Casa privata a Torino

Il progetto di questa casa privata nasce dalla sua posizione di fatto unica.
Si trova, infatti, a quasi sessanta metri da terra nella Torre della Reale Mutua in piazza Castello a Torino, fulcro del disegno della città pianificato durante tre secoli da undici generazioni di Savoia.
Dalle sue finestre, rivolte sui quattro lati della torre, dall’unico balcone in vetrocemento la vista è tale da togliere il fiato, di lì si vede tutta Torino e il paesaggio che la circonda.
La localizzazione sulla piazza e l’altezza eccezionale regalano alla casa una lettura chiarissima delle geometrie urbane, con gli assi del classicismo barocco, le piazze reali, la via diagonale, le cupole e i palazzi simboli dei diversi poteri, fino agli assi ottocenteschi e quelli della cinta daziaria.
Una condizione ideale per la casa di un architetto, Benedetto Camerana, che la vive quasi come un osservatorio sulla città dove lavora e alla quale ha contribuito con alcuni episodi importanti: per esempio dalle finestre che guardano sud si ha una vista molto particolare dell’arco olimpico.

L’idea del progetto
Da queste premesse il progetto si è sviluppato prima di tutto con un grande svuotamento, con l’eliminazione di ogni muro interno tradizionale, per realizzare un ambiente sostanzialmente ininterrotto sulle quattro facciate, un grande loft sospeso nel cielo, come abitare uno Zeppelin ancorato permanentemente sopra la piazza.
Lo stupore per la vista dall’alto diventa quindi per Camerana un riferimento all’emozione dei primi fortunati viaggi in aereo, alla vista di New York in avvicinamento, all’architettura del terminal TWA, con le linee curve disegnate nel 1962 da Saarinen, al design del ponte superiore del Jumbo Jet.
Il progetto della casa, studiato con Bodino spa, reinterpreta questa cultura con le superfi ci cilindriche in poliestere blu navy che racchiudono la cucina tonda e due piccoli bagni, dipinti in un vivissimo signal yellow Pantone che contrasta con i diversi toni di grigio neutro delle pareti, pensate per smaterializzarsi nel cielo virante dal bianco al grigio all’azzurro.
I riferimenti anche diretti all’idea del viaggio e agli anni ’60 continuano ancora con icone del design storico come le Tulip Chair, i Tulip Low table, le Womb Chair disegnati proprio da Saarinen per la Knoll, e con la giocosa Ball Chair di Eero Arnio, del 1966, commentati da alcuni “pezzi” recenti come un grande divano On The Rocks di Edra, piuttosto impegnativo nel suo “verde night club”, o un tavolo Ferro nero disegnato da Lissoni per Porro, tutti appoggiati su un onnipresente pavimento a doghe in legno wengè realizzate da Mondo, salvo per la camera da letto dove il legno è sostituito da una moquette in lana candida a trama lunghissima.
Su questi riferimenti internazionali si sovrappone invece un dialogo con l’architettura della città, che viene accolta e fatta protagonista all’interno dalla casa con un gioco di riflessi tra superfici specchianti, disegnate su piani tra loro inclinati e superfici curve, particolarmente evidenti nella “scultura” della “stanza doccia”, che ha il pavimento rialzato per godere meglio attraverso la sua finestra della vista diretta su Palazzo Reale.
È come un teatro di architetture torinesi dove Juvarra, Guarini, Antonelli si rispecchiano in un caleidoscopio di immagini incrociate tra Mole Antonelliana, cupola della Sindone, chiesa di San Lorenzo, Basilica di Superga, Monte dei Cappuccini che ha lasciato senza parole un architetto come Daniel Libeskind venuto un giorno in visita (come anche, tra i non torinesi, Otto Steidle, Bernard Lassus, Jan Störmer, Roger Diener, Italo Rota).

Tecnologia

L’idea di progetto è l’innovazione, con la scelta di tecnologie avanzatissime ma tendenzialmente assenti, quasi invisibili. La filosofia è quella di una tecnologia ambientale, gradevole, emotiva, umanizzata, senza evidenza tecnica.
L’obiettivo è realizzare solo un certo effetto sensoriale (video, luci, suoni) ma senza essere disturbati dalla tecnica, come spesso succede in certi ambienti dominati dal design della tecnologia.
Secondo questo principio base il progetto ha proposto soluzioni molto avanzate di domotica (tecnologie BTicino e Crestron) e dunque le meno visibili possibili. Il segreto architettonico di questa filosofia a-tecnica è un controsoffitto in cartongesso monolitico (eseguito da La Tecnica srl) nel quale corrono centinaia di metri di corrugati per ospitare i diversi cablaggi.
Il controsoffitto ospita tutti gli elementi luce ed audio-video che vengono appesi o incassati nella sua superficie nel modo più integrato possibile.
Una fenditura perimetrale ospita inoltre una batteria di piccoli proiettori a led bicolore di produzione DGA e montati su microstrutture in alluminio realizzate apposta dall’azienda ABC Electrik (responsabile Claudio Cignetti) con la consulenza dell’ing. Ezio Sarà.
Le altre luci sono tutte essenziali, come una barra tipo americana di produzione Martinelli, con 16 faretti orientabili e regolabili, sia a ioduri sia alogeni, mentre negli altri ambienti (camera letto, camera armadi, bagni e cucina) sono usati solo faretti downlights Hoffmeister.
Il sistema audiovideo è studiato con Euphon Communication e dispone, per la parte video, un plasma Panasonic HD 50 sospeso a soffitto e orientabile nell’open space, uno schermo LCD Sharp 30 a soffitto nella camera, e due telecamere di controllo remoto Panasonic, tra loro integrati e ad immagini interscambiabili.
Nell’open space il video è integrato da un sistema Home Theater con 3 casse acustiche Intara, assolutamente invisibili perché completamente integrate nella muratura tramite una nuova tecnologia che permette l’intonacatura e la verniciatura delle casse stesse che si trasformano
dunque in un vero e proprio “muro sonoro”.
Si aggiungono due piccole casse acustiche Bose completamente nascoste nella libreria.
La diffusione sonora può anche essere indirizzata in tutti gli ambienti tramite 6 casse acustiche JBL Control nascoste a soffitto.
Tutto l’impianto è interconnesso a un rack generale comandato Elpro, formato da sintoamplificatore Pioneer, amplificatore zone Crown, ricevitore satellitare Samsung, lettore DVD, lettore CD Pioneer.
Il rack si completa con altre tecnologie come l’interscambio con il computer centrale, l’allacciamento ottico in rete Fastweb, il tutto comandabile da remoto tramite centralina a tecnologia Crestron, sia con minuscolo pannellino mobile a infrarossi (poco più grande
di un cellulare, sia in alternativa con pannellino fisso disposto accanto al letto.
Entrambi come semplice touch screen regolano scenari luci, video, audio, condizionatore, allarme).

La tecnologia BTicino
Tutto il controllo delle luci è realizzato con sistemi BTicino, in particolare con una delle primissime applicazioni del sistema My Home, il programma di domotica messo a punto da BTicino.
Il sistema permette il controllo coordinato di numerose tecnologie, e in particolare la predisposizione di 16 scenari luce prestabiliti, ognuno dei quali memorizza un insieme formato dalla selezione dei corpi illuminanti accesi e dalla relativa intensità luminosa.
Installato alla fine del 2003, è uno dei primi esempi in Italia di domotica avanzata.
Particolarmente evoluto è stato il coordinamento di dialogo tra il sistema My Home e il sistema Crestron per trasferire anche su quest’ultimo il controllo degli scenari luce. BTicino sono anche le placche di comando, della serie Light Tech metallizzato, oltre alle tecnologie di sistema non visibili comprendenti attuatori e dimmer.

BTicino Contech Award 2009 – Segnalazione del progetto di casa privata in via Viotti 1 a Torino, realizzato dall’arch. Benedetto Camerana

Progetto segnalato per l’interese e l’estensione delle soluzioni domotiche adottate in un contesto altamento tecnologico in cui le soluzioni adottate concorrono alla piena percezione degli effettisensoriali di video, luce, suono.



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