L’architettura vernacolare come modello sostenibile del futuro

In un’epoca di cambiamenti climatici e risorse limitate, potremmo trovare proprio nei trulli, nei dammusi, nei sassi e nelle case di pietra italiane l’ispirazione per costruire un futuro più equilibrato e armonioso

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L’architettura vernacolare come modello sostenibile del futuro

In un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, l’architettura vernacolare – quella tradizionale, nata spontaneamente in risposta ai bisogni locali e alle condizioni ambientali specifiche – si propone come un modello prezioso per immaginare il futuro dell’abitare. Lungi dall’essere un semplice retaggio del passato, queste costruzioni raccontano un sapere antico basato su materiali naturali, tecniche costruttive intelligenti e un’integrazione armoniosa con il paesaggio.

Cosa si intende per architettura vernacolare

Con questo termine si identifica un insieme di edifici progettati e costruiti senza l’intervento di architetti di fama, seguendo tradizioni locali, bisogni pratici e conoscenze tramandate di generazione in generazione.

Si tratta perciò di un’architettura “spontanea”, realizzata spesso da chi la abita o da maestranze locali, utilizzando materiali disponibili in loco: pietra, legno, terra cruda, canne, paglia.

Le case in paglia sono un esempio di architettura vernacolare

L’obiettivo non è solo creare un riparo, ma costruire spazi capaci di offrire comfort climatico naturale, protezione, durabilità e adattamento all’ambiente circostante.

Le caratteristiche

Le tecniche costruttive adottate sono il frutto di una lunga esperienza tramandata oralmente e affinata nel tempo. Murature a secco, coperture vegetali, tetti in canne, volte a botte e altre soluzioni ingegnose testimoniano una profonda conoscenza del comportamento dei materiali e delle condizioni climatiche locali. La progettazione non segue criteri accademici ma è dettata da esigenze pratiche: orientamento delle aperture per sfruttare luce e ventilazione naturale, spessori delle pareti capaci di isolare dal caldo e dal freddo, spazi pensati per facilitare le attività quotidiane.

Un altro tratto distintivo è l’integrazione degli edifici con il contesto paesaggistico: le abitazioni vernacolari sembrano emergere dalla terra stessa, mimetizzandosi con i colori, le forme e le linee del territorio. Questa simbiosi visiva e funzionale con l’ambiente è frutto di un sapere collettivo che mette al centro l’equilibrio tra l’uomo e la natura.

Infine, è importante ricordare come l’architettura vernacolare sia spesso frutto di autocostruzione o costruzione comunitaria. La realizzazione delle case era un momento collettivo che coinvolgeva famiglie, vicini e maestranze locali, generando un senso di appartenenza e responsabilità nella cura dell’abitazione. La manutenzione avveniva secondo ritmi stagionali, in un processo continuo di adattamento, riparazione e miglioramento.

Com’è cambiata nel tempo l’architettura vernacolare

Se in passato l’architettura vernacolare era una necessità, oggi sta vivendo una nuova stagione, grazie alla riscoperta della bioedilizia e delle pratiche di sostenibilità ambientale.

Architettura vernacolare: le case in pietra
Molti architetti contemporanei si ispirano ai principi vernacolari per progettare edifici efficienti dal punto di vista energetico, capaci di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita.

Negli ultimi decenni, abbiamo assistito a interventi di restauro filologico che mirano a conservare e valorizzare le tecniche antiche, ma anche a progetti di nuova costruzione che riprendono materiali, forme e logiche climatiche tradizionali, reinterpretandole in chiave moderna.

Come l’architettura vernacolare può migliorare il comfort

L’architettura vernacolare, con le sue radici profonde nelle tradizioni locali e nell’adattamento al clima, offre soluzioni efficaci per migliorare il comfort abitativo moderno. Le tecniche costruttive tradizionali, sviluppate nel corso dei secoli, sono state progettate per rispondere alle specifiche condizioni ambientali e possono essere integrate con successo nelle abitazioni contemporanee.

Ad esempio, l’uso di muri spessi in materiali naturali come la pietra o la terra battuta fornisce un eccellente isolamento termico, mantenendo gli interni freschi durante l’estate e caldi in inverno. Questa massa termica aiuta a stabilizzare le temperature interne, riducendo la necessità di sistemi di riscaldamento o raffreddamento artificiali.

Inoltre, elementi come i tetti verdi, presenti in molte tradizioni architettoniche, offrono benefici sia termici che acustici. Questi tetti, ricoperti di vegetazione, non solo migliorano l’isolamento dell’edificio, ma contribuiscono anche a ridurre l’effetto isola di calore nelle aree urbane, migliorando la qualità dell’aria e promuovendo la biodiversità.

La ventilazione naturale è un altro principio fondamentale dell’architettura vernacolare. L’orientamento strategico delle aperture, l’uso di cortili interni e di elementi come le schermature traforate permettono una circolazione dell’aria efficace, migliorando il comfort interno senza l’uso di energia elettrica.

