Arriva la Riforma dell’Edilizia, cosa cambia riguardo silenzio assenso, digitalizzazione e sanatorie storiche 08/12/2025
Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
A cura di: Pierpaolo Molinengo Come deve essere accertata la plusvalenza immobiliare? Quali criteri devono essere adoperati per determinarla? A fare chiarezza su questo argomento è intervenuta la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Calabria, che ha chiarito che non può essere accertata solo e soltanto sulla base dei valori che sono stati dichiarati per versare l’imposta di registro che è dovuta nel momento in cui si gestiscono le pratiche relative all’atto di compravendita. Ma entriamo nel dettaglio e vediamo come debba essere accertata, in modo corretto, la plusvalenza immobiliare. Plusvalenza immobiliare, come deve essere accertata A fare il punto della situazione su come debba essere accertata la plusvalenza immobiliare ci ha pensato la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che, con la sentenza n. 194/8 del 17 gennaio 2024, ha sostanzialmente rigettato un appello presentato dall’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno ritenuto che l’accertamento della plusvalenza non si debba fondare esclusivamente sui valori che sono stati dichiarati per versare l’imposta di registro. Ma è necessario utilizzare anche degli altri parametri. Il calcolo della plusvalenza immobiliare – nel caso preso in esame in Calabria – era stato effettuato tenendo conto esclusivamente della differenza tra il prezzo di acquisto che si riferiva a trent’anni prima e quello che era stato dichiarato all’interno dell’atto notarile. Nella sentenza i giudici chiariscono che: “È da considerarsi illegittimo il provvedimento che accerti la plusvalenza solo sulla base dei valori dichiarati ai fini dell’imposta di registro nell’atto di compravendita, come è accaduto nel caso di specie, l’appello è da ritenersi infondato e deve essere rigettato”. Questo significa, in altre parole, che un eventuale accertamento di plusvalenza immobiliare non si deve basare esclusivamente sul valore di mercato, così come può essere desunto dall’imposta di registro che deve essere applicata nel momento in cui si effettua il rogito. Devono essere presi in considerazione anche altri parametri, come ad esempio i valori ai fini Imu o quelli che vengono forniti dalle pubbliche istituzioni e che si riferiscono al valore dell’immobile, come ad esempio la rendita catastale. Plusvalenza immobiliare: quando deve essere pagata A questo punto una domanda sorge legittima: quando deve essere pagata la plusvalenza immobiliare? E soprattutto in cosa consiste? Sostanzialmente è il profitto che un determinato proprietario riesce a realizzare nel momento in cui vende una proprietà, per la quale riesce ad ottenere un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto. In altre parole la plusvalenza immobiliare è la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rivendita e deve essere sottoposto a tassazione. L’imposta deve essere versata dal venditore nel momento in cui viene effettuato il rogito davanti al notaio, che provvederà a riscuotere l’imposta per nome e per conto dello Stato. Il venditore, il giorno in cui vende l’immobile, riceve l’importo concordato con il compratore, dal quale dovrà essere detratta l’imposta sulla plusvalenza. Le tasse devono essere versate nel momento in cui si viene a generare una plusvalenza immobiliare maggiore di 15.000 euro per gli atti che non coinvolgono direttamente l’abitazione principale. Gli immobili, inoltre, devono essere stati detenuti da meno di 30 anni. La base per calcolare la plusvalenza immobiliare Per calcolare la plusvalenza immobiliare è necessario fare una semplice operazione: sottrarre il prezzo di acquisto da quello di vendita. Gli importi presi in considerazione possono essere incrementati o ridotti tenendo conto una serie di costi diversi, tra i quali vi rientrano eventuali lavori, la perdita di capitale o gli oneri di acquisto e vendita. Andando a prendere in considerazione questi fattori è possibile ridurre la plusvalenza imponibile. Il contribuente può beneficiare di una serie di detrazioni, che variano a seconda della durata della detenzione dell’immobile messo in vendita. Complessivamente l’aliquota è pari al 36,30% ed è composta da un’aliquota forfettaria pari al 19% per l’imposta sul reddito e del 17,2% per i prelevamenti sociali. Dal 2013, a seconda dell’importo che si deve pagare, è prevista un’imposta aggiuntiva pari al 2%, che può arrivare fino al 6% nel caso in cui l’immobile non sia un terreno edificabile e la plusvalenza superi i 50.000 euro. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
12/12/2025 Nuovo Decreto CAM Edilizia 2025: cosa cambia e come devono prepararsi le imprese A cura di: Adele di Carlo In vigore dal 2 febbraio 2026, il Decreto CAM Edilizia 2025 aggiorna i Criteri Ambientali Minimi ...
09/12/2025 Contratto di locazione breve ad uso turistico, come deve essere redatto A cura di: Pierpaolo Molinengo Benché non sia necessario registrarlo all’Agenzia delle Entrate, è sempre preferibile redigere e firmare il contratto ...
03/12/2025 Spese condominiali, ai morosi si può sospendere l’acqua. Anche se il contatore è in casa A cura di: Pierpaolo Molinengo Ai soggetti che non pagano le spese condominiali da più di sei mesi si può sospendere ...
24/11/2025 In quali casi la prima casa è confiscabile. I chiarimenti della Cassazione A cura di: Pierpaolo Molinengo Al contrario di quanto si possa immaginare anche la prima casa è confiscabile in caso di ...
18/11/2025 Parcheggio nel cortile condominiale, diritti e doveri dei singoli proprietari A cura di: Pierpaolo Molinengo Si può fare un parcheggio nel cortile condominiale purché sia garantita la sua funzione di permettere ...
17/11/2025 Nuove UNI EN 13877: materiali e requisiti aggiornati per le pavimentazioni in calcestruzzo Le nuove UNI EN 13877 aggiornano materiali, requisiti e prestazioni delle pavimentazioni in calcestruzzo. Ecco cosa ...
13/11/2025 Diritti di servitù e imposte: dal 2024 le indennità diventano redditi imponibili L’Agenzia delle Entrate chiarisce: l’indennità di servitù rientra tra i redditi diversi ai sensi dell’art. 67 ...
12/11/2025 Agevolazioni prima casa su immobili in costruzione, lo stop della Cassazione dopo tre anni A cura di: Adele di Carlo Le agevolazioni prima casa valgono anche sugli immobili in costruzione, ma non a tempo indeterminato. La ...
10/11/2025 Bonus edilizi, quando i crediti presenti nel cassetto fiscale si possono cedere A cura di: Pierpaolo Molinengo I crediti fiscali scaturiti dai bonus edilizi, quando sono già presenti nel cassetto fiscale, possono essere ...
31/10/2025 Decreto infrastrutture idriche 2025: oltre 957 milioni di euro per 75 interventi strategici A cura di: Stefania Manfrin Approvato il primo stralcio attuativo del Piano nazionale per la sicurezza infrastrutture idriche: 957 milioni di ...