Mapei e la sostenibilità

Ritratto delle politiche ambientali di uno dei più importanti player internazionali del mercato dei prodotti per l’edilizia. Una società nata più di ottanta anni fa, presente in tutto il mondo, che da tempo si misura con le sfide che attraversano le costruzioni e il pianeta. Intervista a Mikaela Decio, Responsabile Environmental Sustainability del Gruppo

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Nato da una piccola società italiana a conduzione familiare di via Cafiero, nella periferia nord di Milano, il Gruppo Mapei è oggi uno dei maggiori player internazionali nel mercato degli adesivi, dei sigillanti e dei prodotti chimici per l’edilizia. Il suo marchio è conosciuto in tutto il mondo come simbolo di qualità e innovazione, efficienza e durabilità. In oltre ottanta anni di attività, la società fa oggi registrare 2,5 miliardi di fatturato consolidato, è presente con 87 stabilimenti in 35 Paesi al mondo, dà lavoro a oltre 10.000 persone, produce più di 5.000 prodotti per l’edilizia, ha attivi 31 centri di ricerca sparsi in 20 diverse nazioni. Un colosso dell’edilizia, che ha fatto dell’internazionalizzazione, della specializzazione e della ricerca e sviluppo i suoi pilastri fondamentali.

Una grande azienda che ha saputo sfruttare al momento opportuno la forte crescita del mercato della ceramica italiana fornendo prodotti specifici per il settore, per poi estendere l’offerta a sigillanti, adesivi e prodotti chimici per l’edilizia, fino alle attuali 16 differenti linee di prodotto.

Accanto alle tre colonne portanti, da tempo si è fatta strada un’attività che guarda con grande attenzione ai temi ecologici, all’impatto dei prodotti sull’ambiente e sulla salute e alle emissioni in atmosfera. Che guarda, in sintesi, alla sostenibilità ambientale.

mikaela-decio-mapei«Sono circa 20 anni che ci occupiamo di composti organici volatili, i VOC – afferma Mikaela Decio. – Il compito è verificare le caratteristiche dei nostri prodotti per quanto concerne la loro salubrità, sottoponendoli successivamente a prove di laboratorio da parte di enti terzi per poter ottenere certificazioni di bassa emissività, come ad esempio l’EMICODE, rilasciato dall’Associazione tedesca GEV per il controllo delle emissioni dei prodotti per edilizia, alla quale Mapei aderisce dal 2005».

Dal maggio 2015, grazie anche all’ottenimento di un finanziamento statale su un bando del 2013 del ministero dell’Ambiente sulla carbon footprint dei prodotti, Mapei ha acquisito strumenti e competenze per misurare gli impatti ambientali dei suoi prodotti durante l’intero ciclo di vita, un’esperienza che le ha consentito di formalizzare, all’interno della sua organizzazione, una funzione aziendale (con Mikaela Decio lavorano Marco Mazzetti e Laura Carettoni), che si occupa di valutazioni del ciclo di vita dei propri prodotti (Life Cycle Assessment) e dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD).

«Tra le tante attività, i miei colleghi ed io – aggiunge Decio – partecipiamo a gruppi di lavoro che si occupano di certificazioni di eco-sostenibilità degli edifici, LEED e BREEAM in particolare. Mapei è socio del Green Building Council Italia ed io in particolare faccio parte del Board. È un’attività che ha ricadute positive sul mio lavoro, ma più in generale sulla società, perché i protocolli LEED prescrivono il rispetto di numerosi parametri ambientali di sistemi e prodotti utilizzati nel processo di costruzione. E in questo processo, che rappresenta la punta avanzata dell’edilizia moderna, noi di Mapei dobbiamo esserci».

Mapei è socio del Green Building Council

Ma cosa significa occuparsi della sostenibilità dei prodotti chimici?

«Vuol dire perseguire nelle nostre molteplici attività – continua Decio – la salute e la sicurezza dell’applicatore e del consumatore finale e il comfort abitativo delle persone, la minimizzazione degli impatti ambientali in fase di produzione, confezionamento, utilizzo e dismissione delle nostre attività e, infine, abilitare la sostenibilità degli edifici in cui il prodotto viene utilizzato, riducendone gli impatti sull’ambiente e aumentando la sicurezza per gli applicatori e utilizzatori finali».

Ciclo di vita dei prodotti Mapei

Motore indispensabile al raggiungimento degli obiettivi aziendali in materia di sostenibilità è l’attività di ricerca, un altro dei fiori all’occhiello dell’azienda milanese (il 70% della ricerca in Mapei è dedicato allo sviluppo di prodotti ecosostenibili; nda). Una ricerca che negli anni ha seguito due linee di azione combinate, tese alla protezione e al comfort delle persone in ambiente indoor, mantenendo inalterati i livelli di qualità e durabilità: la progressiva eliminazione delle sostanze pericolose all’interno dei prodotti (Substances of Very High Concern, SVHC), la riduzione di sostanze emesse dai prodotti stessi in fase di posa o di utilizzo (VOC).

È su queste linee di azione che progressivamente Mapei ha eliminato l’utilizzo di solventi all’interno dei propri prodotti, come gli adesivi per resilienti, sostituendoli con formulazioni a base di acqua, e sviluppato formulazioni prive di sostanze altamente preoccupanti (SVHC) definite all’interno del regolamento REACH (Registration, Evolution, Authorisation of Chemicals) della UE.

Tutela della salute e dell’ambiente ha voluto dire per Mapei mettere in produzione prodotti a basse emissioni di polveri in fase di miscelazione e utilizzo (la tecnologia Mapei Low Dust) e a bassissime emissioni di sostanze organiche volatili e a basso odore.

Per la protezione degli ambienti indoor e per prevenire la diffusione del radon, Mapei ha sviluppato una gamma di membrane bituminose autoadesive (Mapethene) e una gamma di emulsioni bituminose (Plastimul) per l’impermeabilizzazione dall’esterno di fondazioni e strutture interrate in muratura o in calcestruzzo armato. Per la protezione degli ambienti dal gas radon e dal gas metano Mapei ha sviluppato recentemente Mapeproof FBT, un manto sintetico in FPO in totale adesione alle strutture interrate.

Nel 2016, Mapei ha ottenuto la certificazione di Certiquality per il processo di emissione e verifica delle dichiarazioni ambientali di prodotto, le EPD (Environmental Product Declaration). Dal 2016 ad oggi Mapei ha sviluppato 41 EPD specifiche di prodotto, di cui una per i cappotti termici.

Dal 2016 ad oggi Mapei ha sviluppato 41 EPD

Mapei misurando la carbon footprint dei propri prodotti, si preoccupa di compensarne i carichi ambientali con progetti di compensazione della CO2 emessa. È il caso dell’adesivo cementizio per ceramica Keraflex Maxi S1 zerø, le cui emissioni di gas serra, relative al ciclo di vita del prodotto, verificate e certificate con EPD, sono compensate con l’acquisto di crediti certificati con un progetto di riforestazione, in un’area di oltre 21 mila ettari.

Per supportare il lavoro dei progettisti impegnati nella realizzazione di edifici con elevate performance in termini di sostenibilità, in base ai protocolli LEED, BREEAM e Well, Mapei mette a disposizione, oltre a prodotti basso emissivi e anche corredati di EPD, anche soluzioni capaci di ridurre i consumi energetici all’interno degli edifici e di aumentare il rendimento termico degli ambienti indoor, come i sistemi di isolamento termico a cappotto (Mapetherm) o i prodotti che contribuiscono a ridurre le isole di calore urbano grazie a un’elevata riflettanza solare (Aquaflex Roof).

Dal 2017 in Italia sono entrati in vigore i Criteri Ambientali Minimi, CAM, secondo il Green Public Procurement che stabilisce l’utilizzo dei prodotti più sostenibili nei progetti del settore pubblico. In tal senso i prodotti Mapei conformi ai requisiti del protocollo contribuiscono alla realizzazione di progetti pubblici.

Infine, gli impianti produttivi: i principali stabilimenti Mapei applicano un sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001.

LEEDv4-mapeiI progettisti interessati all’aspetto sostenibile dei materiali possono scaricare dichiarazioni LEED dei prodotti Mapei selezionando “Calcatore LEED v4” dalla loro area riservata sul sito www.mapei.it. Inserendo il progetto e selezionando il prodotto necessario si ottiene la dichiarazione LEED certificata Mapei per quel prodotto selezionato.

 

 

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