Edilizia circolare: da scarti di fonderia a materiali edili, grazie alla startup

Una realtà italiana ha messo a punto una tecnologia innovativa basata su un processo naturale, debitamente ottimizzato, che permette di trasformare diversi tipi di rifiuti industriali di natura alcalina in materie prime seconde adatte per l’impiego nel settore delle costruzioni e per l’edilizia circolare

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Edilizia circolare: da scarti di fonderia a materiali edili, grazie alla startup Resilco

Da scarti industriali a materiali per l’edilizia circolare. La trasformazione è possibile grazie a un processo, rapido, a temperatura e a pressione ambiente, ideato e brevettato dalla startup italiana e società benefit Resilco.

Ci sono 13 milioni di tonnellate di scarti, ceneri volanti e polveri in Europa che si potrebbero riciclare e trasformare in materiali edili e per le costruzioni. Non solo: grazie alla procedura messa a punto, è possibile svolgere la cattura e lo stoccaggio della CO2 in modo stabile.

La startup lombarda (la sede legale è a Bergamo, quella operativa in provincia di Monza Brianza), dopo aver ottenuto nel 2023 un finanziamento da 1,2 milioni di euro, ha chiuso da poco un round Serie A di finanziamento da 5 milioni di euro grazie ai quali potrà sostenere la propria crescita sul mercato.

Questa somma permetterà inoltre alla startup

“di costruire il primo impianto mobile nel 2026 e, nel 2027, il primo impianto industriale in Italia per il recupero e la trasformazione di alcune tipologie di rifiuti industriali in materie prime secondarie utilizzabili in settori come quello delle costruzioni, con annesso stoccaggio di CO2”.

Spiega CDP Venture Capital, specificando che il round è stato guidato da 360 Capital, attraverso il proprio fondo climate tech 360 LIFE II e con il coinvolgimento del Fondo Parallelo LV 360, partecipato da Lombardia Venture, iniziativa di Regione Lombardia gestita da Finlombarda, che sostiene la crescita e lo sviluppo delle startup lombarde con forte potenziale di innovazione tecnologica.

La startup che dona una “seconda vita” agli scarti pronti per l’edilizia circolare

Resilco è una startup, nata nel 2019, che ha sviluppato una tecnologia unica in grado di trattare e recuperare diversi tipi di rifiuti industriali di natura alcalina. Si tratta ceneri volanti da impianti di termovalorizzazione, scorie siderurgiche dalla produzione di acciaio e polveri di abbattimento fumi di vari settori industriali.

Chiara Reami, sales and marketing specialist, Chiara Bocchialini tecnico R&D, David Callejo Munoz - Fondatore e Ceo di Resilco
Da sinistra: Chiara Reami, sales and marketing specialist, Chiara Bocchialini tecnico R&D, David Callejo Munoz – Fondatore e Ceo di Resilco

Questi rifiuti od oggi vengono smaltiti per lo più in discarica. La tecnologia sviluppata da Resilco permetterà, invece, di trasformarli in materie prime secondarie che, a seguito dell’ottenimento dell’End of Waste, potranno essere immessi sul mercato e utilizzati in settori come quello dell’edilizia circolare e delle costruzioni, della produzione di malte, calcestruzzi, intonaci, resine e bitumi, immagazzinando al tempo stesso la anidride carbonica ed evitando lo smaltimento in discarica.

Acqua, CO2 e onde d’urto al cuore del processo

La tecnologia di Resilco pone al centro la carbonatazione naturale, processo chimico per cui una sostanza, in presenza di CO2, dà luogo alla formazione di carbonati, componenti base di alcune formazioni rocciose. Il segreto e il valore aggiunto del processo messo a punto dalla startup stanno nella sua semplicità. Gli scarti industriali con natura alcalina vengono messi a contatto con acqua e CO2, attivano la reazione così da ottenere materiali che possono essere impiegati nuovamente come materia prima seconda nel settore delle costruzioni.

«Lavoriamo con mezzo acquoso, attivando una reazione della CO2 con il materiale di scarto diluito, svolto a temperatura e pressione ambiente, impiegando onde d’urto – spiega David Callejo Munoz, fondatore e Ceo della startup –. Quindi, riusciamo a fornire l’energia necessaria al materiale, soprattutto la CO2 per reagire in profondità all’interno del materiale, generando la reazione naturale di carbonatazione dell’ossido di calcio».

In pratica, queste vibrazioni permettono all’anidride disciolta nell’acqua di penetrare all’interno dei materiali di scarto, con tempi assai rapidi. Il materiale di risulta è un carbonato di calcio o di magnesio, impiegabile nel settore delle costruzioni edili e stradali.

«Si tratta di un progetto nato da un’idea interna, maturata dopo due anni di lavoro per trovare le tecnologie adeguate. Siamo partiti dalla volontà di trovare la soluzione al problema dei rifiuti industriali, avendo in mente anche la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica», specifica Callejo Munoz, fisico con una ventennale esperienza nella scienza dei materiali applicata a livello industriale.

CCS a temperatura ambiente

Il processo messo a punto da Resilco permette di immobilizzare gli elementi pericolosi presenti nei rifiuti, operando a temperatura e pressione ambiente, richiede come reagente principale la CO2 e in meno di un’ora trasforma un rifiuto in un materiale riciclato che può essere poi utilizzato nella produzione di malte, calcestruzzi, bitumi e altri materiali utili per l’edilizia e le costruzioni. Fornisce diversi vantaggi: oltre a evitare lo smaltimento di rifiuti, procedura che ha un impatto ambientale ed economico consente di ridurre il ricorso alle miniere o alle cave.

«Il nostro metodo di carbonatazione accelerata evita la procedura in autoclave, a una temperatura di 160 °C, a 120 bar e in 24 ore, agendo in pochi secondi a temperatura e a pressione ambiente».

Si tratta di un processo che va oltre il CCS (Carbon Capture and Storage): «tutta la parte pericolosa del materiale viene intrappolata nei carbonati» aggiunge il CEO e fondatore di Resilco. È sempre lui a specificare che la soluzione brevettata di Resilco ha già passato i test di pre-certificazione e utilizzo nei filler di tipo 1 in calcestruzzi (aggiunte minerali inerti che vengono aggiunti al calcestruzzo per migliorare le sue proprietà) o come filler calcareo per bitumi.

Il futuro: dalla crescita tecnologica al mercato

Si è detto del finanziamento da poco ottenuto, Round Serie A, che arriva dopo il Seed.  In questa fase, i fondi arrivano da investitori che guardano alla validità dell’idea, ma anche alla presenza di una strategia realistica per la crescita.

Tale finanziamento permetterà di ottenere la certificazione End of Waste per poi consentire alle imprese che producono le tipologie di rifiuti trattati da Resilco possano dotarsi presso la propria sede di un sistema capace di recuperare questi rifiuti trasformandoli in materie prime secondarie riutilizzabili in altri settori, secondo la logica dell’economia circolare.

Gli impianti verranno infatti impiegati sul posto per svolgere il processo descritto, ma anche per raccogliere dati utili a monitorare il perfetto funzionamento.

«Abbiamo realizzato il Proof of Concept (PoC) con il 90% del mercato italiano interessato, lavorando con tutte le multi-utility, col 60-70% delle acciaierie e con la maggioranza della industria ceramica di stanza a Sassuolo», conclude Callejo Munoz.

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