Arriva la Riforma dell’Edilizia, cosa cambia riguardo silenzio assenso, digitalizzazione e sanatorie storiche 08/12/2025
Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
A cura di: Adele di Carlo Indice degli argomenti Toggle Cosa sono i CAM e cosa cambia con il nuovo DecretoQuando si applicanoCosa devono fare le imprese non conformiL’impatto dei nuovi CAM La pubblicazione del Decreto CAM Edilizia 2025 nella Gazzetta Ufficiale del 3 dicembre segna una tappa decisiva nel percorso di aggiornamento dei criteri ambientali minimi applicati agli interventi edilizi pubblici. Il provvedimento, intitolato “Adozione dei criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e per l’affidamento di lavori per interventi edilizi”, fa una revisione profonda dei requisiti richiesti alla filiera edilizia; ciò si traduce in aggiornamenti significativi anche per il comparto dei serramenti e dei relativi materiali, accessori e componenti. L’entrata in vigore del decreto, prevista per il 2 febbraio 2026, comporta l’abrogazione dei precedenti CAM e delle modifiche successive, imponendo alle imprese un adeguamento tempestivo e conforme. Cosa sono i CAM I CAM, acronimo di Criteri Ambientali Minimi, sono requisiti obbligatori definiti dal Ministero dell’Ambiente validi per il settore degli appalti pubblici. Tali criteri sono un pilastro per ridurre le emissioni, incentivare green jobs e favorire pratiche responsabili in edilizia e in altri settori come arredo e tessile. Cosa cambia con il nuovo Decreto CAM Edilizia 2025 Il decreto pubblicato sulla G.U. si inserisce all’interno dell’evoluzione normativa che, negli ultimi anni, ha ampliato il perimetro della sostenibilità nelle opere pubbliche. I CAM, introdotti originariamente dal D.M. 11 ottobre 2017, in attuazione dell’art. 34 del D.Lgs. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici), rappresentano i requisiti ambientali minimi obbligatori validi negli appalti pubblici per ridurre l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei materiali da costruzione. Quest’ultima versione, in vigore da febbraio 2026, rafforza il principio della certificazione, inoltre impone che le dichiarazioni ambientali, le prestazioni energetiche e la conformità dei materiali siano validate da organismi accreditati (in linea con le norme UNI EN ISO 14021, 14024, 14025 e con gli standard relativi alle EPD). La revisione del D.M. 256/2022 si è resa necessaria per allineare i criteri ai nuovi standard del Codice Appalti, tenendo conto dei progressi tecnologici, delle normative ambientali aggiornate e dell’evoluzione dei mercati di riferimento. Il decreto introduce una serie di novità significative come: il rafforzamento dei controlli sulla qualità dell’aria interna, con parametri più rigorosi per la ventilazione e la riduzione delle emissioni di composti organici volatili (VOC) aggiorna i requisiti di competenza e qualifica per progettisti e personale di cantiere integra l’analisi del ciclo di vita (LCA) e il Life Cycle Costing (LCC) applica in modo più stringente il principio DNSH per prevenire impatti ambientali negativi introduce criteri premiali negli appalti pubblici per chi adotta protocolli di certificazione energetico-ambientale riconosciuti come LEED, BREEAM o ITACA l’integra con il BIM per assicurare maggiore trasparenza e tracciabilità delle informazioni relative ai materiali Quando si applicano I nuovi CAM si applicheranno a tutte le procedure avviate dalla data della loro entrata in vigore, quindi a partire dal 2 febbraio 2026. Rientrano nel perimetro i servizi di progettazione e direzione lavori per i quali i bandi o gli inviti a presentare offerta vengono pubblicati a partire da quel momento. I criteri aggiornati si estendono agli interventi di manutenzione, ai lavori e agli appalti integrati basati su progetti già validati secondo il nuovo decreto. Sono soggetti alle nuove regole anche i progetti elaborati internamente dalle stazioni appaltanti, anche quelli affidati prima della data di entrata in vigore ma ancora privi di validazione. Cosa devono fare le imprese non conformi Le imprese del settore che, alla data di entrata in vigore, non risultassero in grado di soddisfare i requisiti previsti dal Decreto CAM Edilizia 2025 si troveranno di fronte a due possibili percorsi: valutare la rinuncia alle forniture destinate, anche indirettamente, agli interventi della Pubblica Amministrazione, non potendo più partecipare a procedure di gara prive della documentazione richiesta avviare un processo di adeguamento della propria documentazione tecnica e dei sistemi produttivi conformemente ai nuovi criteri ambientali minimi Quest’ultima strada richiede l’intervento di organismi accreditati