Indice degli argomenti Toggle I pregi dell’Off-Site ContructionLe finalità di OFFICIO per individuare la filiera OSCLe prime evidenze sulla filiera off-site in ItaliaDalla riqualificazione edilizia alle soluzioni legno e acciaioIl contributo dell’off-site per un’edilizia sostenibileFAQ – Edilizia Off-SiteCos’è l’edilizia off-site e come funziona?Quali sono i principali vantaggi dell’edilizia off-site rispetto a quella tradizionale?L’edilizia off-site è adatta anche alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti?Quali materiali sono più utilizzati nell’edilizia off-site in Italia? Occorre promuovere lo sviluppo di una filiera off-site in Italia per contribuire allo sforzo di ristrutturare un patrimonio edilizio datato – oltre il 65% degli edifici è stato costruito prima del 1976 – e inefficiente. Non è solo un problema nazionale: nell’Unione Europea occorre ristrutturare 35 milioni di edifici entro il 2030, raddoppiando almeno il tasso annuale di ristrutturazioni energetiche, è l’obiettivo posto dalla strategia Renovation Wave. L’Off-Site Construction (OSC) rappresenta una soluzione concreta e innovativa per affrontare le sfide della riqualificazione edilizia in Italia, favorendo una trasformazione sostenibile del settore, grazie alla capacità di coniugare sostenibilità, efficienza energetica e innovazione tecnologica. Lo ricorda ENEA, che ha portato avanti il progetto OFFICIO, che ha analizzato la filiera della riqualificazione edilizia, identificando 116 aziende che producono e/o commercializzano soluzioni per la riqualificazione edilizia, di cui 27 propongono soluzioni modulari e OSC. I pregi dell’Off-Site Contruction Off-site contruction è un approccio basato sulla prefabbricazione di componenti edilizi in ambienti controllati. Nonostante il suo grande potenziale, la filiera italiana è ancora in una fase di sviluppo iniziale. Quanto ce ne sia bisogno di una filiera off-site in Italia lo evidenzia la Direttiva europea EPBD, che l’Italia è chiamata a recepire entro il 2025. Richiede interventi finalizzati a raggiungere, entro il 2030, una riduzione del 16% del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali, percentuale che sale al 20-22% entro il 2035. Inoltre, a ogni Stato membro è richiesto stabilire un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici per garantire la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050. Serve, quindi, una decisa accelerazione nel tasso di riqualificazione edilizia e, per farlo, occorre contare anche sull’apporto dell’off-site. Per promuovere lo sviluppo della filiera nazionale è nato il progetto OFFICIO, realizzato da ENEA nell’ambito del programma di Ricerca di Sistema e finanziato dal Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica. «OFFICIO è nato dall’esigenza di trovare soluzioni alternative per cercare di raggiungere i target di efficientamento degli edifici richiesti dalla direttiva europea da qui al 2030 e al 2050», spiega Claudia Toro, ricercatrice ENEA e co-autrice e curatrice – insieme al collega Carlos Herce – della recente pubblicazione “Costruire il Futuro. Off-Site e Riqualificazione Edilizia in Italia”, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università Politecnica delle Marche e con l’Università di Bologna. Le finalità di OFFICIO per individuare la filiera OSC OFFICIO è nato per comprendere lo status della filiera dell’off-site in Italia e per rilevare se c’è spazio per le tecnologie OSC nel mercato della riqualificazione edilizia, potendo essere una soluzione attuabile quanto meno in una parte del tessuto edilizio. «Siamo partiti con l’Osservatorio per individuare e mappare tutte le aziende e le associazioni attive nel settore della riqualificazione. Con loro abbiamo interagito nel corso di tutto il progetto, innanzitutto cercando di capire il loro punto di vista, quindi quali sono le barriere che ritengono possa avere l’off-site in questo mercato e quali potrebbero essere i driver che invece ne possono guidare lo sviluppo. C’è poi la necessità di una definizione, avendo analizzato il possibile