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Nel caso della Garbarini, le origini imprenditoriali risalgono al 1929 e sono legate al settore meccanico, alla produzione di ruote con supporti girevoli e carrelli, destinata al Settore del Tessile, attività in quegli anni prevalente nel Distretto di Busto Arsizio e della Valle Olona. La “matrice” meccanica rimarrà nel DNA dell’Azienda anche nelle sue successive trasformazioni che la portano nel 1962 a fare il suo ingresso nel dinamico e promettente settore delle materie plastiche in cui la Ricerca italiana eccelle grazie al contributo di Giulio Natta a cui, nel 1963, viene conferito il Premio Nobel per la Chimica quale inventore del polipropilene. Nasceva il “Moplen”. Sono anni in cui si assiste ad un frenetico processo che vede la sostituzione progressiva dei materiali tradizionali con i nuovi materiali sintetici. E tale processo spinge anche ad un ripensamento formale delle strutture e delle forme ergonomiche delle cose, degli oggetti di uso quotidiano, attività a cui si applicano i migliori designers italiani, affascinati dalla libertà progettuale ed espressiva offerta dalle tecnologie di trasformazione delle materie plastiche. I primi anni ‘60 è un periodo di grandi aspettative e questi materiali veicolano una cultura della modernità sconosciuta nel nostro Paese e assecondano l’evoluzione dei consumi, modificando gli ambienti domestici, cambiando i gesti e gli oggetti della quotidianità. In quegli anni, la diffusione della televisione offre alla Garbarini l’opportunità di produrre il primo manufatto in serie industriale: il cavo coassiale per la discesa di antenna. Difficile prevedere quanto ancora le “plastiche” contribuiranno a migliorare il nostro quotidiano e, più in generale, a cambiare il nostro modo di “pensare” gli oggetti. Possiamo, però, immaginare, anzi, in qualità di operatori del settore, dobbiamo promuovere e suggerire, per quanto ci compete, le direttrici evolutive lungo le quali le materie plastiche si esprimeranno nel prossimo futuro. La sensorialità – Non solo attraverso effetti cromatici inediti, ma anche grazie a finiture, rilievi, effetti di trasparenza e di opacità, le plastiche esprimeranno sempre più le proprie capacità sensoriali. La complementarità – In sinergia con gli altri materiali, inclusi quelli naturali: la plastica si unirà sempre più al metallo, al vetro, al legno per motivi sia estetici che prestazionali, per raggiungere sintesi di elevata qualità espressiva e funzionale. L’identità – La plastica esprimerà volutamente la propria natura tecnologica originale, presentandosi senza trasformazioni, cioè nell’aspetto autentico con cui nasce. La metamorfosi – Parallelamente, dalla “ibridazione” di polimeri tecnoplastici con altri materiali, nasceranno nuovi materiali compositi, aventi caratteristiche sensibilmente diverse da quelle del polimero base, con conseguente ampliamento delle potenzialità di impiego. Questa continua evoluzione del concetto di plastica può essere seguita da chi avrà la cortesia e l’interesse a consultare il nostro sito ed i suoi aggiornamenti, sintesi del lavoro svolto dalla nostra Azienda in oltre 50 anni di attività nel settore dell’estrusione di materiali termoplastici, proponendo alla Clientela un prodotto completo, che si estende dal servizio di progettazione del manufatto, alla realizzazione delle filiere matrici mediante proprio reparto di Officina, alla produzione di serie avente standard qualitativo assicurato UNI EN ISO 9001. Consiglia questa azienda ai tuoi amici