Materiali innovativi per pavimentazioni e rivestimenti: la sostenibilità al servizio del design 11/02/2025
Indice degli argomenti Toggle Fotovoltaico in crescitaObiettivo: efficienza energeticaMateriali ecologici all’avanguardiaL’AI come elemento facilitatore del processo di decarbonizzazione Nel 2025, il settore delle costruzioni attraverserà di fatto una trasformazione radicale, dove le pratiche di costruzione ecosostenibili si affermano come risposta necessaria alle crescenti sfide ambientali globali. La scarsità delle risorse e l’urgenza di contrastare il cambiamento climatico stanno spingendo l’industria edile verso un ripensamento fondamentale dei propri processi. La transizione energetica è un percorso universalmente condiviso: abbiamo visto sempre più player internazionali in prima linea nell’adozione di soluzioni innovative e sostenibili. Ma perché l’edilizia deve abbracciare la transizione green? Partiamo da un dato allarmante: secondo il rapporto dell’UN Environment Programme (UNEP) e Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC), nel 2022 il settore delle costruzioni è stato responsabile del 37% delle emissioni globali di CO2, con un consumo energetico che ha raggiunto i 132 exajoule, rappresentando oltre un terzo della domanda energetica globale. Una maggiore consapevolezza sta muovendo l’industria edile verso un cambiamento sostanziale dei propri processi produttivi, dalla progettazione alla realizzazione dell’edificio. Il futuro dell’edilizia si sta delineando attraverso innovazioni significative che spaziano dai materiali sostenibili agli edifici intelligenti a zero emissioni. Le nuove tecnologie e i progressi nella progettazione stanno rendendo possibile ciò che solo pochi anni fa sembrava un obiettivo ambizioso, trasformando il modo in cui pensiamo e costruiamo gli spazi in cui viviamo e lavoriamo. Analizzeremo ora alcune delle tendenze più importanti che stanno plasmando il futuro sostenibile del settore delle costruzioni. Fotovoltaico in crescita La produzione di energia solare si conferma protagonista della transizione energetica nel settore edilizio per il 2025. Come emerge dal report di Eaton, azienda specializzata nella gestione dell’energia, il fotovoltaico rappresenta una delle principali tendenze del settore, trainata in particolare dall’integrazione con i sistemi di accumulo negli edifici. Questa combinazione tecnologica sta guadagnando popolarità grazie alla sua capacità di ottimizzare l’autoproduzione energetica e sfruttare le vantaggiose tariffe elettriche nelle ore non di punta. La spinta verso il solare trova forte sostegno anche a livello istituzionale: i governi europei, incoraggiati dall’UE, vedono in questa tecnologia un’alternativa economica e affidabile ai combustibili fossili. La scelta del fotovoltaico, infatti, porta con sé molteplici benefici: dall’incremento della sicurezza energetica nazionale alla riduzione dei costi energetici, dall’abbattimento delle emissioni di CO2 alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle rinnovabili. Obiettivo: efficienza energetica L’efficienza energetica si è ormai affermata come imperativo categorico del settore edilizio: non parliamo più di un trend di mercato ma di un’esigenza che si sta concretizzando. Questo cambiamento strutturale è guidato dalla necessità impellente di ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni e rispondere alle sfide climatiche globali, attraverso un approccio che integra innovazione tecnologica, normative stringenti e nuove pratiche costruttive. Il panorama dell’efficienza energetica nell’edilizia italiana sta attraversando una fase di grande trasformazione. I dati del rapporto ENEA-CTI sulla certificazione energetica evidenziano un progressivo miglioramento del parco immobiliare, con una diminuzione significativa degli edifici caratterizzati da classi energetiche inferiori al 50%. Il percorso di efficientamento richiede ancora sforzi sostanziali per allinearsi agli obiettivi della Direttiva europea “Case Green” (2024/1275). Questo framework normativo, introdotto l’8 maggio 2024, stabilisce target ambiziosi: la riduzione del consumo energetico medio degli edifici residenziali del 16% entro il 2030, con un ulteriore