticamente la fessura iniettata;
• È compatibile con tutti i supporti: calcestruzzo, pietre naturali, mattoni, acciaio, laminati, rivestimenti di cavi e materiali da iniezione di natura poliuretanica, eventualmente preesistenti;
• È caratterizzata da un brevissimo tempo di reazione con l’acqua di circa 30” (*) che può essere accelerato, ove necessario, sino a 15”, aumentando il dosaggio del componente B.
SYNTECH H.A.G. rappresenta, nelle diverse situazioni in cui si manifestano le infiltrazioni d’acqua, la soluzione ideale del problema. I settori di più frequente utilizzo, possono essere condensati in tre categorie funzionali:
• Le strutture e i manufatti di contenimento
Comprendono dighe, bacini, acquedotti, vasche, piscine, impianti di depurazione, ecc. I casi più frequenti, di permeazioni ed infiltrazioni d’acqua in queste opere, sono localizzabili in corrispondenza di giunti costruttivi, di connessioni fra elementi verticali ed orizzontali, di incorrettezze nella compattezza del conglomerato, di fessurazioni e lesioni insorte successivamente alla costruzione.
• Le strutture e i manufatti sotterranei
Comprendono gallerie, tunnel, condotte forzate, sottopassi, fognature, ecc. In queste opere gli interventi possono essere rivolti all’arresto di infiltrazioni di acque freatiche attraverso incorrettezze costruttive così come all’ermetizzazione di situazioni di fuoriuscita delle acque contenute.
• Le strutture generiche sotto falda
Comprendono piani interrati, cantine, box, ascensori, ecc. Anche per queste opere le necessità di ermetizzazione possono riguardare materiali eterogenei e derivare da incorrettezze costruttive o da eventi accidentali successivi. E’ un caso ormai classico la necessità di adeguamento dei presidi impermeabili a seguito dell’innalzamento delle falde freatiche.
Per ulteriori informazioni
www.azichem.it
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[post_excerpt] => SYNTECH H.A.G. proposto da Azichem, è il materiale ideale per riempire ed ermetizzare crepe, fenditure e cavità ponendo fine definitivamente alle infiltrazioni, in modo rapido e risolutivo
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[post_content] => Si tratta di un’esclusiva malta multifunzionale, bioedile, per la costruzione di intonaci di recupero strutturale (lastre armate) ad elevata efficacia deumidificante, fibrorinforzata con un mix equilibrato di fibre di vetro alcalino resistenti, di peculiari microfibre minerali e di fibre polipropileniche Fortatech Fibre volto a conseguire un efficiente presidio stabilizzante ed antifessurativo.
UNISAN BIANCO” consente il contemporaneo conseguimento degli obiettivi di restauro statico e di risanamento igrometrico delle murature.
Per scaricare la scheda tecnica del prodotto in PDF
clicca qui
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[post_excerpt] => Le esigenze differenti e spesso contrastanti del consolidamento strutturale e del risanamento deumidificante sono positivamente risolte dalle innovazioni funzionali di UNISAN BIANCO proposto da Azichem
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[post_content] => La casa deve essere accogliente e assicurare un ambiente confortevole, in cui il microclima interno definisce un aspetto estremamente importante.
I parametri qualificanti, per verificare se il clima interno è ottimale, sono la temperatura e l’umidità relativa dell’aria. Con una temperatura interna di 19 / 22° C, l’umidità dell’aria deve essere mantenuta in un intervallo compreso fra il 40 ed il 60%.
Anche le murature svolgono un ruolo determinante per mantenere una temperatura gradevole: più elevata è la temperatura superficiale delle murature, più gradevole sarà la temperatura interna. La differenza fra la temperatura ambientale interna e quella di superficie delle murature, non deve eccedere i 2 gradi centigradi; inoltre, se la temperatura superficiale delle murature è più elevata, quella ambientale interna può essere anche leggermente inferiore.
Sanawarme: l’intonaco isolante a cappotto ad elevata capacità termoacustica
La funzione fondamentale di un “involucro” è la creazione di un ambiente all’interno del quale sia garantito il riparo ed il benessere. Nella tecnologia edilizia la qualità di un involucro dipende dalla sua capacità di intervenire positivamente sugli scambi fra i due sistemi che l’involucro stesso separa: scambi energetici: calore, rumore, luce e scambi di massa: aria, acqua allo stato liquido e vapore.
Sanawarme è essenzialmente un involucro, studiato per avvolgere in modo continuo ed omogeneo la superficie muraria apportandovi importanti vantaggi in termini di:
• Resistenza termica
• Inerzia termica
• Equilibrio igrometrico
• Salubrità ambientale
Sanawarme è una speciale miscela anidra a base di materiali naturali: calce idraulica, caolino, perlite espansa, farine di sughero, aggregati selezionati, agenti stabilizzanti, specifici composti antisalini e fibre di rinforzo.
Sanawarme riunisce in un unico prodotto le caratteristiche di un intonaco termoisolante e quelle di un intonaco deumidificante, avvolgendo, proprio come un cappotto, le murature esterne mantenendole più calde d’inverno e più fresche d’estate, garantendo, in questo modo, un conveniente innalzamento del volano termico delle murature e il conseguente appiattimento degli sfasamenti d’onda e sbalzi termici.
Sanawarme, con la sola aggiunta dell’acqua, consente di realizzare un intonaco termoisolante, leggero, traspirante, deumidificante con caratteristiche e peculiarità uniche, specificatamente studiato per la costruzione di cappotti minerali continui di termoprotezione ad elevata capacità termo-acustica. La struttura “aperta” del termointonaco Sanawarme, lo rende particolarmente adatto per assorbire e dissipare, sotto forma di calore, l’energia acustica all’interno dei pori e dei “canalicoli”, con interessanti prestazioni anche in termini di assorbimento acustico : alle alte frequenze, raggiunge valori prossimi ad 1/3 dell’energia acustica presente (Certificato n° 214705 Istituto Giordano S.p.A.).
Sanawarme realizza una protezione termica continua, correggendo le discontinuità di isolamento termico.
Sanawarme incrementa l’attitudine dei corpi murari ad immagazzinare il calore migliorando significativamente l’inerzia termica. Può essere agevolmente messo in opera sia manualmente (cazzuola e frattazzo) che meccanicamente (mediante pompe intonacatrici dotate di mescolatore), privilegiando, per le opere di una certa entità, l’applicazione mediante pompe intonacatrici.
Sanawarme applicato all’interno, consente di ridurre i tempi di preriscaldamento in ambienti non riscaldati continuamente. La temperatura delle superfici, inoltre, risulta più alta con sensibili benefici in termini di clima più gradevole nell’abitazione.
Sanawarme: caratteristiche tecnico - applicative
• Diametro massimo aggregato: 2,5 mm
• Assimilabilità funzionale: cocciopesto (reazione pozzolanica)
• Traspirabilità (µ): 9 ~
• Conduttività termica certificata (L) W/mK: 0,056
• Conduttività termica (L) Kcal/h m°C: 0,048
• Idrorepellenza: capillare
• Classificazione al fuoco: 0 (zero)
• Richiesta d’acqua per l’impasto: 60 – 70 % in peso
• Densità media dopo 7 giorni (kg/m3): 540 ~
• Resistenza a compressione: 2,2 N/mm² ( 22 kg/cm² )
• Lavorabilità a 20°C: 60 – 75 minuti
• Temperature corrette di utilizzo: min. + 6° C – max. + 30° C
• Consumo indicativo a frattazzo: 5 - 6 kg/m2/cm
• Consumo indicativo con intonacatrice: 6 kg/m2/cm
• Conservabilità protetta: 12 mesi
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[post_excerpt] => Sanawarme di Azichem riunisce in un unico prodotto le caratteristiche di un intonaco termoisolante (L = W/mK 0,056) con quelle di un intonaco deumidificante (m = 9) e quelle di un regolatore termo-igrometrico ai fini dell’eliminazione della condensa
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[post_content] => Autodesk, azienda leader mondiale nella produzione di software di progettazione e contenuti digitali, annuncia l'immediata disponibilità sul mercato di Autodesk Inventor Series 7, l'ultima versione del software per la progettazione 3D, nonché l'imminente commercializzazione nel corso della prossima estate del servizio di collaborazione per la produzione industriale Autodesk Streamline 5. In combinazione con AutoCAD 2004 e AutoCAD Mechanical 2004, queste soluzioni, destinate al settore della progettazione in ambito manifatturiero, forniscono gli strumenti per il rinnovamento, il miglioramento della produttività, l'ottimizzazione delle procedure e l'introduzione sul mercato di prodotti di qualità superiore in tempi più rapidi e a prezzi inferiori.
