Strategie per la protezione

Dalle superfici di lavoro ai sistemi di separazione, insieme a pavimenti e rivestimenti, fino ai trattamenti chimici permanenti: il dopo – pandemia ha aperto nuove frontiere nella ricerca di materiali e nel design. E in edilizia si punta sugli “agenti attivatori artificiali

Coronavirus: sistemi protettivi

Indice degli argomenti:

Premesso che non esistono materiali e ambienti “anti – Covid” e che se il virus tornasse a diffondersi l’unica soluzione davvero efficace sarebbe tornare al lockdown, qualcosa per mantenere i nostri spazi dell’abitare più sicuri ed igienizzati si può fare.

Si sperimentano nuovi materiali e si sfruttano al massimo le potenzialità di quelli già in essere ma, nella consapevolezza che non sia possibile creare spazi pubblici e privati così come intere città “immuni” alle forme virali che si potranno presentare, è bene orientare le nostre scelte su prodotti specifici le cui caratteristiche sono da sempre sinonimo di igiene.

“Sul mercato i prodotti edilizi facilmente igienizzabili sono ormai numerosi e non si registrano grandi novità. Approcci innovativi si riscontrano nel campo delle soluzioni nella progettazione d’interni, allo scopo di neutralizzare l’azione nociva sulla salute umana di inquinanti di natura chimica, fisica e microbiologica, presenti nell’aria degli ambienti confinati”, spiega la professoressa Ilaria Oberti, docente del Politecnico di Milano presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito.

“Nel settore dei rivestimenti ci sono già da alcuni anni prodotti arricchiti da composti chimici, quali gli ioni d’argento, il rame e il biossido di titanio, che se attivati presentano funzioni antibatteriche. Ma soluzioni con funzioni virucide, come nel caso attuale del Covid, non ci sono ancora. Il Politecnico ha ricevuto molte richieste di test su detersivi, detergenti, disinfettanti o finiture superficiali da applicare al prodotto finito. Ma un prodotto di finitura che presenti capacità intrinseche sia battericide sia virucide non è ancora disponibile. Detto questo, se volessimo creare un ambiente quanto più igienico possibile, partendo dalla cucina per esempio, sarebbero da evitare i materiali porosi e da prediligere le superfici dure, lisce e continue, senza fughe. Lo stesso per la pavimentazione, meglio se senza fughe e realizzata con materiali non pregiati, in maniera da poter utilizzare per la pulizia ogni tipo di prodotto senza il rischio di rovinarne le caratteristiche. Oppure si possono avere materiali pregiati ma trattati preventivamente per essere esposti a candeggina, per esempio, e altri prodotti che non portino degrado. C’è in essere un orientamento a fare ricerca su nuovi materiali, in campo tessile, per esempio, si stanno sperimentando tessuti battericidi e virucidi. Questo avviene anche nell’edilizia, dove passi in avanti si stanno facendo nel perfezionamento di prodotti con presenza di nanomateriali fotocatalitici, in grado di reagire non esclusivamente ai raggi ultravioletti. Questo rende possibile l’innalzamento delle prestazioni di prodotti con funzione ossidante anche in ambienti interni. Ci vorrà ancora un po’ di tempo perché arrivino sul mercato prodotti edilizi mirati all’auto-disinfezione e all’auto-pulizia, ma ci arriveremo, la ricerca sta andando in questa direzione”.

I più performanti

Superfici lisce, non porose e non particolarmente pregiate: è questo dunque l’identikit di pavimenti, rivestimenti e piani di lavoro che risultano più funzionali da un punto di vista igienico e quindi più idonei negli ambienti di servizio in casa nei luoghi pubblici e negli arredi per il contract.

L’acciaio è di per sé un materiale molto igienico ed è anche facilmente pulibile, vista la sua texture liscia e lineare. In cucina è ideale per tutte le superfici. Tra le superfici non porose molto funzionali, soprattutto negli ambienti di servizio come bagno e cucina (oltreché negli ambienti pubblici) ci sono i laminati plastici, utilizzati per rivestire pannelli di legno.

