Cantine Protos in Spagna

Fra le ultime tendenze degli amanti del buon vino, è molto in voga l’enoturismo che ai luoghi abbina vini e cibi.

Cantine Protos

 

A questo binomio consolidato bisogna ormai aggiungere un altro elemento di persuasione percettiva che si può ascrivere alla tettonica dei luoghi, ovvero l’architettura della cantina, dello scrigno in cui avvengono le lavorazioni, la conservazione, la degustazione dell’atavico e prezioso prodotto.
Molte sono state le nuove cantine realizzate in quest’ultimo decennio, specie nel nostro Paese. Il legno lamellare è spesso l’assoluto protagonista delle coperture, a meno di costruzioni ipogee, proprio perché più facilmente avvolge i tempi della vinificazione, conservazione e vendita.

Vista notturna delle cantine
Vista notturna delle cantine

Non contraddice questo principio il progetto firmato dal prestigioso studio Rogers Strik Harbour + Partners delle cantine Protos in Spagna, una prestigiosa impresa vinicola che produce i vini della Ribera del Duero. Il nuovo edificio, una moderna reinterpretazione di una tradizionale cantina, si trova a Peñafiel, un piccolo villaggio vicino a Valladolid, nella comunità di Castilla y Leon, nel nord della Spagna.
La nuova cantina, che produce circa un milione di chili di uva, è stata completata nell’estate 2008 e si trova ai piedi di una rupe rocciosa sulla quale erge un castello, sede del museo del vino.
Si tratta di un immobile di 20.000 mq, la maggior parte dei quali interrati.

Intelaiatura in legno
Intelaiatura in legno della struttura delle Cantine Protos

La vinificazione richiede infatti un ambiente tranquillo e stabile, con temperatura costante tra i 14° e i 16°C. Nell’architettura tradizionale, queste condizioni termiche vengono raggiunte senza utilizzo di sistemi di raffreddamento, mediante la collocazione dei locali a una profondità che può variare da due a ben trenta metri.
I costi di tale progetto sono notevoli a causa dell’ampiezza della superficie da scavare, tuttavia il risparmio durante l’utilizzo e l’impatto minimo sull’ambiente compensano ampiamente questo investimento iniziale.
La collocazione sotterranea dei locali dedicati alla vinificazione permette anche di collegare il nuovo edificio alla “bodega” preesistente mediante un tunnel.
Le cantine si articolano su di un lotto sghembo, di quasi 9.000 mq, assecondato da cinque volte, di uguale raggio di curvatura, ma di diversa profondità, che offrono un forte dinamismo morfemico, sottolineato dal distacco del manto di copertura dalla struttura portante.
Questo gesto tecnico caratterizza l’intera copertura.
Il distacco fra gli archi portanti di curvatura parabolica ed il manto a tutto sesto è stato ottenuto con forcelle metalliche che sorreggono le travi longitudinali.
Le cinque arcate paraboliche intrecciate che lo caratterizzano posano su grandi archi in legno lamellare coperti con tegole di terracotta per creare una struttura articolata e leggera.

Scorcio interno
Scorcio interno delle Cantine

Questa forma modulare rompe il volume e la scala globale dell’edificio, creando una struttura in armonia con gli edifici adiacenti e il paesaggio circostante.
Su queste travi sono adagiati i barcarecci su cui è posto il manto, realizzato con un innovativo elemento strutturale.
Il semplice accostamento dell’elemento strutturale, Stek di Habitat Legno, di soli 20 cm di larghezza (quella di sue lamelle che imprigionano a sandwich il polistirene giocato su diverse altezze a seconda delle necessità di isolamento), permette di seguire il raggio di curvatura senza alcun problema.
La facciata a sud è protetta da nove metri di aggetto della copertura, mentre un sistema di brise-soleil di grandi lamelle fisse dà ombra alla facciata ovest.
La notevole rigidezza dell’elemento strutturale scelto e la sua autoportanza permettono di distanziare notevolmente gli appoggi col duplice vantaggio di economia di posa e risparmio di elementi secondari di orditura di sostegno.
Ma soprattutto in questo caso, la semplicità costruttiva conferiscono pulizia formale all’intradosso voltato. Questa razionale, austera, semplicità è la cifra dell’intera costruzione.
Ad esempio il capitello metallico di interfaccia degli archi contrapposti mette insieme, con essenzialità, legno, acciaio e cemento armato.
Altra connotazione di rilievo è lo spazio che il piano fuori terra libera, consentendo facilità di movimentazione. Non v’è dubbio che anche la forma parabolica degli archi portanti concorra a questa sensazione, poiché la parabola spinge verso l’alto ed amplia il volume.

Legno e acciaio per le strutture
Legno e acciaio per le strutture

Sotto la parte aerea, interrata – come da tradizione – è la cantina vera e propria, dove sono collocatele piccole botti di rovere americano e i capaci contenitori di acciaio. Qui la temperatura e l’umidità non subiscono che minime escursioni, condizione necessaria per la conservazione del prezioso liquido.
L’involucro è costruito da una facciata in vetro.
La soluzione trasparente è stata adottata, da una parte, per la necessità di permettere l’illuminazione naturale per la lavorazione dei grappoli e dall’altra per l’ultima fase della produzione, nella quale è importante rilevare la colorazione naturale del vino.
Per mantenere una temperatura costante e, al contempo, offrire protezione dal sole si è optato per un tetto ventilato con tegole che funziona come una facciata ventilante, nella quale si crea un flusso d’aria interno che elimina il calore e riduce l’afflusso del sole del 30%.
A ciò si aggiunge il fatto che il tetto sporge sulla facciata fornendo una protezione ulteriore dai raggi solari.

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Vista dal soppalco interno della cantina

Queste arcate sporgenti poggiano su svariate parabole formando così una struttura doppia, costituita da un arco esterno e da una parabola interna che converte la pressione orizzontale degli archi del tetto di ampie dimensioni in forze verticali e trasmette tutto il peso sulla grande struttura portante reticolare costituita da colonne prefabbricate in cemento.
Gli impianti di produzione e immagazzinamento ospitano anche le strutture amministrative e le aree sociali di degustazione del vino e un piccolo auditorium per le presentazioni e le fiere.
Il progetto comprende anche un giardino incassato e terrazzato con vista panoramica del castello al di sopra di esso e attraverso il quale la luce naturale penetra nella zona degli uffici.

Tavola di progetto della Cantina Protos
Tavola di progetto della Cantina Protos

L’edificio di Richard Rogers è riuscito a far riemergere il processo di vinificazione che precedentemente restava nascosto sottoterra. La soluzione adottata è di una semplicità tale da sembrare lo sviluppo logico dell’arte della vinificazione.



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