incremento al 20-22% entro il 2035, ponendo particolare enfasi sulla riqualificazione degli immobili energeticamente meno performanti. La transizione verso un’edilizia più sostenibile sta accelerando, sostenuta dall’introduzione di normative sempre più stringenti, come l’obbligo di realizzare esclusivamente edifici a energia quasi zero (NZEB) dal 2028 e il divieto di utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento entro il 2035. Le strategie di efficientamento spaziano dall’integrazione di fonti rinnovabili all’impiego di materiali isolanti di ultima generazione, fino all’implementazione di sistemi di smart building che ottimizzano i consumi attraverso il monitoraggio e l’automazione in tempo reale. Questo approccio integrato, rafforzato dall’adozione di certificazioni di edilizia ecologica come LEED o BREEAM, sta ridisegnando il futuro del patrimonio edilizio, bilanciando sostenibilità ambientale, efficienza energetica e responsabilità sociale. Materiali ecologici all’avanguardia La decarbonizzazione del settore edilizio trova nei materiali bio-based un alleato fondamentale per la transizione ecologica. La progressiva sostituzione dei materiali di origine petrolchimica con alternative derivate da risorse organico-naturali rinnovabili rappresenta infatti una delle strategie più promettenti per ridurre l’impronta carbonica delle costruzioni. Il cambio di paradigma si concretizza attraverso l’utilizzo di una gamma sempre più ampia di biomateriali, che spazia dalla canapa al bambù, passando per innovazioni sorprendenti come il riutilizzo degli scarti della lavorazione del riso – un esempio virtuoso è rappresentato dalla realtà di Ricehouse, che ha sviluppato materiali per la bioedilizia partendo proprio da questi residui agricoli. Un aspetto particolarmente rilevante di questa evoluzione riguarda la sostituzione dei polimeri tradizionali con alternative bio-based, come il polietilene, il polietilene tereftalato, la poliamide, l’acido polilattico e il poliuretano. L’adozione di questi materiali richiede un’attenta valutazione delle loro caratteristiche prestazionali, in particolare per quanto riguarda biocompatibilità, biodegradabilità (secondo lo standard EN 13432) e processabilità. Tali parametri sono fondamentali per garantire la diffusione su larga scala nel mercato e soprattutto per sostenere efficacemente la transizione da un modello economico lineare a uno circolare, dove ogni materiale può essere reintegrato nei cicli produttivi o naturali al termine del suo utilizzo. L’AI come elemento facilitatore del processo di decarbonizzazione Impossibile non toccare il tema dell’intelligenza artificiale: l’uso dell’AI è entrato prepotentemente in tutti i settori e l’edilizia non è da meno. L’intelligenza artificiale sta emergendo come strumento chiave nella trasformazione sostenibile del settore edilizio, offrendo soluzioni innovative per ottimizzare l’efficienza energetica e migliorare la sicurezza delle costruzioni. Grazie all’analisi avanzata dei dati, le aziende sono oggi in grado di sviluppare mappe energetiche dettagliate e dinamiche per i propri edifici, offrendo ai progettisti strumenti per monitorare in tempo reale i consumi e simulare scenari futuri. L’uso dell’intelligenza artificiale risulta particolarmente utile nella fase di progettazione, permettendo ai team di progetto di valutare numerose ipotesi e stimare il livello di sostenibilità raggiungibile attraverso diverse combinazioni di materiali, tecnologie costruttive e impianti. La sinergia tra tecnologia avanzata e sostenibilità sta ridefinendo gli standard del settore, dimostrando come l’innovazione digitale possa essere una valida spinta nella transizione ecologica dell’edilizia. Non dimentichiamo che il contributo dell’AI va oltre l’efficientamento energetico: nel campo della sicurezza sul lavoro, decisivo nel settore edile, l’AI sta rivoluzionando i metodi preventivi grazie all’analisi predittiva degli incidenti e delle loro cause. L’uso di robot e droni per operazioni ad alto rischio, insieme alla manutenzione predittiva delle attrezzature, sta contribuendo a creare un ambiente di lavoro più sicuro e sotto controllo. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento