La chiesa di Maria Santissima dei Sette Dolori

La chiesa dei Sette Dolori di Maria Santissima, risalente al XIV secolo, è il più antico edificio di culto del paese ed è, pertanto, un luogo fortemente simbolico, nonché culturalmente e spiritualmente significativo per l’intera comunità di Santa Lucia di Serino, un piccolo comune della provincia di Avellino.
L’edificio è composto da un volume principale, costituito da un unico ambiente di forma rettangolare, e da un volume secondario, situato sul lato destro, che si sviluppa su due livelli (sacrestia e deposito).
La struttura portante dell’edificio è in muratura di pietra calcarea mista a tufo, mentre il manto di copertura è a tegole e coppi, su doppia falda inclinata, sia sulla navata centrale che sulla sacrestia.
Gli eventi sismici del 1980 e del 1981 hanno determinato gravi dissesti strutturali che si sono successivamente aggravati per effetto degli agenti atmosferici, soprattutto le piogge e le abbondanti nevicate del 2003 che hanno determinando alcuni crolli dal cornicione.
Sia l’interno che l’esterno presentavano notevoli tracce di degrado come macchie di umidità e distacco dell’intonaco.
I danni principali derivavano dal dissesto della copertura che presentava una deformazione della trave di colmo, lesioni degli arcarecci e della piccola orditura, nonché una scadente impermeabilizzazione del manto e una scarsa efficienza del sistema di smaltimento delle acque meteoriche.

Il progetto di restauro
Si è reso quindi necessario un progetto di consolidamento e restauro che ha riguardato l’intero edificio e la sua messa in sicurezza. In particolare, sono state demolite alcune parti della parete dietro l’altare, che è stato completamente ristrutturato, mentre la muratura è stata consolidata e ripristinata mediante “cuci e scuci”.
Sotto il pavimento è stato realizzato un vespaio di aerazione, sono stati restaurati gli infissi, ripristinati gli intonaci, le cornici e i fregi.

Fondamentali gli interventi sulle coperture
La struttura a capriate è stata ricostruita in legno lamellare e su di essa è stato realizzato un tetto ventilato e isolato con manto di finitura in tegole e coppi.

Il tetto ventilato
Se il manto di copertura si stacca dallo strato isolante, posizionto sulla struttura, possiamo parlare di tetto ventilato.
In questo modo si crea un’intercapedine nella quale l’aria circola dalla gronda fino al colmo del tetto, favorendo lo smaltimento dell’umidità e aumentando le prestazioni del materiale isolante.
Si riducono così i costi di manutenzione e si ottengono altri vantaggi come un efficace isolamento termico e una protezione dal surriscaldamento estivo.
Nella chiesa oggetto del restauro, è stato realizzato un tetto ventilato e isolato con il pannello Isotec, prodotto di punta di Brianza Plastica.
Il pannello è stato posato sulla struttura in legno lamellare, fattore estremamente positivo, perché la naturale traspirazione del legno aiuta a tenere a bada la condensa.
Su di esso sono stati poi posati tegole e coppi.

Due domande al Progettista, Ing. Gabriele Acocella
Per quali motivi avete scelto di realizzare un tetto ventilato in questo contesto progettuale?
Il tetto ventilato, dal momento che permette il deflusso dell’aria riscaldata, attraverso i moti convettivi che si formano, dalla linea di gronda a quella di colmo, ben si addice alle peculiarità climatiche del contesto locale, caratterizzate da estati a forte irraggiamento solare e da inverni umidi e freddi, talvolta addirittura nevosi.

Per quanto riguarda il pannello Isotec, quali le principali performance di questo prodotto e perché lo avete ritenuto idoneo in questo cantiere?
Il pannello Isotec è stato preferito:
• perché garantisce prestazioni ottimali in termini di efficienza energetica e ben si presta alla realizzazione di un “tetto ventilato”;
• perché il poliuretano espanso, che ne costituisce l’anima, non è cancerogeno ed è completamente riciclabile, sia meccanicamente e chimicamente che come materiale di riporto, e può essere smaltito anche in discarica in quanto appartiene alla categoria generale di materie plastiche;
• perché ha caratteristiche di leggerezza e di portanza che permettono una elevata facilità, e quindi velocità, di posa.



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