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A cura di: Tommaso Tautonico Indice degli argomenti Toggle Un parco culturale a zero emissioni Una riconversione a tutto tondo Evidenziare un futuro sostenibile e privo di fonti fossili. È il principio che ha ispirato lo studio di architettura MVRDV nel rinnovare l’Hangzhou Oil Refinery Factory Park, un ex distretto industriale lungo l’estremità meridionale del Grand Canal cinese. Vincitore di un concorso internazionale, il progetto prevede la realizzazione di un imponente museo di arte e scienza, assieme a uffici, spazi commerciali e una vasta dotazione di spazi per esperienze culturali. Il tutto ambientato in un lussureggiante ambiente verde che integra i resti del passato industriale dell’area. Il Gran Canal, corso d’acqua storico per tutta la Cina, fu inizialmente costruito per rafforzare i legami economici tra la Cina meridionale e settentrionale. Oggi la Cina sta intraprendendo un’ampia trasformazione del corso d’acqua, convertendolo da infrastruttura industriale a servizio sociale a disposizione di milioni di residenti che vivono lungo i suoi 1.700 chilometri di lunghezza. “Come pianeta, sappiamo che dobbiamo abbandonare il petrolio su vasta scala” dichiara Winy Maas, socio fondatore di MVRDV. “Questa scelta, ci pone un interrogativo: cosa dovremmo fare delle vecchie infrastrutture industriali? Non sarebbe allettante rompere con la storia e immaginare un futuro diverso sulle rovine del passato? Con questo progetto facciamo entrambe le cose: incorporiamo le vecchie strutture industriali, mentre gli elementi di nuova costruzione – che sono chiaramente distinguibili dal vecchio – ci mostrano un futuro migliore e più sostenibile” conclude Maas. Un parco culturale a zero emissioni Situata all’estremità meridionale del canale, Hangzhou ha una grande importanza storica in relazione al corso d’acqua. Dopo la chiusura della fabbrica e la demolizione della maggior parte delle strutture, MVRDV, in collaborazione con lo studio di architettura del paesaggio Openfabric, ha progettato un parco che mette in mostra il potenziale di conversione dei siti industriali in vivaci spazi culturali. Il progetto privilegia l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile, fungendo da esempio nella transizione dai combustibili fossili all’energia sostenibile. Cuore del progetto è il “Art and Sci-tech Center”, un suggestivo museo progettato a forma di silos gigante. La sua forma cilindrica semplice e lineare nasconde un interno complesso. Al piano terra, appena interrata, una sala espositiva circolare funge da base per una pila di lunghe scatole rettangolari disposte in maniera casuale. Queste scatole, che ospitano studi di artisti, uffici e spazi commerciali, sono accessibili da scale e ponti, e formano una serie di terrazze interconnesse. Una geometria che anima lo spazio interno del museo, facilitando performance, installazioni su larga scala ed eventi. Per garantire la ventilazione naturale, la facciata esterna del museo è permeabile, permettendo alla brezza di fluire attraverso la struttura. In questo modo, lo spazio interno viene riscaldato e raffreddato passivamente, con leggere fluttuazioni di temperatura in base alle condizioni meteorologiche. Questo approccio progettuale riduce significativamente l’energia necessaria per riscaldare e raffreddare gli spazi dell’edificio. All’esterno, la facciata del museo è progettata con un duplice scopo: intrattenere e generare energia. Grazie ad una serie di led il museo si illumina di notte, trasformandosi in un edificio multimediale in grado di intrattenere i visitatori e promuovere gli eventi che si tengono al suo interno. Inoltre la facciata incorpora migliaia di piccoli punti fotovoltaici, formando un “dipinto solare” progettato con un approccio parametrico, considerando l’esposizione solare, i venti prevalenti e le viste più notevoli, così da posizionare una maggiore densità di fotovoltaico dove più necessario. Una integrazione che consente di generare energia dalla luce solare, rafforzando l’impegno del parco verso pratiche sostenibili. Una riconversione a tutto tondo In tutto il resto del parco, le strutture esistenti sono state riconvertite in uffici e spazi commerciali. Le strutture demolite sono state reimmaginate con un approccio contemporaneo, replicando le dimensioni degli edifici originali ma impiegando il vetro e utilizzando gli stessi spot fotovoltaici presenti sulla facciata del museo. Le vecchie torri degli edifici della raffineria sono mantenute e integrate nel paesaggio del parco, con scale e piattaforme che offrono viste sul parco. A sud-est del sito, un gruppo di nuovi edifici completa il masterplan, con superfici progettate per generare energia. Di conseguenza, il parco ha il potenziale per funzionare come una struttura a energia negativa, capace di immettere n rete tutta l’energia in eccesso. Il progetto prevede diverse soluzioni possibili per i numerosi silos del sito, alcuni trasformati rispetto alle strutture originarie, altri ricostruiti, altri semplicemente sostituiti da pavimenti circolari che ricalcano la loro posizione originale. Soluzioni che aiuteranno a mantenere il parco sempre vivace, assicurando che ci sia sempre qualcosa da fare anche dopo il tramonto. Img by MVRDV Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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