"Insieme, queste soluzioni di progettazione e condivisione consentono di creare e condividere dati di progettazione digitali di importanza fondamentale per il personale addetto alla progettazione e non solo, all’interno di tutta l'azienda", afferma Robert Kross, vicepresidente della divisione Manufacturing Solutions di Autodesk.
HMS Products Co, uno dei clienti Autodesk che utilizzano Autodesk Inventor e Autodesk Streamline, realizza animazioni funzionali (grafico-audio) per la presentazione delle proprie soluzioni di stampa automatica eliminando l'impiego di prototipi, ritenuti troppo dispendiosi dall’azienda sia in termini di tempi sia in termini di costi (che a volte superano i 250.000 dollari).
"Vendiamo sistemi di automazione per tipografie senza la creazione di prototipi", afferma John Baranowski, direttore di Engineering IT della HMS Products Co. a Troy, Michigan. "Siamo in grado di mostrare le funzionalità e il funzionamento dei nostri sistemi utilizzando i progetti digitali realizzati con Autodesk Inventor e servendoci della tecnologia delle animazioni Autodesk. Autodesk Streamline consente ai partner e ai clienti di visualizzare anche dati di progettazione di notevole entità attraverso lo streaming della tecnologia grafica. I modelli vengono visualizzati in alcuni secondi piuttosto che nei 10-15 minuti necessari con un PC di qualità media. I nostri clienti sono impressionati dai risultati".
Autodesk Inventor Series 7
Autodesk Inventor Series 7 comprende Autodesk Inventor 7 e Autodesk Mechanical Desktop 2004 e continua ad offrire la compatibilità con il formato DWG, principale standard del settore, supportando lo scambio dei dati con i file di AutoCAD 2004. Il flusso di lavoro in Autodesk Inventor 7 viene migliorato attraverso il raggruppamento dei comandi utilizzati più di frequente, così da ridurre il numero di passaggi richiesti per i comuni compiti di progettazione. Gli utenti possono trarre vantaggio da una procedura guidata del flusso di lavoro più rapida, che offre risultati di conversione migliori. Ora Autodesk Inventor 7 supporta la pubblicazione dei file DWF™ in Autodesk Express Viewer. Le nuove funzionalità dei file DWF comprendono l'utilizzo di più fogli 2D, l'utilizzo di password, un formato pronto per la stampa e un unico formato di pubblicazione per tutti gli strumenti di progettazione Autodesk.
Autodesk Inventor 7 presenta due principali miglioramenti nelle rappresentazioni dei grandi assiemi. Ora è possibile visualizzare soltanto i componenti necessari per compiti di progettazione specifici, limitando il numero di parti visualizzate e la quantità di memoria necessaria. Sfruttando le nuove funzionalità di Microsoft® Windows XP Professional, Autodesk Inventor 7 può essere eseguito in stazioni di lavoro con 3 GB di memoria. Si tratta del 30 percento di memoria in più rispetto al passato, che consente di realizzare progetti più grandi molto più rapidamente.
Con Autodesk Inventor oggi è inoltre possibile eseguire il taglio delle superfici. Questa funzionalità consente di importare o creare superfici, ritagliarle e riunirle creando superfici o forme solide complesse, migliorando gli strumenti di modellazione di solidi e superfici ibridi di Autodesk Inventor e aumentando i tipi di parti complesse che è possibile progettare con Autodesk Inventor.
Autodesk Streamline 5
Il servizio di collaborazione on-line Autodesk Streamline 5 garantisce prestazioni più efficienti durante il ciclo di vita del prodotto consentendo agli utenti di condividere in tempo reale i dati di progettazione digitale attraverso l’intera supply chain. Per una migliore flessibilità e facilità di accesso, Autodesk Streamline 5 consente di visualizzare off-line i file di Autodesk Streamline, senza connessione Internet. Il servizio consente di ricercare i contenuti Autodesk Streamline attraverso i file in pochi secondi. Il nuovo formato dello standard CAD di Autodesk Streamline 5 permette agli utenti di pubblicare i file Autodesk Streamline da Pro/ENGINEER di PTC. Il servizio fornisce un metodo semplice e di facile utilizzo per tenere traccia delle richieste di preventivi all'interno del suo ambiente centralizzato e consente di utilizzare i moduli RFQ per facilitare la distribuzione e la raccolta di preventivi o informazioni di diverso genere dai vari fornitori.
Nuove ed efficienti funzionalità migliorano le capacità di hosting dei progetti. Per estenderne la portata al mercato mondiale, il prodotto è abilitato per lo standard Unicode grazie al quale è possibile visualizzare correttamente i dati in diverse versioni localizzate del sistema operativo.
Per la richiesta di materiali illustrativi e per ulteriori informazioni: :www.autodesk.it
Azichem è spinta da una grande passione per il lavoro e per i rapporti umani, tant'è che la produzione è il risultato delle relazioni solide e durature stabilite con clienti e fornitori ai quali vengono fornite vere e proprie soluzioni e un servizio pre e post vendita altamente qualitativo.
Attualmente il listino di Azichem conta oltre 200 articoli dedicati al risanamento edilizio, al restauro storico- monumentale, all’ impermeabilizzazione di strutture nuove o esistenti, all’arresto delle infiltrazioni, alla deumidificazione, al miglioramento abitativo, al ripristino di strutture civili, fibre additivi e aggiuntivi per calcestruzzo, malte tecniche per ancoraggi industriali, e molto altro ancora!
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Realizzazione di prodotti Azichem per l'edilizia e la bioedilizia[/caption]
AQUA: prodotti per l’impermeabilizzazione e l’ermetizzazione delle opere edili che comprendono cementi osmotici impermeabilizzanti, resine poliuretaniche idroreattive, poliuree pure spruzzate a caldo e tutti gli accessori e i prodotti complementari.
BUILDING: prodotti per le nuove abitazioni, il ripristino e la manutenzione di edifici residenziali e commerciali che comprendono intonaci a base calce, massetti, colle e adesivi cementizi, sigillanti, pitture della famiglia PROTECH, consolidanti a impregnazione, trattamenti di pulizia quali anti-smog, anti-muffa, ecc.
FLOOR: prodotti principali, complementari e accessori per la costruzione, il ripristino e/o la rivitalizzazione di pavimenti e massetti in calcestruzzo. Questa linea racchiude tutti i prodotti che sono stati messi a punto negli oltre 30 anni di storia aziendale.
INFRATECH: prodotti per l’edilizia industriale, infrastrutturale e per le grandi opere che hanno risolto con successo innumerevoli casi “disperati” e problemi quasi irrisolvibili. Questi prodotti di altissima qualità sono studiati per garantire prestazioni elevatissime, anche in ambienti estremamente ostili e difficili.

SANAGEB: prodotti naturali per la bioedilizia, il risanamento ecologico ed il risparmio energetico. Questo marchio storico è interamente dedicato a prodotti speciali per la Bioedilizia e la Bioarchitettura.
Oggi Azichem è una solida realtà nel mondo dei prodotti speciali per edilizia ed è presente col suo operato sull’intero territorio italiano e in diverse nazioni europee ed extra-europee.
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