Casa da 100 K€: sostenibilità nell’architettura

Da un progetto di ricerca di Mario Cucinella Architects nasce Casa da 100 K€, un’abitazione che si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. Una casa a basso costo acquistabile grazie a un mutuo che può essere coperto in buona misura attraverso l’energia che è in grado di produrre.
La ricerca è finalizzata alla realizzazione di una casa da 100 mq a Zero emissioni di CO2, grazie all’impiantistica fotovoltaica integrata architettonicamente, all’utilizzo di superfici captanti energia solare per i mesi invernali, circolazione interna dell’aria per quelli estivi, e a tutte le strategie passive adottabili per rendere l’edificio una macchina bioclimatica.
Il contenimento dei costi di realizzazione è invece affidato all’impiego di prefabbricazione leggera e flessibile: elementi strutturali, apparati tecnici, attrezzature mobili come pareti/pannelli scorrevoli-smontabili-curvabili per la divisione interna degli alloggi; – sistemi di chiusura o tamponamenti monoblocco fatti di componenti sostituibili che possano diversificare l’aspetto esterno, ma anche garantire un’estensione di quello interno (balconi, terrazzini, logge, eccetera).
Il tutto inserito in un framework che costituisca l’ossatura base non invasiva di uno schema aggregativo di abitazioni monofamiliari. Si arriva così al risultato di una casa componibile che consente di liberare progetti, aspirazioni e stili abitativi diversi.
“È una casa componibile in cui solo la cornice è già disegnata”, spiega Cucinella. “Gli spazi interni vanno personalizzati, mentre quelli esterni vengono socializzati e permettono di mettere in comune una serie di strutture, dalle rampe di accesso per le bici alla lavanderia, e di oggetti. Ad esempio ho scoperto che la vita media di un trapano da casa, cioè il totale del tempo in cui rimane attivo prima di essere buttato, è di circa 10 minuti: vale la pena di tenerne uno in ogni appartamento?”
A basso costo, a misura di desiderio, a basso impatto questi i presupposti – il primo di carattere economico, il secondo di carattere sociale e il terzo di tipo energetico – che danno vita al progetto “La Casa da 100 k €”: una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere, ma capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l’edificio una macchina bioclimatica.

Il progetto
Le scelte alla base del concept ambientale vedono l’integrazione tra definizione dell’orientamento ottimale, forma, caratteristiche dell’involucro, strategie passive ed attive. L’unità tipo è stata concepita ipotizzando il fronte più compatto esposto a nord e quello più articolato a sud, con tutti gli alloggi a doppio affaccio per favorire la ventilazione naturale trasversale. Il fronte sud maggiormente vetrato favorisce gli apporti gratuiti invernali ed è schermato dagli aggetti dei ballatoi, dei corpi scale durante la stagione estiva.
La presenza del verde sia sulle terrazze sia in copertura come tetto giardino favorisce il controllo del microclima esterno e contribuisce al raffrescamento passivo. Il fotovoltaico perfettamente integrato in copertura (sono previsti circa 35 mq ad alloggio), garantisce la copertura dei consumi energetici totali dell’edificio e alimenta l’impianto a pompa di calore geotermica. Particolare attenzione è riservata alla gestione della risorsa acqua; è previsto il recupero della acque piovane e in alcuni casi l’impianto di fitodepurazione.

Struttura
La scelta legata alla massima flessibilità dell’unità residenziale ha reso necessario l’utilizzo di una maglia strutturale che “confinasse” l’alloggio tipo, permettendo quindi la totale libertà della pianta tipo. La ricerca è stata finalizzata allo sviluppo e di conseguenza anche al confronto tra tre tipologie strutturali e costruttive: cemento armato, acciaio, legno.
Si è optato per una soluzione puntiforme per le prime e a pannelli per la soluzione lignea. La ricerca di soluzioni strutturali innovative, in alcuni casi prefabbricate, ottimizza il costo di costruzione, il tempo di realizzazione e il livello di sicurezza in cantiere.

Involucro
La definizione delle caratteristiche dell’involucro deriva sia da logiche di prefabbricazione sia di controllo del microclima interno in termini di comfort acustico, illuminotecnico, termo-igrometrico. L’obiettivo è la definizione di una soluzione “standard” o base che comunque risponda in termini di comfort ad una classe energetica elevata, relativamente alla zona climatica in cui viene sviluppato il progetto. La logica costruttiva è quella della realizzazione a secco, sia per i tamponamenti opachi esterni sia possibilmente per gli orizzontamenti. Viene fornita poi una serie di “optional” rispetto alla soluzione base, legata alla scelta delle finiture e del colore.