Infine, l’impiego di materiali locali e sostenibili, come la calce per le finiture o la paglia per l’isolamento, non solo riduce l’impatto ambientale della costruzione, ma contribuisce anche a creare ambienti salubri e confortevoli. Questi materiali, grazie alle loro proprietà igroscopiche, aiutano a regolare l’umidità interna, prevenendo la formazione di muffe e migliorando la qualità dell’aria.

Dai trulli di Alberobello ai Sassi di Matera, tutti gli esempi italiani

L’Italia è un vero e proprio mosaico di architetture vernacolari, ciascuna modellata dalle specifiche condizioni geografiche, climatiche e culturali delle diverse regioni. Tra le testimonianze più emblematiche spiccano i trulli di Alberobello, in Puglia, con la loro forma compatta e il caratteristico tetto a cono realizzato con pietra calcarea locale posata a secco. Queste strutture, oggi riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, sono un perfetto esempio di ingegnosità contadina: grazie alla massa termica delle murature e alla ventilazione naturale, gli interni rimangono freschi d’estate e caldi d’inverno, senza bisogno di impianti meccanici.

Il trullo è un esempio di architettura vernacolare

Spostandoci a sud, sull’isola di Pantelleria, troviamo i dammusi: costruzioni cubiche in pietra lavica scura, sormontate da tetti a cupola. Questo particolare tipo di copertura non è solo un vezzo estetico, ma una soluzione ingegneristica raffinata: serve a convogliare l’acqua piovana verso cisterne sotterranee, fondamentali in un territorio arido e privo di sorgenti. I dammusi sono pensati per resistere alle raffiche di vento e per offrire protezione dal sole implacabile, rappresentando un esempio di architettura resiliente in un contesto estremo.

Nelle vallate alpine, tra il Piemonte, la Val d’Aosta e il Trentino, le case in pietra locale raccontano un’altra storia. Sono edifici dalle mura spesse, spesso realizzati con blocchi grezzi e tetti in lose, lastre di pietra piatte e sovrapposte, capaci di sostenere il peso della neve.

Un altro caso affascinante è quello dei Sassi di Matera, in Basilicata. Qui l’insediamento umano si è spinto a tal punto da scavare le abitazioni direttamente nella roccia calcarenitica. Non si tratta solo di cavità abitative, ma di un vero ecosistema urbano, complesso e stratificato, in cui case, chiese e cisterne convivono con l’ambiente sotterraneo. I Sassi mantengono una temperatura interna costante tutto l’anno, riducendo drasticamente la necessità di riscaldamento o raffrescamento artificiale.

FAQs architettura vernacolare

Che cosa si intende esattamente per architettura vernacolare?

L’architettura vernacolare è l’insieme di edifici e strutture costruiti secondo tecniche tradizionali, senza il coinvolgimento di architetti o progettisti professionisti, ma basandosi su conoscenze tramandate oralmente o per esperienza diretta. Si tratta di un sapere collettivo nato dall’adattamento continuo all’ambiente circostante, che utilizza esclusivamente materiali locali e soluzioni costruttive modellate su clima, risorse disponibili e cultura del luogo.

Quali sono i vantaggi ambientali dell’architettura vernacolare?

Uno dei principali vantaggi dell’architettura vernacolare è la sua capacità di ridurre l’impatto sul territorio e il consumo di energia, grazie all’uso di materiali naturali, facilmente reperibili in loco e spesso riciclabili o biodegradabili. Inoltre, molte soluzioni vernacolari offrono comfort termico e ventilazione naturale, riducendo la dipendenza da impianti artificiali.

Quali esempi famosi di architettura vernacolare troviamo in Italia?

In Italia possiamo trovare numerosi esempi di architettura vernacolare, distribuiti in tutto il territorio. Come i trulli di Alberobello in Puglia, i dammusi di Pantelleria, edifici cubici in pietra lavica con tetti a cupola, i Sassi di Matera scavati nella roccia, le robuste case in pietra delle vallate alpine con tetti in lose, e le capanne in terra cruda e paglia nel centro Italia, sono solo alcune delle espressioni più note.

Come può l’architettura vernacolare ispirare i progetti contemporanei?

L’architettura vernacolare rappresenta una fonte preziosa di ispirazione per l’edilizia contemporanea, soprattutto per chi cerca soluzioni più sostenibili e attente al contesto ambientale. Le tecniche costruttive tradizionali, basate su strategie passive per il risparmio energetico, come l’orientamento solare, l’uso della massa termica e la ventilazione naturale, possono essere reinterpretate in chiave moderna. Inoltre, l’attenzione al benessere abitativo, alla durabilità dei materiali e alla simbiosi con il paesaggio offre spunti per un modo di costruire più umano, resiliente e a misura d’uomo.

Esistono iniziative attuali che promuovono il recupero dell’architettura vernacolare?

Molti progetti di restauro conservativo o di rigenerazione urbana puntano a preservare il patrimonio edilizio tradizionale, adattandolo alle esigenze abitative attuali. In parallelo, il mondo della bioedilizia e della progettazione sostenibile guarda con crescente interesse alle tecniche costruttive locali, riscoprendone l’efficacia e il basso impatto.

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