per la certificazione e la revisione dei fascicoli tecnici di prodotto. L’impatto dei nuovi CAM Per quanto riguarda il settore dei serramenti, il decreto introduce requisiti più stringenti in termini di tracciabilità dei materiali, contenuto riciclato, durabilità, prestazioni energetiche e qualità del ciclo produttivo. La richiesta di certificazioni rilasciate da enti terzi rende necessaria una revisione dei processi documentali e produttivi delle aziende che operano nella filiera del legno, del PVC, dell’alluminio e dei sistemi misti. Le imprese saranno chiamate a dimostrare in maniera puntuale la conformità dei propri prodotti ai nuovi criteri, con particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale e alla riduzione dell’impatto lungo l’intero ciclo vita, come richiesto anche dal Regolamento UE 305/2011 (CPR) per i prodotti da costruzione. LEGNOLEGNO, il Consorzio Nazionale Serramentisti, ha comunicato che fornirà progressivamente agli associati tutti gli aggiornamenti relativi ai nuovi requisiti, accompagnando le imprese in questa fase transitoria. Tra le innovazioni più rilevanti rientra la posa in opera dei serramenti, che acquisisce un ruolo centrale in fase progettuale ed esecutiva. Il riferimento normativo diventa la serie UNI 11673. “La corretta posa in opera non è più una buona pratica: diventa un obbligo normativo per garantire qualità, efficienza energetica e durabilità”, sottolinea il Gestore del Sistema Posa Qualità. Il criterio obbligatorio 2.3.12 richiede che i nodi di posa siano conformi alla UNI 11673-1, sia per nuove installazioni sia per sostituzioni, con possibilità di dimostrare la conformità tramite prove o tramite il Marchio Progettazione Posa Qualità. Il criterio premiante 3.2.11 assegna invece punteggi aggiuntivi alle imprese che realizzano nodi qualificati e installazioni certificate dal Marchio Posa Qualità Serramenti. Il Sistema Posa Qualità si presenta come piattaforma già idonea a soddisfare i nuovi requisiti, potendo contare su oltre 150 giunti di raccordo qualificati, 14 Marchi Progettazione rilasciati e più di 100 costruttori certificati. Secondo il Gestore del Sistema, i CAM rappresentano un’opportunità per imprese e progettisti di valorizzare competenza tecnica, qualità e responsabilità, garantendo alle stazioni appaltanti maggiore affidabilità nelle opere pubbliche. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
09/12/2025 Contratto di locazione breve ad uso turistico, come deve essere redatto A cura di: Pierpaolo Molinengo Benché non sia necessario registrarlo all’Agenzia delle Entrate, è sempre preferibile redigere e firmare il contratto ...
03/12/2025 Spese condominiali, ai morosi si può sospendere l’acqua. Anche se il contatore è in casa A cura di: Pierpaolo Molinengo Ai soggetti che non pagano le spese condominiali da più di sei mesi si può sospendere ...
24/11/2025 In quali casi la prima casa è confiscabile. I chiarimenti della Cassazione A cura di: Pierpaolo Molinengo Al contrario di quanto si possa immaginare anche la prima casa è confiscabile in caso di ...
18/11/2025 Parcheggio nel cortile condominiale, diritti e doveri dei singoli proprietari A cura di: Pierpaolo Molinengo Si può fare un parcheggio nel cortile condominiale purché sia garantita la sua funzione di permettere ...
17/11/2025 Nuove UNI EN 13877: materiali e requisiti aggiornati per le pavimentazioni in calcestruzzo Le nuove UNI EN 13877 aggiornano materiali, requisiti e prestazioni delle pavimentazioni in calcestruzzo. Ecco cosa ...
13/11/2025 Diritti di servitù e imposte: dal 2024 le indennità diventano redditi imponibili L’Agenzia delle Entrate chiarisce: l’indennità di servitù rientra tra i redditi diversi ai sensi dell’art. 67 ...
12/11/2025 Agevolazioni prima casa su immobili in costruzione, lo stop della Cassazione dopo tre anni A cura di: Adele di Carlo Le agevolazioni prima casa valgono anche sugli immobili in costruzione, ma non a tempo indeterminato. La ...
10/11/2025 Bonus edilizi, quando i crediti presenti nel cassetto fiscale si possono cedere A cura di: Pierpaolo Molinengo I crediti fiscali scaturiti dai bonus edilizi, quando sono già presenti nel cassetto fiscale, possono essere ...
31/10/2025 Decreto infrastrutture idriche 2025: oltre 957 milioni di euro per 75 interventi strategici A cura di: Stefania Manfrin Approvato il primo stralcio attuativo del Piano nazionale per la sicurezza infrastrutture idriche: 957 milioni di ...
30/10/2025 Interventi su immobili abusivi in sanatoria: il Consiglio di Stato chiarisce i limiti operativi A cura di: Adele di Carlo Si possono eseguire lavori di completamento o manutenzione durante la pendenza della sanatoria? Regole e limiti ...