A basso costo
Il 17,7 per cento delle famiglie residenti in Italia occupa un’abitazione in affitto, con una spesa media per il canone locativo di 340 euro. Tra le famiglie che vivono in abitazione di proprietà (73,4% del totale), il 13,8% paga un mutuo. Questa voce di bilancio, rappresenta un’uscita consistente – in media 458 euro – per circa 2 milioni e 379 mila famiglie. (Istat)
Costruire con una logica economica è possibile, utilizzando una prefabbricazione leggera e flessibile che risponda alla flessibilità degli spazi in funzione degli usi e delle abitudini di chi vive una casa.
L’obiettivo di ricerca legato alla ottimizzazione del costo di costruzione ha orientato la scelta della tipologia costruttiva e degli elementi tecnologici verso sistemi prefabbricati e a secco, sia per la riduzione dei costi dovuti alla macro-scala di intervento (tutte le valutazioni economiche sono state condotte su un complesso residenziale condominiale di 50 alloggi) sia per la rapidità di esecuzione, nonché per la riduzione dei rischi di cantiere.
La dotazione di elementi seriali, industrializzati, componibili in diverse configurazioni secondo una logica duttile propria della prefabbricazione è l’input a base della scelta tecnologica del progetto.

A misura di desiderio
La casa è sempre più al centro degli interessi, dei bisogni, dei desideri, dei progetti di vita degli italiani.
In questi ultimi anni, mentre tutti gli indicatori di soddisfazione di qualità della vita – dal lavoro ai consumi, dal reddito ai servizi – erano fermi o in declino, quelli che riguardano la casa e l’abitare sono stati in costante crescita (la “soddisfazione” per la casa, ad esempio, cresce – su una scala 1 a 10 – dal 7,71 del 2000 all’8,03 di quest’anno). (Makno)
Nella crescente omologazione propria di un’urbanizzazione che tende ad appiattire su pochi “tipi” statici, emerge la necessità di una risposta critica alla standardizzazione che tenga conto di uno spostamento di attenzione dall’oggetto al soggetto, attraverso nuove forme dell’abitare, che facciano prevalere i bisogni individuali come necessità di esprimere le differenti identità.
La ricerca è orientata a realizzare una flessibilità che rispecchi differenti aspirazioni sociali e stili di vita e che determini un ambiente suscettibile di trasformazioni.
La composizione della forma può essere decisa scegliendo tra le ipotesi offerte da una “libreria di soluzioni”, e permette così la realizzazione di combinazioni spaziali che esprimano il desiderio di chi abita la casa.
Una forma aperta che consenta a ognuno di elaborare e costruire il proprio ambiente domestico.

A basso impatto
L’evoluzione tendenziale del sistema energetico determina un costante aumento delle emissioni di anidride carbonica, che dopo essere aumentate del 13 per cento tra il 1990 e il 2004, aumentano ancora del 4 per cento circa tra il 2004 e il 2012, in evidente controtendenza rispetto alla riduzione prevista dal Protocollo di Kyoto, e progressivamente meno negli anni successivi. Nel settore civile, e in primo luogo nel residenziale, nel quale l’efficienza delle apparecchiature e le caratteristiche degli edifici hanno una forte incidenza sui consumi finali, l’adozione di misure di politica energetica può invece produrre effetti significativi già a partire dal breve periodo, grazie alla disponibilità di ampi margini di incremento di efficienza, tanto da determinare una netta inversione della recente tendenza di forte crescita delle emissioni.
In campo edilizio una politica rivolta al miglioramento degli edifici, potrà avere un beneficio diretto non solo sulla qualità degli edifici stessi e della città ma anche un beneficio indiretto sulla riduzione di emissioni e di inquinamento urbano. Occorrerebbe pertanto sviluppare una politica locale capace di incentivare da un lato il recupero degli immobili più “energivori” e dall’altro di diffondere una migliore informazione sulle applicazioni di tecnologie a scala familiare. Una nuova economia in piccola scala, capace di generare piccole autonomie che moltiplicate per migliaia di unità creerebbero una inversione di tendenza: da edifici consumatori a edifici produttori di energia.
Se immaginiamo uno schema aggregativo di unità abitative – un condominio – riunite e accomunate dalla cornice strutturale, come quello descritto, abbiamo la libertà di prefiguare e progettare una serie di servizi comuni funzionali a ogni famiglia partecipante. In questo modo si azzera la polverizzazione e la reiterazione di oggetti-strumenti (ma anche macchine-energivore), a favore di un’unificazione capace di produrre risparmi in termini di acquisto, gestione e manutenzione: dal locale lavanderia al sistema di raffrescamento, dal sistema di aspirazione polvere centralizzato a quello di smaltimento e compattamento dei rifiuti. Ma ci si può spingere fino al Car Sharing condominiale o al servizio di noleggio di attrezzature che generalmente ogni famiglia possiede, ma il cui utilizzo complessivo è davvero scarso: trapano, smerigliatrice eccetera. Utilizzare senza possedere può rappresentare una chiave di volta per abbattere costi e sprechi energetici.
Ancor più l’ipotesi trova conferma se applicata al sistema energetico.
La spesa media mensile della famiglia italiana è pari a 2.461 ? (Istat) e il 5 per cento viene destinato a combustibili ed energia elettrica (123 ?). Soltanto in elettricità, il consumo medio della famiglia è di circa 3.000kWh/anno. Un impianto fotovoltaico da un kW di potenza nominale è in grado di generare tra i 1.100 e i 1.600 kWh/anno (in funzione della collocazione Nord/Sud Italia).

Per ulteriori informazioni
www.casa100k.com



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