ANCE: dal Governo misure per rilanciare l’edilizia

ANCE: dal Governo misure per rilanciare l'edilizia

Sono oramai quasi 7 anni che l’edilizia abitativa vive una crisi enorme, ingessata sia sul lato della domanda che dell’offerta dalla crisi economica e dalla fortissima restrizione del credito.
Le misure sugli incentivi energetici e a favore delle ristrutturazioni, alcune misure previste dal “DL Fare” e quelle contenute nel recente “Decreto legge sul tema della casa” (rilancio mutui e eliminazione Imu sull’invenduto) rappresentano passi importanti e concreti per stimolare la ripresa del settore e la crescita economica.
Dal 2008 al 2013 il livello degli investimenti in nuove abitazioni si è ridotto del 51,6% in termini reali.
Gli investimenti in interventi di recupero abitativo, sostenuti dal potenziamento degli incentivi fiscali, risultano essere l’unico comparto che continua a mostrare un aumento dei livelli produttivi (+3,2% nel 2013 su base annua).
Per questo comparto, l’aumento complessivo, nell’arco dei 6 anni è pari al 17,2%, grazie anche all’effetto di stimolo degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione e all’efficientamento energetico. Complessivamente, per gli investimenti in abitazioni (nuovo e recupero) la flessione, nell’arco del periodo 2008–2013, raggiunge il 19,6% in termini reali.

Alcune misure contenute nel DL Fare e nel decreto legge sul tema della casa– che recepiscono alcune proposte Ance – testimoniano che il governo ha preso atto del ruolo strategico dell’edilizia nell’economia e della necessità di una ripresa del settore.
L’eliminazione dell’IMU sull’invenduto, il rilancio del mercato dei mutui attraverso il coinvolgimento della Cdp, le misure per l’affitto, il rifinanziamento del Fondo per
le giovani coppie sono provvedimenti che potranno produrre effetti positivi sulle famiglie, sulle imprese e sull’intera economia.

La riduzione delle compravendite di abitazioni rilevata nei primi sei mesi di quest’anno è da ascrivere soprattutto al proseguimento del trend negativo dei comuni non capoluoghi (dove si concentra circa il 70% degli scambi), nei quali si rileva un’ulteriore diminuzione del 13,1% del numero di transazioni effettuate (-51,1% dal 2007 al 2012).
Anche i comuni capoluoghi registrano variazioni negative pari all’8,4% (-43,5% dal 2007 al 2012).
In particolare, le otto maggiori città italiane, confermano la dinamica registrata nella media nazionale, ossia un mercato immobiliare residenziale ancora in crisi ma con qualche segnale di rallentamento della caduta.
Dopo un primo trimestre 2013 caratterizzato da una riduzione del numero di abitazioni compravendute superiore al 10%, per quasi tutti i grandi centri urbani, nel trimestre successivo tale tendenza si attenua ed il calo medio registrato risulta inferiore a quello nazionale (-5,3% per le grandi città, contro il -9,3% nazionale). Si rilevano tassi tendenziali positivi per la città di Bologna (+5% rispetto al secondo trimestre 2012) e per Napoli (+1,8%). Il dato di Napoli risente ancora dalla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico in atto dal 2012 (Piano di Dismissioni 2012 del Patrimonio Immobiliare del Comune di Napoli che riguarda la vendita di circa 10mila immobili di edilizia residenziale pubblica situati nel comune di Napoli). In questo contesto le già citate misure adottate dal Governo per il rilancio del mercato dei mutui rappresentano un primo e importante passo per l’effettivo sblocco del circuito del credito per le famiglie. La restrizione creditizia a medio lungo termine, infatti, ha rappresentato in questi anni uno dei principali fattori di ostacolo all’acquisto di abitazioni.
Tale criticità risulta evidente dai dati di Banca d’Italia che dal 2007 al 2012 evidenziano una riduzione dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie del 60,6%. Nei primi sei mesi del 2013, la situazione è ancora peggiorata: -18,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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