Tra quelli di più nuova generazione c’è il Fenix, dall’aspetto opaco, simile al Corian, nella cui composizione sono presenti anche resine acriliche (sostanza liscia e atossica).

 Silestone® by Cosentino
Silestone® by Cosentino

Il Silestone invece, anch’esso molto indicato per le superfici di lavoro (costituito per il 94% da quarzo naturale), è una superficie non porosa che resiste alle macchie. Si utilizza per superfici di diversa natura, dai piani di lavoro in cucina, ai lavelli e lavabi del bagno.

Rivestimenti antibatterici e ceramica sanitaria autopulente

Esistono già da diversi anni sul mercato prodotti per pavimenti e rivestimenti con una superficie a base di biossido di titanio (TiO2), capace di attivare e sfruttare le proprietà dei materiali fotocatalitici.

In alcuni casi la superficie presenta proprietà di idrofilicità, è fotocatalitica e rende la pulizia molto semplice (la sporcizia fa più difficoltà ad aderire e si possono utilizzare acqua e saponi neutri per rimuoverla). La presenza dell’argento consente l’attività antibatterica (lotta ai ceppi batterici più comuni come l’Escherichia Coli, lo Staphilococcus Aureus Methicillin-resistant, MRSA – antibiotico resistente) anche in assenza di luce naturale (Active Clean Air & Antibacterial Ceramic di FMG).

Eternity di Panaria, con superficie antibatterica della linea Protect
Eternity di Panaria, con superficie antibatterica della linea Protect

Altre superfici presentano tecnologia Microban®, una pellicola di ioni d’argento integrata nei prodotti già in fase di cottura che permette di eliminare addirittura fino al 99,9% dei batteri (linea Protect di Panaria).

E Casalgrande Padana propone la linea di ceramiche bioattive Bios Ceramics® capaci di interagire con l’ambiente e generare una serie di reazioni di tipo chimico e biologico per l’abbattimento della carica batterica.

Comprende ceramiche bioattive autopulenti (Bios Self- Cleaning®), per la realizzazione di rivestimenti esterni di facciata e antibatteriche (Bios Antibacterial®), capace di combattere i quattro principali ceppi batterici presenti negli ambienti confinati: Staphylococcus aureus, Enterococcus faecalis, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa oltre a contrastare l’insorgenza di muffe, lieviti e batteri.

Casalgrande Padana: collezione Limpha in gres porcellanato che purifica l'ambiente
Limpha è la collezione di Casalgrande Padana in gres porcellanato che si ispira alle piante rampicanti e purifica l’ambiente

Infine il marchio Scarabeo Ceramiche ha presentato un sistema combinato di protezione antibatterica con caratteristiche specifiche autopulenti.

Ambientazione con sanitari della linea Diva  che presenta il trattamento permanente ScaraBIO System.
Ambientazione con sanitari della linea Diva che presenta il trattamento permanente ScaraBIO System.

Si chiama ScaraBIO System e si integra nella superficie della ceramica sanitaria (lo scudo protettivo antibatterico è sempre attivo con o senza luce e non necessita di raggi UV per l’attivazione).

Vetro

Trai vetri un modello trai più performanti in questo senso è Sgg Timeless, di Saint Gobain Glass: grazie ad un trattamento anti-corrosione, ha una elevata trasparenza e non si opacizza.

Vetro per doccia SGG Timeless di Saint Gobain
Vetro per doccia SGG Timeless: è un vetro sul quale è stato applicato un deposito trasparente. Semplifica la manutenzione dei vetri soggetti a schizzi d’acqua, come nella doccia o nelle vasche.

È anche più facile da pulire: l’acqua scivola istantaneamente sulla superficie del vetro, limitando la formazione di depositi di calcare e macchia oltre ad escludere la condensa. Il trattamento è il risultato di un brevetto depositato e si ottiene attraverso l’applicazione in stabilimento di un deposito magnetronico in ambiente sottovuoto. Il trattamento, inoltre, dura nel tempo senza perdere la sua efficacia.

Trattamenti semi-permanenti per tutti i materiali

In attesa che materiali virucidi per l’edilizia vengano brevettati e messi in commercio, una soluzione semi-permanente alla necessità di superfici opportunamente igienizzate la forniscono i trattamenti a base di nanotecnologie: prodotti che si attaccano a qualsiasi materiale senza comprometterne la struttura e che grazie alla composizione a base di elementi disinfettanti (come l’etanolo), impediscono a qualsiasi forma organica di aderire e depositarsi.

Uno di questi trattamenti è NANOCOATINGS ZEROVOC VB PLUS, di Nano Coatings, che a maggio 2020 ha ottenuto anche la certificazione ISO 22196 – Attività antibatterica del prodotto su polimeri plastici. “È una miscela di nanomolecole di biossido di titanio fotocatalitico, nanomolecole di argento e altri aditivi, capaci di attivare il prodotto in qualsiasi condizione ambientale e di luce, in una soluzione stabile di etanolo”, spiega Andrea Furlan, titolare del marchio.

“Si effettua su quelle superfici considerate veicolo di diffusione di agenti patogeni, come maniglie, telefoni, tastiere, mouse, stampanti, pulsantiere, telecomandi, ascensori, attrezzi da lavoro, corrimani, aree ristoro, sedie, cuscinerie, rubinetteria, sanitari e qualsiasi altra superficie di frequente contatto con le mani, inclusi termosifoni e condizionatori, che sono ottimi veicoli di diffusione dei virus e dei batteri. L’applicazione si valuta caso per caso con il cliente in base all’ambiente da trattare. Le particelle del prodotto hanno una dimensione media di 5-7 nanometri, molto inferiore a quella di un batterio o di un virus (le particelle del Covid-19, per esempio, hanno forma sferica con un diametro di circa 100 nm ovvero 0, 10 micron), ed è proprio la forma ridotta a permettere alle particelle del prodotto di aggredire gli agenti patogeni, destrutturando la loro membrana organica e rendendoli così in pochi secondi inattivi. Il test è stato eseguito in Giappone dall’Istituto di Ricerca dell’Università di Medicina di Kitasato, sul Virus dell’influenza”.
Il trattamento ha un costo che si aggira intorno a 25 euro/mq (molto variabile in base ai contesti in cui viene applicato).

Sistemi di design

Innumerevoli le soluzioni di design per ripensare un nuovo modo di vivere, lavorare, socializzare, in ambienti chiusi o all’aperto, dai pannelli divisori per gli ambienti di coworking dal design accattivante, trasparenti e colorati, a precise scelte di arredo che mettono la componibilità al servizio delle nuove necessità di spazio e distanza.

Arrigoni: 'Delimita' barriere protettive in aree giochi
Esempio di applicazione di Delimita

E dall’azienda di schermi agrotessili, in provincia di Como, Arrigoni, arriva l’innovativa rete per barriere esterne Delimita (costo 2 euro/mq), un materiale tecnico che permette di mantenere la giusta distanza sociale riduce quasi del tutto la possibilità di contagio annullando l’effetto “dropled” (vettori di cariche batteriche/virali) e garantisce il passaggio e il ricambio dell’aria.

Rassegna prodotti

Bencore – Upset

Bencore: Upset è il divisorio autoportante trasparente, leggero, facile da montare
Upset

Upset è il divisorio autoportante trasparente, leggero, facile da montare.

Fantin – Middle

Strategie per la protezione
Middle: divisorio d’arredo disegnato da Salvatore Indriolo e Alberto Zucchet.

FMG – Fabbrica Marmi e Graniti – MaxFine

linea MaxFine di FMG
linea MaxFine

Ambientazioni con la linea MaxFine, grandi lastre dotate del sistema Active Clean Air & Antibacterial Ceramic a base di biossido di titanio.

Zazzeri – Z316

Zazzeri: Z316, la nuova collezione di rubinetteria in acciaio disegnata dall’architetto Roberto Innocenti
Zazzeri – Z316

Z316, la nuova collezione di rubinetteria in acciaio disegnata dall’architetto Roberto Innocenti.

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