significato dell’off-site per la riqualificazione edilizia in Italia, perché ci sono poche aziende che realizzano soluzioni completamente off-site, che coinvolgono l’intera facciata, curandone la progettazione, la costruzione in fabbrica e l’applicazione sull’edificio», racconta la ricercatrice ENEA. Ci sono anche soluzioni parzialmente prefabbricate che vanno comunque nella direzione OSC, intesa come modularità delle soluzioni e riduzione dei tempi di cantiere. Il Politecnico di Milano (in particolare il gruppo del professor Graziano Salvalai), si è occupato, invece, delle soluzioni, dei progetti finanziati e su cosa vertono e operano, mettendo a fuoco dove si dirige la ricerca, quali sono le soluzioni, in particolare quelle realizzate dalle filiere del legno e dell’acciaio, le più sviluppate da questo punto di vista. Per cercare di illustrare e riassumere il panorama sono stati realizzati due atlanti su progetti e soluzioni. Il progetto OFFICIO ha concluso la prima fase, durata tre anni. Tra i risultati conseguiti ci sono una serie di raccomandazioni che spaziano dalla promozione dei casi di successo, supportando cantieri pilota, all’integrazione tra gli attori della filiera, fino alla creazione di normative chiare e di un quadro regolatorio capace di sostenere l’introduzione delle tecnologie innovative, favorendo la sostenibilità e incentivando l’adozione di materiali più ecologici. Le prime evidenze sulla filiera off-site in Italia Il progetto OFFICIO e le attività di studio hanno permesso di delineare le caratteristiche della filiera off-site in Italia. «Un primo elemento è che in Italia ogni progetto e ogni edificio è unico. Rispetto a quanto accade nel Nord Europa, dove le soluzioni prefabbricate standardizzate sono la prassi, il contesto italiano ha esigenze e caratteristiche più peculiari – spiega Carlos Herce, ricercatore ENEA –. Inoltre, si assiste a una elevata frammentazione del mercato, oltre alla complessità dei meccanismi di supporto per attori pubblici e privati». Altro punto critico riguarda i costruttori edili, che spesso hanno un approccio tradizionale e non innovativo, come invece accade in altri settori industriali italiani. C’è poi una mancanza di una filiera edile completa, che dalla progettazione va alla realizzazione. «Aggiungo, inoltre, una dipendenza estera per la fabbricazione di materiali e di prodotti. Sebbene vi sia una forte manifattura in Italia di prodotti dell’edilizia, essa però non copre integralmente la domanda, quindi una parte del mercato interno necessita di essere potenziata». Dalla riqualificazione edilizia alle soluzioni legno e acciaio Occorre, quindi, promuovere uno sviluppo della filiera, puntando a quanto già c’è, a partire dalla filiera della riqualificazione edilizia, che vede una molteplicità di attori coinvolti, dai progettisti ai costruttori. Gli stessi sistemi di isolamento termico a cappotto esterno rappresentano una delle tecnologie più efficaci per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e costituiscono una soluzione chiave per il mercato dell’OSC, si legge nella pubblicazione a cura dei due ricercatori ENEA. La stessa riporta che: “In Italia 116 aziende operano nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti e soluzioni per l’isolamento termico degli edifici, tra cui pannelli isolanti, sistemi di ancoraggio, armature e componenti prefabbricati per cappotti termici”. L’analisi ha riguardato anche le soluzioni in legno e in acciaio, la cui adozione ha portato a una notevole espansione delle tecniche di impiego di componenti prefabbricati e assemblabili in cantiere. “In Italia e in Europa, diverse aziende stanno adottando soluzioni prefabbricate, ma l’uso di tecnologie tradizionali rimane ancora prevalente”, segnalano gli autori. Sono stati raccolti dati da progetti europei, articoli scientifici e aziende del settore, creando database e schede sintetiche per analizzare le caratteristiche tecniche e prestazionali delle soluzioni in legno e acciaio. Il risultato del lavoro di ricerca ha portato alla realizzazione di due atlanti, uno dedicato alle soluzioni e l’altro ai progetti a livello europeo. Nel primo atlante, vengono citate 51 aziende europee di rilievo, di cui venti italiane, che propongono 541 prodotti. Il secondo atlante comprende 39 progetti finanziati dall’Unione Europea. Il contributo dell’off-site per un’edilizia sostenibile La promozione dell’off-site in Italia passa dal suo valore di promuovere un’edilizia sostenibile. Come spiegano gli autori della pubblicazione, la sostenibilità caratterizzante l’OSC è declinata sotto forma di efficienza energetica dei processi produttivi, utilizzo di materiali naturali e riciclabili e di adozione di politiche aziendali in grado di promuovere la salute e la sicurezza, la gestione dell’energia e l’innovazione. Alla sostenibilità si combina anche il concetto di circolarità. Nella stessa pubblicazione si fa riferimento all’impiego di materiali di scarto per la produzione di isolanti termici, che rappresenta “una strada promettente per ridurre l’impatto ambientale degli edifici, contribuendo al contempo a un’economia circolare. Parallelamente, l’approccio OSC offre un ulteriore potenziale per ottimizzare i processi costruttivi, ridurre gli sprechi e migliorare le prestazioni energetiche”. La sostenibilità, quindi, è parte integrante del concetto stesso di Off-Site Construction, «ed è facilitata nel momento stesso in cui anche i processi produttivi sono più controllati. È bene pensare che tutto il processo di realizzazione di soluzioni OSC avviene in un ambiente più controllato. Quindi, gli stessi standard di qualità e di sostenibilità possono essere favoriti da questo tipo di pratica. La sostenibilità consente un risparmio energetico e di risorse, ma migliora il processo produttivo, specie nel confronto con l’edilizia tradizionale», conclude Claudia Toro. FAQ – Edilizia Off-Site Cos’è l’edilizia off-site e come funziona? L’edilizia off-site è un metodo costruttivo che prevede la prefabbricazione di componenti edilizi (come moduli volumetrici, pannelli o facciate) in ambienti industriali controllati, per poi assemblarli direttamente in cantiere. Questo approccio riduce tempi, costi e imprevisti, migliorando la qualità e la sostenibilità dell’intervento. In Italia, l’interesse verso questa metodologia è in crescita. Il progetto OFFICIO di ENEA ha mappato oltre 100 aziende attive nel settore. Quali sono i principali vantaggi dell’edilizia off-site rispetto a quella tradizionale? I benefici dell’approccio off-site includono: Riduzione dei tempi di cantiere: grazie alla produzione in parallelo tra fabbrica e sito. Controllo qualità: la produzione industriale garantisce precisione e performance elevate. Efficienza energetica: componenti ad alte prestazioni migliorano l’isolamento e riducono i consumi. Minore impatto ambientale: meno rifiuti, meno trasporti e maggiore riciclabilità dei materiali. Sicurezza: ambiente di lavoro più controllato e meno rischi in cantiere L’edilizia off-site è adatta anche alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti? Assolutamente sì. L’OSC (Off-Site Construction) è molto efficace nella riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, soprattutto per interventi su facciate, cappotti termici e involucro edilizio. Soluzioni modulari prefabbricate permettono di ridurre i tempi di intervento, migliorare le prestazioni energetiche e rispettare gli obiettivi della Direttiva EPBD, che richiede una riduzione del 16% del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali entro il 2030. Quali materiali sono più utilizzati nell’edilizia off-site in Italia? In Italia, i materiali più diffusi nei sistemi off-site sono: Legno: per la sua leggerezza, sostenibilità e ottime prestazioni termiche. Acciaio: ideale per strutture leggere, resistenti e facilmente assemblabili. Calcestruzzo prefabbricato: utilizzato per elementi strutturali come solai e pareti portanti. Questi materiali permettono di realizzare componenti modulari ad alte prestazioni, adattabili a diverse tipologie di edifici e interventi. 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